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-Peter.- sorride Mary Parker, accarezzandosi il pancione. -Abbiamo deciso di chiamarlo Peter.-
-È un bel nome.- annuisce Tony, guardando assorto il bozzolo di carne dov'è protetto suo figlio. Seduti sul retro dell' auto di lusso con Happy al volante, si stanno dirigendo alla Stark Tower.
-Grazie ancora del passaggio.-
-Figurati, non è una bella cosa vedere una donna incinta camminare da sola per strada mentre tenta di raggiungere suo marito a lavoro. È triste.-
Lei ride e si porta una ciocca di capelli dietro l' orecchio.
Tony cerca qualcosa da dire e si massaggia a disagio il collo. -Senti, io...-
-No, ascolta.- lo interrompe, chiudendo gli occhi. -Possiamo parlarne più tardi? Le auto mi danno molta nausea sin dall' inizio di questa gravidanza, non penso di essere nelle condizioni giuste per discutere.-
Chiude la bocca, -Certo, lo capisco.- mormora piano. Si piega in avanti e poggia i gomiti sulle ginocchia, prendendo a giocherellare coi pollici. -Sarai una brava mamma. Hai tutto l' occorrente. Un visetto dolce, una voce soave, storie strane per far venire gli incubi...-
Mary ridacchia divertita. -Non sono storie strane, sono leggende della mia famiglia.-
-Usare il numero di ore della lontananza come base di calcolo dell' amore tra i genitori e i figli? Avete un concetto particolare per descrivere anche la parola "strano", voi Fitzgerald?-
-È una nostra usanza e a me piace. Sono sicura che anche a lui piacerà.- pensierosa, osserva il suo ex amante.
Stark fa per parlare di nuovo, quando una frenata brusca li fa agitare. -Happy! Amico, che è successo?-
Il finestrino separatore scuro si abbassa e l' autista si gira leggermente verso di loro. -Non lo capisco neanch'io, c'è una fila infinita qui di fronte a me. Se vogliamo arrivare in tempo alla riunione, devo entrare nella corsia qui a fianco e beccarmi una multa, capo.-
-Tanto sono ricco! Non sarà un problema.- scherza, allargando le braccia. Il sorriso svanisce quando la donna di fronte a lui geme di colpo e si sfiora la pancia. -Mary?-
-Sto bene, non preoccuparti.-
-Sei all' ottavo mese, no?-
-Sì, infatti, non è niente.- sospira e stavolta il gemito diventa uno stridulo. Si tocca preoccupata il ventre tondo. -Piccolo, che succede?- sussurra. Un urlo le sfugge dalle labbra e si tiene la pancia e un fianco.
-Tony! Tony, che sta succedendo là dietro?- Happy, accortosi delle grida, sbircia il suo capo attraverso lo specchietto retrovisore.
-Non lo capisco. Mary, vuoi qualcosa? Dell' acqua?-
-La schiena... i fianchi... oddio, mi stanno uccidendo!-
-Happy, cambio di programma, portaci all' ospedale più vicino.-
-Mi stai suggerendo di entrare nell' altra corsia? Andrei contromano!-
-Sai quanto me ne importa, fallo!- gli ordina e si sporge verso Mary. -Respira, ok? Andrà tutto bene.-
-Tony...- piange, il volto rosso e le vene del collo pulsanti per lo sforzo. -Non sto bene. Non so cosa sia, ma non penso sia normale. Il bambino...-
-Tu pensa solo a respirare, d'accordo? Se ne occuperanno i medici.-
-Ehm... Tony?- lo richiama Happy e si sporge per vedere dal parabrezza. Sulla strada, sorretto da dei tantacoli di metallo possenti, Otto Octavius maneggia un' arma simile ad un bazooka, che produce una luce viola.
E la sta puntando dritta su di loro.
-Attenti!- Tony va addosso a Mary e la fa mettere giù, proprio quando un esplosione li colpisce.
Buio. Dolore. Fischio. Freddo.
-Tony? Tony!-
Buio. Dolore. Fischio.
