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La campanella suonò la fine della penultima ora e Quinn passò leggera le dita tra i capelli di Peter, entrambi poggiati agli armadietti.
Erano stanchi, avevano il passato il weekend insieme agli Avengers facendo fare centinaia di esami al ragazzo, sia medici che non. La super forza era scomparsa, così come il Senso di Ragno, i suoi riflessi e i sensi ultra sviluppati. Peter era diventato un ragazzo normale; Spider-Man se n'era andato.
-Come stai?-
-Mi sento da schifo.- confessò lui, lo sguardo basso e la mente in subbuglio. -Anya ha detto che non mi ammalerò come quando dovevo nascere, che non tornerò in condizioni critiche o in punto di morte, ma mi sento comunque... debole.-
-Benvenuto tra noi comuni mortali, Parker.- gli diede una spintarella amichevole. Sentì un dolore allo stomaco e lo guardò colpevole. -Io... mi dispiace per la pietra. Non potevo lasciarti morire.-
-Ehi, bionda, guarda che avrei fatto lo stesso per te.- sorrise e la prese tra le bacia, dandole un dolce bacio sulla fronte. -Ti amo.-
-Lo dici solo perché Jones non è qui.- parlò con gli occhi bassi e lo spinse via per liberarsi. Fece per andarsene e lui la riportò indietro tenendola per un polso. -Non fare così.-
-È la verità, tu la ami. Non ti ha perdonato per suo fratello, non è qui e quindi ti accontenti di me. Ma io non sono la ruota di scorta di nessuno.-
-Quinn, guardami.- cercò di tenerla stretta nel suo abbraccio e poggiò la testa contro la sua, -È vero, amo M.J., ma amo anche te. Vi amo in due modi completamente diversi. E non ho scelto te perché mi sto accontentando, ti ho scelta perché ti voglio veramente. Sennò non ti starei così vicino, ti sarei rimasto semplicemente amico. Dico sul serio. Sì, Michelle non mi perdonerà mai per Elijah e questa verità mi fa male, però è te che amo. Ti prego, credimi.-
Lei lo osservò con i lacrimoni a renderle lucidi gli occhi. -M.J. non è sul punto di morte, a differenza mia.-
-Non dire così. Venom non l' avrà vinta, capito? Troveremo un modo per togliertelo definitivamente e non sarà doverti uccidere. Non ti farò fare la stessa fine di mio padre.-
Il cuore della ragazza batté velocemente e non riuscì a resistere dal non baciarlo. Venom le aveva impedito di farlo da troppo tempo. -Ti amo anch' io. Da sempre. Non sono mai stata brava coi sentimenti, ma è così che stanno le cose. Sei la persona migliore che abbia mai conosciuto. Ti vorrò per sempre, Peter Parker.-
La gioia nel ragazzo crebbe a dismisura. Sarebbero cresciuti e maturati entrambi, forse separatamente, forse si sarebbero lasciati, ma di una cosa ne era certo: non avrebbe mai dimenticato Quinn. Era stata la sua prima volta e una dei suoi amici più importanti. Adesso lei e Anya erano la sua nuova casa e l' avrebbe protetta ad ogni costo. Con o senza poteri. Le labbra di Quinn erano proprio come se le ricordava, zuccherine con un retrogusto di selvaggio. -Andiamo in classe, prima che i tuoi fratelli ci vedano e decidano di spaccarmi la faccia. Poi a casa riprenderemo.-
-Non vedo l' ora.- la ragazza alzò un solo angolo della bocca verso l' alto in un sorrisino che lasciava intendere tutto e si presero per mano nel camminare nel corridoio. -Hai notizie da Anya? Come sta andando con Strange?-
Peter scosse il capo. -Non lo so, ma se non è tornata penso non bene.-
Dopo che aveva detto alla squadra di aver perso i poteri, Anya e il Doctor Strange avevano iniziato a lavorare insieme sulla gemma del tempo. La maggior parte dei poteri di Amaranta provenivano da quella gemma, magari se trovavano qualche incantesimo che poteva fermare temporaneamente la gemma avrebbero indebolito la Magissa Nera. La sorella però non ne era molto convinta, sentiva che qualcosa non andava se Amaranta si comportava in quel modo.
