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Peter non aveva mai visto tante persone puntuali a scuola come quel giorno. Migliaia di ragazzi, buona parte non erano neanche studenti del suo stesso liceo, stavano accogliendo gli Avengers che stavano entrando alla Midtown School, accompagnati dal preside.
C'erano tutti i supereroi: Captain America, Black Widow, Hulk, War Machine, Occhio di Falco, Thor... tutti tranne Iron Man.
-Oddio, questo è un incubo...- borbottò il ragazzo sottovoce, ma Michelle lo sentì comunque. -E dai, sii positivo. Saluta il compagno di tua zia; salve, Mr. Banner!- alzò la mano e la voce la ragazza. Peter le portò giù il braccio e le ringhiò contro: -Sei una cogliona.-
-Tu mi ami.- sorrise provocatoria M.J.
Peter non rispose, sennò gli sarebbe scappato qualcosa di stupido. L' unico fatto positivo di quella giornata era la mancanza di lezioni e compiti. Tutti gli insegnanti e il preside stesso volevano che i ragazzi si concentrassero sugli Avengers, per quel giorno.
-Vorrei solo che oggi finisse tutto il prima possibile.- mormorò Peter, poggiandosi al muro della palestra. In essa vi era stato allestito un palco dove gli Avengers potevano parlare a tutta la scuola senza problemi. Dissero che Tony Stark aveva avuto un piccolo imprevisto e che per questo non si era presentato... ma la verità era un' altra.
Mentre Clint e Thor tenevano occupata la folla di persone, Steve Rogers si nascose alla vista di tutti e chiamò al telefono Tony, beccando però la segreteria telefonica. -Dove diavolo sei finito? Perché non sei qui, dovevi mancare proprio oggi?!- sbottò, grattandosi nervoso la nuca. Si sporse di poco da dietro il tendone e fissò attentamente il ragazzo che stavano cercando. -Lo abbiamo visto tutti dal vivo, Tony, manchi solo tu. Dio... ti assomiglia tantissimo, sembra te quando eri più giovane. Nat per poco non piangeva la prima volta che lo ha avvistato, è bellissimo. Fossi in te, mollerei qualsiasi cosa tu stia facendo e verrei qui. Devi incontrare tuo figlio, Tony, smettila di scappare!- chiuse la chiamata e si massaggiò le tempie. Poteva scegliersi un compagno meno stupido, no? Figurarsi, lui è un masochista nato...
-Figlio?-
Steve si raggelò e guardò alle sue spalle. Flash Thompson, a bocca aperta, teneva in mano il cellulare che aveva registrato tutto quello che il Capitano aveva detto. -Tony Stark ha un figlio?-
Maledizione!
-Ehi, spegni subito il telefono!- gli andò incontro, ma Flash mosse velocemente le dita sulla tastiera. -Troppo tardi, questo è oro e finisce in rete!- scappò via, verso i corridoi isolati e urlando dalla gioia.
Cap, furioso, strizzò le palpebre e i pugni. -No, no, no!- sussurrò fra sé e sé. Ne era certo, questa volta Tony lo avrebbe ucciso.
-Steve?- lo richiamò Sam, -Peter è uscito. Vieni fuori, i ragazzi vogliono farti delle domande.-
Il biondo sospirò e accettò il suo destino.
Peter aveva detto a M.J. che doveva andare in bagno, ma in realtà aveva in mente ben altro. Prese dal suo armadietto una borsa e andò a nascondersi dentro un' aula deserta. Aprì la zip e tirò fuori il costume che si era fatto da solo.
Non si fidava molto degli Avengers, quindi meglio tenerli d' occhio tramite una maschera.
Stava per mettersela, quando sentì un rumore metallico alla finestra. Si girò lentamente e un brivido gli percorse la schiena, mentre almeno sette flashback diversi gli attraversavano la mente. -L' Avvoltoio...- sussurrò, fissando i due occhi verdi innaturali che lo stavano puntando.
L' Avvoltoio ruppe il vetro della finestra ed entrò, facendo a pezzi le ante. Peter nascose in fretta il costume in uno dei sottobanchi con la borsa e corse via. Ragionò il più in fretta possibile, migliaia di domande gli invadevano la testa...
Ok, prima doveva pensare a mettere al sicuro gli altri. No, un momento, c'erano gli Avengers!
Dannazione, e adesso?
Un pensiero orribile lo fece bloccare di colpo.
M.J.!
Doveva salvarla, doveva portarla via da lì!
Corse a perdifiato e spalancò la porta a doppia anta della palestra, fermando il discorso che stava facendo Rhodes. Tutti si voltarono a guardarlo, dato che aveva attirato l' attenzione, e sia Steven che Natasha capirono che c'era qualcosa che non andava dalla sua espressione.
-Parker, che ti prende?- diede voce ai pensieri di tutti Flash. Peter lo ignorò e andò dritto verso la sua amica.
-Mr. Parker, le sembra il modo?- lo rabbonì il preside col microfono dato ai supereroi. Anche lui venne bellatamente ignorato dal ragazzo.