-Tony, devi alzarti!-
Buio. Dolore.
-Tony, alzati, dobbiamo andarcene!-
Dolore.
Happy.
-Dai, muoviti!- la figura di Happy appare di fronte a lui, coperto di sangue e graffi sulla faccia. -Dobbiamo andare da Mary.-
Tossisce e tasta il terreno con ghiaia. L' asfalto era bollente, eppure lui stava gelando. -Mary...- raschia con la voce e tossisce ancora, dalla bocca gli esce sangue.
-In piedi, forza! Mi devi aiutare.- lo esorta e gli dà una mano a mettersi in piedi. Intorno a loro vi è fumo, fuoco, auto sfracellate e distrutte. Le persone urlano e scappano via. -Non so cosa fare.-
-D'accordo, ok, ci sono.- balbetta e si tiene al suo amico, zoppicando. Sente del caldo sul fianco, forse sta perdendo sangue. Con difficoltà, superano qualche macchina e distolgono lo sguardo alla vista dei morti, dei corpi a metà o mutilati.
Gesù.
-Eccola!- indica Happy. Mary ha la schiena alzata da alcune macerie di motore, il sangue la circonda ovunque e le intinge le gambe. Disperata, sgorga lacrime a dirotto. -L' ho aiutata a mettersi abbastanza seduta e ho già chiamato un' ambulanza, però non credo faranno in tempo.-
-Mettimi giù... mettimi giù, voglio andare da lei.- Tony si allunga e si inginocchia davanti a lei. La sua pelle è bianca, fin troppo bianca. -Mary, devi tenere duro. Gli aiuti stanno arrivando.-
-Non mi sento più le gambe... e Peter... non lo sento muoversi... brucia...- la donna stringe le palpebre e grida senza fiato, toccandosi la pancia e ai lati delle cosce.
Tony è confuso, nel panico più totale. Gli gira la testa come una trottola. E il fischio, il fischio non se n'è andato. Magari ha perso l' udito da un orecchio.
-Tony... Tony, devi farlo uscire.- sbotta di punto in bianco la donna.
-Cosa? No!-
-Per favore... per favore, fallo uscire!- fa al limite, gli stringe la camicia insanguinata in un pugno.
-Morirà se...-
-Morirà comunque, ti prego! Io ti imploro, Tony!- si dispera ed emette un gorgoglio morente. Col fiato sempre più debole, fissa gli occhi verdi splendenti e umidi nei suoi. -Sto per morire. Me lo sento. Ti scongiuro, salvalo... salvalo...-
Tony ansima, sputa altro sangue e cerca di tenere gli occhi aperti. -Non so cosa fare, io... non ho mai... non penso neppure tu abbia le forze per poter spingere.-
Mary lo avvicina di più a sé, le loro bocche si sfiorano. -Aprimi.- sussurra allo stremo, -Non pensare al fatto che sono io, non pensare a me. Fallo solo uscire dal mio corpo. Usami come una carcassa se devi, ma salva mio figlio. Tony Stark, devi farlo.-
Le labbra di Tony tremano, la vista gli si appanna. -Non puoi chiedermi di...-
Lei sorride dolcemente. -Fallo per lui.- lo prega e lo lascia andare, la mano cade sul terreno senza muoversi più. -Prima che me ne vada, fallo.-
Happy si avvicina alla coppia. -Non abbiamo niente per aprirti.-
-La mia borsetta. Ci sono dei... fazzoletti e... una lima per le unghie, è abbastanza affilata... delle forbicine...-
L' autista si muove in fretta e va a cercare la borsa della donna. -C'erano delle lattine di alcol di Tony nel bagagliaio, forse possiamo usarle per disinfettare tutto.- li avverte, una volta tornato con l' occorrente.
I due uomini si tolgono le giacche in eccesso e le usano come tamponi sulla donna. -Non posso credere che stiamo per... che tu stia per...- Tony non è ancora abbastanza lucido per fare una frase di senso compiuto.
-Va bene così.- espira Mary, prendendo dei lunghi respiri. La voce le sta diventando sempre più lieve e le labbra stanno perdendo il loro colore.
