11°Capitolo ◘ Out

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11. Out

-Tutto buono? -chiedo mentre mi infilo il bomber color militare e i ragazzi finiscono di mangiare. Purtroppo ho dovuto mangiare tutto in velocità visto che ci è voluto più del previsto a cuocere la lasagna e sono già in mezzo ritardo per l'uscita con Jackson. Pensare che me la devo fare tutta a piedi.
-Fantastico. -commenta Hoseok con ancora la bocca piena.
Sorrido divertita e prendo la mia tracolla dove ho messo portafoglio, ombrello e varie altre cose.
-Stai incominciando a capire come si coordinano le cose. -commenta Taehyung guardandomi da testa a piedi. Jeans neri strappati, scarpe bianche, maglia bianca e sopra un bomber color verde militare e nero, non ci vuole molto.
-Allora ci vediamo dopo, sparecchiate voi? -chiedo passando intorno al tavolo cercando il mio cellulare, sparito improvvisamente.
Suga alza un braccio e noto che tiene il mio cellulare tra le mani.
-Oh, grazie Yoongi. -dico allungando un braccio per prenderlo. Lui lo sposta e mi blocca, guardandomi serio negli occhi.
-Non fare tardi come la prima volta con Taehyung. -mi dice.
-Tranquillo, sarò a casa per le sette, ho già tutto pronto per la cena. -
-Non è per la cena, è per te. -
Rimango un po' colpita dalle sue parole, non aspettandomele affatto. Gli prendo il telefono dalle mani e gli do un veloce bacio sulla guancia lasciandolo spiazzato per qualche secondo. Gli faccio la linguaccia e mi avvio verso la porta.
-Allora a dopo! -
-Stai attenta! -sento dire da Taehyung all'ultimo.
-Va bene, ciao! -chiudo la porta dietro di me e scendo velocemente le scale.
Quando esco e mi ritrovo per strada comincio a pensare alla faccia di Yoongi, completamente scioccata. Di sicuro non se lo aspettava ma non mi è sembrato non piacergli.
Mi guardo attorno mentre percorro la solita strada che ho fatto un paio di volte con Namjoon per andare a trovare Jackson quelle volte che richiedeva attenzioni. Sembra sempre bisognoso di affetto quel ragazzo. Noto dei cartelloni attaccati al muro con appiccicata la faccia di Suga. Mi fermo a leggere.
"9/03 Suga day"
Di già? Pensavo li mettessero più tardi, manca ancora una settimana prima del suo compleanno, però è quasi confortevole vederli. È bello vedere che tutti si ricorderanno del suo compleanno, oltre anche le ARMY.
Giro l'angolo e mi trovo davanti al cancello della casa dei GOT7. Guardo l'orario nel mio cellulare. 15:02 .
Spero sia in orario il ragazzo perché non ho ingurgitato tutto quel cibo in meno di 2 minuti per niente. Suono il campanello e mi appoggio al muro dietro di me, aspettando una risposta.
-WHO ARE YOU. -sento urlare una voce mentre si avvicina al cancello.
-Who could it be? -gli rispondo a tono in inglese mentre apre il cancello e incrocia il mio sguardo. -Tranquillo, non ho portato Song Ga Yeon. -
Alza gli occhi al cielo e ritorna dentro casa. Non mi rimane che chiudere il cancello e seguirlo in casa senza dire niente.
-Non sei ancora pronto? -chiedo entrando in casa rimanendo sull'uscio della porta per evitare di togliermi le scarpe.
-Oh, ciao TN. -passa un Bam Bam selvatico e io alzo la mano per salutarlo.
-Ciao Bhuwakul, dove è andato Jackson? -chiedo.
-JACKSON HYUNG! -urla facendomi prendere un colpo.
-EH. -urla quell'altro.
Ma due normali no, eh?
