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Happy pulì l' addome di Quinn con dei fazzoletti, mentre Tony tentava di calmare Natasha.
-È uno scherzo, vero?-
-Nat, non è stata una cosa voluta, ok? È successo e basta.-
-Ci mancherebbe altro. Peter lo sa?-
La faccia di Stark fu abbastanza come risposta.
-No, certo che non lo sa.- brontolò la donna. Scosse la testa e si voltò per andarsene, ma Tony la prese per un braccio in modo disperato.
-Aspetta! Ti scongiuro, non deve saperlo nessuno. Sono già tutti concentrati col piano di riprenderci la torre e salvare New York, questo potrebbe solo distrarli.-
-È una ragazzina, Tony. I suoi fratelli sono là fuori, ignari di questo accaduto, e tuo figlio non sa che sta per diventare padre. Questa non è una distrazione, d'accordo? È un' emergenza da codice rosso.-
E Tony lo sapeva bene, fin troppo bene. Aveva troppe cose nella testa; Jarvis e Friday non gli avevano ancora risposta, doveva trovare un modo per proteggere Quinn e suo nipote e doveva convincere Peter a farsi rimettere il chip. Ora c'era anche una Natasha arrabbiata e una Natasha arrabbiata non era mai una buona cosa.
-Hai ragione, hai perfettamente ragione. Prima o poi lo sapranno tutti, me ne rendo conto, però non possono saperlo adesso. È una scelta di Quinn, sarà lei a decidere se e quando dirlo agli altri.-
La donna serrò le labbra e la mascella, mentre esaminava Quinn. Così giovane, ancora inesperta della vita. Poi tornò a fissare il suo amico con un nodo allo stomaco. -Va bene, capisco cosa vuoi dire. Tuttavia ti avverto, Stark, sto perdendo la pazienza. Sono stanca dei tuoi segreti e dei tuoi giochetti, a me piacciono le cose chiare. Ci hai nascosto Pepper, ci hai nascosto Richard e ora vuoi nascondere Quinn.- gli andò sempre più vicino, affrontandolo a muso duro. -Sappiamo che c'è dell' altro, è palese che ci sia dell' altro, il vero motivo per cui non vuoi dire a Peter chi sei per lui. Sto perdendo la testa, capito? Tutto questo sta distruggendo la nostra famiglia, io e Bruce abbiamo perso Michelle e tu sai bene quanto ci stessimo affezionando a lei. Se devo perdere anche il mio figlioccio, voglio saperlo ora. Parla, Tony, dimmi cosa non so. O giuro che esco da quella porta e nessuno di voi rivedrà mai più me o mio marito.-
Iron Man provò un forte senso di nausea, come se la scarsa colazione fatta quella mattina gli stesse risalendo su dallo stomaco. Nessuno lo aveva mai minacciato di andarsene e lui di sicuro non voleva perdere nessuno della famiglia che si era creato con così tanta fatica.
Natasha era come una sorella. Era paziente, ragionevole, e se addirittura lei era arrivata ad un tale punto di rottura allora significava che era veramente stufa di tutta quella storia.
Non posso perderla.
Non aveva mai detto quell' orribile segreto a nessuno, né a Rhodey né a Happy. Figurarsi se l' avrebbe mai detto a Pepper, lo avrebbe odiato a morte. Se Natasha se lo sarebbe fatto scappare di fronte a qualcuno, di fronte a Peter... sarebbe stata la fine per lui. E suo figlio sarebbe morto dal dolore.
Non posso farlo.
-Mi dispiace, Nat. Non posso.-
La rossa sorrise amara scuotendo la testa. -Peggio per te.- sussurrò acida ed uscì dalla stanza, sbattendosi la porta dietro. Con l' adrenalina nelle vene, camminò a passo svelto nel corridoio e salì una lunga rampa di scale.
Non sapeva dove stesse andando, non le importava, aveva solo bisogno di scaricarsi e rimanere sola. Non voleva allontanarsi da quella vita, però quei segreti e i pericoli che Peter stava correndo costantemente non la facevano dormire la notte. Gli voleva bene, con tutto il cuore, e se Stark sapeva qualcosa di importante su di lui doveva dirlo.
Era stressata, al limite. Aveva passato l' intera estate a prepararsi per il proprio matrimonio e a cercare Michelle Jones con duo marito. Entrambi erano coscienti che Tony l' aveva aiutata a sparire da New York e il fatto che non volesse raccontarlo a nessuno la faceva incazzare.
Entrò in una camera vuota e si chiuse dentro a chiave. Prese a calci la sedia e spaccò qualche mobilia vecchia, urlando e piangendo. Bruce era tutto quello che aveva adesso...
-Pensavo fosse Banner ad avere problemi di rabbia.-
Romanoff si mise dritta di colpo e si girò, Anya era poggiata ad una parete e la osservava triste. -Potresti usare il tuo teletrasporto per entrare nella torre e fermare Amaranta, lo sai?-
-Mia sorella non è stupida. Ha messo un campo di forza intorno la torre, se non sono all' interno la mia magia non funziona per entrarci.-
Malamente, si asciugò le guance umide. -Senza offesa, detesto la magia. È una cosa che non si può spiegare.-
-Non ha regole, per questo è bella. È caos. Voi umani ne siete sempre circondati in qualche modo.- la strega le andò incontro e la guardò determinata, -Non puoi andartene.-
Natasha maledì la lettura del pensiero di quella ragazza. -No? Guardami.-
-Non vedo il futuro come Amaranta, ma so che avremo bisogno di te e Bruce. Gli Avengers hanno iniziato questo cammino insieme, dovete finirlo insieme. E francamente non capisco il perché di tanta rabbia da parte tua.-
La spia fece un passo indietro e sospirò, vedendo il pavimento come un nascondiglio da quegli occhi chiari che la stordivano. Anya era più bionda e gli occhi le erano diventati color verde rubino. -Quinn è incinta. Ma suppongo che tu lo sapessi già.-
-È così infatti.-
-Fantastico... Ecco perché sono furiosa, mi fa rabbia non sapere tutto quello che succede alle persone a cui tengo. Presumo che tu sappia anche cosa ci sta nascondendo Tony da diciassette anni.-
Anya abbassò la testa con fare colpevole.
