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Avere Iron Man di fronte era uno degli incubi peggiori di Peter Parker, perché sapeva che lo avrebbe ucciso a mani nude finendo in prigione.
Ma colui che considerava l' assassino di suo zio lo guardava in modo strano, decisamente strano. Non era rabbia, non era indifferenza... era come se quegli occhi sprigionassero calore. Calore e affetto; due cose alla quale il ragazzo non era più abituato. E quasi quasi ne ebbe paura.
-Come... cosa... che diavolo ci fa lei qui?- balbettò Peter, confuso e tremante. Se l' eroe conosceva il suo nascondiglio, forse lo sapeva anche la polizia. -Non si avvicini!- lo avvertì al minimo passo che Stark fece nella sua direzione, gli provocava la nausea la sua vicinanza.
Tony aveva il cuore in gola. Steve aveva ragione, gli assomigliava tantissimo. E adesso che lo vedeva da vicino... Dio, desiderava solo stringerlo e non lasciarlo andare più. Avrebbe voluto accarezzargli una guancia, dirgli che aveva tutto il diritto di avvicinarsi a lui e sì, forse sgridarlo per il fatto che dormiva in un posto così lurido.
-Sono venuto a prenderti.- fu tutto ciò che riuscì a dire e che gli venne in mente, cos' altro poteva fare?
Peter alzò incredulo un sopracciglio. -A prendermi? Che significa?-
-Hai smesso con i furti, ragnetto, sei finito nel mirino del Governo e dello S.H.I.E.L.D.- sentenziò senza giri di parole, le mani in tasca e lo sguardo serio. Dentro di sé sentiva fortemente di volerlo rimproverare come il genitore che era, ma non poteva permettere che capisse in nessun modo.
-Di che sta parlando?- chiese, però gli era sorto un dubbio già a quel nomignolo.
-Del fatto che sei nei guai, Spider-Man. E se non lasci che ti aiuti, te ne pentirai.-
-Mi sta minacciando?!-
-Ti sto mettendo in guardia, ragazzino insolente.- si alterò Tony, -Basta giocare a "guardie e ladri", è ora che qualcuno ti dia una raddrizzata.-
La fronte del ragazzo si corrugò e scosse la testa. -Non andrò da nessuna parte con lei.- ringhiò a denti serrati. Col cavolo che l' avrebbe seguito; Iron Man o no, era pur sempre uno sconosciuto.
Tony fece per prenderlo per un braccio, tuttavia la loro prima conversazione e litigata venne interrotta dal suono della porta che scorreva, segno evidente che era entrato qualcuno. Stark afferrò d' istinto il ragazzo e lo trascinò con la forza dietro a una tenda scura. Gli mise una mano sulla bocca e gli impedì di urlare, poteva esserci chiunque dall' altra parte. Peccato però che, il suo tanto amato figlioletto, gli stesse tirando gomitate e calci a più non posso pur di farsi lasciar andare e lui era a tanto così dal perdere la pazienza.
-Peter?-
Eh?
Entrambi sgranarono gli occhi, sapevano benissimo chi fosse: Elijah Jones, il fratello maggiore di M.J., l' unico che sapeva sempre dove si trovasse Peter per volere del ragazzo. Nonché agente della NYPD, la polizia di New York.
-Peter, sei qui?-
-Sbarazzati di lui.- sussurrò il milionario al ragazzino, spingendolo fuori dal nascondiglio. Peter grugnì infastidito per quel gesto e si diresse verso l' uomo trentenne. Elijah lo guardò con i suoi occhi scuri, identici a quelli della sorellina, e allargò le braccia in modo teatrale e disperato. -Ti degneresti almeno di rispondere a mia sorella? A casa dà i numeri perché non sa dove ti trovi, se scopre che io invece lo so mi farà la pelle.-
-No, i patti erano questi.- lo contraddì il giovane, -Non mi consegni alle autorità e io sto lontano da lei, me l'hai chiesto tu!-
-Ti ho detto di non coinvolgerla nei tuoi furti, non di sparire per sempre dalla sua vita!- alzò la voce Elijah, il petto si alzò con la divisa da poliziotto per l' agitazione. -Sei il suo migliore amico, Pete. Era distrutta quando ha saputo di May, le voleva bene e tu lo sai.-
Peter rilasciò l' aria, ma la tensione sulle sue spalle non calò. C'era ancora Tony "Fottuto" Stark nascosto dietro di lui, che voleva portarlo chissà dove e certamente mettere fine alla sua odiosa vita. Che aveva fatto di male? -Come vuoi, le parlerò allora. Tu però la conosci quanto me; capirà che c'è qualcosa che non va tra te e me e si arrabbierà con entrambi perché non le avremo detto nulla. Se mi avvicino a lei, è ovvio che poi vorrà aiutarmi.-
Elijah, frustrato, si passò una mano tra i capelli scuri. Aveva ragione, M.J. era testarda, non si sarebbe fermata mai dall' aiutare Peter.