Happy prende il necessario dalla borsetta e lo tira fuori, poi si blocca nel ritrovarsi in mano... una siringa colma di un liquido verdognolo. -Cos'è questo?-
Tony alza la testa e la prende, sorpreso. -È il siero. L' ultimo siero dei ragni radioattivi. Perché era lì? Come ha fatto a finirci?-
-Non... non è mia. Non ce l' ho messa io...- nega Mary, gli occhi socchiusi. Li chiude nel capire. -Richard. Deve avercela messa lui, nel caso in cui avessi cambiato idea.- deglutisce a fatica.
E a Tony viene un' idea, una tremenda idea. Un' idea che non può dire a lei. Con una forza che non sapeva di avere ancora, strappa la maglietta della donna e libera il pancione nudo. Stappa le lattine e inizia insieme ad Happy a pulire tutto e a disinfettare. -Starai bene, capito? Andrà tutto bene.-
-Non è così. Sappiamo bene entrambi che non è così.-
Tony inspira ed espira costantemente ed incantena i loro sguardi. Lei sorride, malgrado il dolore che sente. -Si chiama Peter. Si chiama Peter...- annuisce e perde i sensi, smettendo di muoversi.
Happy allunga una mano e le poggia due dita sul collo. Le ritrae lento dopo poco e si sente schiacciare. -È morta.-
Tony singhiozza e sbotta un' imprecazione, racchiudendosi in avanti su sé stesso. Sta per vomitare, sta per svenire, non lo sa. È come se il male fosse così forte da farlo svanire lentamente dal mondo.
-Tony... Tony, forza... Facciamolo nascere.- lo risveglia Happy, scrollandolo.
Suo figlio. Suo figlio. Deve pensare a suo figlio.
Peter. Si chiama Peter.
Deve pensare a Peter.
-Dammi la lima.- torna in ginocchio e striscia fino a raggiungere meglio il corpo. Usando la piccola lama, spinge sulla carne e fa un' incisione lunga su tutto l' addome. Ignorando il tanfo orripilante, muove la carne ancora calda e lo trova.
Lo vede. Il suo bambino.
Immobile.
-Happy, prendilo.- ordina e afferra la siringa. -È malato, chiaro? Attento al collo e alla testa in particolare.-
-Perché non piange? Non dovrebbe piangere? Tony, perché non piange?!- urla agitato e tiene le braccia ben ferme per non far muovere di scatto il fragile corpicino.
-Shh, calmo! Ora devi solo restare fermo dove sei.- lo avvisa e sfiora la testolina, avvicinando l' ago.
Sembra una bambolina finta con gli occhi e la bocca chiusi. Non respira nemmeno. La sua mano trema talmente forte da impedirgli di fare l' iniezione.
-Tony, non so a che cosa serva quella cosa, ma se è necessario fargliela penso sia importante che tu smetta di tremare.-
-Credi che non ci stia provando?- dice sarcastico e tiene la siringa con tutte e due le mani. È terrorizzato, smarrito irrimediabilmente. Niente di tutto questo tremendo, mortale caos doveva accadere.
Avvicina la siringa umida verso suo figlio, tentenna nell' infilargli l' ago affilato nella pelle e... qualcuno gliela sfila di mano e la mette nel piccolo collo al suo posto, spingendo fuori il siero.
Bastano pochi secondi perché il neonato inizi a piangere a tutto spiano, producendo un gran rumore, accampagnato dagli squilli assillanti delle sirene delle ambulanze e della polizia che li stanno raggiungendo.
Happy riprende fiato, culla delicatamente la creaturina che tiene in braccio e guarda oltre Tony. Quest' ultimo segue il suo sguardo e si gira, allargando gli occhi scuri nel vedere chi ha messo il siero a Peter al suo posto.
In lacrime, Pepper Potts gli sorride comprensiva. -Lo avresti fatto anche tu... per Morgan.-

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-Kitta♡

The Hero's SecretWhere stories live. Discover now