-Michelle, corri!- disse tutto agitato, prendendo la ragazza per un braccio e tentando di portarla via. M.J., però, fece resistenza: -Cosa? Perché? Che ti prende?-
-Pecora Parker ha perso la testa.- sghignazzò Flash.
-È qui, lui è qui.- parlò veloce il ragazzo, senza smettere di strattonarla.
Gli Avengers si alzarono in piedi dalle loro sedie.
-Di che cosa stai parlando? Chi è qui?-
-L' Avvoltoio! È tornato!- urlò a Michelle, la quale sgranò gli occhi. Le persone che l' avevano sentito, Avengers compresi, rimasero scioccati.
-Oh, no...- sussurrò Bruce, -L' ha trovato.-
Subito dopo, l' Avvoltoio sfondò la porta con le sue immense ali robotiche e quello che sembrava un bazooka radioattivo, spaventando tutti e facendo scappare gli alunni.
-Oh, mio Dio!- imprecò M.J., mentre Peter la teneva dietro di sé con fare protettivo.
Gli occhi smeraldi squadrarono tutta la palestra, fino a fermarsi sul ragazzo e riconoscerlo: -Peter Parker.-
-Penso ce l' abbia con te.- disse sarcastica la sua amica, stringendolo per un braccio.
-Tu dici? Cavolo, è come vivere uno dei miei incubi... M.J., devi aiutarmi. Il costume si trova nell' aula di Informatica, non posso lottare contro di lui in pubblico se sono riconoscibile.- fa alla sua amica, nel frattempo indietreggiarono il più possibile.
-Quindi?-
-Quindi... tu lo distrai senza farti male e io vado a mettermi la maschera.-
Michelle rise nervosa. -Spiritoso! Il vero piano qual è?-
-Fallo e basta, non abbiamo scelta.- parlò a denti stretti.
I due stavano per agire, quando qualcosa colpì le ali di Avvoltoio. Più precisamente, uno scudo.
Captain America, affiancato dalla sua squadra, si fece avanti e scese dal palco. -Non temete, ragazzi.- disse a Peter e M.J., -Non siete soli.- sorrise loro, poi si rivolse sottovoce al Dio del tuono: -Ci pensi tu a tenerlo occupato mentre Nat porta via il ragazzo e io vado a cercare quel cretino di suo padre?-
-Non preoccuparti.- ghignò l' asgardiano, -Mai far arrabbiare lo zio Thor.- così dicendo, fece venire a sé il proprio martello e andò contro al nemico, seguito da un trasformato Banner, Clint e Rhodes.
-Ragazzo, vieni con noi.- parlò in fretta la russa, raggiungendo Peter e allontanandola da Michelle. -Sam, portala via!-
-Agli ordini!- annuì Falcon, prendendo in braccio la ragazza e volando fuori dalla scuola.
-M.J.!- si preoccupò Peter, provando a seguire la sua amica. Con le braccia, Captain America lo tenne stretto a sé. -Calmati! Lei starà bene, è al sicuro.-
-No, invece!- si liberò il ragazzo, guardando la rossa e il biondo insieme. -Con voi no.-
Nat e Steve si sentirono male a quelle parole, ma cercarono di non darlo a vedere.
-Attenti!- gridò Occhio di Falco, scagliando la sua ultima freccia e venendo lanciato contro un muro. L'Avvoltoio aveva steso Thor e Rhodey con la sua arma e aveva sparato un sonnifero instantaneo a Hulk, che era tornato a essere Bruce.
Con pochi spari, stordì la Vedova Nera e mise k.o. il Capitano. Peter, cosciente di essere solo, decise di usare i suoi poteri... ma non fece in tempo. Venne lanciato contro un muro, colpito da una delle ali, e perse conoscenza.
L' Avvoltoio tirò fuori da una tasca una siringa e si avvicinò a Peter per prelevargli una dose di sangue. Stava per abbassargli il colletto, quando una mano robotica lo prese per il polso e glielo ruppe, impedendogli anche solo di sfiorare il ragazzo.
Il criminale emise un verso di dolore e guardò la maschera metallica di Iron Man, la quale in quel momento sembrava parecchio minacciosa.
-La prima volta sono stato buono con te.- disse da dentro l' armatura Tony Stark, -Io odio ripetermi, ma vedo che sei duro di comprendonio. Quindi te lo ripeterò una seconda volta, in modo che ti sia chiaro.- gli storse ancora di più il braccio e gli mostrò la sua faccia. Gli occhi scuri erano colmi di un' ira funesta. -Nessuno tocca mio figlio, capito? Specialmente un essere abominevole come te.- gli comunicò, serio come la morte e incazzato nero. Con la mano robotica, gli distrusse il vetro della maschera e gli impedì di vederci, poi lo lanciò fuori dalla scuola e lo fece rincorrere da dei missili. Tony guardò con attenzione il cielo, finché non vide un esplosione. Sapeva di non averlo preso, ma adesso voleva solo pensare alla salute di Peter.