Tony, rimasto fino ad allora in silenzio, aveva ascoltato attentamente tutta la conversione. Sia suo figlio che quell' agente volevano il bene della sorella di lui, tuttavia quest'ultima pareva una ragazza in gamba e di certo non ci avrebbe messo molto a capire come faceva Peter a sopravvivere da solo. Era pure presente quando il ragazzino aveva manifestato quasi completamente i suoi poteri, avrebbe scoperto senz' altro chi era il ladro che sparava ragnatele per New York e salvava la gente. O forse l'aveva già capito.
-D'accordo, nuovo piano: rispondile al telefono solo una volta a settimana e l' unica cosa che devi dirle è che stai bene. Non permetterle di farti altre domande di alcun tipo e non farti rintracciare. Chiaro?- sospirò Elijah, guardando serio il sedicenne. Peter rimase in silenzio per parecchio tempo, prima di annuire con la mascella serrata. -Va bene.-
L' uomo rilasciò un respiro pesante e fece per andarsene, ma ci ripensò. -Un' ultima cosa: se le cose dovessero mettersi male, salvala. Non voglio che pensi a te stesso, è ora di crescere. Salva M.J. Non me, non te, lei. Non si merita tutto questo. Non metterla in pericolo, Pete. E non te lo sto chiedendo, è un ordine. Buona fortuna, Spider-Man.- concluse, deglutendo e facendo muovere il pomo d'Adamo. E se ne andò, così come era arrivato; in silenzio.
Tony si fece strada nella stanza con passo elegante e sghignazzò leggermente, gli occhi fissi sulla porta scorrevole del loft. -Wow! Cavolo, mi piace quel ragazzo. Certo, a parte la storia del "non salvare te stesso"... Ha carisma. Mi pare assurdo che esistano ancora uomini del nostro secolo con gli ideali di Capitan Ghiacciolo, ma per il resto posa subito quel cacciavite, Peter.- cambiò tono all' ultima frase senza neanche voltarsi in direzione di Parker.
Spider-Man mollò la sua arma improvvisata, il corpo rigido mentre si posizionava davanti ad Iron Man. Tony alzò un sopracciglio con fare provocante. -So che sai fare di meglio. In quanti conoscono il tuo segreto?-
-Solo i fratelli Jones. E lei, a quanto pare.-
-Ne sono lusingato.-
-Col cavolo che lo è, come l'ha scoperto?!-
Stark mostrò le braccia aperte come a dire "sono io, posso". -Ho le mie fonti. Ora, tornando al nostro discorso, devo usare la forza e portarti via con la mia armatura o fai il bravo ed entri nell' auto che ti aspetta di fuori? Detto tra noi, alla mia guardia del corpo non piace aspettare, Happy è sempre stato un brontolone, perciò ti consiglio di scegliere in fretta.-
Peter sorrise in modo sarcastico, prima di scandire per bene una parola: -Vaffanculo.-
Le sopracciglia di Tony si alzarono sorprese e forse anche scioccate, poi annuì e si toccò l' orecchio. -Va bene, come desideri. Jarvis?-
Il ragazzo udì un rumore metallico alle spalle e fece un backflip appena in tempo. Il braccio dell' uomo venne coperto dal pezzo in questione dell' armatura, subito seguito dagli altri componenti che tentavano sempre di colpire o prendere il più giovane. -Non costringermi a farti del male, Peter, non ne ho proprio voglia.- lo avvertì, avvicinandosi a lui mentre veniva ricoperto dalla sua creazione.
Indietreggiò e deglutì intimorito, Peter Parker, sapendo che probabilmente aveva dato la risposta sbagliata. -E allora se ne vada!- gridò tra rabbia e paura, caricando gli spara-ragnatele che aveva ai polsi.
Tony scosse la testa. -Non posso lasciarti a te stesso e al mondo, non da solo, saresti in grossi pericoli.-
-Lei è un pericolo per me.- mormorò, il cuore a mille e le gambe piegate, pronte a scattare.
Stark si morse la lingua per non dire qualcosa di sgradevole. -Ti sbagli, io sono l' unica chance che hai per rimanere in vita.- detto ciò, la maschera imprigionò il suo viso e gli occhi di essa brillarono di azzurro.
Adesso.
Peter saltò e sparò una regnatela sul soffitto, spaccando poi una finestra con le scarpe. In un attimo, stava dondolando tra gli edifici della città col cappuccio sulla testa ed Iron Man alle calcagna.
-Peter, non farmi arrabbiare ancora di più. Non hai alcuna possibilità di sfuggirmi, se proprio devo chiamerò anche gli Avengers. Vieni via con me, ora!- esordì la voce metallica dietro di lui, facendolo voltare.
-Deve stare lontano da me!- urlò furioso, aumentando la sua velocità e nascondendosi in mezzo alle case.
