Epilogo

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Non si voltò quando sentì la porta aprirsi e restò disteso su un fianco a guardare il muro e le finestre, ma a smuoverlo fu altro. Una voce. -Billy?-
Girò la testa e sbirciò con la coda dell'occhio. Sulla soglia gli Avengers, dentro la stanza Michelle Jones.
La sua M.J.
Proprio come aveva sperato per mesi, era tornata proprio quando aveva avuto maggior bisogno di lei. Allungò un braccio per farle capire di raggiungerlo. La ragazza si levò senza pudore i jeans e la giacca, rimanendo in intimo e maglia di cotone. Gli prese la mano e si arrampicò sul materasso grande, lasciandosi manovrare da lui come più desiderava. Peter si sedette e se la mise sopra a cavalcioni, coprendo entrambi alle gambe e tenendo ferma la coperta a metà della schiena dell'amica. Strinse il corpo caldo a sé, sentendosi bene nel provare il calore delle cosce e del ventre di lei addosso. Seppellì il viso sul suo petto e in mezzo al seno coperto e, così, si lasciò andare ad un pianto disperato.
Pepper Potts, sua madre. Quinn Kenny, la ragazza che aveva amato e madre di suo figlio. Anya, sua sorella. Le aveva perse tutte. E l'uomo che avrebbe dovuto proteggerlo e amarlo più di tutti gliele aveva portate via. Aveva tentato di ucciderlo e gli aveva tolto tutto. Tutto quanto era partito da lui. Tutta la sua vita era una bugia.
Nella sua testa ogni ricordo se n'era andato, i pensieri erano scomparsi. Vuoto, il nulla. Il cuore... ce l'aveva ancora, un cuore? Non lo sapeva. Non gli importava. Voleva solo piangere.
M.J. gli poggiò una mano sulla schiena e l'altra la usò per accarezzarlo tra i capelli. -Shh, è tutto ok. Respira. Starai bene, Pete. Mi dispiace tantissimo.-
-Sono morte... sono tutte morte... Quinn, Anya, potevo salvarle.- parlò così piano che riuscì a sentirlo solo lei.
-Non è stata colpa tua, non eri in te. Anya ha fatto la sua scelta.-
-Il punto è proprio questo. Anche se non ero completamente io, una parte di me lo voleva, voleva far del male. Far provare alla gente il dolore che stavo passando io. In parte è anche colpa mia. La mia rabbia ha fatto questo. Se non mi fossi arreso... se non mi fossi ceduto a Venom...- si perse nei singhiozzi.
Michelle, gli occhi lucidi, scosse il capo. -Calmati, Peter. Adesso raccontami cos'è successo esattamente, va bene? Io non ti giudicherò.-
Gli adulti decisero di lasciare loro i loro spazi e scesero al piano di sotto, nel salone della Stark Tower. Avevano chiamato i Kenny per dar loro la notizia e si erano presi il corpo di Quinn per fare il funerale e seppellirla con rispetto, senza dare troppi dettagli su come fosse successo. Volevano raccogliere le ceneri di Anya, ma erano volate nel vento e andate perdute. Erano tornati a casa, feriti nei corpi e nelle anime, e avevano fatto a turno per medicarsi a vicenda. Bruce zoppicava, non ancora abituato alla crescita della nuova gamba, e Clint presto si sarebbe dovuto operare alla spalla.
Nessuno aprì bocca mentre Steve preparava dei bicchieri, riempiendoli con qualunque veleno ci fosse nella cucina. Li fece passare e poi alzò il proprio. -A Quinn e Anya. Due giovani forti e leali che ci hanno aiutato molto in questi mesi. Le loro morti non saranno accadute invano. Troveremo Amaranta e la fermeremo, non importa quale sarà il suo prossimo piano. Salute.-
Rhodey alzò il bicchiere assieme agli altri in un brindisi e si sedette sul divano, in mezzo a sua figlia e alla ex moglie. Notò T'Challa e Shuri in disparte, lei seduta su una poltrona, lui su uno dei due braccioli di essa. Non erano a conoscenza di cosa fosse accaduto loro in tutti quei mesi, eppure erano corsi subito ad aiutarli. Un gesto di vera amicizia, a detta sua.
L'occhio gli cadde poi su Natasha, la quale camminò a passo deciso verso il suo migliore amico e gli rifilò una sberla.
