Capitolo 2

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POV'S NINA

Dopo il litigio che si era appena verificato in camera di mio fratello, causato del suo menefreghismo, con il cuore in gola mi preparai in fretta in camera mia, apri il grande armadio color noce avente delle porte scorrevoli posto davanti al mio letto matrimoniale.

Presi un paio di  pantaloni delle tuta color grigio e una maglietta bianca che fasciava il mio torace, mettendola dentro il panatolene è infine indossai  le mie amate scarpe bianche.

Prima di uscire dalla mia stanza sistemai un paio di cose sparse qua e la, come i blocchi da disegno, i vari fogli, le matite colorate, i vari pennelli e gli acrilici, sistemai il tutto nella mia libreria, dove avevo uno scomparto per libri e quaderni di scuola e uno scomparto per il materiale artistico.

La mia libreria era posta accanto alla mia  adorabile scrivania color noce, quest'ultima era posta accanto alla finestra.

Infine feci il letto sistemando il tutto con i cuscini morbidi e candidi e i vari peluche, che conservo con molto affetto, dato mi furono regalati dei miei genitori. Scesi le scale, con lo zaino in spalla il cellulare posto nelle mano destra e le cuffiette poste sistematicamente nelle mie orecchie.

Quando arrivai nel salotto non c'era nessuno, vuoto così come la cucina così capii che Damon era rimasto ancora in camera sua, poiché la sua auto era parcheggiata fuori al viale.
Così decisi di uscire, anche perché se avessi aspettato ancora avrei fatto sicuramente tardi. Lasciai la mia adorata villetta per andare a scuola dove la mia amica mi attendeva, fortunatamente riuscì a prendere  l'autobus che mi avrebbe portata alla mia adorata scuola.

Davanti all'entrata dell'enorme edificio, il classico che possiamo vedere in tutti i telefilm americani, mi aspettava come al solito la mia migliore amica,Tosca.

Quando mi vide mi salutò con un caloroso abbraccio, tipico il suo comportamento, è sempre stata molto dolce e affettuosa, ma lei conoscendomi anche molto bene si  accorse che qualcosa non andava, così con fare sospetto non disse nulla e la ringraziai con lo sguardo, dato che lei  sapeva che non amavo ricevere domande quando qualcosa non andava, se volevo aprirmi con lei, e spiegarle ciò che mi turbava, Tosca era sicura che mi sarei dichiarata.

<<Tesoro ti va di andare a fare colazione così ti tiri un po' su di morale>> disse Tosca, con un dolce sorrsio dipinto su quelle labbra carnose.

<<Certo, ho proprio bisogno di svagarmi andiamo a prendere qualcosa al bar>> dissi infine, abbozzando un leggero sorriso.

Io e Tosca ci dirigemmo verso il bar dell'edificio scolastico per fare una ricca colazione. In seguito  ci dirigemmo verso la nostra classe la 5C, entrammo in classe e ci sedemmo vicine al nosto solito posto, penultimo banco fila centrale.

Seduta dietro alla cattedra con le gambe accavallate le braccia incrociate sotto il petto, e con i suoi folti capelli ricci ci stava aspettando la prof di storia dell'arte, che per fortuna ancora non aveva iniziato l'appello dato che mancava metà classe, così fortunatamente non ci prendemmo il ritardo e in seguito  iniziammo la lezione.

Dato che io e Tosca eravamo sedute vicino, visto che è stata la mia compagna di banco per cinque anni,  come al solito lei stava già fantasticando sui bei ragazzi che si trovavano  nell'edificio scolastico, o sui bei californiani che aveva conosciuto in estate, mentre io ero concentrata a seguire la spiegazione della prof, poiché storia dell'arte era una delle mie materie preferite.

La giornata passò molto velocemente per me, forse anche fin troppo, ero talmente concentra sulle spiegazioni dei vari docenti che arrivavano ogni ora a non pensare ciò che era avvenuto questa mattina,  non mi resi conto che già erano passate sette ore di scuola, mancavano solo 10 minuti al fine delle lezioni.

Come al solito io e Tosca parlavamo sempre di tutto, ma lei continuava a fantasticare su un ragazzo che le piaceva, e che aveva da poco conosciuto poichè, si era da poco trasferito nella nostra scuola.

Io mi fidavo di lei, era la mia migliore amica, parlavamo di tutto, lei conosceva perfettamente la mia situazione familiare e conosceva benissimo mio fratello, sapeva che tipo di ragazzo lui fosse ed e per questo che lei non mi chiese niente perché nonostante fossimo amiche solo da cinque anni lei aveva già capito tutto, le è bastato guardarmi negli occhi, lei già sapeva, bastava che mi guardasse  negli occhi per capire  ogni singola cosa.

Le lezioni erano finite così io e Tosca uscimmo dalla classe molto contente, non solo per la piacevole giornata, ma  perché ci eravamo organizzate che lei quel pomeriggio sarebbe venuta a casa per passare il pomeriggio insieme, come abbiamo sempre fatto in tutto questo tempo trascorso insieme.

<<Amore sono felicissima di venire a casa tua questo pomeriggio>> mi disse con un sorriso a 32 denti. Aveva gli occhi lucidi per la felicità.

<< Lo so è per questo che ti ho invitata, e poi se ci sei tu mi svago e non penso a lui...>> le dissi abbassando lo guardo, con una lieve tristezza che era dipinta sul mio volto.

Poco dopo tornai a casa, per fortuna anche questa volta riuscì a prendere l'autobus, Tosca mi avrebbe raggiunto verso le 17:00.

Entrai in casa, chiusi per un momento i miei occhi perché fui inondata dall'immeso e avvolgente profumo alla vaniglia, il preferito di mio padre e anche di mia madre, anche se molto spesso quest'ultima comprava dei deodoranti per la casa al dolce profumo di lavanda, anche quella era una delle profumazioni preferite da mia madre.

Quando aprii gli occhi era tutto pulito e profumato, così posai lo zaino accanto alla porta d'ingresso, andai in salotto e trovai Damon che dormiva steso sul divano,  mi avvicinai a lui e gli accarezzai la guancia, era molto morbita, lo è sempre stata dato che Damon non amava avere la barba, ogni mattina si metteva con il rasoio insieme a papà e si facevano la barba insieme, nemmeno mio padre era amante della barba folta, la trovava sporca e non gli piaceva.

Riuscivo a sentire il profumo dell'acqua di colonia, lo stesso che usava nostro padre, Damon si mosse al  mio tocco su di lui ed io ritirai velocemente la mano.

Mi girai per andare via e lasciarlo riposare, finché ad un certo punto Damon mi prese il polso, la sua stretta era abbastanza forte, ma al tempo stesso delicata, persi l'equilibrio e caddi sopra di lui, Damon mi accarezzó dolcemente la gamba destra, mentre con l'altra mano mi teneva per un fianco, impedendomi di farmi alzare.

Si avvicinò all'orecchio e mi sussurró  dolcemente <<Scusa per quello che è successo stamattina>> ascoltando la sua voce soave un lungo brivido pervase tutto il mio corpo.

Senti una specie di calore, che si scatenó tutto lungo il mio corpo, ma  non diedi importanza a tutto ciò, balbettando dissi <<S-scusami io...non volevo dirti quella frase>> finché lui mi rispose <<Tranquilla piccola...capita..>> disse sorridendo. 



•Angolo D'Autrice•
Ecco a voi il secondo capitolo spero che vi piaccia, alla prossima.

Innamorato di mia Sorella Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum