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Clint si stiracchiò e rubò una fetta di bacon dal piatto di Sam, Natasha prese da quello dell' arciere le uova e Bruce le versò il caffè, come la sera precedente, lasciandole un bacio sulla guancia. Falcon guardò prima uno e poi l' altro, -Ehm... mi sono perso qualcosa?-
-Tante cose.- annuì Barton, prendendo la caraffa colma di liquido bollente che lo scienziato aveva prontamente evitato di dargli.
-Non vuole uscire.-
-Starà ancora dormendo, gli adolescenti dormono tanto nel weekend.-
Tutti e quattro alzarono gli occhi al cielo nel sentire Tony e Steve che discutevano per le scale.
-Ma fammi il piacere, Rogers, vuole evitarci.- insisté il bruno, andando in cucina e venendo seguito, non solo dal Capitano, anche dal resto della squadra.
-Se parlavate un pochino più piano, io avrei anche continuato a dormire.- borbottò assonnato Thor, vestito in abiti comuni che risaltavano i suoi muscoli. Rhodey diede una spallata d'intesa a Sam, -Sono anch'io così, con solo la canotta.-
-Certo. Ci crederò quando lo vedrò.-
-Ehi, tieni conto anche dell' età.-
-Infatti lui avrà mille anni più di te, come minimo.-
Questo strappò una lieve risata al gruppo, purtroppo non fermò il piccolo litigio dei due supereroi: -Ora vado di sopra e lo porto qui con la forza, dobbiamo parlare.-
-Non farlo, semplicemente non si aspettava la tuta. Gliel' avevamo detto che sarebbe entrato in squadra, forse pensava che prima lo avremmo allenato un pochino.-
-Col cavolo che lo alleno senza quella tuta, rischiamo di fargli tutti male. E poi, perdonami eh, ma che razza di comportamento è dire "no" a un costume strepitoso, scappare in camera propria e non uscire più? "No" che cosa? Al costume? Alla squadra?-
-Se soltanto lo lasciassi respirare...-
-Scusami?!-
Un colpo di tosse fece girare tutti verso le scale. Peter riusciva a malapena a guardarli in faccia, imbarazzato per aver sentito la maggior parte di quella discussione e per l'aria tagliente che lui stesso aveva creato la sera prima. -Mr. Stark, posso parlarle in privato?-
Tony sbattè le palpebre, scettico. Non l'aveva mai sentito parlare con quel tono, quello di un cucciolo bastonato che cerca solo protezione. Però, nonostante la shock, non perse la sua determinazione nell' ottenere sempre ciò che voleva: -Prima fai colazione, dopo possiamo parlare quanto vuoi.-
-Mr. Stark, io non...-
-Gioco.-
Peter si sentì punto nell' orgoglio con quell' unica parola. Tony l' aveva già usata, significava sfida. Poteva ritirarsi come no, mostrare coraggio ed essere intrepido o scappare come faceva sempre. A testa alta, si diresse al grande tavolo e si sedette insieme agli altri. Osservò la figura di Stark di fronte a lui in attesa e si poggiò con le braccia sul piano.
Gli Avengers potevano quasi tagliare la tensione che era nata con un coltello, tuttavia non vollero mettersi in mezzo tra padre e figlio. Tony doveva capire che non potevano sempre parargli il culo.
Iron Man mise in un piatto dei pancakes, delle uova e del bacon e lo passò al figlio, assieme a un bicchiere di succo. -Vedi che quando vuoi sai essere obbediente?-
Natasha scattò sull' attenti e gli rifilò un pugno "lieve" all' addome. -Smettila di sfotterlo, sennò mi incazzo davvero.-
Tony sbuffò fuori l'aria rimasta e le parole: -Messaggio ricevuto.-
La colazione continuò con le persone che si alzavano da tavola, si sedevano o parlavano fra loro. Peter mangiava a piccoli pezzi e di questo Tony se ne rese conto. Decise, però, di lasciarlo fare; il suo stomaco doveva essersi ristretto molto in quel mese e, anche se prendeva mini porzioni con la forchetta ed era lento, l' importante era che mangiasse il giusto.
