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Anya osservò scrupolosamente al microscopio le cellule rosse prese dal sangue di Peter rimasto sul coltellino di Silvester e cercò tutto quello che le serviva.
Si era rintanata lì, lasciando gli Avengers a guardare Peter attraverso le telecamere della Stark Tower per assicurarsi che Amaranta e i suoi scagnozzi non gli facessero del male, per poter osservare attentamente il sangue del ragazzo.
C'era qualcosa di strano nel comportamento di sua sorella e sulla "non reazione" di Peter nell' essere normale. Non si era ammalato neanche una volta e, con la perdita dei suoi poteri, avrebbe dovuto avere la febbre alta in poco tempo, ma non era accaduto. Qualunque cosa fosse, doveva comprenderla. Se era vero che Lukas Whiter aveva le capacità di Spider-Man, come mai si erano manifestate così presto? A Peter erano serviti anni per riuscire a fare le ragnatele.
Un' illuminazione la colpì. Lui aveva avuto problemi di salute molto prima che lei e Amaranta tornassero in città. Il super udito sballato, un eccesso di forza improvvisa, la difficoltà a controllare le ragnatele... Qualcosa non quadrava.
Con la magia, si fece apparire in mano un fazzoletto sporco di sangue, uno di quelli usati da Peter quando pensavano che avesse il cancro. Esaminò prima quello, poi la piccola lama e viceversa. Sul coltello sembrava esserci qualcosa.
Che sia...?
Anya mosse la mano sul metallo insanguinato e un velo parve levarsi. La risposta ai suoi dubbi era lì, sotto le lenti di quel microscopio, a mostrarle come stavano davvero le cose.
Ma allora... oh, cacchio.
-No, no, no!- gridò consapevole e lasciò cadere tutto a terra per correre al piano di sopra. Col fiatone, salì in fretta e furia le scale. Doveva dirlo agli Avengers e subito. Dovevano avvertire Peter.
Sbatté la porta nell' aprirla, però nella stanza colma di monitor non c'era nessuno. Tentò di comunicare con Peter attraverso cuffie e ricetrasmittente, ma prese la scossa. Più il tempo passava, più il potere di Electro si espandeva ovunque. Stava prendendo il controllo di qualunque circuito elettrico. La testa le girò quando sentì un suono di eliche in movimento e scattò verso l' uscita del capannone. Non voleva neanche crederci di essere arrivata troppo tardi.
Fece a malapena in tempo ad uscire quando vide un jet dello S.H.I.E.L.D. volare via da lei e dirigersi verso la torre. A guardare la scena con lei vi erano i fratelli di Quinn, Gonzalo e Denise, i quali si sventolavano le mani davanti alle facce per il polverone alzato dal jet.
Cazzo!
Anya si portò le mani tra i capelli, -No!- urlò frustrata.
Il primo a notare la sua presenza fu Owen Kenny. -Che succede?-
-Ho scoperto una cosa. È essenziale, devo raggiungerli assolutamente. Devono saperlo.-
Devo dirglielo.
Tentò il teletrasporto, cercò con tutta sé stessa di portarsi dove si trovava Peter, e prese solo la scossa dai suoi stessi poteri. Si stavano indebolendo e impazzendo con l' arrivo imminente di Thanos e a confermarlo erano i suoi capelli; stavano cambiando di nuovo colore e ora erano sul castano dorato. -Non riesco a portarmi fin là!-
-Ti prestiamo una delle nostre macchine, se vuoi.- Denise l' aiutò a rialzarsi.
La Magissa negò col capo. -No, la barriera di Amaranta impedisce il passaggio a qualunque mezzo di trasporto. Non so più che cosa fare.- singhiozzò lievemente, il petto le andava su e giù. Non aveva mai provato un attacco di panico in tutta la sua esistenza e sperava vivamente che quella non fosse la prima volta, perché non era davvero il momento.
Gonzalo le mise una mano di conforto sulla spalla. -Respira, pequeña, stressarti non ti aiuterà.-
-No, no, voi non capite.- fece dei passi indietro e quasi soffocò nelle sue stesse lacrime. -Di solito ho un piano, di solito so come agire nei confronti di Amaranta, ma stavolta non so proprio che fare. Non so come entrare nella torre.-
C' era riuscita, alla fine, sua sorella l' aveva finalmente fatta bloccare. Che poteva fare?
Ray, dietro di loro, fece un fischio. -Ehi, che ne dite di un cavallo?-
Anya seguì il punto dove stava indicando. Non molto lontano da loro, un cavallo della polizia tremante di paura cercava da mangiare tra l' erba.
Sì!
-Ray, sei un genio!- la strega lo sorpassò e si fece apparire una mela per farla mangiare al dromedario. Lo liberò dalla sella, dai paraocchi e dalla cavezza in corda annodata; doveva correre veloce e per farlo doveva sentirsi libero. Gli lesse la mente per sapere il suo nome e per calmarlo. -Va bene, Jueves, ho bisogno del tuo aiuto.- lo accarezzò sulla criniera lunga e folta e gli salì in groppa.
-Noi che cosa facciamo?- si fece avanti Owen, bloccandole di poco la strada.
Anya si fece apparire un mantello bianco e si mise in testa il cappuccio. -Andate in città, portate al sicuro tutte le persone che trovate e lontano dalla Stark Tower. Ci sarà uno scontro e sarà violento. State attenti.-
Non posso sbagliare. Devo raggiungere Peter a tutti i costi e dirglielo.
Si piegò fino al raggiungere l' orecchio dell' animale e gli sussurrò magicamente: -Portami da mia sorella.-
Jueves nitrì e corse veloce verso la famiglia della Magissa.