Tony, per niente scioccato dalla cosa, si massaggio la metà del viso dolorante. -Grazie, mi ci voleva proprio in questo momento.-
-Hai ucciso sua madre, stronzo, dovremmo arrestarti.-
-Non volevo uccidere Pepper, l'amavo.-
-E guarda dove siamo finiti.- fece aspro Clint. -Non miravi a lei, certo, ma miravi a Peter. A tuo figlio. E se questo è il tuo modo di amare, che il cielo salvi Cap e Pete.-
-Hai giocato a fare Dio, Stark.- Thor, che era stato messo a conoscenza di tutto assieme al fratello, lo fissò inorridito. -E ci hai nascosto tutto per quasi diciotto anni. Se fossimo stati ad Asgard, come minimo saresti stato esiliato.-
-Ahimè, io sapevo tutto da sempre.- Loki sorrise amaro all'uomo incriminato. -Se me lo avessi lasciato portare via, anni fa, tutto questo non sarebbe mai accaduto.-
-Ho fatto ciò che pensavo fosse giusto.-
-Per chi?- sbottò Bruce, alzandosi in piedi dal divano. -Per Pepper? Per Peter? No, Tony, tu l'hai fatto per te. Hai usato la scienza per distruggere invece che per creare, hai modificato le memorie a tutto il mondo con la magia di Anya facendo credere che Mary Fitzgerald fosse la vera madre di Peter, hai lasciato morire Ben Parker per gelosia o per timore che dicesse tutto al nipote! Fra tutte le cose che hai fatto, il tuo problema con l'alcol, il tuo passato da "mercante di morte", Ultron, questa le batte tutte. Questo è il jackpot delle stronzate fenomenali del grande Tony Stark! Se Wanda fosse qui, le chiederei di leggerti la mente solo per scoprire se nascondi altra merda.-
-Che altro potevo fare? Sarebbe morto lo stesso e Richard e Pepper avevano detto di no al siero. Che ne potevo sapere io che Richard le avesse lasciato il siero nella borsetta? So che quello che ho fatto è sbagliato, merito qualsiasi punizione vogliate darmi. Stavo anche per lasciarmi morire in mano a Peter versione Venom e sarebbe accaduto, sarei morto se Michelle non fosse arrivata. Però non trattatemi come se fossi l'unico con dei peccati qui. Ad esempio, che ne dite di tutti gli innocenti che ha ucciso Barnes, compresi i miei genitori? Loro non li contate?-
-No!- Steve alzò la voce e un dito, tremando nel guardare male il proprio compagno. -Non provare a tirare in ballo quella storia, Tony. Bucky è stato manipolato e controllato per decenni dall'Hydra, non era consapevole di quello che stava facendo. Tu con Pepper sì.-
-Senti, non...- fece per ribattere, venendo di conseguenza distratto da Michelle che scendeva le scale. Anche lei, come la russa, gli diede uno schiaffo così forte da fargli voltare la testa. Adesso aveva compreso perché le due si piacessero. -Ok, qualcun'altro? Prendete il numeretto almeno, non ve lo lascio mica fare gratis.-
-Lei è disgustoso, vergognoso, un mostro! Ha voluto uccidere il suo stesso figlio, chi è così spregevole?!-
-Ti ha detto tutto?-
-Ogni. Cosa.-
Iron Man si toccò piano per la seconda volta la stessa guancia, il dolore più grande lo sentì nel petto. -Vado a parlargli.- s'incamminò verso le scale, ma Black Panther fu veloce e gli intralciò la strada. -No.-
-Scusami?-
-In questo momento ha bisogno di restare solo.- Hailey accarezzò il ginocchio di Rhodes, poggiato contro il suo. -Tu sei sicuramente l'ultima persona che può permettersi di fargli visita.-
-Ha ragione.- concordò Sam, seduto su un bracciolo del divano con le braccia incrociate e il capo chino. -Amaranta e i tuoi segreti lo hanno fatto a pezzi, Stark. Noi abbiamo parlato e tutti riteniamo che...- si guardò in giro, non sapendo come proseguire la frase.
