49°Capitolo ◘ Silence

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49. Silence

TN POV

-Te le tengo io. –dico prendendogli di mano i sacchetti pieni di cibo prima che possa dire qualsiasi cosa. Sta cercando le chiavi nelle tasche dei Jeans e l'ho visto particolarmente in difficoltà.
-Grazie. –mi sorride, facendomi abbassare leggermente lo sguardo imbarazzata e prende le chiavi, infilandole nella serratura del cancelletto. Non ho ancora molta confidenza con lui, e il mio lato timido si fa sentire più del dovuto.
Una ventata mi fa rabbrividire. Ha smesso da poco di piovere, ma abbiamo fatto un pezzo a piedi dove non c'era alcun riparo per due poveri ragazzi senza ombrello e ce la siamo presa tutta. Risultato? Siamo zuppi dalla testa ai piedi. Sembra che ci abbiano buttato in piscina e che noi ne siamo usciti subito dopo, presentandoci davanti a casa.
-Jinyoung penso mi ammazzerà, te forse ti salvi. –dice alludendo ai nostri vestiti e alle scarpe completamente bagnati. Scuote leggermente la testa, togliendo senza l'uso delle mani dei ciuffi ribelli andati a finire sui suoi occhi, provocandogli un leggero fastidio.
Lo guardo, accennando un sorrisetto mentre percorriamo il mini sentierino del giardino, che porta alla porta principale. Lì suona il campanello e, dopo pochi secondi, compare sulla soglia Jaebum.
-Finalmente sei arr –si blocca quando mi vede comparire dietro la schiena del ragazzo. –TN? -
-Ehi. –sforzo un sorriso e sventolo lentamente la mano per salutarlo.
-L'ho trovata alla fermata dell'autobus, può entrare, vero? –chiede come se già conoscesse la risposta e, quest'ultima, fosse abbastanza ovvia.
Il leader annuisce velocemente e ci fa spazio per entrare. Posa gli occhi sulla mia valigia, per fortuna fatta di plastica e con solo qualche goccia su di essa.
-Lascia pure qua la valigia. –mi indica il castano un angolo dell'ingresso e io la appoggio dove consigliato. –Ma voi siete bagnati fradici. –dice mentre prende dalle mie mani i sacchetti pieni di cibo per portarli in cucina. –Yugyeom ah, prendi due asciugamani e per il momento asciugatevi con quello, venite prima a mangiare. –dice sparendo poi dietro la parete.
Mi tolgo velocemente le scarpe e rimango a piedi nudi, visto che le mie calze sono completamente zuppe. Rimango seduta sullo scalino dell'ingresso, aspettando Yugyeom con l'asciugamano.
Il ragazzo torna immediatamente, sia con l'asciugamano che con un paio di pantofole.
-Metti queste. –mi dice porgendomele.
Ringrazio educatamente e me le infilo, potendo finalmente alzarmi. Cerchiamo di mangiare, fare una doccia ed essere fuori da qui il prima possibile per non dare fastidio.
-TN! –sento una voce avvicinarsi velocemente a me urlando e, quando mi giro verso il corridoio, vengo travolta da un ammasso di muscoli.
-Mio Dio, Jackson! Che paura! –mi lamento, mentre mi sento stritolare in un abbraccio soffocante. Non è mai stato delicato nei saluti, e mai lo sarà in vita sua. Un treno, cavolo.
-Che ci fai qui? –chiede prendendomi per entrambi gli avambracci.
-Eh... –mugugno non sapendo che dire esattamente.
-L'ho trovata per strada, ha detto che mentre mangiamo ci spiega tutto. –riassume velocemente Yugyeom mentre si passa l'asciugamano sotto la maglietta cercando di asciugarsi il più possibile.
-Vieni su. –posa una mano sulla mia schiena, sopra la maglietta completamente fradicia, e mi conduce in cucina, dove ci sono tutti i ragazzi riuniti attorno al tavolo.