-NON SI FA ASPETTARE UNA DONNA! -
-Ma che cazzo dici? - compare dalla cucina e lo guardo senza dire nulla. Ha il suo solito chiodo nero con sotto una maglia bianca e i jeans neri strappati. Ha i capelli castani nascosti sotto un capellino nero, la mascherina sotto il mento e gli occhiali da sole in mano. È un peccato che debba conciarsi così ogni volta che vuole uscire, forse è l'unico peccato del loro lavoro.
-Sei nervoso? -chiede il più giovane guardandolo mentre beve un sorso dalla bevanda che ha in mano.
-No, perché? -chiede infilandosi le scarpe sedendosi sul pavimento.
-Chiedevo. -alza le spalle. -Dove andate di bello? -chiede guardando me.
-Facciamo un giro in centro, ve lo riporto per le sette. -dico sorridendo.
Sorride anche lui a sua volta e Jackson si alza in piedi.
-Andiamo? -chiede, avvicinandosi e costringendomi a piegare la testa per guardarlo dritto negli occhi.
Annuisco e mi apre la porta di casa.
-Ciao. -saluto Bambam ed esco.
Ci ritroviamo presto a passeggiare per le strade di Seoul uno a fianco all'altra. Nessuno, per fortuna, lo riconosce, nonostante alcune ragazze si fermano a fissarlo per capire chi potrebbe essere.
-Come va con il lavoro? -chiede all'improvviso, prendendomi alla sprovvista.
-Uh...bene, diciamo. -
-Perché "diciamo" ? -mima le virgolette in aria e guardo a terra.
-Mi piace quello che faccio, aiuto pure a scrivere qualche canzone e presto li dovrò aiutare nelle coreografie, amo disegnare i loro abiti e truccarli prima di uno spettacolo...ma le altre ragazze con cui lavoro non sono state molto...ospitali con me. - alza un sopracciglio e deduco che sotto quegli occhiali ci sia uno sguardo confuso.
-Non mi hanno dato la possibilità di inserirmi nel gruppo, si sono chiuse per via della gelosia. Sono gelose di me, del rapporto che ho con i ragazzi, del fatto che viva con loro e che il capo non faccia altro che complimentarsi del mio lavoro. Non ho detto a nessuno di loro questo per evitare problemi, quindi non dire niente. -
-E a te va bene questo? -ha un tono amaro e mi fermo per parlarci.
-Di sicuro non era proprio questo il mio obiettivo, ma non voglio creare problemi. I ragazzi ci lavorano bene e finché ho loro per me non è un problema. -
-Dovresti star bene quando lavori, dovreste lavorare in gruppo. Le nostre ragazze lavorano sempre insieme, non riescono a stare una senza l'altra. -si è tolto gli occhiali per guardarmi meglio e, quando vedo la sua mano dirigersi verso la mascherina gli blocco il braccio.
-Fermo, ti potrebbero riconoscere. -
-Non me ne frega, voglio parlarti faccia a faccia. -se la toglie e la mette in tasca. -Devi davvero dirlo a uno di loro, non puoi continuare così. Ma loro non vedono che sei sempre sola? Che non ti parla nessuno? -
-Fanno finta di essere mie amiche quando ci sono loro in giro, hanno pensato a tutto. -sospiro innervosita da quei pensieri.
-Perché allora le proteggi? -
-Ho sentito in che condizioni sono le loro famiglie e se perdono questo lavoro sono finite. -
Lo sento espirare più pesantemente, come se avesse trattenuto il respiro.
-Sei troppo buona, lo sai? -inclina la testa da una parte mentre dalla sua bocca esce una voce bassa e dolce.
-Purtroppo. -commento.
-Nel caso peggiori dillo ai ragazzi. Se non vuoi che licenzino diglielo per bene e chiedi solo di fare una bella ramanzina da Bang Sihyuk, si spaventeranno e cambieranno atteggiamento. Oppure chiama me. -ammicca e sorrido.
-Non lo dirai a Namjoon, vero? -
-Solo se starai veramente male. Ora stai male? -
-No. -scuoto la testa.
