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La camminata che fecero per un posto più sicuro assieme ai ragazzi di strada, Tony riuscì a paragonarla a quella fatta dagli ebrei per sfuggire agli egiziani. Eccetto i quaranta giorni di viaggio.
Erano finiti in un capannone in periferia dove un tempo venivano tenuti gli elicotteri per le emergenze della polizia e le luci tremolanti dei lampadari faticavano a restare accese. Gli amici di Quinn e Peter usavano spesso quel luogo, tanto che era lì che mangiavano e dormivano la maggior parte del tempo. Vi era anche una stanza con computer e delle brandine ai muri per riposare.
Mentre Peter e Loki distribuivano delle coperte e del cibo da quello che erano riusciti a prendere gli adolescenti negli ultimi mesi, in cima alle scale di metallo argentate gli Avengers pianificavano un piano insieme ad Anya.
-Come vogliamo procedere?- Steve analizzò a braccia incrociate e schiena dritta la mappa della città che avevano preso velocemente dalla metropolitana.
-Per prima cosa, devo riuscire a contattare Jarvis e Friday. Possono svelarci tutto quello che stanno facendo nella torre. Il computer che ci hanno messo a disposizione questi ragazzi è risalente al periodo giurassico, ma se ci metto le mani posso renderlo essenziale.- Tony prese un pennarello rosso e cerchiò il punto dove si trovava la Stark Tower.
-Che cosa c'è di importante nella torre che potrebbero usare contro di noi?- Sam alzò un sopracciglio in direzione di Iron Man. Quest' ultimo alzò le spalle e finse ingenuità: -Ehm, a parte un esercito di armature create dal qui presente genio con il quale ci hanno già attaccato una volta?-
La faccia di Bruce Banner assunse un' espressione consapevole. -La culla rigenerativa di Helen Cho.-
Tutti voltarono il capo verso di lui, capendo subito perché quello fosse un problema grave. -Può far ritornare completo Venom.- diede voce al pensiero generale dei suoi amici Natasha.
-E se ha anche un mio Reattore Arc...- Stark lasciò la frase incompleta.
-Aspettate, non avevo mandato in corto circuito la culla quando è nato Visione?- domandò Thor, ricordando quel giorno di tanto tempo prima, quando hanno dovuto combattere un nemico robotico chiamato Ultron.
-Per mia sorella ripararla sarà uno scherzo coi suoi poteri.- scosse la testa Anya, -Novità da Nick Fury?-
-Lo S.H.I.E.L.D. è già nel cuore del Queens, stanno andando negli altri quartieri e stanno mettendo in salvo le persone.- le rispose Clint, -Ma non riescono a entrare nella torre dove abbiamo detto loro che si nasconde Amaranta. Uomini armati non possono farle nulla, c'è bisogno di noi.-
-Bucky, hai più sentito T'Challa?- Steve si rivolse al suo migliore amico.
Il soldato corrugò le sopracciglia con rabbia. -Lui e i suoi uomini sono alle prese con dei problemi nel regno di Wakanda, non possono muoversi da lì.-
-Va bene, non importa, non abbiamo bisogno di un esercito. Sono nove spietati criminali, ognuno con una propria caratteristica. Qui siamo noi nove, Loki, Scott, Anya e...- Rhodey interruppe quella conta di persone e guardò verso Quinn. Se ne stava seduta in un angolo, con Ant-Man che le faceva dei giochi di prestigio per tirarla su di morale. -Dite che può esserci utile?-
-Hai visto come ha combattuto contro Toxin. Ha del potenziale, deve solo abituarsi a questo nuovo tipo di controllo.- Sam sorrise leggermente alla faccia stupita della ragazzina quando Scott le fece un trucco con delle carte da poker.
-E Peter?-
Tony guardò di sbieco l' arciere. -Cosa vuoi che faccia? È normale adesso, non può proteggersi né aiutarci in alcun modo.-
-Forse sì invece.- Anya teneva gli occhi chiari puntati sulla mappa e le brillarono per uno sprazzo di idea. -Forse il suo essere normale è la chiave per sconfiggerli.-
-Spiegati meglio.- non comprese a fondo Bruce.
Anya sorrise di poco e allargò le braccia. -Guardatevi a torno. Eravamo al top del top, in cima alla vetta, e Amaranta ci ha costretti a finire il più lontano e il più a fondo possibile pur di nasconderci e ricaricarci. E dov' è che siamo? Con dei ragazzi che passano le giornate a muoversi fra i tetti, facendo parkour e acrobazie. I Sinistri Sei attaccano la città? Ecco la chiave per muoverci senza farci notare.-
-Voi usare questi ragazzi per arrivare alla torre?- Natasha lanciò un' occhiata alla grande sala sotto di loro, dove gli adolescenti ridevano e parlavano nel bel mezzo del pasto.
-Non loro, le loro abilità. E sono sicura che Peter sappia ancora come si faccia. Si è nascosto dai federali e la polizia per mesi, quanto sarà diverso da mia sorella e i suoi scagnozzi?-
-Quindi... vuoi che Peter si muova in mezzo a loro senza farsi notare, vada alla torre e disattivi le mie armature, compresa la culla?- Tony guardò la Magissa come se avesse detto una pazzia.
-Non sarà da solo. Noi distrarremo il nemico, lui raggiungerà la meta e potrà fare touchdown.-
-Hai appena usato un linguaggio sportivo?- ghignò leggermente Rhodey.
-Può darsi.-
-Sì, certo, tutto molto bello e divertente, ma dimentichiamo qualcosa.- Tony sentiva la testa che stava per esplodergli dal timore di quello che sarebbe potuto accadere. -Octavius potrebbe aver hackerato Jarvis e averlo messo contro di noi, Electro domina ogni circuito elettrico di New York e d'intorni e, ah sì, ci sarebbe anche Magic Mike, maestro di illusioni.-
-Io e Anya potremmo combattere Mysterio insieme.- Loki giunse dalle scale, intromettendosi nella discussione. -Come lei ha insegnato a lui, ha insegnato pure a me l'arte delle illusioni.-
-È troppo pericoloso, Loki. Quando l'ho affrontato, prima di raggiungervi, ho quasi perso il senno. Ho insegnato ad entrambi tutto quello che so, se proverai ad aiutarmi in un nuovo scontro potremmo soltanto uscirne distrutti insieme.-
-Che suggerisci allora? Lo conosci meglio di tutti noi.-
Anya si morse il labbro inferiore e cercò di ragionare in fretta. Mysterio era inganno visivo, Electro un unione di elettricità ed energia. L' unica soluzione poteva essere... -Peter.-
-Peter?- ripeterono all'unisono Steve e Tony.
-Sì, Peter. Ha ancora la sua tuta da Spider-Man nel braccialetto che gli ha dato Stark, se Tony riuscisse a modificarla e a farla di gomma potrebbe combattere Electro senza prendere la scossa. Quel costume è l'unico tra i vostri che può essere modificato in quel modo e con Mysterio gli basterà usare il senso di ragno.-
-Cioè vuoi che ritorni ad essere Spider-Man senza i poteri di Spider-Man?- Thor aveva una faccia perplessa, come tutti in quella cerchia. -Non ce l'ha neanche più il senso di ragno.-
Anya fece un sorrisetto furbo. -Non è necessario che sia proprio il senso di ragno. Gli basta chiudere gli occhi e che qualcuno controlli il suo corpo al posto suo, facendolo muovere anche senza che lo desideri.-
-Tipo qualcuno che l' ha controllato per sedici anni?- Clint voltò lentamente il viso in direzione di Tony, imitato da tutti gli altri.
Stark li fissò stralunato e sgranò gli occhi scuri. -Volete che gli rimetta il chip? Siete pazzi? Mi azzannerà al collo se glielo propongo.-
-Quel chip è stato creato per Peter, ha l'agilità e la velocità adatta, ha con sé gli spara-ragnatele che si è fatto, è il candidato ideale per porre fine alle menzogne di Beck.- tentò di farlo ragionare Barnes, -Con quel chip gli hai salvato la vita tante volte, facendolo muovere o spostare senza neppure farlo ragionare. Sei l'unico che può guidarlo in quella nube verde e lui dovrà capire che è per un bene superiore che deve farlo. Solo per Mysterio, dopo possiamo toglierglielo di nuovo.-
Tony grugnì frustrato e si passò le mani sulla faccia, borbottando contro esse delle imprecazioni.
Che idea stupida, che idea stupida, che stupida! Ma è l'unica con un senso che abbiamo.