Sembrano tutti sapere della mia presenza, quindi si limitano a salutarmi con un sorriso sulle labbra, che io finisco per ricambiare con uno finto e forzato.
Vedo BamBam analizzarmi da testa a piedi, con uno sguardo serio e concentrato, e mi sento improvvisamente nuda sotto i suoi occhi così attenti e interessati alla mia figura.
-Scusate se disturbo. –mi siedo a capotavola. Jackson si siede alla mia sinistra, lasciando la sedia alla mia destra vuota. BamBam è l'altro capotavola e, con le mani intrecciate tra loro che coprono la sua bocca, i pollici che tengono su il mento e i gomiti poggiati sulla tavola, mi scruta per cercare di carpire qualche informazione del mio stato umorale. Se ti può interessare, in questo momento il mio stato psicologico è completamente andato a puttane.
-Non disturbi, pensavi di dormire sotto quella fermata stanotte? –compare Yugyeom dietro di me, sedendosi nella sedia vuota.
Guardo le mie mani poggiate sul tavolo, che si stanno torturando a vicenda, e scuoto leggermente la testa. –Pensavo di prendermi una camera in un qualche albergo. –sussurro leggermente, cercando di sciogliere quel groppo in gola che stava cominciando a formarsi.
-Cosa? Ma che è successo? E i ragazzi? –chiede Jackson, cominciando a farmi domande a raffica, allarmando subito Yugyeom e Jaebum che, notato il mio stato umorale pronto a crollare da un momento all'altro, decidono di dargli rispettivamente un calcio sotto al tavolo e una gomitata, azzittendolo.
-Fai con calma, raccontaci pure. –dice Yugyeom prendendomi per una mano, stringendola tra le sue e guardandomi dritta negli occhi rassicurandomi.
Annuisco leggermente e sposto lo sguardo davanti a me, incontrando quello del rapper in fondo. Lo abbasso, incominciando a fissare il suo collo e le sue clavicole, scoperte dalla maglietta dallo scollo abbastanza aperto.
Nel frattempo, Jinyoung, Mark e Youngjae hanno incominciato a scartare il cibo e porlo a tutti i membri, compresa me. Li ringrazio e comincio a giocherellare con la scatola che avvolge l'hamburger.
-Non mi hanno licenziato e non mi sono licenziata, se è questo che tutti state pensando. –da lì in poi, cala un silenzio quasi inquietante. Immaginavo pensassero questo, era la cosa più plausibile.
-Vorrei anche vedere, sei la migliore stylist e capo staff che c'è in circolazione. Sai fare di tutto. –commenta Youngjae dal fondo del tavolo. –Averti è un grande aiuto per l'azienda e licenziarti la più grande cazzata che potrebbero fare. -
-Già. –sussurro. –Per questo me ne sono andata. –tutti si girano improvvisamente verso di me, confusi dalle mie parole.
Prendo un grande respiro mentre cerco con tutte le mie forze di cacciare indietro le lacrime che stanno premendo insistentemente per uscire. Non so perché glielo sto per raccontare, fosse stata in una situazione diversa forse non avrei detto una sola parola e avrei raccontato una bugia, ma dopo quello che è successo, penso che se non mi liberi parlandone a qualcuno, potrei esplodere. Quindi eccomi qui, a parlare della cosa più brutta accaduta in vita mia all'intero gruppo dei GOT7 –Namjoon ha progettato tutto dall'inizio. Lui e la Big Hit avevano un piano. Chiamarmi e offrirmi quel lavoro che tanto bramavo, proponendomelo solo come un favore fatto ad una sua cara amica. Facendo ciò, avrebbero avuto facilmente tra le mani la ragazza prodigio e la loro azienda si sarebbe arricchita sempre di più. Un'ulteriore passo era di far stare in piedi questo piano, Namjoon ha fatto il finto geloso contro gli altri ragazzi, ignari di tutto, mentre Yoongi... -la mia voce di incrina di colpo e mi blocco, cercando di riprendermi velocemente per finire di spiegare. Non alzo lo sguardo dalle mie mani neanche per un secondo, ma posso sentire tutti i loro sguardi su di me. –Yoongi mi ha preso in giro per tutto il tempo. Fingendo di amarmi. Tutto per rendere più credibile. –a quel punto la mia voce si spezza del tutto e un singhiozzo esce dalla mia bocca, rimbombando per tutta la cucina, mentre le lacrime cominciano a scorrere nuovamente per tutto il mio viso.