-Meno male che siamo soli.- si alzò a fatica Rhodes, venendo poi aiutato da Tony. -Se dicevi una cosa del genere davanti a qualcuno...-
-Lo so, lo so bene.-
-E ringrazia anche che Peter sia svenuto.- tornò in piedi Sam, dando una mano a Thor.
-A proposito... che si fa adesso?- domandò a nessuno in generale Banner, indicando il ragazzo.
-In anzi tutto, qualcuno vada a prendere la sua tutina ridicola dall' aula di Informatica, non voglio che finisca nei casini.- ordinò Tony, -E in secondo luogo... penso che sia meglio portarlo con noi.-
-Che cosa?!- fece stupito Clint, -Ma sei matto? Vuoi portarlo alla base degli Avengers?-
-Dobbiamo parlargli, stava per agire come noi.-
-Fammi prima capire bene una cosa: tu vuoi parlargli per un probabile reclutamento per gli Avengers o come padre?- gli chiese Natasha, togliendosi il sangue secco dalle orecchie.
Tony sospirò e fissò a lungo Peter, ancora con gli occhi chiusi a terra. -Questo lo deciderò dopo. Non gli dirò nulla senza il consenso di May. La chiamo, a proposito, le dico che Peter è con noi. Ah, e Steve?- si rivolse al suo compagno, -Grazie tante per aver fatto sapere al mondo che sono padre.- fece sarcastico e mostrò il telefono. -Il video è diventato subito virale.-

-Non ci credo, sei un genio! Non avrebbe mai funzionato senza di te.- si complimenta Tony con Richard Parker, ridendo assieme a lui e uscendo dall' ascensore.
-Grazie, Tony. Però, ammettilo, il merito è stato anche tuo.-
-Be', quello è ovvio!- finge serietà, sorridendo con l' amico e collega.
Uno scienziato, Bruce Banner, chiama l' attenzione di Tony interrompendoli. -Torno subito. Non andartene senza di me, mi hai promesso una birra!-
-Ah, non posso, Stark. Oggi io e mia moglie scopriamo il sesso del bambino. Volevamo che fosse una sorpresa, ma alla fine non abbiamo resistito e abbiamo prenotato la visita.-
-Oh, dai, avrete tutto il tempo del mondo per scoprirlo!- scherza e si riconcentra su Banner.
Richard ridacchia fra sé e sé, scuotendo la testa. La sua attenzione viene attirata da una donna col pancione di sette mesi che entra nella Stark Industries dalla porta principale e gli va contro. -Ciao!-
-Tesoro, che ci fai qui? Ti venivo a prendere io con la macchina, non ti fa bene nel tuo stato.- sorride, baciando la moglie sulle labbra con affetto.
La donna ride. -Amore, sono incinta, non bloccata con la schiena! So prendere un taxi anche da sola, non volevo che facessi troppi viaggi.-
-Ah, sei un angelo.- geme felice, rubandole un secondo bacio. -Vieni, voglio presentarti una persona.- la prende per mano e, non appena Tony torna libero, lo fa voltare.
Tony, per qualche secondo, sente dentro di sé una voce che dice "questa donna l' ho già vista". Quest' ultima, infatti, sembra averlo riconosciuto.
-Tony, ti presento mia moglie, Mary Fitzpatrick Parker. Mary, lui è il mio capo nonché amico, Tony Stark.-
E Tony si ricorda.
Quegli occhi che aveva ammirato, quella bocca che aveva baciato... quel corpo che aveva fatto suo per una notte prima che diventasse incinta.
Sette mesi fa.
Porco cane...
Stringe con forza i pugni e trettiene un singhiozzo. Fra tutte le persone sulla Terra, doveva farsi proprio la donna del suo amico? Quante possibilità c'erano?!
Incinta, perfetto. Aveva messo incinta una donna.
Un probabile attacco di cuore lo percuote alla vista di come lo sta guardando Mary; in modo colpevole.
Merda, oh, merda... il bambino è suo. Il bambino è suo e di sicuro Richard non lo sa.
Grande. Che testa di cazzo che sei, Stark!
Serra la mascella e nasconde la paura di essere scoperto. In vita sua, non si è mai sentito così coglione come ora.
Allunga una mano e stringe quella di un' altrettanto imbarazzata Mary. -Piacere, Mrs. Parker.-
-Piacere mio, Mr. Stark.- arrossisce, abbassando gli occhi. -Tesoro, andiamo?-
-Vengo con voi.- parla senza pensare il miliardario e pensa velocemente a una scusa: -È un momento importante per voi due, avrete bisogno di appoggio. Voglio esserci. Per te, Richard.-
Mary boccheggia senza fiato, rimanendo stupita all' espressione contenta del marito: -Certo che puoi accompagnarci, nessun problema per noi. Giusto, tesoro?-
-Assolutamente.- dice la donna, non togliendo un istante gli occhi da Tony.
L' uomo in questione, sentendosi nei guai come non mai, si allenta il nodo della cravatta e sorride in modo fasullo. -Prendiamo la mia macchina?-

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-Kitta♡

The Hero's SecretWhere stories live. Discover now