Natasha ridacchiò cattiva. -Cazzo. Wow. Lui e Steve erano la colla del nostro gruppo, i primi a dire che dobbiamo fidarci gli uni degli altri senza nascoderci nulla. Erano tutte balle, giusto?-
-Certi segreti devono rimanere tali se non si vuole avere un cuore spezzato tra le mani.-
-Parli di Peter? Be', il cuore spezzato non è solo il suo. Lo sai che è stato Tony ad aiutare M.J. a fuggire da qui? Lui sa dove si trova e non me lo vuole dire.- indicò verso la porta, l' altra mano sul fianco. -Come può farmi una cosa del genere? Pensa di avere delle priorità perché lui e Peter sono padre e figlio di sangue? Non conta assolutamente nulla! Sa perfettamente che io, Bruce e lei ci trovavamo in sintonia. Pensavo fosse mio amico, ma tiene più a sé stesso che a noi. È un egoista, un codardo, mi sta tenendo lontano da mia...!- si interruppe appena in tempo e si portò un palmo alla bocca. Chiuse gli occhi e represse un singhiozzo.
Anya provò una sensazione terribile alla bocca dello stomaco e al petto, come se qualcuno la stesse schiacciando così tanto da toglierle il respiro. Poteva percepire le emozioni negative della russa. -"Figlia"? Stavi per dire "figlia"?-
-Fa' finta di niente, ti prego.- Natasha le diede le spalle e si abbracciò da sola. Cosa stava pensando? Perché si sentiva lacerare?
-Quattro minuti e trentasei secondi.-
Tornò col volto nella sua direzione e corrugò la fronte. -Come?-
-Quattro minuti e trentasei secondi. È il tempo che ti ci è voluto per capire che M.J. è tua figlia la prima volta che vi siete parlate. Quattro minuti e trentasei secondi.-
-Che stai dicendo?-
-Non l' hai fatta nascere tu.- sorrise gentilmente, lo sguardo addolcito. -Non l' hai cresciuta. Non ha il tuo sangue. Ti è bastato starle vicino, conoscerla, stare con lei assieme all' uomo che ami... e la scintilla è scattata. L' hai provata, vero? Quella sensazione strana, come quando si sta a galla nell' acqua facendo il morto. Libertà, spensieratezza, felicità. Senti tutto e allo stesso tempo non senti niente. E lei è lì, che ti guarda e sorride, chiedendoti aiuto o un consiglio. Non negarlo, Nat. Tu lo hai provato.-
Bloccata sul posto, la donna la fissò in tralice con un nodo alla gola. L' unica volta in cui aveva ammesso i suoi sentimenti era stato quando aveva detto a Bruce che lo amava e aveva continuato a farlo. Ma questo? Questo era un nuovo territorio e lei non era pronta ed esplorarlo. -È troppo tardi ormai.-
-Sei arrabbiata perché Quinn è incinta e tu no. Perché lei può avere figli e tu no. Perché lei non ci ha neanche provato e tu non puoi neanche provare.-
-Ho capito!- gridò, esplodendo in tutto il suo male con gli occhi rossi dalle lacrime. -Sono sterile, non è mai stato un segreto. Mi hanno ridotta così per rendermi più forte, per dimostrare che le donne non servono solo per fare bambini. Non mi hanno chiesto se volevo farlo, mi hanno presa e basta. Sono stata addestrata per questo. E adesso? Non è questione di utero o meno, di uomo o donna, io come persona voglio un figlio! Lo confesso, contenta?! Sono pronta per essere madre, voglio essere madre! Ma non posso, non posso averlo, e non accadrà ma...!-
Il suo sproloquio si fermò quando Anya le andò addosso. Le mise una mano sulla schiena per tenerla ferma e l' altra la poggiò sul suo ventre, con le dita che puntavano verso il basso. Una luce dorata si sprigionò dal suo palmo e dalle iridi della Magissa, un calore avvolse l' addome di Natasha facendole inumidire gli occhi e i loro capelli si alzarono per la forza che si sprigionò.
Pochi secondi dopo, la luce sparì e Anya le sorrise amorevole. -Sì, ora sei pronta.-
La donna boccheggiò stupita, bianca in volto, senza sapere cosa o come pronunciare una frase.
Cosa? Ha fatto...? Ha veramente...?
Anya tirò fuori dalla tasca un coltellino svizzero con delle piccole gocce di sangue secche sopra. -È il coltellino di Silvester con il sangue di Peter. Puoi chiedere a Bruce di esaminarlo per me? Devo accertarmi di una cosa.-
Lei lo prese e, parlando del Diavolo, da dietro la porta giunse la voce dello scienziato. -Nat, Anya, siete qui? Venite, Tony è riuscito a connettersi a Jarvis.-
Quando le due donne uscirono da lì, Natasha baciò con passione il suo uomo chiedendogli una serata tranquilla per solo loro due.

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-Kitta♡

The Hero's SecretWhere stories live. Discover now