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Peter sospirò rilassato e uscì dal bagno con solo un asciugamano intorno alla vita. Era appena tornato da scuola e fare palestra lo aveva sfiancato molto.
-Va bene, Anya, il bagno più grande adesso è tutto tu...- bloccò la frase a metà quando si accorse che nel salone, assieme agli altri, vi era un ospite. Per la precisione, Quinn Kenny.
La maliziosa biondina non risparmiò nemmeno un centimetro della sua pelle scoperta quando se lo guardò per bene. -Be', ciao a te.-
-Ciao.- gli uscì in modo strozzato e acuto. Si schiarì la voce, diventando rosso in faccia. -Ciao.- riprovò, facendo una voce stavolta troppo baritonale. Gli Avengers presenti trattennero delle risatine e fu allora che si accorse delle valigie vicine alla ragazza.
Che sta succedendo?
-Ehm, Anya? Verresti con me in camera mia, per favore?-
La Magissa Bianca, intenta a leggere un giornale seduta alla poltrona e con le gambe a penzoloni su uno dei braccioli, fece un verso di diniego accompagnato alle spallucce. -Mmh, no, non mi va.-
-Anya!-
-Arrivo!- scattò in piedi a quell' urlo e i due filarono al piano di sopra.
Peter chiuse la porta a chiave e, quando si girò, trovò la sua amica nella stessa posizione che aveva assunto prima al piano di sotto, tutta presa da un articolo. -Perché cavolo si trova qui?-
-Chi?- alzò un sopracciglio, voltando pagina e non prestandogli molta attenzione.
-Quinn! Si è portata persino delle valigie, che significa?!-
-Ah, lei.- tornò con la mente al presente e si alzò, depositando il giornale sulla scrivania e spiegandogli la situazione in modo semplice: -Ok, ora ti spiego. Tony e Bruce non sono del tutto sicuri riguardo a lei e all' effetto che ha Venom sul suo corpo e la sua mente, non lo è nemmeno la dottoressa Cho, per tanto hanno ritenuto più opportuno che venisse a stare da noi per un po'. Il tempo di capire se Venom è attivo.-
Le palpebre del ragazzo sfarfallarono come ali. -Tu... che... stai dicendo che non posso più fare sesso?!-
La mascella di Anya per poco non cadde. -È questo che ti preoccupa maggiormente?!-
-Sono un adolescente in piena tempesta ormonale e tu mi stai dicendo che la ragazza che mi accende come un fuoco in pieno inverno vivrà con me per chissà quanto, ti pare che possa metterle le mani addosso con mio padre in giro per casa?-
La bocca di lei divenne improvvisamente asciutta. -Wow, hai delle priorità, Parker...-
-Uh, be', scusa tanto se sto cercando di vivere la mia vita come un qualsiasi ragazzo normale prima che sia troppo tardi.-
E si volle prendere a schiaffi per questo.
-Scusa. Non volevo.-
-D'accordo, senti, calmiamoci adesso, ok? Puoi ragionare con mente lucida? Quell' adolescente potrebbe essere una bomba aliena pronta ad esplodere da un momento all' altro, quale altro modo c'è per proteggerla da sé stessa e gli altri da lei? E comunque, c'è anche il fatto che conosce la tua vera identità, Spidey.-
Rimasto senza parole e non sapendo come controbattere, si limitò ad andare verso l' armadio per vestirsi. La presenza dalla strega non gli diede alcun fastidio o disagio. -E sia, lo capisco, ma i suoi genitori? E i suoi fratelli? Che hanno detto?-
-Loro sanno la verità, hanno accettato.-
La testa bruna del giovane spuntò da dietro l' anta. -Che vuoi dire con "loro sanno la verità"? Quinn non sa perché è qui?-
-Per te avrebbe accettato di vivere con gli Avengers se l' avesse saputo? Pensa che Tony le abbia offerto uno stage alla Stark Industries, il che è un' ottima scusa perché lei è molto brava a scuola. Quasi quanto te.-
Peter si abbassò la maglietta e tornò da lei, chiudendo l' armadio e tamponandosi i capelli mezzi asciutti. -Grandioso, una nuova coinquilina.-
-Sono certa che sarà ottima per tenerti compagnia mentre starete da soli in casa. Tuo padre e Tony stanno lavorando insieme su una nuova armatura che possa competere con Toomes e Octavius, idea del professore, e io devo fare quattro chiacchiere con alcune persone per trovare Amaranta. Nel frattempo, trova un modo per salvarti la reputazione.-
-Di che stai parlando?-
La bionda sgranò gli occhi. -Non lo sai?- chiese e quando lui le diede in risposta un cenno di negazione, andò a prendere il giornale che stava leggendo. Era il Daily Bugle. -"Spider-Man è una minaccia per il Queens e l' intera New York, ladro una volta, ladro per sempre; non possiamo fidarci". Ecco cosa dicono di te.-
-Cosa?- si stupì e prese la carta in bianco e nero tra le mani. Lesse tutto e ne rimase scioccato. -Che diavolo, adesso uno è un ladro solo perché ruba un paio di volte a settimana per un mese?-
-Peter.-
-Ok, come non detto, però stavo vivendo per strada e non sapevo come procurarmi da mangiare, quale altra scelta avevo?-
-Mmh, non saprei, trovarti un lavoro?- fece sarcastica.