Cerco subito di asciugarle, ma dopo quelle asciugate, ne giungono altre, andando avanti così nel tentativo inutile di smettere immediatamente. Basta, basta, fa troppo male. Perché sento così tanto male al petto? Perché ogni volta che batte mi provoca un dolore lancinante?
-Che puttanata. –ringhia improvvisamente Mark, rimasto in silenzio per tutto il tempo. Ha stretto tra le mani un bicchiere di vetro e sembra che da un momento all'altro possa rompersi in mille pezzi, dal tremare delle mani del ragazzo per via della pressione che sta esercitando.
-Fermo, ci deve essere qualcosa sotto, Namjoon non è il tipo da fare queste cose. Non è uno stupido, non farebbe mai del male a una persona cara, neanche per soldi. –interviene Jackson fissando il vuoto, in una sessione di ragionamento di emergenza.
Lo pensavo anche io, ho provato a non crederci all'inizio, ma quando il suo tono indifferente e calmo ,mentre parlava di questa questione, ha raggiunto le mie orecchie, mi sono dovuta ricredere su tutto.
BamBam si alza di scatto e fa il giro del tavolo, arrivando vicino a me. Si china alla mia altezza da seduta e mi prende i polsi delle mani che stanno ancora strofinando insistentemente le guance. Li abbassa e mi stringe dolcemente.
-Jaebum Hyung, è un male se rimarrà con noi per un po'? –chiede il ragazzo senza distogliere lo sguardo da me, facendomi spalancare gli occhi.
-Affatto, lei può rimanere fin quanto vuole. –risponde tranquillamente il leader, come se fosse ovvio e già tutto programmato.
-No, ragazzi, non voglio disturbarvi ulteriormente. Anzi, vado a cercare un hotel subito. –dico cercando di alzarmi dalla sedia, ma venendo subito bloccata dalle mani del moro.
-Non hai toccato cibo e non sei di sicuro nelle condizioni, nè fisiche nè mentali, di andare a dormire in Hotel e di affrontare questa situazione da sola. Quindi ora mangia, fatti una bella doccia calda e io mi occupo di sistemare la tua nuova stanza, ok?-mi accarezza i capelli dolcemente, e mi sistema una ciocca dietro l'orecchio, accarezzandomi subito dopo la guancia con il pollice.
Annuisco leggermente, sorpresa dalla sua dolcezza e dalla comprensione nonostante quello che io li abbia fatto. Sento il cuore perdere un battito al suo sorriso rassicurante.
-Scusa, BamBam. –sussurro quasi a corto di fiato.
Scuote leggermente la testa e si alza. –La tua valigia è quella, giusto? La porto in camera tua. –
Una volta andatosene al piano di sopra, io rimango nel silenzio creatosi con gli altri. Jackson sta cercando di trovare una risposta al perché i ragazzi mi abbiano fatto questo, Mark sta soffocando la rabbia azzannando rudemente il panino, Youngjae e Jinyoung stanno sparecchiando e buttando le scatole che contenevano il cibo, Jaebum e Yugyeom invece mi guardano addolorati, come se quello che ho appena raccontato facesse più male a loro che a me.
-TN, io parlo seriamente, puoi rimanere fin quanto vuoi. –ribadisce il leader, poggiando una mano sul tavolo, verso di me. –L'ultima cosa che voglio è vederti per strada o addirittura sputtanare i soldi che hai guadagnato in un hotel del cazzo. -
Quelle parole, non so perché, smuovono qualcosa dentro di me, e il dolore che sentivo fino a pochi istanti fa si attenua, facendo spazio a un calore piacevole.
