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La bara in legno venne sollevata da sei uomini in giacca e cravatta, che percorsero un tragitto sull' erba del cimitero, seguiti da un vasto gruppo di persone. Tra questi, gli agenti di polizia, gli Avengers, Peter, Michelle e i nonni Jones.
Per rispetto, Happy aveva convinto i paparazzi e i giornalisti a non assistere.
Dopo pochi minuti di cammino, Peter si offrì volontario e aiutò a portare la bara di Elijah. Il cielo grigio, in presagio di pioggia, ancora non aveva mostrato il sole. E sembrava che non l'avrebbe fatto tanto presto.
Si sedettero alle sedie bianche mentre il corpo veniva sistemato sotto terra. Il prete parlò, fece la cerimonia e uomini in divisa tennero alti i fucili per rendere onore al loro collega.
Coi cuori che dolevano e gli occhi umidi, Peter e M.J. stavano a posti di distanza. Lei non l' aveva più guardato negli occhi dopo quel tremendo giochetto di Amaranta, ma il giovane sapeva che presto sarebbe esplosa.
Ripensò a tutte le volte in cui aveva parlato con Elijah, quelle che riusciva a ricordare. Quando cucinava per lui e la sorella, quando li portava a scuola, quando li aiutava a fare i compiti o veniva a cena da lui e May.
Gli salì un brivido per la schiena quando si accorse che nelle sue memorie c' erano troppi fantasmi.
Quando il funerale finì, rimasero solo loro due e la squadra. Michelle lasciò cadere una rosa sul terreno coperto e lesse la lapide: "Elijah David Jones - Amato figlio, fratello e nipote". Il dolore al petto fu così forte da impedirle di respirare bene. Tremò, gemette e pianse lacrime amare. Tutto il suo mondo era appena cambiato.
Suo fratello, il suo partner per la vita, colui che l' aveva cresciuta e amata, era andato via.
E lei non aveva potuto fare niente.
Serrando i denti e con la vena del collo che pulsava, si voltò e fece per andarsene, ma una mano la prese. -M.J.-
Chiuse gli occhi. No, non ce la faceva a stargli vicino come se nulla fosse successo. Faceva troppo male.
-M.J., ti prego.-
No!
Con uno scatto fulmineo, si girò e diede una sberla al suo migliore amico.
La famiglia di lui trattenne il fiato, Steve fu costretto a tenere Tony per una spalla pur di non farlo intervenire.
Peter mosse con prudenza la faccia che bruciava per guardarla, i suoi occhi erano rossi e colmi di negatività. -Hai ucciso mio fratello.- mormorò, scandendo bene le parole. -Mi avevi fatto una promessa e l' hai rotta. Non posso lasciartela passare questa, lo sai. Tu avevi giurato che lo avresti protetto per me, che se mai avessi dovuto scegliere avresti salvato lui! Mi avevi dato la tua parola, cazzo, sei un bugiardo!-
Il sedicenne deglutì, sentendo man mano ogni cosa di lui rompersi. Quella ragazza era tutta la sua vita e adesso la stava perdendo, se lo sentiva.
Mi dispiace.
-Mi hai tolto la mia famiglia, come posso fidarmi ancora di te? Ti guardo e provo solo disgusto. Anzi, no... non ce la faccio nemmeno a guardarti, io... non voglio vederti mai più!- lo spintonò e ansimò, -Abbiamo rotto, capito? È finita, basta, game over. Non voglio parlarti, sentirti o averti un'altra volta vicino, ti odio!- urlò e si voltò per correre via, fuori dal cancello e in lacrime.
Sembrava che ogni cosa buona in Peter se ne stesse andando via con lei: la luce, i colori, i sorrisi... tutto svanito. Era appena accaduto? Loro due... avevano rotto? Non erano più amici?
"Ti odio". M.J. mi odia...
Non riusciva a respirare e anche se fosse non aveva voglia di ricordarsi come si faceva.
