61°Capitolo ◘ Regret

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61. Regret

POV SUGA

-Sai, saresti dovuto rimanere a Daegu a morire di fame! –la porta sbatte e Namjoon mi scrolla dalla sua spalla, facendomi sbattere la schiena contro il muro.
Mi passo una mano sul punto colpito e sussulto non appena sento il dolore pervadermi la tempia e la zona dell'occhio. Da quando ha così tanta forza?
Una mano stringe la mia maglia e mi sbatte nuovamente al muro con tanta forza da farmi girare la testa per un momento. Alzo gli occhi e incontro quelli furiosi di Taehyung.
-Che cazzo ti è preso?! Non eri tu quello che si metteva a piangere ogni volta che gli passava per la testa TN?! –mi scuote violentemente, mentre le sue mani stringono sempre più forte il bordo della maglietta.
Rimango in silenzio, non sapendo cosa rispondere. Sinceramente non so cosa mi sia preso. Vederla per me è stato un sollievo da tutti i miei mali, vederla sulle gambe di Jungkook mi ha infastidito e non poco, ma quando ha incominciato a darmi contro non ci ho visto più e ho voluto ferirla come lei stava facendo con me.
Tutte quelle cose che ho detto...non ne penso neanche una.
Quando perdo le staffe succede sempre così, non penso alle parole che sputo fuori, la mia mente si programma solo per fare più male possibile all'altra persona come arma difensiva.
Ho visto nei suoi occhi quanto io l'abbia ferita, e fino a qualche secondo mi sono sentito pure fiero di averlo fatto, ma ora mi sto sentendo sempre di più un coglione e sto capendo la enorme cazzata che ho fatto.
Ho appena perso la mia ultima e unica possibilità di spiegarle tutto quello che è successo, di spiegare che tutto quello che è successo è stato solo perché io l'ho voluto e provato e non per un stupido piano della BigHit. Ora se n'è andata con Bhuwakul, molto probabilmente mi odia più di prima e non mi vorrà vedere più per il resto della mia vita.
Sono stato veramente così stupido da ucciderla completamente.
Il mio cervello si svuota improvvisamente mentre sento Taehyung urlarmi contro, senza però recepire completamente il senso di quelle parole. Sento solo urla, parole insignificanti che mi scivolano addosso come acqua sulla roccia, parole che dovrebbero servirmi come lezione ma che non fanno altro che disturbare la quiete del mio io interiore, che sta cercando in tutti i modi di riprendere la situazione in mano e di non crollare di nuovo nel buio in cui era ricaduto e da cui si era tirato fuori non appena quella maledetta porta si era aperta e aveva mostrato la ragazza che ama più di se stesso.
E che ora ha distrutto.
Più di prima.
E non sa che quello che ha distrutto prima era tutto quello che era in origine, tutto quello che la componeva e la faceva vivere in modo sereno e spensierato.
Ora non sa cosa abbia distrutto.
Forse l'ultimo frammento di amore che poteva contenere, forse l'ultimo mattone che la aiutava a rimanere in piedi nonostante i bombardamenti ricevuti, forse l'ultima goccia di sanità che la teneva nella ragione.
-Yoongi. –la mano di Seokjin si posa sulla mia spalla, bloccando Taehyung dalla sua ira e facendo cessare finalmente le urla.
Rivolgo lo sguardo verso il maggiore, incontrandolo calmo e comprensivo, totalmente in contrasto col tono assunto dalla sua voce quando mi ha provato a fermare dal sputare tutto ciò che il mio orgoglio e la mia rabbia avevano già in serbo per la ragazza che aveva tutto il diritto di urlarmi di odiarmi contro.
-Calmati. –posa una mano sul mio petto, che solo in questo momento scopro essere scosso da una serie di vibrazioni e spasmi prodotti in gran velocità, sulla stessa onda del mio respiro diventato improvvisamente affannato e irregolare.
-H-Hyung... -sussurro. –Cosa ho fatto? –chiedo in più totale panico, sapendo purtroppo in verità esattamente le conseguenze seguite subito dal risultato delle mie azioni.
-L'hai uccisa! –urla Taehyung.
Jin si gira di scatto verso il ragazzo che, spostando lo sguardo, lo vedo incatenato dalle braccia forti e robuste di Jungkook e da quelle più magre di Hoseok.
-Kim Taehyung. –rivolta verso il ragazzo più giovane, la sua voce torna ad essere cupa e seria, lasciando svanire ogni pensiero sul fatto di poter essere calmo e tranquillo e provocandomi un fastidioso brivido sulla schiena. –Ho detto di smetterla. -
Si guardano per qualche secondo negli occhi, come una silenziosa competizione, e dopo poco il minore decide di abbassare lo sguardo, dichiarando la vittoria del maggiore su di lui.
-Bisogna parlarle subito, o questa volta puoi dirle addio per sempre. –si rivolge nuovamente a me e la mano che prima era posata sulla mia spalla, scivola lentamente sul braccio per poi finire sulla mia schiena e spingermi leggermente verso la porta, giusto per darmi l'idea di andare immediatamente.
Faccio un passo, ma vengo preso per il braccio da Namjoon, che mi trascina insieme a lui fuori dalla stanza, sbattendo violentemente la porta.
-Hai peggiorato la situazione, sei un coglione. –a passo veloce, mi trascina per tutto il corridoio, cercando di trovare e raggiungere la stanza dove sono Bhuwakul e lei.
-Non era mia intenzione. -
Lo vedo bloccarsi improvvisamente e lasciarmi il braccio di scatto.
-Non era tua intenzione?! Ti rendi conto di cosa le hai detto? Cazzate su cazzate. E neanche delle cazzate da poco, le hai amplificate così tanto da farla sentire sporca, una puttana. Dio sa solo cosa sta provando in questo momento, e BamBam ne sta vedendo una parte. -
Ha alzato la voce e nel frattempo ho fatto un leggero passo indietro, sorpreso del suo comportamento. Nei suoi oggi si può leggere pura preoccupazione e panico, la paura troneggia per prima tra tutti e i gesti che fanno le sue mani sono a scatti, pronti per dirigersi verso di me ma trattenuti dal buonsenso del ragazzo.
Sto per ribattere, ma la porta dietro di lui si apre di scatto, rivelando il ciuffo bruno del maknae dei Got7.
-Siete venuti ad infierire? –chiede, accostando la porta dietro di lui all'uscio per evitare di rimanere chiuso fuori e dover chiedere a TN di aprire.
Namjoon si gira verso di lui, guardandolo serio e evitando nel suo sguardo ogni possibile goccia di sfida.
-Vogliamo spiegare la situazione. –risponde con voce ferma e decisa.
-Io penso che lo abbiate già fatto, in modo forte e chiaro. –rivolge uno sguardo verso di me e mi viene improvvisamente voglia di dargli un cazzotto tra i denti.
-Non era la verità quella. –continua il leader, cercando di convincere il più piccolo a farci vedere la ragazza.
-Oh, a me è sembrato invece di sì. Era molto convinto lui, sai? –mi indica con un leggero sorrisino divertito sul volto e mi costringo a chiudere il pugno, cercando di ignorare quel formicolio che mi pervade la mano, pronta a schiantarsi sulla sua faccia.
-Ha perso la ragione e la calma, non le pensa quelle cose. -
-Ha vomitato. –dice all'improvviso, lasciandoci per qualche secondo confusi e interdetti. Cambia argomento totalmente a caso, chi è che ha vomitato ora?
Vedendo le nostre facce sconvolte, si avvicina di qualche passo e prende nuovamente parola.
-TN, ha vomitato, dal dolore. –precisa.
Non appena sento quelle parole, il mondo mi crolla addosso e per un momento sento le ginocchia tremarmi, pronte a cedere da un momento all'altro.
-Non fare il finto sconvolto, lo so che ci godi per questo, lo so che ti piace vederla soffrire, non te ne frega niente di lei, anche perché se lo facessi non le avresti fatto tutto quello che invece è successo. -
Prendo un gran respiro, cecando di calmare i nervi e la mia mente che, al sol pensiero di averla fatta star talmente tanto male, si sta offuscando sempre di più. Come ho potuto farlo? Come ho potuto anche solo pensare di volerle far male in questo modo?
Io...non mi riconosco più.

