Capitolo 1

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POV'S NINA

7:00 a.m

Mi svegliai con il fastidioso rumore della sveglia che proveniva dal cellulare, posto sul basso comodino accanto al mio letto, cercai in tutti i modi di spegnerlo con solo una mano, ma non riuscii nell'impresa cosi fui costretta a dovermi alzare, quando ad un certo punto sentì un enorme tonfo provenire dalla stanza di mio fratello,  così capì che Damon era rientrato da uno dei suoi soliti festini, dove andava insieme alla sua combriccola di amici, che conosceva dai tempi del liceo, ad ubriacarsi per tutta la serata e magari provarci anche con qualche ragazza dai facili costumi. 

Con un po' di fatica finalmente riusci ad uscire dal mio caldo rifugio. Mi alzai infastidita dal suo comportamento assai irritante, non sopportavo questo suo comportamento liberatorio, proprio non riusciva a capire che con questo suo atteggiamento da menefreghista mi faceva preoccupare, così con sguardo cupo mi recai spedita verso  la sua stanza per risolvere questa situazione  che ormai andava da troppo tempo avanti e stava degenerando sempre di più.

Così appena bussai sulla porta, e lui mi diede il consenso di entrare, trovai Damon al centro della sua stanza, un lieve fascio di luce avvolgeva la sua figura, dato che dietro la sua figura era posta un enorme finestra. Damon era posizionato affianco il suo enorme letto. Indossava un paio di jeans neri  stretti che fasciavano perfettamente le sue gambe toniche, il petto che sembrava che fosse stato scolpito da uno scultore di estrema abilità, i capelli corvini erano leggermente spettinati ed arruffati che cadevano liberi sulla fronte, tutto ciò dinanzi a me appariva ancora più affascinante,  ed infine i suoi occhi blu come la pietra di lapislazzuli, erano fissi nei miei.

Appena mi accorsi dove si era posato il mio sguardo alzai immediatamente i miei occhi vidi quello scemo con un sorriso compiaciuto...

<<Hey sorellina ti piace quello che vedi?>> disse con sorriso malizioso.

Appena mi accorsi di quello che disse le mie guance diventarono rosso scarlatto, aveva la strabiliante capacità di mettere in soggezione ogni essere vivente, compresa me, senti le mie gote nettamente più calde per il totale disagio che si era creato. Così appena mi ripresi ritornai seria, con lo sguardo duro verso di lui,  ero determinata nel fargli capire che stava sbagliando.

<<Ti rivolevo ricordare che questa casa non è un fottuto hotel!>> Sbottai arrabbiata, ero decisamente nervosa per il suo modo di fare.

<<Si si lo so già me lo hai detto un milione di volte ma a me non importa quello che dici, puoi dirlo altre cento  volte io non ti ascolterò e farò sempre quello che voglio io, ora esci dalla mia camera >> disse Damon con un tono annoiato e palesemente scocciato non solo dalla mia presenza, ma anche dalle mie parole.

E tutto ciò fece scatenare dentro di me una rabbia verso Damon che neppure io pensavo di avere. Tutta la mia rabbia, il dolore, e la frustrazione si riversarono contro la sua figura.

<< Sai cosa ti dico VAFFANCULO, ora me ne vado ma non perché me lo dici tu,ma perché lo voglio io>> Sbottai ancora più forte di prima, così finalmente riuscì anche ad avere un po' della sua attenzione.

<<Ehy signorinella modera un po' il linguaggio, non timenticarti che stai parlando sempre con tuo fratello maggiore>> Disse alzando anche lui il tono della sua voce.

Quando usciva la sua parte da "fratello maggiore" era ancora peggio, davvero non riuscivo a tollerarlo.

<<uuu tu non sei niente per me>> Sbottai infine. Il mio sguardo si posò perfettamente nel suo, blu.

Però non appena mi resi conto della gravità delle mie parole, di ciò che le mie labbra avevano appena pronunciato, mi pentí, ero stata troppo sgarbata nei suoi confronti e anche fin troppo acida. 

La faccia di mio fratello sbiancò, era diventato pallido come un lenzuolo candido, o come uno di quelli che hanno appena visto un fantasma, i suoi occhi azzurri come il mare sgranarono, Damon non poteva e non riusciva a credere a ciò che gli avevo appena detto, uscì infine dalla sua stanza, mi sentivo mancare l'aria mi sentivo soffocare ed il bisogno di dover uscire era troppo forte, così andai via dalla sua camera e lui rimase li senza emettere alcuna parola, non disse nulla, e andai via sbattendo la porta.

•Angolo Autrice•
Salve a tutti , però che questa storia vi piaccia un bacio alla prossima

Innamorato di mia Sorella Where stories live. Discover now