-Sai, mi stupisce che Stark ti abbia lasciato venire a scuola.-
-Con tutta la faccenda di Amaranta, abbiamo perso troppi giorni tutti e due. Ci meritiamo un giorno normale, no?-
-Peter.-
-Evidentemente no.- borbottò Kenny. I due giovani si fermarono e si voltarono, Lukas stava correndo verso di loro. -Devo parlarti, è una cosa importante e non posso aspettare.-
-Di che si tratta?-
-Ho bisogno del tuo sangue.-
-Eh?!- esclamarono contemporaneamente lui e lei, sicuri di aver frainteso. -Cos' è che vuoi?- fece acuta Quinn, aggrottando la fronte.
-Mi serve il tuo sangue, Peter. Solo qualche goccia, ti prego.-
Anche senza Senso di Ragno, l' adolescente capì che qualcosa non andava, qualcosa di veramente brutto. L' ultima volta che qualcuno gli aveva preso il sangue l' aveva usato per attivare un alieno rabbioso. -Scusa, amico. Non so a che ti serva, però non posso farlo.-
Il ragazzo che pensava di conoscere si fece scuro in volto. -Me lo devi.-
E da quando? -Io non ti devo proprio niente, Lukas.- rispose serio e si allontanò da lui con la sua... ragazza? Sì, ragazza.
-Mio padre è Norman Osborn.-
Che?!
-Che cosa?- scappò alla bionda, prima ancora che potesse aprire bocca lui.
-Il Goblin?- Peter sentì il freddo invadergli le vene al ricordo dello scontro che aveva avuto con lui mesi prima. Anzi, più di uno scontro.
-Il rivale in affari di Stark?- Quinn gli diede un' occhiata per avere conferma.
-No.- Parker non volle crederci, -No, io me li ricordo i tuoi genitori, Sophie e Frederik Wither.-
-Sono morti, tanto tempo fa. Secondo te perché me ne sono andato all' improvviso dal Queens? Eh? Sono finito nelle mani dei servizi sociali e mi hanno sbattuto in una cazzo di casa famiglia dall' altra parte del paese perché non sapevano dove altro mettermi. Sono rimasto lì per mesi, fino a quando il ricco Osborn non ha deciso di volere un erede e fra tutti ha scelto me. Il mio nome completo è Lukas Harry Osborn Wither. Mi ha fatto rimanere in California per farmi frequentare una scuola privata e costosa, mentre lui è rimasto qui per il suo lavoro. Tu, Spider-Man, l'hai fatto finire in prigione quest' estate e io sono riuscito a tornare solo quando lo hanno messo in libertà vigilata. È malato. È grave, Pete, morirà. Il tuo sangue potrebbe essere l' unica cosa che può salvarlo.-
-Be', mi spiace per te, ma il mio sangue non è più come prima. Ora è normale come quello di chiunque altro, non ho più i miei poteri.-
-Menti. Lo dici solo perché non vuoi aiutarmi. O forse pensi che ci possa essere un solo mutante in questa città con le doti di ragno?-
-Sta dicendo la verità, Lukas. E anche se fosse, non sappiamo cosa potrebbe fare il suo sangue a tuo padre. Potrebbe ucciderlo.-
-O potrebbe salvarlo.- si fece avanti e governò con la propria altezza la ragazza. Peter lo spinse indietro. -Ma ti senti quando parli? Noi sappiamo meglio di te quello che i miei poteri possono fare o combinare, però non ti stiamo mentendo. La streghetta che ha rapito Quinn mi ha fatto una magia, Spider-Man non c'è più. E in tutta onestà, non penso che Osborn meriti di essere salvato. Ha ucciso tante persone, ha quasi distrutto metà Manhattan, per fermarlo ho dovuto chiedere aiuto agli Avengers...-
-Ma è mio padre.- lo interruppe, furioso. -So che ha fatto del male a molta gente, ma è pur sempre mio padre. Mi ha dato una casa, un futuro. I medici dicono che è incurabile.-
-Non posso farci niente. Il sovrannaturale non cura, Lukas. Ricordatelo.- lo congedò e intrecciò le dita con quelle di Quinn per andarsene.
