2°Capitolo ◘ House

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2.House

Finalmente arriviamo alla mia camera e appoggia la valigia a terra.
-Ecco qua. –dice sistemandosi un ciuffo di capelli che gli era caduto davanti agli occhi.
-Grazie Jimin.–dico accennando un sorriso. Non doveva faticare per portarmi una valigia, dentro ci sono cose anche abbastanza pesanti come libri e computer.
-Figurati. –ha sempre il sorriso stampato sul volto, fa venire allegria. –Vieni. –mi fa segno di seguirlo fermandosi sull'uscio.
La mia stanza si trova perfettamente in mezzo a tutte le altre.
-Se avessi bisogno di qualsiasi cosa, io sono qui di fianco insieme a Hobi Hyung. –indica la stanza a destra. –A sinistra ci sono Suga Hyung e Jin Hyung. Qui davanti ci sono Rap Monshi e Taehyung, mentre di fianco a loro, a sinistra, c'è Jungkookie.
-Ok, capito. –per il momento mi ricordo tutto, vedremo poi stasera se riuscirò ad entrare per sbaglio in quella di Suga e Jin o di Jimin e Hoseok, cosa molto probabile conoscendomi.
Il ragazzo se ne va, tornando dai suoi amici, e io rimango da sola nella mia nuova stanza. Non mi sorprendo del fatto che il letto sia già fatto con delle lenzuola viola e bianche e che sia tutto pulito. Namjoon sa benissimo i miei gusti e ha fatto trovare tutto pronto prima del mio arrivo. Accosto la porta e mi butto sul letto, rimbalzando per la sua morbidezza. Giro la testa verso il cuscino e intravedo una specie di foglio. Mi tiro su leggermente e lo prendo tra le mani, è una lettera.
Quando mi siedo per aprirla il mio cellulare squilla all'improvviso nella tasca dei miei pantaloni e prendo un mezzo crepo. Devo cambiare questa suoneria, mi vergognerei troppo se Joon la sentisse. È il nuovo feat che ha fatto con i Fall Out Boy, è appena uscito e non ho perso tempo. L'ho scaricato subito e messo sul mio cellulare. Adoro lui e quella band. Guardo il display. "Mamma".
Ah giusto, dovevo chiamarla appena arrivata.
-Pronto? –dico non appena clicco il tasto verde della chiamata.
-Non ti degni neanche di chiamare? –chiede. Ha un tono scherzoso, segno che non è veramente arrabbiata. Menomale, almeno quello.
-Scusa, troppe cose nuove insieme. –mi tolgo finalmente le scarpe dai piedi nel mentre cerco di tenere in bilico il telefono tra la mia spalla e il mio orecchio.
-Come ti trovi? Bene? Sono simpatici i ragazzi? -
-Ovvio che sono simpatici, sono i BTS. –dico sorridendo tra me e me.
-Come sta Namjoon? -
-Lui bene, fin troppo. –dico alzandomi e lasciando sul letto quella lettera. La leggerò dopo, ho tempo.
-Me lo riesci a passare? Devo dirgli una cosa. –faccio una smorfia nonostante lei non riesca a vedermi.
-Che devi dirgli? –chiedo stranita. Non è normale che lei mi chieda una cosa del genere, ok che era sempre a casa nostra quando eravamo piccoli, ma è strano.
-Non sono affari tuoi. –dice ridacchiando. –Me lo riesci a passare sì o no? –
-Va bene...-dico allungando le ultime vocali. –Se riesco a non perdermi in questa casa forse te lo passo. –scendo le scale del piano superiore e cerco di ricordarmi dove fosse la cucina. Perché non urlano come loro solito? Sarebbe molto più facile per me trovarli.
Finalmente mi ritrovo in salotto e ci metto poco a raggiungere anche la cucina. Prossimo lavoro? Mettere dei cartelli.
-Namjoon. –lo chiamo non appena entro in cucina. Lo trovo indaffarato a parlare con Hoseok e Jin, che nel frattempo sta ripulendo un disastro che uno dei ragazzi ha provocato. Alza lo sguardo di scatto nel sentire il suo nome e incatena gli occhi ai miei.