Fu quando il ragazzo si mise a canticchiare una certa melodia che ai presenti venne la pelle d'oca, in particolare a Tony, Steve e Bruce.
La canzone era Walk like a man. La stessa che loro tre gli cantavano da neonato per farlo addormentare.
-Com'è possibile?- sussurrò il biondo agli altri due vicini a lui, -Non aveva nemmeno un anno quando gliela cantavamo!-
-Sono i suoi poteri e il fatto di vederci di nuovo insieme, sicuramente.- spiegò Bruce, -Te l' avevo detto che se avesse iniziato a ricordare saremmo finiti nei casini, Tony.-
-In anzi tutto, siamo grati al cielo che da quando ha avuto quel mal di testa il suo "super udito" sia momentaneamente andato a farsi benedire...-
-Oh, è questo che ti preoccupa maggiormente?!-
-Potrebbe anche essere una nostra impressione, forse è soltanto il suo subconscio.-
-Tony ha ragione.- ragionò Steve mettendo le mani sulla penisola, come avevano fatto gli altri due. -Dobbiamo capire se è così.-
-E come?- strillò a voce bassa Banner.
Captain America guardò solenne entrambi, in sottofondo ancora il canticchiare del sedicenne e il resto della squadra che faceva finta di niente. Tony comprese e scosse la testa, -Sognatelo pure, Cap, non canto da anni.-
-Idem.-
-Che razza di uomini di scienza siete se non tentate un esperimento? Potremmo scoprire quanto in fondo può andare la sua memoria, se solo ci prova.-
Tony gli strinse in modo aggressivo il braccio. -Rischia di ricordarsi di me.-
Steve si liberò senza alcuna difficoltà, -Non accadrà e se succederà, tu avrai finalmente una buona scusa per smettere di nasconderti da lui. O iniziate voi o inizio io.-
Bruce ridacchiò leggermente. -Oh, Cap, puoi minacciare il tuo uomo quanto desideri, ma non hai nulla contro di me.-
-Dirò a Natasha la verità sulla tua missione a Berlino.-
-E cinque, sei, sette e otto...- si arrese e prese due cucchiaini, sbattendoli tra di loro per dare il ritmo. Tony e Steve, il primo ruotando gli occhi, intonarono le prime note acute della canzone. Girarono di poco la testa per vedere Peter che seguiva il tempo con la forchetta.
-Walk... walk... walk... walk...- attaccò Bruce, facendo cenno ai suoi amici che stava funzionando.
-Oh, how you tried... to cut me down to size... by telling dirty lies to my friends...- cantò Steve, seguito dal coro di base fatto da Tony e Bruce. Con la coda dell' occhio, notarono Peter unirsi involontariamente al coretto e sorridere.
Spider-Man li guardò di sfuggita, senza smettere di mostrarsi allegro. Be', se quello non era un buon segno!
-He said "walk like a man, talk like a man, walk like a man my son"...- vocalizzò il ritornello Tony e si ritrovò come il resto delle persone nella stanza a dondolare sul posto. Peter cantò col trio man mano che si dirigevano nella sua direzione e rise nel solletico provocato da loro.
Finita la breve canzone, Parker li scrutò ansante e sprizzante di felicità. -Come la conoscete?-
-Dovremmo farti noi questa domanda, è degli anni cinquanta.- gli scompigliò amichevole i capelli Bruce, rigirandogli la domanda per non fargli destare sospetti.
Le sopracciglia del più piccolo si abbassarono. -Ah... in tutta sincerità, non lo so. Devo averla sentita da qualche parte e mi è rimasta in testa.- constatò, non trovando un altro motivo. Allungò una mano per prendere un po' di frutta dal cestino al centro della tavola, ritirandola quando Tony gliela colpì facendogli male. -Ahia! Ehi!-
-Stark, che fai?- lo spintonò di poco Steve, allontanandolo dal ragazzo.