Le persone, sotto di loro, assistettero a quello scontro bizzarro. Spider-Man aveva rubato qualche cosa di valore e dei rifornimenti, certo, però aveva anche salvato parecchi di loro in molteplici occasioni. Per quale motivo Iron Man gli dava la caccia?
Ad un certo punto, Tony perse la pazienza: -Perdonami, ragazzo.- disse quasi tra sé e sé, mirando e sparando un laser alla ragnetela dove si stava tenendo Peter. Questi cadde nel vuoto, urlando e scalciando, sicuro per un secondo di star per morire. Tuttavia, non si arrese: sparò una regnatela in faccia ad Iron Man e una la usò per attaccarsi a un palo della luce. Venne accolto da degli applausi e dai versi infastidi di Tony, che tentava di liberarsi la visuale.
-Non si preoccupi, si scioglie tra due ore.- lo informò, sorridente e con le braccia incrociate.
Stark usò il calore dell' armatura per sciogliere quell' intruglio appiccicoso e puntò uno sguardo di rimprovero nascosto al ragazzino. -Sei tenace, pensavo che non ce l' avresti fatta senza di me.-
-Senza di lei? È lei che ha tentato di ammazzarmi!-
-Ti avrei preso al volo, cosa credevi? Non lascio morire nessuno.-
Le sopracciglia di Peter si curvarono e una smorfia dolorosa gli attraversò il viso. -Neanche Ben Parker?-
Tony trasalì. Bene, il ragazzo voleva proprio farlo soffrire allora. -Ho tentato di salvarlo come potevo, il nipote aveva più chances di sopravvivere.- mentì per metà perché sì, Peter poteva essere salvato più facilmente di Ben, ma c'era anche il fatto che Tony quel giorno stava pensando principalmente a suo figlio.
Spider-Man fece attenzione a non rivelare la sua vera identità, cosciente che c'erano degli spettatori intorno a loro. -"Più chances di sopravvivere"...- gli fece il verso, -È in base a questo che si basa per salvare le persone? Le probabilità? Le stesse che usa nel suo lavoro?!- lo incolpò tenendo un tono di voce più alto. Tony notò che gli abitanti del Queens avevano cominciato a sussurrare tra loro e lo stavano guardando male.
Devo portarlo via di qui e subito.
-Non dire un' altra parola contro di me, bimbo-ragno. A differenza tua, io non sono un ladro.-
-Meglio essere un ladro che un assassino!- lo accusò, in equilibrio sul palo e incazzato con Tony come non mai. L' uomo gelò nel vedere il camioncino di una rete televisiva e delle telecamere non molto lontane da loro, che riprendevano la scena da cima a fondo.
Dannazione.
-Ok, Spider-Man, ora sono arrabbiato.- avvisò per l' ultima volta il ragazzo, volando velocemente verso di lui e prendendolo per la vita. Lo circondò con le braccia e lo tenne stretto, sorvolando la città e ignorando le sue grida. -Mi metta giù! Mi metta subito giù! Non ho niente che le interessi, mi lasci andare!-
-Sta' buono, Parker!- lo sgridò, per poi parlare al suo A.I.: -Jarvis, avverti gli Avengers che sto tornando e che ho con me il ragnetto. Di' anche ad Happy di rientrare.-
-Subito, signore.-
-Ah, certo! Pure il maggiordomo virtuale, e che ci vuole?!- commentò sarcastico Peter, beccandosi un pizzicotto sul fianco che lo fece dimenare. -Ah! Ehi!-
-Prova ad insultarmi ancora e ti becchi altri pizzicotti, ragazzino. Il tuo addestramento inizia oggi stesso, anzi proprio adesso.-
Spider-Man corrugò la fronte. -Quale addestramento?-
Tony lo guardò in faccia. -Te l' ho detto, ti serve qualcuno che ti rimetta in riga.-
La bocca del giovane divenne un ghigno. -E quel qualcuno sarebbe l'alcolizzato e donnaiolo Iron Man? So tutto, lei e le sue bravate tra il bere e le donne... Ahia! La smetta coi suoi pizzicotti!-
-Tieni a freno la lingua, giovanotto.- tornò a fissare di fronte a sé, -Non esiterò a dartene altri in caso di disobbedienza o mancanza di rispetto. E fidati, queste sono la cosa minima che posso farti. Considerami pure il tuo carceriere.-
Peter avvertì un gelido freddo lungo la spina dorsale e non disse più niente per tutto il volo. Nel frattempo, Tony aveva la testa che gli stava per esplodere. Cosa poteva dirgli? Come si comporta un padre la prima volta col figlio? Come si comporta un padre in generale?! Doveva assolutamente chiedere informazioni a Clint. Di certo non poteva dirgli subito la verità sulla morte dei suoi genitori. O su quella di Ben.
Per gradi... lo farò per gradi.

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Commentate, grazie! :)

-Kitta♡

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