-Ti vuole mia madre, deve dirti una cosa. –dico porgendogli il cellulare. Attraversa tutta la cucina superando la penisola e lo prende tra le mani scuotendo leggermente la testa interrogativo.
Alzo le spalle, segno che anche io non ne so niente.
Se lo mette all'orecchio ed esce dalla stanza. Rimango nuovamente da sola con i sei ragazzi.
-Da dove ti sei appena trasferita? –chiede tutto d'un tratto Jin buttando un fazzoletto intriso di una strana sostanza.
-Dall'Italia. –rispondo dopo aver decifrato mentalmente ciò che mi stesse chiedendo. Sto riprendendo a parlare coreano tutto d'un tratto e devo riabituarmici.
-Uh...Sei brava a cucinare? –chiede Taehyung curioso. So dove vuole andare a parare.
-Sì Taehyung, ti farò della pasta italiana. -
Si mette a ridere mentre gli altri si preoccupano più che altro di ciò che ho appena detto.
-Ha usato l'informale! –ride Jimin.
-L'ho usato prima anche con te. –dico guardandolo. Lo vedo per qualche secondo pensieroso, poi mugugna qualcosa.
-Non sono più abituata ad usarlo...ma se volete poss -
-No tranquilla, faremo un eccezione. –dice Jin, il più grande di tutti. Se ho il permesso del più vecchio allora lo farò.
-Bene, non avevo la più pallida idea di come chiamarvi. –dico. –A parte Jungkook. –dico dando un'occhiata al mio coetaneo.
Sento dei passi veloci avvicinarsi e mi ritrovo di fianco Namjoon, che mi porge il telefono.
-Finito. –dice mentre io lo prendo tra le mani. Mi sento improvvisamente più piccola. Già prima quando indossavo le scarpe mi sentivo bassa, ma ora sono proprio una nana. Suga Hyung fammi compagnia.
Guardo dalla sua parte ma mi accorgo di sentirmi bassa pure vicino a lui. Okey, non commento che è meglio.
-Torno a rimettere a posto la stanza. –dico girandomi e avviandomi nuovamente verso l'impresa enorme di trovare la scala. Cacchio ci sono passata neanche tre minuti fa, perché in questa casa il mio senso di orientamento svanisce?
-Vuoi un aiuto? –chiede Namjoon. Mi giro leggermente e lo guardo di sottecchi da dietro i miei capelli C/O.
-Se non hai niente da fare...-dico per poi andarmene. Ora che ci guardo la casa è più pulita di quanto mi aspettassi, pensavo di trovare un porcile e invece è quasi completamente pulita.
-Dove scappi? –sento un braccio passarmi intorno al collo e una forza attrarmi verso il fianco.
-In camera mia, sempre se la trovo. –dico mentre saliamo le scale insieme. Arrivati all'inizio del corridoio scioglie la presa e mi spinge leggermente in avanti con una mano premendo sulla mia schiena. Conto con lo sguardo le camere e individuo la mia. Apro la porta e trovo tutto come ho lasciato, anche la busta. Decido di metterla dentro l'ultimo cassetto del comodino per leggerla più tardi e nel frattempo sento la cerniera della mia valigia aprirsi.
-Woah, potevi chiedere un computer a noi...anche qualche libro. –dice prendendo in mano qualche libro che è fuoriuscito all'apertura mentre si mette in ginocchio.
-Nah, qua dentro ho tutte le mie cose, non avevo voglia di spostarle. –dico prendendo il mio prezioso portatile e appoggiandolo sulla scrivania prima che lui potesse metterci le mani sopra e romperlo in qualche modo
Prende una pila di libri tra le mani e li appoggia sul mio letto, poi si sofferma ad osservare un libro dentro la valigia.
-Stai imparando l'Indiano? –guarda la copertina del libro stranito e lo rigira tra le mani.