Natasha prese un respiro profondo e si avvicinò al marito, mettendogli una mano su una spalla per accarezzarlo. -Che è meglio se... se stai lontano da Peter per un po'.-
Tony sgranò gli occhi così tanto che le sopracciglia scure quasi toccarono l'attaccatura dei capelli. Si girò da tutte le parti per avere conferma e non riuscì a trattenere una risata amara. -Voi... scherzate, vero?- era per metà serio e metà preoccupato. Tutta la squadra era contro di lui e non poteva dar loro torto, ma questo era troppo. Faceva male essere solo. Quando capì che non avrebbe ricevuto risposta, perse la pazienza. -Basta, io salgo e voi non potete fermarmi.-
-Tony, fidati, è meglio di no.- Shuri aveva perso il sorriso quando le avevano detto tutto assieme al fratello e ora pareva supplicare il miliardario.
-Non sarete di certo voi a dirmi cosa fare con mio figlio.-
Steve lo raggiunse in fretta, gli mise una mano sul petto e lo spinse via senza troppa forza per non farlo passare. -Vuoi scommettere?-
Tony sbatté più volte le palpebre, incredulo. -Mi hai appena spintonato? Tu mi... mi ha spintonato, per caso?- chiese conferma a Rhodey.
Il biondo gli si fece più vicino, i loro nasi si sfiorarono. -Se vorrai avvicinarti a quel povero ragazzo, dovrai prima passare su di me.-
-Ah, siamo passati alle minacce adesso? Bene, sai quanto adoro i nostri preliminari.-
Thor tentò di farsi prevalere, senza alcun risultato. -Ragazzi, no.-
-Ragazzi, sì.- ghignò divertito Loki.
Tony alzò un braccio in direzione del suo laboratorio e la mano di una sua armatura lo coprì, dopo di che la puntò contro l'uomo. -Togliti di mezzo, Cap, non scherzo.-
-Nemmeno io.-
-Ho un bruttissimo déjà-vu.- fece Bucky, spostando costantemente lo sguardo tra i due sfidanti.
Stark mosse su e giù le ciglia nell'osservarlo con aria innocente. -Oh, no, non è un déjà-vu. Questo è un déjà-vu.- e afferrò velocemente Rogers, sfruttando la forza della mano meccanica per lanciarlo contro il divano dietro di lui. Infuriato, Steve prese lo scudo che aveva poggiato lì vicino e glielo lanciò contro. La mano robotica lo bloccò a mezz'aria, come fosse un frisbee. -Non dovevi farlo. Jarvis, Mark 32.-
-Fermi!- gridò Bruce invano.
In un attimo, Tony aveva preso Steve e aveva fatto un buco sul soffitto, facendo finire entrambi sul tetto. Gli altri li raggiunsero e li trovarono intenti a prendersi a cazzotti. Dopo che Cap si protesse con lo scudo da un colpo di laser, un fulmine si mise in mezzo a loro. Thor aveva scatenato i suoi poteri ed era pronto a farlo di nuovo.
-Non intromettetevi.- Steve sputò sangue nel parlare e trafisse con gli occhi Tony, -È una questione tra me e lui.-
-Che state facendo?- la voce di M.J. giungeva dalla porta che conduceva al tetto dall' ultimo piano. Era andata a recuperare l'amico, il quale fissava attonito la scena. Non appena Iron Man fece cenno di avvicinarsi al ragazzo, lo scudo colorato lo colpì e lo fece cadere di sotto.
-Michelle, Peter, venite qui.- Natasha prese per le braccia i due giovani e li nascose tra sé e la squadra, dove già stavano tenendo d'occhio Shuri e Joen. Suo marito strinse preventivamente M.J. per proteggerla meglio.
Tony tornò su in volo senza problemi, tenendo una certa distanza da chiunque. La maschera dorata e rossa puntava minacciosamente Captain America. -Non puoi tenermi lontano da lui.- ruggì, la voce era metallica. -Io sono suo padre.-
Steve non mostrò alcun sentimento, se non rassegnazione e sdegno. -Lo ero anch'io.-
"È mio amico".
"Lo ero anch'io".
Con quelle parole, l' uomo nell' armatura provò nuovamente il senso di tradimento che aveva provato anni prima. Nessuno dei due era riuscito a dimenticare il litigio provocato da Winter Soldier.
Tony fece un verso di biasimo. -Te lo concedo, mantenere un segreto fa schifo. Immagino che le nozze siano annullate a questo punto, non credi?- e proprio quando stava per alzare il braccio per colpirlo e Steve cercava di alzare lo scudo per difendersi, un'esplosione e una luce accecante risuonarono e circondarono il pianeta, rendendola silenziosa per secondi interminabili.
