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Tony si avvicina piano alla balaustra e vi si appoggia con le braccia, chinandosi di poco con la schiena. Vede la sua immagine olografica nel grande tubo centrale di quel museo, con il suo nome scritto in grande. Le persone sotto di lui scattano foto alle invenzioni sue e di suo padre, ammirati.
Attraverso gli occhiali da sole e col cappuccio scuro della felpa in testa, sbircia il bambino alla sua destra. Sta guardando attraverso una delle sbarre orizzontali, si succhia il pollice e con l'altra mano lascia dondolore a terra la bambola di Iron Man.
-Bello spettacolo, non trovi?-
Grandi occhi marroni si alzano verso di lui, curiosi.
-Sai, siamo in uno di quei momenti dove mi verrebbe da dire "tutto questo un giorno sarà tuo".- ridacchia e abbassa lo sguardo per guardarlo. Si è tolto il dito dalla bocca e sta stringendo forte a sé il giocattolo. -Mai visto "Il re leone"?-
Il piccolo scuote il capo.
-Ti piacerà, sembri in gamba.- lo rassicura e si abbassa gli occhiali sul ponte del naso per fargli l'occhiolino. Il bambino piega la testa di lato e lui si leva definitivamente gli occhiali solari.
Il bimbo guarda prima lui, poi la sua immagine sul tubo che si smaterializza in altre in pixel. Poi lui, poi la foto. E di nuovo. E ancora, e ancora, e ancora... talmente tanto da far ridere Tony. -Di questo passo ti verrà il torcicollo, piccoletto.-
Il bimbo abbraccia ancora il suo mini eroe e torna a succhiarsi il pollice, nascondendo il capo fra le spalle quando l' adulto si piega alla sua altezza. -Sai chi sono, vero?-
-Sì.-
-E sai che non hai nulla da temere, giusto? Sono qui sottocopertura, ma una mossa falsa e tutti mi riconosceranno. Non penso sia carino però che tu sappia chi sono e io non so con chi sono in compagnia. Chissà, potresti anche essere una spia russa venuta qui in missione per rubarmi dei progetti ultra segreti. Scemo io d'altronde, tenere dei progetti segreti in un museo! Ora hai qualcosa da usare contro di me.-
Il bambino ride e si libera nuovamente il dito.
-Come ti chiami?-
-Peter.-
-Quanti anni hai, Peter?-
Alza una mano aperta.
-Cinque anni, wow. È fortissimo. Sono parecchi anni, sei già grande. Cosa stai tenendo così stretto da lasciarti di certo il segno sulla pelle?-
Peter rilassa le braccine e mostra il modellino con arti pieghevoli. Tony sapeva già che cos'era, ma qualunque scusa è buona per parlare con suo figlio. -Lo sai che quel bambolotto sono io? Sei davanti all' Iron Man originale.-
Suo figlio scruta con silenziosa attenzione l'oggetto, passando le piccole dita sul rosso e l'oro. Dopo di che, quasi offeso, nega. -No, non sei tu.-
-No?-
-Non ti assomiglia.-
Tony trattiene una risata. -Invece è così, l' ho costruito io.-
-Ma non ti assomiglia.- insiste, -Lui ha la faccia arrabbiata per far spavento, tu non fai spavento.-
-Lo considero un complimento, grazie. Perciò ti piace perché fa paura?-
Il labbruccio di Peter si sporge per un secondo, prima di ammettere la verità. -No, mi piace perché vola.-
-Anche gli aerei volano.-
-Loro non sono persone, lui sì. Voglio volare anch'io, alto alto e andare nello spazio.-
Tony curva di poco un angolo della bocca e gli scompiglia i capelli. -Sono certo che ci riuscirai un giorno, Peter. Volerai anche tu.-
-Peter!- Ben Parker raggiunge il nipote e lo prende in braccio, mentre Tony torna in piedi. -Quante volte ti ho detto di non allontanarti?-
L' unica cosa che fa il nipote è indicare l' uomo con cui ha parlato. Ben e Tony si scambiano uno sguardo e i lineamenti di Parker si induriscono. Senza dire nulla, porta via il bambino. Lontano da suo padre.

