4°Capitolo ◘ Afternoon

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4.Afternoon

-Hai 5 secondi per toglierti quella merda di dosso. -
Lo guardo completamente sconvolta mentre ritorna a guardare il cellulare, scorrendo la pagina di Twitter.
-Ma sei serio? -chiedo esasperata.
Alza nuovamente lo sguardo e mi squadra. -Che ti devo dire? Che stai bene? Fai cagare vestita così. -
Semplice e diretto eh, ok, meglio così.
-Non devi dirmi cazzate, anzi, ma almeno dimmi cosa dovrei mettermi visto che mi hai bocciato tutti i vestiti che ho provato, e siamo al quarto negozio. -mi appoggio al muro che separa i camerini l'uno dall'altro.
-Rimani qui, ti porto qualcosa di decente. -si rimette indosso la mascherina e gli occhiali da sole e torna davanti al negozio per cercarmi qualcosa. Dovrà sempre mettersela quando non ci saranno le guardie a giro o le Army potrebbero rapirlo. Mi giro verso lo specchio e guardo il mio riflesso. Non è così male, non capisco perché non gli piaccia. Sono dei pantaloni da tuta con una felpa gigantesca, anche lui alle prove indossa ste cose.
Aspetto una decina di minuti prima di vederlo comparire con un enorme ammasso di vestiti in entrambe le mani e alcuno anche sulle spalle.
-Ma sei deficiente? Non si possono portare così tanti vestiti! -ci stiamo trattando a vicenda come se fossimo amici da una vita ma mi piace molto l'atmosfera, posso dire tranquillamente ciò che penso.
-Infatti tu ora dai a questa gentilissima ragazza tutti i vestiti che hai dentro quel camerino e ti passerò gli abbinamenti da fare. -dice facendo comparire una donna dietro di lui col sorriso stampato in volto.
Lo guardo per qualche secondo come se mi stesse prendendo per il culo, con quegli occhiali e con quella mascherina non lo riesco a prendere sul serio quindi sì, mi sta prendendo per il culo, ma prendo la decisione di dargli corda. Se continuassi con la mia idea rimarremo qui fino a stanotte. Mi tolgo gli abiti che indosso e, prendendo anche gli altri, li porgo alla ragazza. Tae distoglie lo sguardo quando apro la tenda solo in reggiseno e mutande ma poco importa, mi vedrà prima o poi in costume e sarà la stessa identica cosa. Quando la ragazza se ne va, il ragazzo si toglie la mascherina strusciando la faccia sui vestiti e fa cadere gli occhiali per terra con un gesto violento della testa. Mentre incomincia a dividere i vestiti per darmeli, mi chino per raccogliere i suoi occhiali e glieli incastro nella maglietta che si intravede sotto la sua giacca.
-Se fossimo in Italia non avresti problemi di mascherine. -ridacchio mentre mi passa un paio di jeans neri e una felpa rossa fuoco che scoprirà di sicuro almeno metà pancia.
-Allora sappiamo dove andare in vacanza quest'anno. -commenta.
Chiudo la tenda del camerino e mi infilo i pantaloni, che scopro essere attillati a vita estremamente alta, e la felpa. Grazie a quei pantaloni, mi si vede solo un piccolo strato di pelle e, incredibilmente, sto bene.
-Hai fatto? -chiede scostando leggermente la tenda per poi guardare verso lo specchio. Mi esamina qualche secondo per poi fare un sorrisetto compiaciuto.
-E il mio gusto colpisce ancora. -dice. -Ti piace? -
-Molto. -dico girandomi in diverse angolazioni.
-Ottimo, Prossimo! -dice per poi allungarmi un altro outfit. Lo prendo e chiudo nuovamente.
Questa volta è un maglione bianco abbastanza largo e dei jeans chiari larghi. Apro la tenda e lui, alzando lo sguardo, mi guarda male per qualche secondo.
-Che c'è? -chiedo.
-Hai messo male il maglione. -dice mettendosi in tasca il cellulare e avvicinandosi. Prende il lembo destro del maglione e lo fa passare dentro i pantaloni lasciando solo una piccola parte a sinistra fuori. Mi sembra quasi uno stilista dal modo in cui mi guarda. -Questo starebbe bene anche con dei tacchi, non solo con delle scarpe da ginnastica. -
-Non ne ho. -ridacchio.