Peter sbatté le palpebre e tornò a vedere. Erano tutti finiti a terra, talmente scossi che Stark aveva di nuovo i vestiti normali; Mark 32 era a pezzi ai suoi piedi e lo scudo di Steve era spaccato in due, così come la torre.
-Che diavolo era quello?- grugnì Joen, in ginocchio a tenersi un lato della testa.
-No, fermi! Non muovetevi.- T'Challa alzò una mano e fece cenno sotto di loro. Il tetto era colmo di crepe, sia gravi che non. Il fatto che sarebbe crollato da un momento all' altro era palese. -Un solo movimento brusco e cadremo di sotto. Non sono certo che le armature di Tony siano abbastanza per prenderci tutti.-
-Si può sapere cos'è stato?- Hailey cercò un qualche indizio nel cielo grigio, il quale stava iniziando ad assumere un colorito strano, tra il rosa e il nero.
Thor fece lo stesso e il fratello seguì il suo sguardo. -Qualunque cosa fosse, sono sicuro di due cose: una potenza del genere avrebbero potuto sentirla anche fino ad Asgard e di certo non era Amaranta. Non so se per noi questo sia un bene o un male.-
-Steve...- chiamò debolmente Barnes e mosse il braccio destro... che si stava sgretolando in cenere. In un attimo, Bucky era sparito nell' aria.
-Cosa?- Tony sbiancò.
-Bucky!- Steve fece dei passi avanti, del suo amico non c'era rimasto niente. -Che gli è successo? Dov'è finito?!-
-Non lo so.- Falcon era traumatizzato.
-Oh, mio Dio... Peter!-
Iron Man seguì lo sguardo di Michelle; la mano del figlio stava diventando cenere.
-NO!-
-Tony, no!-
Troppo tardi. Stark riuscì a fare solo pochi passi pesanti prima che il cemento sotto di loro crollasse. Urlarono, volarono giù assieme ai resti della Stark Tower e la metà di loro si disintegrò in polvere.
Una nuova armatura circondò il corpo del miliardario. -Jarvis, più veloce!- Tony si allungò nel volare verso il basso e tentò di prendere Peter.
Le dita del ragazzo sparirono non appena le sfiorò, seguite dal resto del corpo.
L' ultima cosa che vide di lui furono gli occhi, pieni di orrore sul punto di morte.
Non riuscendo a fermarsi in tempo, si schiantò contro il suolo e lasciò una lunga strisciata sulla strada. Tossì e buttò da una parte la maschera. Zoppicò nel rimettersi in piedi e si passò una mano tra i capelli impolverati, cercandolo intorno a sé.
Non c'è? Non c'è. Perché cazzo non c'è?!
-Peter!- Tony strillò con così tanto fiato che gli parve di santire i polmoni salire verso la gola. Affannato, le lacrime gli bagnarono le guance sporce e rosse dal panico. La sua pelle si stava surriscaldando e arrossendo, coperta di lividi, graffi e terriccio.
Con aggressività, si liberò della sua corazza e rimase in tuta. -Peter!-
Alcune Mark create da lui erano in giro, sparse, segno che avevano preso in tempo gli altri e li avevano portati in salvo. Guardò il suo gruppo, i suoi amici... mancava qualcuno.
Si avvicinarono tra di loro, creando una specie di cerchio. Erano rimasti lui, Steve, Natasha, Bruce, Clint, Rhodey, Loki e Michelle. Tutti a girarsi e a guardarsi attorno.
Dove sono tutti gli altri? Dov'è mio figlio?
-Thor?- chiamò il Dio asgardiano, aveva un' espressione di consapevolezza. Come se avesse capito cosa fosse successo e la gravità della situazione. -Fratello?-
Il colonnello Rhodes aveva le lacrime agli occhi. -Hailey! Joen!-
Silenzio di tomba e poi... volarono nomi da tutte le parti.
M.J. si portò le mani ai capelli ed emise un latrato acuto disperato: -Peter!-
-Sam! Bucky!-
-Thor, dove sei?!-
-Shuri! T'Challa!-
Clint stava per avere un attacco di panico quando lo assalì un pensiero e prese il telefono. Ebbe la conferma quando nessuno della sua famiglia gli rispose. Rhodey lo aiutò a farlo tornare a respirare, ma anche lui era sull'orlo di una crisi.