-Va bene, glielo dirò. Dove ha messo il chip? L'ho dato a lui per fargli capire che poteva fidarsi.-
Anya serrò gli occhi. -Accidenti... Se non ricordo male, nel posto dove l'ha lasciato l'ultima volta. A scuola, nel suo armadietto.-
-Grandioso.- sorrise sarcastico Sam.
-Ehi, non perdiamoci d'animo. Almeno adesso abbiamo un piano di partenza.- Captain America riprese le redini del gioco. -Alcuni di noi andranno alla Midtown High con Peter per prendere il chip e qualche cosa dai laboratori che può tornarci utile, gli altri resteranno qui e parleranno con i ragazzi qua sotto. Fatevi dire quali sono i migliori nascondigli, le metro più sfruttabili e gli accessi più facoltativi. Tony, tu rendi di gomma la tuta di Peter con tutto quello che trovi e cerca Jarvis in un qualunque sistema. Pensa dopo a Friday, con lei avranno fatto un lavoro più tosto dato che controlla le Mark. Entro mezzanotte ci ritroviamo qui e tentiamo anche di nascondere le persone da quei matti.-
Natasha abbassò la testa. -Nel frattempo, dobbiamo anche trovare un modo per comunicare con loro e fargli capire che non ce ne siamo andati. Che non li abbiamo abbandonati.-
-Radio Spider.- Quinn aveva appena salito le scale, alle sue spalle Scott Lang. Li raggiunse a passo pesante. -Fatemi andare con il gruppo che va alla scuola. Se riesco a prendere la radio che usa la Midtown, posso collegarla a Radio Spider. Faremo parlare anche Peter, così capiranno che Spider-Man non è una minaccia o la preda di un qualche giochetto perverso, ma un amico.-
-Che piccolo genietto che sei. Dammi le cinquina!- Scott alzò una mano e sorrise quando lei gli diede il cinque.
Tony prese un respiro profondo per calmarsi. Prima o poi avrebbe avuto un attacco di cuore con tutte quelle loro avventure, in particolare se riguardavano la salvezza di suo figlio. -Ok, ricapitoliamo. Scuola, chip, attrezzatura per me per mettermi a lavoro, radio, sfruttamento delle strade, Peter passione spia in incognito, lotta contro la cattiva brigata della strega, torre off-line. Tutto chiaro.-
-Siamo tornati in pista.- Clint circondò le spalle di Natasha, sorridendo con lei.
Steve sorrise contagiato e scrutò uno ad uno i suoi amici. -Cercate di non farvi prendere. Con le videocamere della città in loro possesso sarà quasi impossibile, ma dobbiamo dare il massimo.-
-Dottor Banner?- un ragazzino si sporse dalle scale e chiamò Bruce, -Le dispiace dare un'occhiata ad alcuni di noi? Siamo malati da un po' e non abbiamo soldi per delle medicine.-
Bruce sentì il cuore piegarsi su sé stesso. -Certo, arrivo subito.-
Non appena lo scienziato se ne andò, Anya assunse un'espressione confusa. Con la testa colma di domande, si sporse oltre la ringhiera di metallo e osservò Peter, intento a dare delle cucchiaiate di minestra ad una ragazza con la febbre.
-Che cosa c'è?- Loki le si avvicinò, -Conosco quella faccia. Che hai?-
-È che... c'è qualcosa che non va.-
-Cosa intendi?-
-Peter non ha mai avuto la febbre, l'influenza, la varicella o qualsiasi altra forma di malattia per colpa dei suoi poteri. Solo all'inizio, quando questi dovevano ancora adattarsi al suo corpo umano. Adesso non li ha più, dovrebbe essersi ammalato già da un bel po', avere tutto quanto di colpo e stare malissimo. Perché è sano come un pesce allora?-
Loki non seppe come rispondere.
-Dov'è tua figlia, Scott?- Steve diede una pacca amichevole sulla schiena dell'uomo, ignaro della conversazione tra Loki ed Anya.
-L'ho lasciata con la mia fidanzata, Hope. Fortunatamente hanno compreso la gravità della situazione. Stiamo progettando di sposarci entro il prossimo anno. E voi, Cap? Avete già parlato di matrimonio?-
-Ah, be'... Tony? Ne abbiamo parlato?- il capitano interpellò il suo compagno, per vedere come avrebbe reagito. Peccato che anche Tony voleva vedere come lui avrebbe reagito. -Perché, Steve? Ne abbiamo parlato?-
-Oh, no...- mormorò Sam, alzando gli occhi al cielo.