-Per il momento so il giapponese, il cinese, il coreano, l'italiano, l'inglese, lo spagnolo, il tedesco e il francese bene. Devo perfezionare il russo, l'arabo e il thailandese e sto imparando l'indiano. -
Ha la bocca spalancata, completamente scioccato dalla mia risposta e gli prendo il libro tra le mani.
-Colpito? Mi sono impegnata in questi anni. –
-Ho notato. –commenta. –Finalmente qualcuno che mi aiuterà quando dovrò parlare in inglese. -
-Eh? Perché? Tu sei bravo in inglese. –dico sistemando i libri nella libreria apposita.
-Sì, ma così potrò andare in bagno senza lasciare sei ragazzi che non capiscono niente di inglese in mezzo a una folla di paparazzi americani scatenati. -
-Ah, vero. Ho visto quella tua intervista. –dico ridendo ricordandomi la faccia imbarazzata dei ragazzi mentre Namjoon parlava dell'accaduto.
-Perché, hai qualche intervista che non hai visto? -
-Sì, quella di domani. –rispondo prendendo altri libri che mi sta porgendo il ragazzo.
-Ah, a quella potrai assistere di persona senza bisogno di un computer. -
-E di questo ne sono molto felice. -
Rimaniamo qualche minuto in silenzio mentre continuiamo il nostro lavoro, poi riprende a parlare.
-Come li hai trovati i ragazzi? Diversi da come credevi? -
-Nah, siete tutti uguali sia fuori che davanti alla telecamera. -
-Dici? -
-A parte Jungkook, parla più del previsto, ma anche questo lo sapevo già grazie alle interviste. -
-Ma hai studiato o hai guardato tutti questi anni le nostre interviste? –
-Studiavo mentre guardavo le vostre interviste. -
Gli scappa da ridere e sorrido guardando la fossetta che si crea sulla sua guancia sinistra.
-Oh mio Dio. –lo sento dire improvvisamente. Mi giro per guardare cosa stia succedendo e lo vedo tenere in mano una mini pochette con dentro i miei trucchi.
-Che c'è? –chiedo avvicinandomi confusa dalla sua reazione. Alza lo sguardo di scatto e mi fissa gli occhi intensamente. –Namjoonie...-
-Come mai tutti questi trucchi se non li usi? –chiede strizzando un occhio. Piego la testa di lato e glielo prendo tra le mani.
-Li uso. –controbatto.
-Hai gli occhi puliti. –dice indicando i suoi occhi con un gesto veloce della mano. –Ho più trucco addosso io in questo momento che te. -
-Non avevo voglia di truccarmi stanotte e tanto sarebbe colato. –dico buttando la pochette sul letto.
Mi squadra dalla testa ai piedi. –Mettiti del trucco e ti rinchiudo in camera a vita. -
-Cosa fai ora? L'apprensivo? –mi lamento.
-Qualcuno pure dovrà badare a te. Considerami d'ora in poi tuo fratello maggiore. –si alza di colpo e il mio collo è costretto a spezzarsi all'insù per guardarlo in volto.
-Namjoon Oppa. –ammicco.
Lo vedo trasalire e incomincia a tossire improvvisamente. Rido di gusto alla sua reazione mentre lo vedo diventare timido tutto d'un tratto e arrossire.
-Non ti chiamerò mai così, non riesco a usare quel...nomignolo. –dico scuotendo le spalle per simulare un brivido.
Si calma all'improvviso e torna del suo colore normale. Tutta sta gran recita per poi tornare normale in meno di due secondi.
-Abbiamo finito? –chiedo lanciando un'occhiata alla valigia, completamente vuota.
Annuisce e la infila sotto il letto.
-Non hai portato neanche un vestito seriamente. Prima pensavo scherzassi. –si siede a gambe incrociate e poggia la schiena sul mio letto.
-Non scherzo mai su questo, dovresti conoscermi Joon. –dico mettendo a posto dentro un cassetto i miei trucchi per poi prendere in mano il mio cellulare.
-Quando vuoi andare a comprare dei vestiti? –mi chiede guardandomi dal basso.
Alzo le spalle, non sapendo cosa rispondere.