Tony sentì il cuore pulsargli nelle orecchie e il fiato venir meno, lo sguardo fisso sui suoi compagni che piangevano e impazzivano nella ricerca dei loro amici e delle loro famiglie. Stava per avere anche lui un attacco, uno di quelli forti e violenti. Non ci stava capendo nulla. -Dove sono finiti tutti?-
-Thanos.- Loki aveva lo sguardo puntato sul marciapiede, arrabbiato come non mai e in lutto. -Deve aver preso tutte le gemme dell'Infinito, come aveva progettato tempo fa. Unendole in un guanto specializzato e fatto apposta, ha schioccato le dita e ha fatto la sua volontà: metà della popolazione universale è andata persa. Morta. Non esiste più.-
Il cuore di Stark si accartocciò su sé stesso. -Morta?- non voleva aver capito quella parola. Non voleva conoscerla affatto quella parola.
Si rese conto solo in quel momento che, non molto lontano da loro, le persone urlavano o si disintegravano in cenere. Le macchine sbandavano andando a sbattere, così come le moto e gli autobus.
No... no, no, non esiste. "Peter" e "morto" non possono esistere nella stessa frase.
-Spero sia uno dei tuoi trucchi, Loki. Dov'è finito mio figlio? Rispondi, bastardo!-
-Io non c'entro niente, midgardiano! Thanos ha sempre avuto questo obiettivo. Credi di essere l' unico ferito qui? Eh?! Ha preso otto di noi, tra cui mio fratello, sono furioso quanto te!-
-Nove.-
Le teste si girarono in direzione di M.J., compresa quella di Steve. -Come?-
Le pupille di lei divennero d'oro. -Percepisco qualcosa con i poteri di Anya. Tra le persone che conosceva lei e che conoscete voi, è scomparso Nick Fury, Maria Hill, Stephen Strange e Wanda Maximoff. Visione è stato ucciso da Thanos, gli ha preso quella che penso fosse la gemma della Mente. Ma qui... qui sono sparite nove persone... non otto.- concluse e, dispiaciuta e affranta, guardò Natasha.
La donna aprì al massimo gli occhi quando capì l'orrenda realtà e si portò lentamente una mano sul grembo. Hawke... il suo piccolo Hawke. La vista le si appannò, il labbro tremò e negò con la testa. -No... no... nooo!-
-Mi dispiace tanto.- la ragazza si abbracciò da sola e non poté non piangere alla vista della sua figura materna che gridava, piangeva e dava di matto, aggrappata al suo uomo. Quest'ultimo singhiozzava e si tennero l'un l'altro per darsi forza.
Il bambino. Il loro bambino.
Tony era allo stremo. Lui lo sapeva, sapeva che prima o poi sarebbe successo. E nessuno, nessuno, lo aveva ascoltato! Nessuno!
-È colpa tua!- aggredì furibondo Steve Rogers, -Te l'avevo detto! Io ve l'avevo detto che sarebbe capitato, che avevamo bisogno di uno scudo intorno alla Terra, ma nessuno di voi idioti lo ha capito! E ora guarda, Captain America, l'uomo risorto dal passato... è tutto perduto. Mio figlio è morto! E io incolpo te!-
-Tony!- Michelle indicò il suo braccio.
Era talmente preso dallo sgridare il biondo che non si era accorto di star diventando polvere; metà del suo braccio sinistro era sparito.
No...
-Tony...- Steve trattenne il fiato.
-Thones, no!- Rhodey provò a raggiungerlo, a prenderlo, però non fece in tempo. Non sarebbe cambiato nulla lo stesso.
Tony Stark si era polverizzato.
Michelle cadde in ginocchio, nei pensieri la domanda che si stavano ponendo tutti: "E adesso che facciamo?".
Loki strinse la mascella. Era giunto il momento. -Siamo a fine partita ora.-
Sul tetto di un palazzo alto, Amaranta li guardava assorta. Silenziosa, calma, pronta per la prossima mossa e con in braccio una neonata. Stava dormendo e dietro le palpebre abbassate nascondeva due paia di occhi scuri color cioccolato e luminosi.
Temeraria, osservò il cielo. -A presto... padre.- e detto ciò sparì, portandosi dietro Morgan Stark.

Fine Seconda Parte.

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Ci rivediamo al gran finale.

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