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-Ma che cazzo...?- queste furono le prime parole di M.J. quando vide il suo amico Peter che si dondolava da quella che sembrava una ragnatela gigante.
-Guarda che forza!- urlò il ragazzo, restando in equilibrio su una tela fatta da lui.
Erano in un quartiere isolato e tra le mura di due case vecchie, lì era dove Peter aveva portato M.J. per farle vedere le sue nuove abilità, dopo una settimana che lui stesso le aveva scoperte. Entrambi dovevano andare a casa dopo la scuola, ma avevano abbandonato gli zaini su un muretto vicino a loro dove i loro telefono squillavano.
-Ragnatele, che schifo.- gemette disgustata Michelle, toccando una di quelle "cose" venute fuori dai polsi di Peter. -Prima la super forza, poi i sensi sviluppati e adesso questo... Parker, sei un fottuto ragno!-
-Vero?- la guardò sottosopra, le labbra mostravano un sorriso e gli occhi gli brillavano.
-Smettila di fare il cretino, torna giù!-
-Vieni tu su.-
M.J. sbatté le palpebre boccheggiando, poi scosse di colpo la testa. -No.- disse secca, -Non pensarci nemmeno. Peter Parker, giuro su Dio che se provi a...- si interruppe per urlare, dato che Peter l' aveva presa in braccio e si era messo a dondolare con lei per il Queens, sparando una ragnatela dopo l' altra.
-Non mi piace, non mi piace!- gridò Michelle, guardando sotto di sé la città e stringendosi forte all'amico, il quale usava velocemente le mani per attaccarsi ai vari palazzi.
Peter urlò euforico dalla frenesia del momento. -M.J., stiamo volando!-
-Questo non è volare, questo è morire con stile!- ribatté terrorizzata, -Mettimi giù!-
Peter alzò gli occhi al cielo e alla fine decise di fermarsi, facendo rimanere entrambi nel vuoto e sostenendosi al braccio di una gru con una ragnatela.
-Peter, ti ammazzo. Peter, ti ammazzo...- continuava a ripetere la ragazza, le braccia ben strette al suo collo e le gambe a muoversi libere senza nulla da toccare coi piedi. -Lo dirò solamente una volta e tu non potrai contraddirmi: sei una persona di merda!-
-Oh, andiamo, non ti sei divertita neanche un po'?-
-Scherzi?! Peter, siamo ancora sospesi nel nulla e giuro che ti darò un pugno su quel tuo viso da cucciolo se adesso non mi rimetti subito a terra!-
-Rilassati, ti tengo io.- provò a calmarla, stringendo il braccio intorno alla sua vita. Così facendo la portò ancora di più vicino a lui e i loro respiri si incrociarono.
I loro occhi, entrambi scuri, si unirono e non si mollarono nella bellezza del tramonto. Peter strinse di più la ragnatela che il suo braccio in alto stava reggendo e accarezzò distrattamente il fianco dell' amica. Lei gli accarezzò con spontaneità i ricci di cioccolato alla nuca.
-Che stai facendo?- parlò sottovoce il ragazzo, incantato da lei. Non si era mai accorto di quanto M.J. fosse bella, aveva degli occhi magnetici che portavano a pensare allo spazio siderale. Michelle scosse la testa. -Tu che stai facendo?-
-Non lo so.- riuscì solamente a dire. Forse per istinto, forse per la luce riflessa sulla morbida pelle di M.J., si avvicinò a quelle labbra che lo stavano richiamando a loro e lei fece la stessa identica cosa. Stavano per baciarsi per la prima volta, dopo anni di amicizia... se non fosse stato per la ragnatela che si spezzò.
I due ragazzi urlarono dalla paura e caddero sulla città, lontani l' uno dall'altra. -Peter!- si agitò con braccia e gambe la ragazza, allungando una mano nella direzione di lui. Velocemente, il ragazzo sparò una ragnatela su di un palazzo e una a prendere M.J. per la scarpa. Aveva agito quasi senza pensare, pareva che fosse stato un altro a dare gli ordini al suo corpo. Fermò la loro caduta e respirò con l' affanno. -Forse è il caso di andare a casa.- disse sarcastico i suoi pensieri.
Michelle assottigliò gli occhi e mise le braccia conserte, a testa in giù. -Tu dici?-
Peter soffocò una risata pur di non farla arrabbiare ancora di più e, con tanta forza e coraggio, condusse entrambi verso i loro zaini che erano stati abbandonati.
Michelle mise in spalla il suo e guardò lo schermo del cellulare. -Tre messaggi e due chiamate perse da mio fratello.-
-Sessanta messaggi e tredici chiamate perse da May.- serrò le palpebre il ragazzo. M.J. sghignazzò e gli diede una gomitata di conforto. -Sei nei guai. Puoi dirle che eravamo in biblioteca a studiare.-
-Non mi crede quando lo faccio per davvero, come può quando mento?-
-Ok, facciamo così: chiamo Elijah, gli dico che stanotte dormo da te e ti aiuto a mentire a May.-
Peter la fissò come se fosse appena scesa dal paradiso. -Sei la mia salvezza.-
-Cocco, io sono la salvezza di tutti.- finse superiorità e si incamminarono verso la metro.
Peter usò le chiavi per aprire la porta di casa e sia lui che M.J. si ritrovarono di fronte una sorpresa: May non era da sola.
-Dove diavolo sei stato? Ti avrò chiamato mille volte e altrettanti messaggi, cos'hai combinato?!- lo aggredì con le parole la donna non appena lo vide, alzandosi dal divano. Su esso vi era anche l' ospite, che si alzò imbarazzato. -Chiedo scusa, io... tolgo il disturbo.- si dileguò in fretta, prendendo la propria giacca e uscendo.
Michelle lo indicò col pollice. -Era Hulk, quello?-
-Sì, ehm... lo scienziato Bruce Banner, ci stiamo frequentando da un po'.-
-Mio Dio...- sussurrò disgustato Peter, -May, ma sei matta?! Avrà il doppio dei tuoi anni, ha i capelli bianchi!-
-Si dice "sale e pepe", non "bianchi". Non siamo così diversi come credi tu. Ora forza, entrambi in camera tua, Peter, parleremo a cena e se osate mentirmi anche stavolta vi assicuro che non la passerete liscia.- ringhiò Mary, chiudendo la porta e spingendo i due giovani verso la camera da letto di lui.
Per tutto il tempo della cena e del dopo, fra i due ragazzi vi fu un imbarazzante silenzio. Anche durante la notte, mentre dormivano insieme nello stesso letto come da bambini.

The Hero's SecretWhere stories live. Discover now