POV TN

Guardo con la coda dell'occhio BamBam uscire dalla stanza abbastanza infastidito, dopo aver sentito litigare fuori dalla porta due voci che ho riconosciuto come quelle di Namjoon e Suga.
Poggio la guancia sulle ginocchia, rannicchiate al petto mentre mi dondolo leggermente sul materasso morbido del letto.
Mi dà un'ultima occhiata prima di chiudere la porta alle sue spalle e passo ad appoggiare la fronte sulle ginocchia, chiudendo gli occhi e concentrando il mio udito verso quella porta.
Li sento discutere, sento le parole di Namjoon tuonare nel silenzio ferme e sicure, come se quello che sta dicendo sia la più completa verità.
Un fastidio allo stomaco mi fa mugolare e portare una mano su di esso. Ingoio un po' di saliva, cercando di mandare via quell'odioso senso di vomito che mi sta disturbando, e si calma dopo poco.
Non so come esprimermi su come sto in questo momento. Potrei dire di star bene, visto che per qualche minuto sono entrata in uno stato di trans dove non ho sentito nessuna emozione; ma potrei dire anche di star male, di stare malissimo, di non poter sopportare tutta quella orribile verità che mi hanno e che mi ha sputato in faccia come se fosse una delle cose più normali del mondo. L'hanno maneggiata scambiando la spada per una forchetta, purtroppo però che la spada ferisca prima e di più di una forchetta, essendo più affilata e con un raggio di azione molto più ampio di una banale posata da tavolo.
Alla fine non seguo molto il discorso. Mi perdo nei miei pensieri, come mio solito oramai fare da due settimane e passa, e finisco per rinchiudermi in me stessa, non sentendo neanche la porta aprirsi e richiudersi velocemente.
Mi accorgo della sua presenza solo quando sento la sua mano poggiarsi sulla mia spalla con una delicatezza quasi disumana. Alzo lo sguardo e incontro i due occhi marroni scuri a me così tanto famigliari, facendomi perdere un battito.
-Tesoro, guardami. –dice non appena focalizzo il mio sguardo su qualcos'altro, totalmente differente dalla sua persona.
-Sei venuto a infierire pure te? –dico in un fil di voce, non riuscendo neanche a far vibrare completamente le mie corde vocali e parlare in modo più comprensibile.
-Dio, no. –lo dice come se fosse l'ultima cosa che farebbe, una cosa talmente tanto orribile che forse neanche si sognerebbe di fare.
-Nam... -sussurro.
La sua mano si sposta sui miei capelli, accarezzandoli lentamente, sempre con una delicatezza a me totalmente sconosciuta su di lui.
-Sono venuto per raccontarti la verità. Questa volta sarà la più pura e sincera realtà. -

╠ SUGA ╣○ Looks ○Where stories live. Discover now