L' uomo lo spinse di conseguenza. -C'è la pesca in quel cesto, Rogers, lui è allergico alla pesca. Deve averla ordinata Jeremy, io lo uccido quel ragazzo...-
-E lei come lo sa che ne sono allergico?-
I due si ricordarono dell' adolescente e alle sue spalle videro Bruce e Clint fare cenno con le mani di tagliarsi la gola. Ovvero, tacere.
-Ehm... te l' ho spiegato, ragazzino, ti teniamo sotto torchio da un pezzo. Ora, non dovevi parlarmi?- deviò con attenzione il suo quesito il genio miliardario e lo prese, come suo solito, per un braccio. Diresse entrambi nel suo laboratorio, tanto sapeva che non avrebbe mangiato di più. Lo lasciò libero non appena la porta di vetro fu chiusa e insonorizzata, se ci scappava una litigata non voleva che sentissero anche i suoi amici.
-Spero vivamente che tu voglia spiegarmi cos' è successo ieri sera.- Tony incrociò le braccia al petto e con la testa indicò la valigia d'argento lontana da loro e su un tavolo da lavoro, -Per caso non ti piace il costume? È troppo poco per te?- lo provocò, voleva una reazione qualsiasi da parte sua.
Peter si grattò e sfregò un braccio per l'umiliazione di quello che stava per dire: -Mr. Stark, senta, la verità è che... sono una bomba.-
L' espressione che assunse Stark gli fece intendere che si era espresso male.
-Voglio dire... non appena faccio qualcosa di innocuo, combino sempre un pasticcio. Le cose che faccio bene sono quelle poche nel mio piccolo. Non appena faccio o tocco qualcosa, quella esplode. Distruggo tutto, che lo voglia o meno. E... non voglio distruggere anche questo. Lei lo ha fatto per me e ne sono sinceramente grato e colpito, ma... non fa per me. Mi trovo meglio con la mia di tuta. Tra l'altro, se non ne fossi capace? Se non ne fossi degno?- la voce gli divenne sempre più dolce, triste e abbattuta, guardava il suo mentore e si sentiva una nullità. -Non sono fatto per questo. Spider-Man sa cavarsela con quel poco che ha e prende, Peter Parker non può stare nella stessa stanza con troppe persone per molto tempo senza fare disastri. Non penso neanche di poter far parte di questa squadra. Non ho la più pallida idea di come funzioni tra di voi, io sono abitutato a lavorare da solo e, come se non bastasse, non mi fido di nessuno di voi. Non ci riesco. Andiamo... due assassini provetti, un uomo con problemi di rabbia e spaventosamente intelligente, un altro proveniente dal secolo scorso e inarrestabile, un Dio di un altro universo e pianeta... e poi c'è lei: un miliardario ex spilorcio, donnaiolo e ubriacone, che con le sue armi in passato ha ucciso chissà quante persone innocenti senza rendersene conto. Come dovrei sentirmi, a parer suo, a vivere con tutti voi?-
Ed ecco l' ennesimo dolore al cuore causato da quel piccolo genietto ribelle, perché sì, Tony era certo che non fossero i cocci nel suo petto a fargli male. E così... il ragnetto dubitava di sé, eh? E non si fidava?
Dovrò risolverla personalmente questa cosa.
-Bimbo-Ragno, adesso ascoltami e non interrompermi, ok? Se esiste al mondo una persona che può dire che tu non sei pronto per molte missioni di noi Avengers sono io. Ma nonostante ciò, so che sei e sarai in grado di fare grandi cose. In più, quella tuta è stata costruita da me: è indistruttibile. Non riusciresti a farla a pezzi neanche volendo. Quel costume è il livello successivo del gioco, capito? È il tuo "upgrade". Non l'ho fatto solo per aumentare le tue potenzialità, serve in particolare a proteggerti. La tutina che ti sei fatto da solo non può farlo, per tanto considerala già bruciata e ridotta in cenere. Non verrai a nessuna delle nostre missioni se non indossi la mia creazione. Sono stato chiaro?-
Le emozioni nel ragazzo sballarono, non capendo fino in fondo cosa Stark gli stesse dicendo. Voleva proteggerlo, e va bene. Voleva togliergli la sua stessa tuta? Diavolo, no. Per chi l'aveva preso?