-Ti compro pure quelli. Che numero porti? -
-38. -
-Intanto prova quest'altro, io vado a cercare qualcosa di decente.-
-Okey. -dico per poi tornare nella cabina. Srotolo il vestito davanti a me, accorgendomi di avere in mano un solo pezzo. E questo da dove lo ha tirato fuori? Senza farmi troppe domande, me lo infilo delicatamente cercando di non romperlo e mi guardo. È un vestitino corto, con le mezze maniche in pizzo bianco e la gonna blu scura con una piccola cintura nera che separa il bianco del pezzo di sopra e il blu del pezzo di sotto. Fa abbastanza caldo ed è ottimo da mettere per eventuali cene importanti o eventi. Sbaglio o tra poco sarà il compleanno di Taehyung?
-Eccomi. -dice comparendo all'improvviso senza badare se fossi nuda o meno. Alza lo sguardo e fa automaticamente un leggero fischio di approvazione. -Ora si che ci siamo ragazza. -
Vedo penzolare dalla sua mano dei tacchi non troppo alti di un bellissimo bianco lucido. -Mettiti questi, vediamo come stai. -me li porge e li prendo sicura di me stessa. Questa volta mi rimane a guardare senza spostare la tenda e una volta indossati la figura del vestito cambia completamente.
-Oh sì, mi piaci eccome. -dice.
Sorrido al suo commento e mi guardo facendo poi una giravolta per far smuovere la gonna.
-Devo ammettere che hai buon gusto. -
-Ovvio che ne ho, hai visto come mi vesto? -
-Sì, sarò la tua stylist d'ora in poi, ho visto. -
-Mi devo preoccupare che tu sia la mia stylist? Dopo quella felpa... -
-Sono brava a vestire i ragazzi e non le ragazze, chiedi a Namjoon.-
-Sarà...-
Dopo quel vestito, ho deciso di fidarmi del ragazzo e di non provare più niente. Entravamo in un negozio, lui sceglieva alcune cose e le andavamo a pagare immediatamente, senza neanche provarle. Ho notato che tende ad andare nei negozi più costosi, ma il portafoglio è suo e decide lui.
Guardo il mio orologio e per poco non urto una persona. Sono le sette e mezza di sera, nessuno dei due se ne è accorto, siamo fuori da quasi quattro ore e non gli ho neanche pagato la merenda.
-Visto che mi hai dato un'enorme mano a trovare dei vestiti, non ti pagherò la merenda ma l'intera cena. -
-Cena? Che ore sono scusa? -chiede tirando fuori il suo cellulare per guardare l'orario. -Minchia. -
-Però mi piacerebbe portarti in un ristorante che conosco, fanno roba molto buona. -
-Mi posso fidare di te nel cibo? -
-Questo sì, puoi fidarti ciecamente. -
Alza le spalle e fa un leggero movimento di lato con la testa. -Fammi strada. -
Lo conduco in una strada poco conosciuta qui a Seoul, giriamo l'angolo e ci appare davanti a noi un piccolo ristorante italiano.
-Uh, italiano? -chiede sorpreso.
-È l'unico ristorante qua in corea che riproduce in modo quasi identico il cibo italiano, vuoi provarlo? -chiedo.
-Ovvio che sì! Però vorrò sentire anche la tua cucina. -
-Va bene. -dico.
Lui si avvicina per primo alla porta e me la apre, da bravo gentiluomo. Sorrido ed entro, venendo accolta immediatamente da un ragazzo.
-Buonasera! Siete in due? -
Annuisco.
-Seguitemi. -
Do un colpetto a Tae, che si sta guardando attorno, e seguiamo il cameriere che ci porta in un tavolo davanti a una enorme vetrata che dà sulla strada principale. Il ragazzo poggia tutte le borse dietro di sé e si siede togliendosi anche la mascherina e gli occhiali. Non so come faccia a vederci di notte con quelli, ma tralasciamo.
Prende subito in mano il menù e incomincia a cercare qualcosa di buono mentre io punto lo sguardo sulla cucina. Chissà se il vecchio signore c'è ancora.
-Arrivo subito, se non sai deciderti ti consiglio io. -dico alzandomi lasciandolo da solo.
Vado verso la cucina inosservata e apro leggermente un'anta per sbirciare e lo vedo in lontananza.
-Livio! -lo chiamo facendolo girare.
Mi guarda male e si avvicina velocemente a me. Più si avvicina, più il suo sguardo cambia e alla fine si trasforma in un sorriso.