-Ti accompagno io. -
-Sei sicuro? Potresti essere stuprato da qualche ARMY. -
-Nah, sono adorabili. -
-Lo dici tu. –dico avviandomi verso la porta.
-Dove vai? –mi chiede dandosi una spinta per alzarsi.
-A farmi un giro per la casa a cercare il mio senso d'orientamento perduto. -
Annuisce leggermente e mi segue fino all'uscio. Chiude la porta e si dirige appena davanti, camera sua.
-Io sono in camera, se ti perdi urla. -
-Va bene. –dico ridacchiando per poi scomparire scendendo le scale.
Incomincio a guardarmi intorno e finisco davanti al corridoio dove ci sono gli studi. È esattamente davanti alla scala al pian terreno, non ci avevo fatto caso.
Tutti hanno delle porte normali, a parte uno, quello di Suga. Ha una porta con una specie di vetro oscurato di grigio con sopra la scritta "Genius Lab" e una mini scritta sotto in coreano che indica il campanello nero attaccato alla parete. Ho già visto pure questo, oramai nulla è una sorpresa, a meno che non ci siano delle stanze segrete.
-Immagino tu sappia cosa ci sia lì dentro. -
Sobbalzo e mi giro verso la fonte della voce. –Suga...che paura. –dico mettendomi una mano sopra il petto, che ha incominciato a battere veloce per lo spavento. La sua voce bassa mi ha colto di sorpresa. –Sì, l'ho vista al DNA Comeback. –
-Allora ci segui veramente. –infila la mano in tasca e la porta si sblocca all'improvviso. Avrà un qualche telecomando, quanta tecnologia.
-Ovvio. –lo guardo mentre passa davanti a me e apre la porta. Prima di chiudere, si gira verso di me e mi guarda.
-Vuoi entrare? –chiede. –O hai già visto troppo e non ti interessa.-
-No no, entro volentieri. –dico per poi farmi spazio tra lui e lo stipite entrando. Prendo un bel respiro mentre mi guardo attorno. C'è un buon odore qua dentro. –Da quando ti metti il profumo? –chiedo girandomi verso di lui, rimasto a chiudere la porta.
-Da quando Namjoon me lo ha regalato. Cioè ieri l'altro. –risponde andandosi a sedere alla scrivania principale, con due monitor e delle casse enormi. –Non è buono? -
-No, al contrario, molto buono. –sniffo nuovamente l'aria per sentirlo meglio. –Ha sempre avuto buon gusto in profumi. -
-Non mi dispiace. –accende il computer e i due monitor si accendono facendo apparire la scritta "Suga".
Sbadiglio all'improvviso senza un apparente motivo.
-Hai sonno? –chiede appoggiando il gomito sulla scrivania per poi appoggiare il mento sulla mano.
-Ho sempre sonno, anche dopo dodici ore di dormita. – vedo un leggero sorriso comparire sul suo volto, coperto dalle dita della mano.
-Ti capisco. –fa forza con un piede e si gira del tutto verso il monitor.
-Che musica stai progettando? –chiedo avvicinandomi e guardando il monitor in alto che in questo momento sta andando in sincronia col principale.
-Posso dire soltanto che sarà tutt'altro che lenta. -
Mugugno un "oh" di sorpresa mentre seguo il puntatore del mouse sul monitor che si sposta velocemente.
Dopo qualche minuto passato a parlare, decido di continuare il mio giro per la casa.
-Continuo il mio giro. – mi avvio verso la porta e lui me la apre da lontano.
-Ah, dì a Jin di non apparecchiare per me per pranzo. –dice girandosi per guardarmi.
-Rimarrai qui a comporre? -
Annuisce e si rigira.
-Se vuoi ti porto qualcosa da mangiare io dopo. -
Si gira nuovamente e lo vedo pensarci.
-Uhm...va bene. -
-A dopo! –dico per poi uscire dalla stanza.
Ok, il mio obiettivo oggi sarà di fare amicizia con tutti i membri. Min Suga? Fatto.

╠ SUGA ╣○ Looks ○Where stories live. Discover now