Ah, già! Suo figlio...
-Non può rimpiazzarmi con ciò che ha perso.- non riuscì a trattenersi dal dirlo e gli si avvicinò di più, -E la mia "tutina", come la chiama lei, non la tocca. Come le ho detto, non mi fido. Voi andate pure a fare le vostre missioni del cavolo, io preferisco proteggere casa mia. Perciò, se non le dispiace, vado a fare un giro nel Queens; Spider-Man non si fa vedere da troppo.- lo superò dandogli una spallata e si diresse all' uscita del laboratorio.
-Guarda che se esci sei ancora più in punizione, Petey-pie. Abbiamo un patto.- gli disse dietro Tony, senza scomporsi.
Peter ghignò. -Più in punizione di così... e la smetta di chiamarmi in quel modo.- dopo di che andò ad aprire una finestra in camera sua, prese lo zaino con il suo costume e gli spara-ragnatele e se ne andò. Uscì troppo facilmente per i suoi gusti... infatti non si accorse che una delle armature di Tony lo stava seguendo.
Quando Stark tornò in cucina, aveva tante paia di occhi addosso. -Lo hai lasciato andare?- domandò stupito Rhodey.
-Non fare lo stupido, Mark 47 lo sta seguendo a debita distanza.-
-Ah, ecco...- annuì Clint, finendo il suo caffè.
-Se ve lo chiede, ditegli che non miro affatto a rimpiazzarlo.- Tony si sedette e ignorò la tv che Sam aveva acceso.
-Che significa?- chiese Bruce.
-Gli ho detto che mio figlio è morto e ha creduto che volessi usarlo come rimpiazzo.-
-Tu cosa?!- urlarono gli Avengers, facendolo saltare sulla sedia. -Diamine, gente...-
-Sei impazzito completamente?! Gesù, non fai altro che rifilargli una bugia una dopo l' altra.- si passò le mani tra i capelli Steve, sospirando affranto.
-Piantala con le menzogne, Stark, quando scoprirà tutto...-
-Se scoprirà tutto.- interruppe lui Natasha.
-Vuoi forse nascondergli la verità sui suoi per tutta la vita?!-
-Signore?- si mise in mezzo Jarvis, -Temo di doverle comunicare che suo figlio è in pericolo.-
-Come?!-
-Ragazzi...- li richiamò Falcon e ciò che videro sullo schermo non piacque a nessuno di loro, per niente. -... e quello che diavolo è?-
Alla televisione, il telegiornale mostrava un serpente rosso alto più o meno venti metri con occhi dorati, che distruggeva la città e tentava di mangiare le persone, rendendosi invisibile: -È apparso così dal nulla, questo orrendo essere, uscendo dalle fogne e attaccando immediatamente il Queens. Come potete vedere, Spider-Man sta tentando di bloccarlo, forse addirittura di ucciderlo, e tutta l'attenzione della creatura pare concentrata su di lui.-
Tony si alzò in piedi su gambe tremanti. -Oddio, Peter...-
No... no, no, no, non stava accadendo veramente, giusto? Eppure gliel'aveva detto di prendersi il costume nuovo, cazzo! Se quella specie di Nagini non lo ammazzava, ci avrebbe pensato lui stesso!
Steve non perse tempo: -Avengers Assemble!-

Otto Octavius, affiancato da Adrian Toomes, sorrise nel vedere le immagini provenienti dalla tv via cavo. -Bene, Snake è ufficialmente entrato in scena.- si voltò e parlò alla loro ospite, -Grazie di averlo potenziato, mia cara.-
Amaranta si unì a loro e si gustò lo show. -È stato un vero piacere.- con una mano salutò Venom, ingabbiato e urlante. La persona dentro di lui stava ancora lottando per liberarsi, invano. -Non temere, presto anche tu farai la tua parte. Per il momento, vediamo cosa sa fare il nostro Skip Westcott nella sua nuova forma...-

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-Kitta♡

The Hero's SecretWhere stories live. Discover now