-Allora non glielo dirò. -
Sorrido sollevata e mi allungo per infilare la mano nella tasca della sua giacca. Gli prendo la mascherina e mi alzo sulle punte per infilargliela mentre lui i guarda storto.
-Sta per passare un gruppo di scolaresche, evitiamo un raduno n centro non programmato. -le guarda in lontananza e si infila gli occhiali per assicurarsi di non essere riconosciuto.
-Andiamo al parco? -chiede facendo passare un braccio dietro le mie spalle e trascinandomi via.
-Avete programmi voi ragazzi? -
-Saremo presenti a vari spettacoli e poi ci dovremo preparare per il tour mondiale che faremo. -
-Quindi mi abbandonerai? -
-Agh, detto così è orribile. -dice tirandosi all'indietro i capelli alzando il cappello.
-Dai sto scherzando. -ridacchio divertita dalla sua reazione. -Sono molto felice per voi. -passiamo davanti a delle altalene e decido di salirci, in piedi.
-Spericolata.- commenta guardandomi dal basso, con le mani in tasca.
-E il resto? Come va? I ragazzi ti hanno accolta bene? -
-Sì, loro sì. Sono fantastici. -lo dico col sorriso sulle labbra. -Sono amica con tutti allo stesso modo. -
-Namjoon e Suga Hyung sono quelli con cui stai di più. -
-Mi stalkeri o cosa ?-chiedo alzando le braccia, attaccandomi al palo di legno e facendomi forza salendoci sopra, sotto lo sguardo scioccato del ragazzo.
-Non sapevo fossi atletica. -
-Ho fatto danza per anni, ho più muscoli di te tesoro. -ridacchio. -E anche -mi alzo in piedi, rimanendo in equilibrio. -ginnastica acrobatica e artistica. -faccio una capriola all'indietro e atterro in piedi.
-Woah - posso immaginare la sua bocca aperta sotto quella mascherina nera.
-Non ti dà fastidio? -chiedo indicando quest'ultima.
-Nah, ci sono abituato. -fa le spallucce. -Andiamo a prendere qualcosa da Dior? -
-Ma se costa più di te! E poi non è buono il caffè, che ne dici di Starbucks? -ridacchio.
-Vada per Starbucks. -

-Sicura che non ti ammazzi? -chiede salendo l'ultimo scalino.
-Nah, massimo...sì mi ucciderà. -guardo verso la porta e mi percorre un brivido.
Sono in ritardo di 40 minuti, Namjoon e Suga mi hanno chiamato dieci volte, cinque ciascuno e qualche messaggio a Jackson contenenenti il novanta per cento imprecazioni.
-Vuoi che entri con te? -chiede.
-No tranquillo, mi farò qualche risata. -
Sorride e mi dà un bacio sulla testa. -Ci vediamo. -
-Grazie per avermi accompagnata. -infilo le chiavi nella serratura mentre scompare scendendo le scale e apro la porta. Stranamente non trovo nessuno davanti ad aspettarmi ma trovo Taehyung e Jungkook giocare in salotto e Jin insieme a Jimin e Hoseok sul divano a guardare il cellulare.
-Sono tornata. -saluto appoggiando la borsa su una delle poltrone.
-Ben tornata, non andare di là, Suga è incazzato nero. -dice Jin.
-Ahh per 40 minuti, quante storie. -
Mi tolgo il bomber e mi metto a cucinare, stirando la pasta della pizza che ho preparato ieri.
-Cosa si mangia? -compare Taehyung dietro di me e prende dal frigo una coca cola in lattina.
-Pizza, come la volete? -
-Salsiccia! -urlano in coro i ragazzi dal salotto.
-Shh, che dopo arrivano i due rompicoglioni. -dico ridendo.
-Ah, e io sarei un rompicoglioni? -entra in stanza Namjoon con un bicchiere vuoto.
-Alcune volte sì. -sorrido.