Una mano calda gli si posò sulla spalla, quella di Bruce, e lo condusse assieme agli altri verso una delle macchine di Stark con le quali erano arrivati. Giunti alla Avengers Tower, trovarono Anya sdraiata sul divano colma di lividi e con un pacchetto di ghiaccio sulla testa. Sorrise loro con difficoltà: -Ciao, ragazzi.-
Peter la raggiunse subito e controllò le sue ferite. -Stai bene? Stai guarendo?-
-Sì, sì, certo. Ma quando si tratta di mia sorella, i miei poteri ci mettono sempre un po' a farmi riprendere. Sono svenuta e ho fatto in tempo solo a farmi apparire qui, cos'è successo?-
Il ragazzo esitò: -Elijah Jones è morto.-
-Oh, Peter...-
-E Octavius ha preso il mio sangue.-
-Cosa?! No!-
-Parli di questo?- Natasha mostrò fiera una fialetta con dentro del sangue. Bruce la baciò su una guancia. -Sei sempre fantastica, come ci sei riuscita?-
-Era talmente preso da Steve che non si è accorto di me; sono tornata in fretta sul tetto e gliel' ho sfilata dalla tasca.-
-Bene, un problema in meno.- sorrise di poco Clint, togliendosi la cravatta.
-Già, Venom dormirà ancora per un po'. Però non basta solo il sangue di Peter, serve un ospite.- Anya si mise seduta e gemette dal male alle gambe.
-Intendi qualcuno da possedere? Tipo Peter?- Rhodey levò la giacca e si mise sulla poltrona.
-Non è necessario che sia Peter. Con lui sarebbe più letale, ovvio, ma basta che ci sia chiunque come ospite per scatenarlo.-
-E qui io bevo. Chi vuole dello scotch? Whiskey?- Tony prese le ordinazioni e si diresse al frigo.
Anya vide la tristezza sul volto del fratello, quanto fosse abbattuto, e lo abbracciò. -Mia sorella pagherà anche per questo, vedrai.-
La mascella di lui si contrasse e ingoiò la bile per il disgusto, le sue pupille si fissarono oltre la spalla di lei. -Non è stata Amaranta a ucciderlo.-
Tony alzò di scatto la testa dopo aver distribuito le bibite.
La ragazza sentì improvvisamente la paura crescere in lei. Nuovo scontro in arrivo? -Che vuoi dire?-
Fece per rispondere quando il cellulare gli squillò. Vide chi era e si diresse fuori sul balcone, lasciando un'anta aperta. Poterono solo sentire che salutava qualcuno in spagnolo.
-Qualcuno può tradurre? Non ci capisco niente.- domandò Stark, facendo cenno al figlio.
-È invasione della privacy.-
-Ti ricordo che stai parlando con me, Cap.-
Clint bloccò velocemente Natasha. -Ci penso io. Il mio spagnolo è un po' arrugginito, ma so ancora come si fa.- si sporse da dov' era seduto, aguzzò la vista e il silenzio che calò gli fu molto d'aiuto.
-Hola, Gonzalo. No, no, estoy bien. Si, es una situación complicada entre yo y los Vengadores.-
-"Coca, Gonzalo. No, no, questo pane. Sì, è un sito del computer tra yogurt e i vegetali".-
-Tuve una pelea con M.J., me culpa para la muerte de su hermano. Creo que ella rumpiste nuestra amistad.-
-"Tubero una pigna con M.J., mi colpisce la pera morta dalla sua mano. Creta che il pagliaccetto non amidi".-
-Si, vendré a la fiesta al final de la escuela. Si, puedo invitar a Carl y Amy. No, no te preocupes, encontraremos un pasaje. Si, yo... quiero solo dormir. Bueno, hasta mañana.-
-"Sì, venderò la fiera alla finale di cucina. Sì, posso visitare Carl ed Amy. No, non ti pre-possedere, incontriamo un paesaggio. Sì, chiaro solo porta. Kinder Bueno, alza la pignatta". Certo che questi giovani d'oggi e il loro gergo, eh?- scosse la testa divertito, sdraiandosi sullo schienale alle sue spalle.
I suoi amici lo guardarono con biasimo.