-Mio padre sarà anche debole e sul punto di morte, non è in grado di farti niente, ma è ricco e conosce parecchie persone con doti... eccezionali. I suoi finanziamenti potrebbero portare a buon rendere, un giorno.-
Peter si voltò per la seconda volta. -È una minaccia?-
-Consideralo un avvertimento.- Lukas lo fulminò con gli occhi colmi di tradimento e se ne andò. Sbuffò come un toro inferocito per tutto il tempo in cui cercò un' aula vuota. Una volta trovata, entrò e chiuse la porta a chiave. Preso dalla rabbia, ribaltò i banchi, diede calci alle sedie e un pugno ad un armadio.
-Quanta rabbia.-
Quella voce lo fece roteare su sé stesso. Amaranta era seduta alla cattedra con i piedi su di essa. -Un certo ex ragno ti ha fatto cadere in una ragnatela colma di delusione? Brutto quando gli amici non ti aiutano, vero?-
-Tu sei lei, vero? Sei la strega che spaventa New York da mesi.-
-Che maleducata, non ci siamo presentati.- ghignò e si mise in piedi, alludendo un inchino. -Io sono Amaranta, la Magissa Nera. Figlia delle gemme dell' Infinito. E tu sei il figlio di Osborn, dico bene?-
-Adottato, però sì. Non so che cosa cerchi, ma non l' avrai da me.-
-Non sto cercando un bel niente. Ho solo sentito una forte energia negativa provenire da questa scuola e la fonte sei tu. Per una volta, vorrei fare un gesto altruista.- la sua voce dolce parve miele al ragazzo e si spostò con eleganza i lunghi capelli dietro la spalla, -Ti ricordi cosa ti ha sempre detto tuo padre, Lukas?-
-Non è il mondo che deve adattarsi a te, sei tu che devi adattarti al mondo.-
-E io troverò il modo di zittire il mondo.-
-Come fai a sapere questa cosa? Me l' ha sempre detto in privato.-
La ragazza rise derisoria. -Io so tutto e vedo tutto. Posso scovare nei meandri più profondi della tua anima, vedere ogni tuo trauma e incubo e usarli contro di te. D' altro canto, non ci ricaverei nulla. E io voglio sempre qualcosa.-
Il biondo scuro la scrutò con gli occhi semichiusi. -Hai detto di voler essere altruista. Perché io?-
-Ti ho sentito, poco fa, con Spider-Man e quella ragazzina. Tuo padre sta morendo e Parker non vuole alzare dito in merito.- mormorò, camminando piano verso di lui sui tacchi. Come sempre, pareva una pantera nera pronta all' attacco. -Non si tratta solo di questo, giusto? Che cosa vuoi, Lukas?- puntò le pupille illuminate nelle sue e lo toccò lievemente sulla guancia con un accenno di barba. -Potere? Rispetto? Gloria?- sussurrò e la luce smise di farle brillare la vista quando trovò ciò che cercava. -Anya?-
Lukas impallidì e si allontanò con un balzo da lei. -Come fai a sapere di Anya? La conosci?-
Stavolta la strega rise di gusto. -Se la conosco? Il suo vero nome è Anyesse ed è mia sorella. È una Magissa, proprio come me.-
-Anya ha la magia?-
-È quasi al mio stesso livello. Fa strano, non è vero? Ragazze magiche, creature con zanne e artigli di poltiglia nera, ragazzini ragni in calzamaglia... è un cavolo di freak show, non trovi? Torniamo a noi, ora. Non sei stanco di dover vedere ogni weekend i datori di lavoro di tuo padre che ti guardano come se fossi stato scelto da un padre adottivo perdente? O subire ciò che dicono i suoi amici quando sei costretto a cenare con loro? Sarà ancora peggio quando l' attività di famiglia passerà a te, credimi.-
-Sta' zitta.- negò col capo, quelle parole gli stavano facendo male.