-Pensi di sposarti, un giorno?-
-Perché, Steve? Tu vuoi sposarti, un giorno?-
-Fatemi un fischio quando la smettete di farvi da pappagallo a vicenda. Non ho voglia di vedervi adesso.- Natasha si allontanò da loro e andò a raggiungere il marito.
-Fate finta che io non abbia detto nulla, eh?- Scott scappò in fretta da quella situazione e scese le scale a due a due.
Iron Man e Captain America si osservarono in cagnesco per secondi interminabili, poi il biondo lasciò perdere e raggiunse gli altri al piano di sotto. Tony fece per seguirlo, ma Quinn lo prese per un braccio. -Aspetti. Posso parlarle?-
-Sì, dimmi.-
-Non qui però.-
Tony chiuse le labbra e si guardò in giro pensando. La prese per mano e la portò fino a una porta in fondo a un corridoio vicino a loro. Entrarono e accesero la luce, doveva essere un vecchio ufficio. -Qualunque cosa sia, fai in fretta, perché devo vedere se riesco a trovare Jarvis con...-
-Sono incinta.-
... quello che ho a disposizione.
Tony, la mano alzata col pollice ad indicare alle sue spalle, rimase congelato a quelle parole.
Come?
Doveva aver sentito male. Doveva aver senz'altro sentito male.
COME?!
-Sei... tu sei incinta?- balbettò con voce appena udibile. Lei annuì e lui partì per la tangenziale: -Che cosa? Quando? Dove? Chi?-
-Io e Peter.-
-Che cosa! Quando? Dove?-
-Nel suo letto.-
-Che cosa? Quando?-
-Circa due o tre settimane fa.-
-Che cosa?!-
-Ha bisogno che le faccia un disegnino?!-
-Oddio. Questo è un guaio, un bel guaio.-
-E lo dice a me? Di solito quando dico la frase "sono incinta" è per far scappare il ragazzo di turno, ma stavolta sono seria!-
-Tu... aspetta, che?-
-Lasci stare. Che cosa devo fare? Mi aiuti!-
Stark sentì l'ossigeno mancargli. Che sfiga del cazzo doveva avere? In un momento del genere, poi?
Il mio bambino sta per avere un bambino... Sparatemi pure.
L' importante era non andare nel panico, si ricordò.
Non sono pronto per diventare nonno, i capelli bianchi mi stanno malissimo! Già me li fa venire il figlio, figurarsi come andrà il nipote...
-No, ferma! Sei sicura? Hai fatto il test?-
Lei lo guardò come se avesse urinato addosso a un poliziotto. -Sono in ritardo col ciclo, non lo sono mai, come se non bastasse me l'ha detto Venom! E lui vive dentro di me!-
La mascella di Tony stava per toccargli il petto talmente era aperta. -Ma è... è di Peter?-
-No, è di Occhio di Falco. Che domande mi fa? Ovvio che è di Peter! Non sono pronta per diventare madre, non ho idea di come si faccia, sono troppo giovane! Cazzo, i miei fratelli mi uccideranno. Prima uccidono Peter e poi uccidono me. Poi uccideranno di nuovo Peter, tanto per stare sicuri che sia morto e...-
-Ok, ok, calmati adesso. Respira, Kenny.- l' uomo la prese per la spalle e la guardò dritto nelle pupille azzurre. -Pensiamo a una cosa alla volta, va bene? Sii sincera, vuoi abortire?-
-Io... io non lo so...-
La stretta che sentì allo stomaco gli fece piegare la schiena per la stanchezza e la tristezza. Diavolo, è solo una ragazzina e non sta sicuramente vivendo i migliori giorni della sua vita. -Ok... è ok, Quinn, ti devi calmare. Non siamo nelle migliori condizioni per agire su questo fatto, ci penseremo una volta che sarà tutto finito. Ma devi promettermi una cosa: non devi dirlo a Peter, capito? Sarà ancora più protettivo con te e farà di tutto pur di salvarvi, persino correre il rischio di morire. Ne vale della sua sanità mentale. Per ora, nessuno dei due lo dirà né a lui né a nessun'altro. Ti va bene?-
Quinn, in lacrime, annuì con i tremori a invaderle il corpo. -D'accordo. Mi va bene.-

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-Kitta♡

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