-Che c'è?-
-I tuoi figli studiano spagnolo o francese?-
Guardò con sopracciglia corrugate la sua migliore amica e collega. -Latino.-
-Meglio per loro.- e bevve per dimenticare, -Ha detto di aver litigato con M.J. e che andrà alla festa di fine scuola con i suoi amici.-
-Bah! La mia versione aveva più senso...-
-Sicuro di non avere anche il cervello arrugginito oltre alla tua traduzione delle lingue?- Rhodey si beccò un cuscino in faccia per questo.
Il ragazzino tornò da loro e non ebbe il tempo di aprire bocca che Tony lo fermò: -Tu non andrai a nessuna festa!-
-Clint! Hai tradotto?-
La spia alzò le braccia come a dire "e io che c'entro?".
-Ci vado eccome!-
-Penso sia una buona idea.- si mise in mezzo Anya, -Ha bisogno di sfogarsi dopo quello che è successo.-
-No, invece ha bisogno di una bella dormita e di un pasto completo, non tocca cibo da quando tua sorella ha allagato il Queens!-
-Perché quando fa qualcosa di mortale diventa "mia sorella"? No, aspetta, che sto dicendo? Ah! Voi della Terra mi state infettando col vostro modo di fare... Tornando a noi, l' idea della festa è buona.-
-Per niente.- puntò l' indice contro il figlio, -Tu non vai proprio da nessuna parte, non sei nelle condizioni adatte. Ti ricordi com' è andata a finire con l' ultimo party a cui sei stato? Non voglio trovarti su un ciglio della strada ridotto nelle stesse condizioni.-
-Ehm, mi sono perso qualcosa?- non capì Bruce, seguito a ruota dagli altri. Fu Steve a rispondere: -Qualche settimana fa è andato a una festa di alcuni suoi amici ed è tornato a casa reduce da una sbornia e puzzava di erba.-
-Cosa?!- sbottò Rhodey.
-Peter!- lo sgridò Natasha.
-Oh, come se voi non aveste mai fatto una cosa del genere in vita vostra!-
Stark alzò un dito per zittire sul nascere il colonnello, il quale aveva aperto bocca. -No.-
-È giovane, è normale per lui compiere qualche errore.- continuò a difenderlo la stregha.
-Discorso chiuso, Magica Doremì, lui non ci andrà. E per essere sicuri, dirò a Happy di non lasciarsi convincere nel dargli un passaggio.-
Anya aguzzò la vista e si mise in piedi, sentendosi sfidata. Fece apparire una chiave. -Perché dovrebbe aver bisogno di un passaggio quando ha la sua Harley Davidson?-
-Non. Ci. Credo!- fece emozionato Peter, prendendole la chiave di mano. -Mi hai davvero preso una moto?-
-Ma sei matta?!-
-Ha l' età adatta e posso insegnargli io.- fece la linguaccia al miliardario. -Ma iniziamo domani, ok? Ora è meglio se dormo un po'.-
-Ho avuto la tua stessa idea.- le sorrise e si diresse alle scale.
Tony fece un colpo di tosse per richiamarlo. -Lo sai che la questione non è chiusa, vero?-
Sapeva perfettamente a che cosa si riferisse. -No, non è chiusa per niente.- e se ne andò a passi pesanti in camera sua.
Portava ancora addosso il gilet di pelle nera di Tony, quello che gli aveva regalato e che una volta era suo. Il tutore lo prese come un segnale di conforto, anche se ce l' aveva lo stesso a morte con lui.
L' uomo sospirò, la testa girava da far paura e i tremori non si erano bloccati. Dio, quella Maga Magò dai vestiti attillati era riuscita a far rivivere sia a lui che a Peter uno dei loro incubi peggiori. Non desiderava altro, da anni, che tornare indietro e salvare anche Ben Parker. Doveva essere migliore, le sue armature dovevano essere perfezionate.
Sennò per cosa le modificava a fare?
-Vuoi spiegarmi perché l' hai fatto?- lanciò uno sguardo stanco ad Anya.