-Non ci credo, TN sei tu? -
Sorrido a mia volta, contenta che mi abbia riconosciuto, e annuisco.
-Ma come sei diventata grande! Vieni qua fatti dare un abbraccio.-
Mi alzo sulle punte e lo abbraccio. Livio è il proprietario di questo ristorante, ci venivo spesso con i miei genitori e ogni tanto con Namjoon quando facevamo dei giri per Seoul per staccarci dalla vita quotidiana di Ilsan, ed è un Italiano a tutti gli effetti.
-Quando sei tornata? Ti è piaciuta l'Italia? -
-Sono tornata esattamente stamattina e sì, adoro l'Italia. -
-Io te lo avevo detto! -dice in italiano. Quasi quasi parlo meglio ora l'italiano che il coreano.
-Ho portato con me un mio amico. -decido di rispondergli in Italiano, in questo momento mi è più comodo che il coreano. -Non ha mai mangiato il vero cibo italiano. -
-Allora è meglio che inizi subito, vi porterò io da mangiare e ve lo farò personalmente, ordinate tutto ciò che volete. -
-Grazie, vado a dargli una mano con il cibo. -
-Ci vediamo dopo piccolina. -
Lo saluto con una mano e ritorno da Taehyung, intento a cercare qualcosa di gustoso nel menù.
-Deciso? -chiedo.
-Uh? -
Ops, ho parlato in italiano, devo seriamente rifare un corso intensivo di coreano.
-Hai deciso? -richiedo, stavolta nella lingua giusta.
Scuote la testa e torna a guardare il menù completamente confuso.
Ridacchio e mi posiziono dietro di lui per controllare cosa stesse guardando.
-Su cosa sei indeciso? -
-Pizza e spaghetti. -
-Ah, il solito. -ridacchio. -Io ti consiglio di mangiare questa. -Indico la cotoletta milanese giusto per stare leggeri. So che c'è una variante di quella qui in corea ma nessuno batte il cibo italiano e lo dico da coreana. -Prendiamo una pizza come "antipasto" e io prendo gli spaghetti, così senti tutto. -propongo. Lui alza la testa facendomi solletico al collo con i suoi capelli vista la vicinanza.
-Tu sì che hai stile in questo. -commenta mentre io mi torno a sedere davanti a lui.
Alzo le spalle. -Io te l'ho detto. -
Non appena ci sediamo arriva il cameriere.
-Una pizza margherita, spaghetti e una cotoletta milanese. -ordino per tutti e due.
-Da bere? -
-Una bottiglia grande di coca cola, se ce l'avete. -
-Perfetto, arrivano subito. -
Gli diamo i due menù e se ne va. Mi metto a guardare le persone che passano davanti al locale e le luci che emettono i grattacieli della città. In Italia non si vedono molto queste tipo di cose e dopo essere stata sei anni in Italia è quasi una sorpresa vederli.
-Sei contenta di essere tornata? -mi chiede all'improvviso il ragazzo.
-Da una parte sono la persona più felice del mondo, dall'altra invece sono triste di aver lasciato i miei amici. -
Mi guarda intensamente per qualche secondo e abbassa lo sguardo. -Voglio seriamente chiedere agli Hyung se possiamo fare una vacanza questa estate in Italia. Così potrai avere le tue due vite unite. -
-Uh che cosa profonda, come mai tutto d'un tratto? -chiedo sorridendo divertita dalla sua espressione così seria.
-Io che cerco di fare il carino e tu che rovini il momento così...-commenta seccato.
Sorrido divertita e scuoto la testa.
-Non mi avevi detto di essere venuta a cena con una Kpop star. -dice una voce profonda di fianco a me. Alziamo entrambi lo sguardo e vedo di nuovo Livio. -Buonasera Kim Taehyung.-
-Buonasera... -risponde lui con un po' di timidezza nel tono.
-È un mio amico, che sia famoso o no. -dico tranquilla notando un'espressione sorpresa da parte del castano mentre l'uomo ci appoggia i piatti davanti.
-Vi lascio mangiare. -dice per poi andarsene.
-Lo conosci? -chiede Tae prendendo il coltello e cercando di tagliare la carne. Qui si usano principalmente le bacchette ma per fortuna è bravo a usare anche le posate.
-Venivo qui da piccola, è un amico. -rispondo guardandolo mentre infila in boccai il primo pezzo della bistecca. Mastica un po' per poi fare una faccia sconvolta.