-Anya, i tuoi poteri sono più forti adesso, non devi più mantenere l' illusione; spezza l' incantesimo, liberaci!- Steve Rogers mosse compulsivamente le gambe, tentando di liberarsi dalla maledizione di Amaranta come tutti gli altri.
Un Venom più forte, più potente e grande ruggì contro di loro. Il dolore di Peter Parker scosse la terra e le mura intorno a loro. Era pronto ad uccidere.
La Magissa Bianca mosse le mani creando delle auree, si concentrò al massimo e liberò sé stessa e i suoi amici. -Dividiamoci!- ordinò e prese il volo. Andò incontro a Beck e le loro magie si scontrarono. Mysterio riuscì a prenderla e a scaraventarla contro un muro.
Lei tossì e guardò disgustata lo spettacolo che si stava creando intorno a lei. Il nuovo Venom aveva messo radici appuntite e grandi nel terreno, aveva raggiunto il fuori di quel posto e stava alzando la terra della città. Quando una di esse ferì Natasha, Hulkbuster affrontò il simbionte in un corpo a corpo. Il metallo venne piegato, ridotto in poltiglia e Bruce Banner gridò dal dolore.
Anya si portò una mano alla bocca nel sentire il rumore di ossa spezzarsi. Gli altri Avengers se la stavano vedendo con altri simbionti, più piccoli ma forti; Venom si era moltiplicato dalla sua stessa melma. Non bastavano le persone, un esercito di Venom si stava dirigendo verso New York a quattro zampe o di corse. Rhodey tentò di tenerli lì con loro come più poteva o volava via per fermarne altri.
-Sono troppi!- Sam, in volo con War Machine, venne attaccato da un simbionte che gli saltò addosso.
Clint gli coprì le spalle. -Magissa, prova a parlare con Peter e vedi se diventa più innocuo così; i mostri sono attratti dalle belle ragazze.-
Anya lo fissò come se avesse avuto due teste. -Da dove l' hai presa questa, da King Kong?!-
-Ti considera una sorella, forse a te darà ascolto!-
Tentare non avrebbe causato altri danni. E quando cercò il Venom originale, lo trovò nell' unico posto dove poteva essere: a pestare a morte suo padre.
-Tony!- gridò Natasha nel vedere Venom aprire le fauci e tentare di azzanare l'uomo alla gola. Non accadde però, perché qualcuno gli aveva sparato del plasma contro il muso.
Stark girò il volto per capire chi fosse stato e, non molto lontano da loro, una ragazza di colore puntava dei guanti blu fosforescenti verso di loro. -Non c'è di che. Siamo in ritardo per la festa, Bucky?-
-Puntuali come dei reali, Shuri. Tuo fratello?-
Black Panther saltò giù dal tetto forato e attaccò Octopus. Sfoderò gli artigli e riuscì a tagliargli via uno dei tentacoli bionici. Successivamente lo fece scontrare con le tubature in un angolo e si mise in posizione. -Presente.-
-Vostra altezza, a voi il compito di distruggere l'invenzione da polpo di Octavius.- Steve lanciò il suo scudo a Natasha, difendendola da un clone di Venom. Non avrebbero dovuto lasciarla venire nelle sue condizioni. -Thor e Loki non si sono ancora ripresi?-
-Negativo, Hailey dice che sono ridotti parecchio male. Ci vorrà un po' prima che possano alzare un solo pugno.- gli rispose dall' auricolare il colonnello, levandosi da una gamba un alieno.
-Allora ci toccherà cavarcela da soli, dobbiamo svegliare Peter.-
-Cap, in tutta onestà, non penso che Peter abbia voglia di svegliarsi e tornare tra noi.- Clint scoccò una freccia e gridò tremante, un simbionte lo aveva morso nell' incavo tra morso e spalla e gli aveva staccato uno strato di pelle. In tutta risposta, gli conficcò una freccia nell' occhio.
Amaranta sfidò apertamente Tony, mentre Anya se la vedeva con Quentin. Con sguardo incredulo, il miliardario vide una decina di sosia saltare addosso a Hulkbuster e farlo a pezzi. Bruce sputò sangue e si tenne una gamba insanguinata, esplodendo in un latrato gelido. Gliel' avevano mutilata. Al bruno salì un conato e vomitò sul pavimento.
Cristo...
-Bruce!- Sam fu costretto a tornare giù per aiutarlo e tentò di medicarlo al meglio. Natasha, in lacrime, combattè al suo posto per lasciarlo fare col marito. La Magissa Bianca notò cos'era successo e si avvicinò per usare la sua magia sul danno, facendo ricrescere l'arto. Ciò comportò che molti simbionti furono lasciati a Steve e agli altri.
Tutta la sua squadra si stava ferendo gravemente ed era solo colpa sua. Tutta quella storia era solo colpa sua. Le sue bugie, le sue menzogne, avevano dato ad Amaranta il potere di distruggere tutto quello che amava di più.
Prima che potesse agire, aiutare, il suo corpo volò e distrusse un muro, finendo fuori. Venom - il vero Venom - sorrise con tutti i canini affilati. -Sei morto, Stark. Non ferirai mai più nessuno. Neanche me.-
-Peter...- Tony tossì e si agitò a terra, come se stesse avendo le convulsioni. -Fermo... che stai facendo? Ti prego...-
-È finita.-
-Lascialo stare!- Anya cercò di farlo sprofondare con i piedi nel cemento, bloccandolo sul posto. Venom si liberò facilmente, sbatté via con un colpo secco l' armatura rossa vicina a lui e fu repentino nel prendere la ragazza per il collo. La sollevò, la strozzò e alzò l' altra zampa nera.
Poi... qualcosa. Un'esitazione.
Il mostro parve riconoscerla o non le fece niente perché sapeva che non doveva farlo. Così, senza alcuna ragione, la lasciò andare.
Anya riprese fiato e si portò una mano alla gola, fissando confusa l' alieno che si allontanava.
Costui ruggì e nuova melma crebbe dal sottosuolo, legando e bloccando Steve, Clint e tutti gli altri, persino quelli in volo. Nacque intorno alle loro gole, li fece stremare per il freddo e il dolore mentre li soffocava a morte. Era come avere costante acqua nei polmoni.
-Avengers, perite e soffrite. Il male di uno nuoce tutti voi!- proclamò e piantò le mani a terra. Tony venne preso per la vita e sollevato. Mani e braccia gli furono tenute ferme e tirate da parte opposte; stava per strapparlo in due.
-Thones!- Rhodey strillò da dietro la maschera e per l' essere stretto col metallo a schiacciarlo.
-Peter, fermati!- lo pregò Steve, guardando l' armatura di Iron Man che stava iniziando ad aprirsi a metà per lo sforzo. -Basta!-
Tony sentì il fiato venir meno, i muscoli allungarsi malamente e la testa scoppiargli. Non oppose resistenza, non chiese pietà. Ripensò a Pepper, a Richard, a quello che doveva essere il loro bambino... e si disse che andava tutto bene. Che poteva finire anche così. Che se questo sarebbe servito a guarire suo figlio, si sarebbe lasciato morire.
Tanto, oramai, aveva perso tutto. Poteva anche lasciarsi andare.
Va bene così.
-Billy!-

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-Kitta♡

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