-Prova a mangiare ora. –dice Yugyeom.
-Domani proverò a parlare con Namjoon. –dice Jackson, alzandosi dalla sedia lentamente.
-No! –mi allarmo, facendolo bloccare sorpreso. –Se glielo dici, sapranno dove sono e verranno qui a cercarmi! Non voglio vederli! –il mio sguardo supplichevole lo colpisce nel profondo e lo vedo arrendersi immediatamente.
Non voglio vederli per nessuna ragione al mondo. Potrebbe solo aumentare ulteriormente il mio dolore e, già essendo quasi insopportabile, non voglio alzarlo di livello.
-Va bene, ma scoprirò cosa c'è dietro questa cosa. –dice per poi chinarsi su di me e lasciando un dolce bacio sulla tempia. –Notte, principessa. –detto questo, scompare nel salone, e rimango da sola assieme al leader, Yugyeom, Mark e al panino. Prima lo mangio prima finisco dentro la doccia.
-Yugyeom, prima vai a fartela te. –dico.
-Sicura? –mi chiede serio.
Annuisco e lui mi posa una mano sulla spalla, andandosene.
-Io vado a letto prima di spaccare qualcosa, scusa TN, ma mi hanno fatto incazzare di brutto. –dice l'americano buttando distrattamente l'incarto del pollo fritto e ficcando duramente le mani dentro le tasche. –Buonanotte, cerca di dormire. –dice con voce più calma e leggera, accarezzandomi la testa per poi andarsene.
-Vuoi mandare via anche me? –chiede Jaebum, una volta rimasti soli, sorridendo, facendomi capire che sta scherzando.
-No. –accenno un sorriso ma lui diventa subito serio. Lo guardo mentre addento il panino e mi sembra quasi infastidito.
-Ti prego, non sorridere così. -
Rimango spiazzata dalle sue parole e mi si mozza il fiato, rendendomi incapace di respirare per qualche secondo.
-Non sorridere forzatamente, piuttosto rimani seria, è troppo doloroso da vedere. -
Deglutisco a fatica e sento il mio cuore battere velocemente nel mio petto. Però, prendo le sue parole come testo sacro e mi asserisco tutto d'un colpo, continuando a mangiare silenziosamente il mio hamburger sotto lo sguardo pensieroso di Jaebum. Solo in quel momento riprendo a respirare a dovere.
-Tranquilla, non penso ti faranno più alcun male, finché tu vorrai, non li farò entrare in questa casa per nessuna ragione al mondo. –vedo la determinazione nei suoi occhi e un brivido mi percorre tutta la schiena. –Potranno anche essere nostri amici, ma hanno fatto qualcosa che non dovevano fare. -
Non mi ero resa conto di quanto loro tenessero a me. Non abbiamo mai parlato molto, ma non ci hanno pensato due volte ad aiutarmi e ad ascoltarmi. Da qui posso capire come siano realmente quei 7 ragazzi che mi limitavo a guardare dallo schermo di un computer fino a qualche anno fa.
Sono una famiglia, dolce e premurosa, che aiuta immediatamente il prossimo, qualsiasi sia il suo problema.
-Grazie, veramente, Jaebum oppa. -
Alza un sopracciglio e un leggero sorriso sorpreso si forma sul suo viso.
-Da dove compare quell'onorifico? –chiede. –Non li hai mai usati.-
-Esprimo la mia gratitudine. -
Ridacchia leggermente, mentre io lo continuo a guardare seria. Non riderò, non finché non vorrò seriamente e me la sentirò. In questo momento vorrei ancora solamente piangere.
Il dolore può essersi attenuato parlando con lui, ma ogni volta che compare davanti a me il viso di Namjoon o di Suga, una fitta improvvisa si disperde per tutto il mio corpo.
Non so se mai riuscirò ad affrontare questa questione, non so se mai li rivedrò, ma so per certo, che i ragazzi mi rimarranno accanto, senza se e senza ma.


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