-Lo vuoi conoscere un segreto? Come io posso vedere il futuro, Anyesse riesce a leggere i pensieri degli altri. Tuttavia, non mi serve saper leggere la mente per capire che tutti ti vedono solo come il ragazzino che è stato scelto per il lavoro che farà in futuro. Nessuno ha mai pensato che tu meritassi una famiglia vera, che ti amasse. È questo ciò che ha legato te e Peter all' inizio, quando eravate bambini; il desiderio di non essere più soli.-
-Smettila! Piantala, capito?!- le urlò contro e indietreggiò, coprendosi le orecchie con le mani. Non servirono, le parole taglienti lo raggiunsero lo stesso. E più lei andava avanti, più la sua collana splendeva oscura.
-Posso ammirare il tuo passato guardandoti semplicemente in faccia, Lukas. Noto rabbia, tanta rabbia, e tristezza, solitudine, abbandono... Dio, eri così sensibile. Provavi dei sentimenti così forti e profondi che ti veniva da pensare "perché nessuno vede come sto?" o "perché nessuno viene a salvarmi?". Dov' era Spider-Man quando avevi bisogno di lui? Dov' era il tuo migliore amico?-
-Chiudi il becco!- strillò al limite e accadde: un pezzo di melma nera uscì dalla collana di lei e lo attaccò, facendolo sbattere contro il muro e bloccandolo lì. Il ragazzo faticò a respirare mentre quella cosa lo copriva in ogni punto del corpo. -Ma cosa... è Venom? Mi hai attaccato Venom?!-
-Ovvio che no, questo è meno forte del mio Venom. Ma altrettanto efficace. Perché ora ho questo.- Amaranta alzò una mano e fece apparire una piccola sfera di vetro con dentro una nube nera e rossa, che sembrava mandare scintille e fulmini al suo interno. -Lo sai cosa c'è dentro? Prova a immaginare.-
Wither non ci mise molto a comprendere. -I poteri di Peter... non mi ha mentito, allora. Cazzo, che stupido che sono stato!-
-Troppo tardi, mio caro. Il fuoco dentro di te non si spegnerà tanto presto. Mmh, potresti essere qualcosa di nuovo. I poteri di Spider-Man non funzionano se non sono ben radicati dentro ad una persona, il tipo di simbionte che ti ho dato non è completo e non hai il sangue di ragno che ti circola nelle vene... ma posso attivarti.-
-Non farlo.- tremò, assimilando cosa le sue emozioni abbiano causato. -Mi rimangio tutto. Non voglio essere un mostro e farmi avvelenare dal tuo alieno!-
-Hai sempre ammirato il piccolo ragnetto saltellante del Queens. Non perché ti piaceva, volevi essere come lui. Ti sto permettendo di esserlo. E non sarà un veleno. Non proprio, direi. Sarà diabolico, distruttore, tossico...- una luce di divertimento le si accese negli occhi, -Toxin. Ti piace come nome?-
-Non sarò un tuo burattino, te lo sogni. Neanche fra mille anni prenderò ordini da una tipa contorta e malata come te.- ringhiò, cercando di liberarsi. Quella melma era come colla, persino catrame fra poco.
Amaranta sorrise perfidamente. -Oh, no, Osborn. Sarai tu a dare ordini, proprio come hai sempre desiderato fare. Sarai il leader che hai sempre voluto essere, proprio come il tuo papino, nonché un pedone importante nel mio gioco contro Stark. Ho una squadra in mente per te. Vedi di farmi fare scacco matto.- detto ciò, incanalizzò tutta l' energia della sfera nel suo pugno e lo aprì a palmo aperto sul giovane, il quale urlò di dolore a per di fiato.

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-Kitta♡

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