Tony si scaraventò contro Toomes, il quale stava per braccare suo figlio, mentre il resto della squadra combatteva contro i Sinistri presenti nella torre.
Peter, anche se non aveva più i poteri, si mise il costume nuovo che si materializzò dal suo braccialetto. Non appena il suo volto fu coperto, Mysterio si fece avanti.
E Stark lo notò. -Peter! Chip!-
Il ragazzo capì e chiuse gli occhi.
Iron Man tenne due visuali davanti a sé grazie al casco e al ritorno di Friday: il suo combattimento con l' Avvoltoio e quello che Peter aveva davanti. Dando istruzioni al suo corpo, gli evitò parecchie illusioni e finzioni, costringendo Beck a mostrare più volte la realtà dei fatti.
-Cosa?!- sbottò sorpreso l' illusionista, spazzando via lui stesso la nube verde.
Un energia azzurra si scatenò nel palazzo e nella stanza, in costrasto con le scintille viola di Amaranta, la quale stava combattendo con Loki. Thor ed Electro si prendevano a cazzotti e a calci in tutti i luoghi di New York, anche con la minima elettricità. Fulmini e saette azzurre si espandevano tra di loro nell' aria, nei teletrasporti che erano costretti a fare assieme, e finirono chissà dove tra cielo e terra.
Vennero raggiunti da Camaleonte e Lizard, i quali presero di mira Natasha e Clint. Romanoff prese a pugni in faccia Camaleonte, che aveva assunto la forma di Barton, e gli diede un calcio allo stomaco facendolo volare lontano. Prima che potesse sbattere contro il muro, Scott Lang tornò ad una dimensione normale e lo attaccò, ribaltandolo con le sue forme minuscole.
Quinn e Lukas si stavano per tagliare la gola a vicenda. I loro liquidi, neri e rossi, diventavano appuntiti o duri come la pietra. In soccorso alla ragazza giunse Steve, nuovamente insieme al suo scudo.
Amaranta stava per strozzare Loki, ma venne investita da una montagna verde che la fece sbattere contro il vetro, rompendo parte della vetrata. Tossì e si tenne l' addome. Poi... sentì qualcosa di caldo sulla mano.
Lei stava... sanguinando?
I suoi occhi brillarono di vita propria e i suoi poteri, di colpo, aumentarono di potenza. Fissò furiosa Hulk. -Adesso me la paghi, mutante.-
Lui, in tutta risposta, ruggì arrabbiato.
La Magissa Nera alzò una mano, tenendolo fermo e facendogli fare un latrato dolorante. Gli Avengers, come i villains, si fermarono a quel suono.
-Hulk!- Natasha cercò di raggiungerlo e venne fermata da Bucky.
Amaranta alzò anche l' altra mano, creando con le dita la forma di una sfera. Il bestione cadde in ginocchio. -Avete testato fin troppo la mia pazienza. Volete che vi mostri ancora di che cosa sono capace? Cosa sono disposta a fare?!-
-Banner!- strillò Steve e i caschi di Tony e Rhodey si alzarono a quella scena straziante.
Le braccia della ragazza tremarono, la sfera violetta tra le sue mani si stava spaccando, e così anche Hulk. Il suo colore passò dal verde al rosa carne, gli occhi divennero quattro e la bocca si divise in due. Amaranta tuonò un urlo di potenza e spezzò la sfera, dividendo per sempre Hulk e Bruce Banner.
Il ruggito della belva fece eco in cielo e i due corpi rimasero stesi a terra senza forze. Nessuno riuscì ad emettere un fiato, Peter aveva dimenticato come si parlasse.
Bruce e Hulk... li aveva separati. Non erano più la stessa persona.
Oddio.
-Bruce...- soffiò tremante la russa, gli occhi rossi per un pianto imminente. Suo marito respirava, sì, tuttavia non muoveva un muscolo.
-Mia signora?- Octavius voltò lo schermo di un loro computer verso la sua padrona. -Guardi qui.-
Amaranta riprese fiato con difficoltà dopo quello sforzo e digrignò i denti all' immagine ripresa dalle videocamere della città. Anya era in groppa a un destriero e sembrava determinata a raggiungerla, come se avesse un valido motivo per farlo. -Sorella...- mormorò con consapevolezza. Sì, forse aveva davvero capito le sue intenzioni.
E lei doveva fermarla.

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-Kitta♡

The Hero's SecretWhere stories live. Discover now