Si mise le mani sui fianchi. -Ha bisogno di indipendenza. Non lo vuoi capire, vero? Elijah era il fratello della sua migliore amica, un' altra figura paterna, e oggi ha perso sia lui che lei. Lo conosco abbastanza bene da sapere che ha bisogno di rimanere da solo per affrontare tutto questo.-
Tony si leccò il labbro e lo morse, per nulla confidente. -Non so se ce la faccio a lasciarlo da solo.-
Clint annuì. -Lo sappiamo.-
Sbattè le palpebre e respirò male, trattenendo un pianto. -Non so se ce la faccio io a rimanere da solo.- e si sedette, coprendo la faccia con le mani e lasciandosi andare.
Steve si sedette al suo fianco e lo strinse. -Lo sappiamo.-
Natasha gli mise una mano sulla spalla. -Tu non ci hai raccontato tutto, Tony. E lo capiamo, Peter è la tua famiglia, è una questione tra di voi, ma... se c'è qualcosa di grosso in mezzo, se c'è un altro motivo per cui Peter è in pericolo, forse è meglio se ti fidi della tua squadra. Pepper voleva adottare Peter con te e poi è andata via, non ha alcun senso. Però sappi che se mai vorrai raccontarcelo, quando ti sentirai pronto, noi saremo qui per ascoltarti.-
Si strofinò il polso contro l' occhio per asciugarselo e ispirò per calmarsi. Sorrise commosso. -Grazie, Nat. Grazie a tutti voi.- li guardò come si può solamente guardare una famiglia.
Il suo telefono prese a suonare e si alzò, congedandoli. Si allontanò quando vide chi era. -Michelle?-
-Stark. So che non andiamo d'accordo su molte cose, a lei non piaceva quanto io e Peter fossimo legati, quindi... quindi voglio proporle un affare.- poté sentire la sua voce reduce da un pianto che di sicuro era durato parecchio. Non gli piacque che stesse parlando al passato riguardo al suo legame col ragazzo. -Vuole Peter tutto per sé? L' accontento, è tutto suo.-
-No, M.J., ascolta...-
-Sono seria. Niente secondi fini, giochiamo a carte scoperte. Ho solo bisogno di un piccolo favore da lei. Anche se... non mi fido molto, questo dovrebbe averlo capito. So che è un tipo manesco.-
-Io?!-
-Nel 2001 ha fatto a botte in un bar con un tizio, esatto?-
Una goccia di sudore gli percorse il collo. Cazzo, quella era una delle notti che proprio non voleva rivivere.
Paparazzi dei miei stivali...
Tony provò a vedere se qualcuno degli Avengers lo stesse spiando o stesse prestando attenzione a quella chiamata. -Non è una storia della quale sono felice di parlare.- sussurrò, -E il favore te lo faccio senza che tu debba cedermi niente, siete amici e io non mi metterò più tra voi.-
-No, non lo siamo più. Noi non... non possiamo più esserlo, capito? Dunque, ha intenzione di aiutarmi? Dopotutto, ha scelto suo figlio a mio fratello, perciò me lo deve.-
Chiuse gli occhi, sospirò e mentalmente chiese scusa a Peter. -Cosa vuoi che faccia?-
-Deve aiutarmi a scomparire.-

Tony apre la porta di vetro e si guarda attorno nel caos generale. Le persone sedute ai tavoli ridono, accompagnati dalla musica proveniente dal jukebox.
È un bar vecchio, ma elegante. Casualmente, lo stesso bar dove mesi prima ha conosciuto Mary.
Seduto al bancone su uno sgabello, lo vede. Sta bevendo una birra da un boccale grande e colmo, il berretto da baseball gli schiaccia i corti capelli sulla fronte.
Tenendo il profilo basso, lo raggiunge ma non si siede. Il cuore batte più forte non appena gli parla, cosciente di quello che vuole fare e delle conseguenze che porterà. -Come stai?-
Richard Parker gli concede solo un' occhiata con la coda dell' occhio e sogghigna. -Come vuoi che stia? Mia moglie è morta e mio figlio è in un' incubatrice perché non è arrivato neanche al nono mese. È stata una fortuna che tu ed Happy foste lì. Giuro che non appena becco Toomes gli infilo una delle sue armi su per il culo.- tracanna l' ultimo sorso e fa cenno al barista: -Un altro.-
-Non dovresti bere così tanto.-
-Io bevo quanto cazzo mi pare.- ringhia e prende subito in mano quello che è il terzo giro.