-Buono eh? -
-D'ora in poi vivrò di questa carne. -
Ridacchio divertita e taglio un pezzo di pizza per poi porgerglielo. -Mangia su, sei troppo magro. -dico. Prende in mano il pezzo e da un morso.
-Ma è il paradiso del cibo questo. -
-Eh già. Non hai ancora sentito gli spaghetti. - me ne metto in bocca una manciata e li gusto. Sono praticamente uguali agli originali, cucina perfetta.
Ne arrotolo un po' attorno alla forchetta e li porgo a Tae. Non mi ha mai fatto schifo che qualcuno mangiasse dalla mia forchetta, sempre che non ci sputasse sopra, so benissimo che lui si lava sempre i denti e la sua bocca è più pulita di un ospedale. Addenta senza neanche prendere la forchetta tra le mani e li manda giù.
-Ok, perché nessuno mi ha parlato di questo ristorante? -
Alzo le spalle divertita e continuiamo a mangiare.

-Non è stata colpa mia! Mi è venuta addosso lei! -
Sto ridendo da mezz'ora e ora non riesco neanche a beccare il campanello per le lacrime che ho attorno agli occhi. Taehyung ha fatto un casino andando addosso a una donna e facendole volare la parrucca che indossava per una specie di cosplay, la sua faccia è stata la parte più bella.
-Apro io va. -dice notando la mia situazione. Prende le chiavi e le fa girare un paio di volte dentro la serratura, aprendola.
Entro per prima io e mi scontro con qualcosa di duro. Alzo lo sguardo e incontro lo sguardo di fuoco di Namjoon.
-Ehy! -dico ancora immersa nelle mie risate.
-Vi rendete conto di che ora è? -la sua voce è bassa e tutt'altro che amichevole.
-No, che ore sono? -
-Le dieci, LE DIECI. -dice due volte per sottolineare il concetto.
-Ah, non ce n'eravamo resi conto. -ridacchio nuovamente e Taehyung sorride.
-E te piuttosto, perché non rispondi al cellulare? -si riferisce al ragazzo dietro di me che poggia le borse all'entrata.
-Non mi avete chiamato...-dice prendendo in mano il cellulare e accendendo lo schermo. -...oh. - mi alzo sulle punte per controllare e vedo 15 chiamate perse.
-Manco mia madre! Ho 22 anni, posso cavarmela da solo. -
-Pensavamo che sareste tornati per cena e Jin vi ha pure cucinato del cibo. Ci siamo preoccupati. -
-Sono tornati? -spunta dietro un muro Hoseok. -Ragazzi allora siete vivi! - Dietro di lui compaiono altri 5 ragazzi, tra cui Suga mezzo assonnato.
-Non avevamo visto l'orario, scusate! Scusa Jin, ci siamo scordati di avvisare. -mi rivolgo al maggiore che aveva sprecato tempo e cibo per noi.
-Tranquilli, basta che stiate bene. -
Prendo le mie borse e sorpasso il leader, che mi prende per un braccio.
-Dove pensi di andare scusa? Non ho finito con te. -
-Ah ti prego non fare la parte del genitore arrabbiato che non la sopporto. -lo prendo in giro girandomi verso di lui.
-Sei stata irresponsabile, continua così e non ti farò più uscire. -
-Sei serio? -lo guardo come se fosse pazzo. -Ho 20 anni, non sono una bambina e tu non puoi comandarmi. - faccio per andarmene ma lui mi trattiene nuovamente. Stiamo facendo spettacolo davanti a tutti.
-Oh sì che posso. -
-Fallo allora! Tanto sono abituata a non uscire, no? Per una volta che sono uscita devi fare tutta questa scenata, sei proprio pesante. -mi libero dalla sua presa con uno strattone e me ne vado a passo spedito in camera, sbattendo la porta nel chiuderla. Non lo tollero quando fa così. Mi sono scusata, ho sbagliato a non avvisare, ma è sempre così esagerato!
Tiro fuori dalle borse i vestiti con così tanto odio da strappare una borsa di carta.
Sbuffo infastidita e mi siedo di colpo sul letto. A quel punto sento bussare alla porta.
-Se sei Rap Monster puoi anche andartene a fan-
-Cos'è tutto quest'odio improvviso? -mi interrompe una voce entrando nella stanza direttamente.
-Suga... -dico alzando lo sguardo e incontrando il suo.

╠ SUGA ╣○ Looks ○Where stories live. Discover now