-Io mi chiedo a cosa ti serva quel cellulare se poi non rispondi. -non è particolarmente arrabbiato
-Lo tengo in silenzioso, non lo sento, e poi siete troppo apprensivi. Ero assieme a Jackson, che vuoi che mi sia successo. -
-Mi sono rassegnato, il problema è Suga hyung, ti aspetta di là. -
Metto in forno la pizza e pulisco quello che ho lasciato in giro. Mi fermo in mezzo alla cucina, pensando se andare ora a parlarci o dopo, portandogli la pizza.
-Io ci andrei ora, le pizze intanto si cuociono. -dice il biondo. Sospiro, mi tiro giù le maniche e vado nel suo studio. Suono il campanello e sento i suoi passi avvicinarsi. Apre la porta e ci mette un attimo a riconoscermi. Mi guarda dall'alto in basso e fa per chiudere la porta ma lo blocco col piede ed entro. -Permesso. -dico ad alta voce.
-Sei in ritardo. -
-Di 40 minuti ed ero con Jackson, perché vi dovete preoccupare così tanto? -chiedo in tono seccato, mentre lui si appoggia al tavolo mettendo le mani nelle tasche della felpa.
-So benissimo che eri con lui, non è possibile però che tu faccia sempre ritardo. Che avete fatto in 4 ore? -
-Abbiamo parlato e abbiamo perso la cognizione del tempo. -
Sospira guardando verso il muro e mi avvicino. -Sembri mio padre. -sorrido divertita.
-Ah, smettila. -si lamenta.
-Terrò il cellulare con la suoneria e ti risponderò, sei diventato come Namjoon. -
-Sciocchezze, avevo solo a cuore la cena. -
-Non hai detto questo quando sono uscita. -mi allungo verso di lui e mi guarda male, essendo particolarmente vicino.
-Non si brucia la pizza? -chiede annusando l'aria.
Magicamente scompaio e ricompaio in cucina, ma la pizza è perfettamente cotta. Spengo il forno e la tiro fuori, chiamando i ragazzi per mangiare.
Per tutta la cena sento lo sguardo di Yoongi fisso su di me. Mi giro di scatto incontrando il suo sguardo per qualche secondo, ma lui cambia subito soggetto e si gira verso Jimin, incominciando a parlarci tranquillamente.
Sbuffo infastidita e mi alzo, attirando di nuovo l'attenzione di Suga su di me.
Faccio il giro della tavola, lo prendo per l'orecchio e lo trascino via dicendo un leggero "Scusateci" prima di scomparire dalla vista dei ragazzi. Decido di andare nel suo studio, oramai stanza fondamentale per il giusto funzionamento della mia giornata e apro la porta socchiusa, richiudendomela alle spalle una volta averlo intrappolato là dentro.
-Che male...-si lamenta posando la mano destra sull'orecchio che avevo stretto tra le mie grinfie.
Mi avvicino a lui tanto da essere neanche a un palmo di distanza e metto le mani sui fianchi. Quando si accorge della poca distanza che ci divide si allontana leggermente col volto, cercando di guardarmi bene negli occhi.
-Che vuoi? -chiede guardandomi serio.
-Ti sei arrabbiato tanto che non sia uscita con te? -chiedo.
-Ma che domande fai... non mi importa, esci con chi ti pare. -risponde con tono calmo.
-Yoongi... -
Sbuffa spazientito e fa sprofondare le mani nelle tasche dei pantaloni della tuta.
-Volevo solo fare un giro, dalla prossima settimana non potremo parlare molto. -
-La sera? -
-Torneremo a mezzanotte, non penso tu abbia voglia di venire nel mio studio o direttamente in camera mia per guardarmi dormire da piedi. -
Sto per controbattere ma rimango zitta. Ha ragione.
-Mi spiace... -abbasso la testa.
Sento una mano posarsi sulla mia testa e scompigliarmi i capelli.
-Non preoccuparti, appena ho un momento libero durante le prove verrò da te. -


╠ SUGA ╣○ Looks ○Where stories live. Discover now