Tony deglutisce e si guarda attorno per assicurarsi che nessuno faccia caso a loro.
Richard ingoia la birra e torna a respirare. -Me l' aveva detto, Mary, che non voleva bambini. Io ho insistito e guarda come siamo finiti.-
-Non è stata colpa vostra.-
-Ah no? Non è passato neanche un anno dal nostro matrimonio e io sono già vedevo.- alza la voce, -Toomes ha ucciso mia moglie, mio figlio respira solo per chissà quale potere divino, Octavius mi dà la caccia perché è sicuro che io abbia l' ultimo siero di ragno con me e si è pure preso Venom! La mia vita fa schifo!- sbatte con forza il bicchiere sul piano di legno, rischiando di rompere o scheggiare entrambi.
È ubriaco. Totalmente ubriaco e andato.
E Tony si costringe a farlo, sapendo che non avrà mai più il coraggio di agire. -Non è tuo.-
Lo scienziato ridacchia, poggiando il mento sul braccio piegato e disteso sul bancone. -Cosa non è mio?- strascica le parole, facendo girare il boccale per un divertimento infantile.
-Peter.- soffia e la mano di Richard si ferma. -Non è tuo. È mio.-
Mi dispiace.
Il suo amico ci impiega secondi per muoversi e voltare la testa nella sua direzione. Sembra non aver capito. -Di che stai parlando?-
Contraendo i muscoli, tira fuori dalla tasca una fotocopia del test di paternità - quello originale lo ha messo in un luogo sicuro - e la spinge verso di lui con le dita. Lì, scritto nero su bianco, ci sono i nomi di Mary e Tony. -Ti abbiamo mentito, sia io che lei. Ci siamo conosciuti uno o due mesi prima che io e te diventassimo soci, proprio in questo bar. Avevate litigato e ho scoperto solo il mattino dopo che doveva sposarsi. Non l' ho più vista fino a quando non me l' hai presentata tu. Mi ha confermato che il bambino è mio non appena siamo rimasti da soli. Io volevo dirtelo, ma Mary... Mary mi ha imposto il silenzio. So che non mi perdonerai mai, lo capisco. Però adesso che Mary non c'è più, dobbiamo discutere su chi terrà Peter. La battaglia legale era già in corso tra me e lei a tua insaputa, ora dovrai prendere tu il suo posto. Mi dispiace per tutto, Rich.-
Mi dispiace immensamente.
Con dita tremanti, Richard fa scivolare verso di sé sul piano il foglio di carta. Lo fissa senza emozioni, senza alcuna reazione, apatico.
Stark comincia a preoccuparsi. -Richard?-
Attimi di silenzio e poi... un pugno in faccia. Tony barcolla e va a finire contro delle sedie e un tavolo vuoto. I clienti urlano dallo spavento. Parker torna all' attacco e continua a colpirlo, il miliardario reagisce solo per proteggersi.
-Figlio di puttana!- grida Richard, mettendogli le mani al collo. -Ti sei scopato mia moglie, bastardo! Ti sei preso la mia famiglia!-
Le persone tentano di allontarsi e a Tony gli si rizzano i peli delle braccia quando nota dei flash. Ecco, ci mancava solo questa.
-Io ti ammazzo, stronzo!- sbraita e viene spinto via. Tony lo guarda col sangue in bocca e un occhio nero. -Non è mio... pezzo di merda, ti sei preso ciò che era mio! Non sei altro che un puttaniere, amico del cazzo!- lo insulta nuovamente ed esce dal bar, sbattendo l' anta.
Tony prende dei respiri profondi, scosso e per nulla sorpreso da quella reazione. Prende la fotocopia e si dirige all' ospedale, ha solo bisogno di vedere suo figlio.

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Commentate, grazie! :)

-Kitta♡

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