-Certo, così i servizi sociali mi avrebbero trovato e rinchiuso in una casa famiglia. Ma chi è l' idiota che parla male di me? Qua mi giudica persino di quando ho salvato delle persone!- si infuriò e cercò a fine pagina il nome del giornalista, -J. Jonah Jameson. Che gran figlio di...!-
-Ah!- lo interruppe Anya, mettendogli un dito sulle labbra. -Ti ricordo che Tony ha rimesso l' allarme per le tue parolacce, vuoi seriamente rischiare?-
Un ringhio di frustrazione animalesco scaturì direttamente dalla gola di lui. -Ho afferrato. Ora, che posso fare per metterlo a tacere? Se i cittadini non si fidano di me, come farò a salvare loro la vita?-
Anya si morse il labbro, non avendo alcuna risposta. Di usare la magia per scopi così non ne valeva la pena. Il ragazzo aveva creato questo casino, era giusto che mettesse le cose apposto da solo. -Troveremo un modo per risolvere tutto. Ogni cosa.-
E intendeva veramente ogni cosa.
-Adesso perché non andiamo ad aiutare Quinn con le sue cose? Scommetto che sarà euforica nel sapere che dormirà nella stanza accanto alla tua. Presto Richard e Tony torneranno per la cena, tuo padre finalmente conoscerà la tua ragazza.-
-Non è la mia ragazza!-
La ragazza si limitò a ridere birichina mentre scendevano le scale. Giunti nuovamente in salone, trovarono gli Avengers intenti a mettersi delle scarpe pesanti. -Dove state andando?- domandò Peter. In un angolo, notò Quinn intenta a bersi un bicchiere del Gin Tonic di Stark.
-Abbiamo ricevuto un allarme dallo S.H.I.E.L.D., pare che Octopus sia entrato nel sistema di difesa.- rispose frettolosamente Steve, -Richard e Tony ci raggiungeranno direttamente lì, forse Mr. Parker ha qualche informazione su Octavius che può tornarci utile. Anya, abbiamo bisogno che vieni anche tu, potrebbe esserci tua sorella con lui.-
-Ehi, un attimo, e io che faccio? Devo venire con voi? Posso aiutarvi.-
-No! Tu resti qui.- ordinò perentoria Black Widow, -L' ultima volta che hai avuto a che fare con Amaranta e i suoi scagnozzi non è finita bene per te.-
-Ho ritrovato mio padre.-
-È l' unico aspetto positivo. Resta. Qui. E tieni compagnia a Kenny, falle da cicerone per la torre o cose così.-
Anya sospirò affranta e diede uno sguardo triste al suo amico. -Scusa, Pete.-
Pochi secondi dopo, Peter e Quinn rimasero da soli. Lei fece un sorrisetto maligno e scese dallo sgabello, avvicinandosi al ragazzo. -Come mai tutti pensano che io sia la tua ragazza?-
Colto di sorpresa, si imbazzò e tentennò: -Non sei la mia ragazza, che diavolo!-
-Bene.- fece velenosa, offesa dalla sua dichiarazione. -Perché neanche tu sei il mio ragazzo.-
-Bene!-
-Bene!-
Gli istanti che seguirono furono silenziosi, il clima gelido si poteva tagliare con un coltello per il nervosismo di entrambi. Peter ebbe un senso di déjà-vu.
Oh, no. Un altro "non detto".
Ah, ma stavolta non ci sarebbe cascato. No, per niente. Avrebbe messo le cose in chiaro con Quinn fin dall' ini...
-Vuoi scopare?-
Senza pensarci troppo, alzò le spalle e le rivolse una smorfia annoiata, rispondendole: -Ma sì.-

Scende dal proprio skateboard e tira fuori le chiavi di casa per il portone, nelle cuffie risuona potente Ayo Technology dei Within Reason e canticchia il ritornello. È una di quelle canzoni che zia May gli proibisce sempre di ascoltare perché, a parer suo, non è musica adatta a un tredicenne. Ma a lei che gliene importa, poi?
Arrivato al proprio piano dopo aver preso l' ascensore, infila la chiave giusta nella porta ed entra nell' appartamento. -May, sono tornato!- urla, conscio che lei oggi ha il giorno libero.
-Peter Benjamin Parker, vieni in cucina immediatamente!-
Nome completo; pessimo segno. Tono deluso e infuriato; altro pessimo segno. Quand' è che impara che la maggior parte del tempo è meglio se scappa da quella donna?
Non appena arriva in cucina, si rende conto di quanto è nei guai e di quanto doveva dar ascolto al suo istinto e fuggire via. Tony Stark è in piedi vicino ad un' imbufalita May, anzi nessuno dei due sembra felice.
-Che succede? Che ci fa lui qui?- lo indica, ma parla alla zia.
-Porta rispetto agli adulti, Peter, credevo di avertelo insegnato. Comunque, sei veramente in punizione stavolta, ragazzino.-
-Perché, che cosa avrei fatto?- fa con tono da "cosa c'è ancora?" e si abbassa le grandi cuffie sul collo, poggiando lo skate verticalmente nell' angolo tra i due muri vicini a lui.
È Stark a rispondere, braccia incrociate e occhi severi. -Atti vandalici su proprietà privata.-
-Cosa?! No, non è vero, non ho fatto niente del genere.-
-Ieri hai fatto dei graffiti alla Stark Tower in piena notte, quando dovevi essere nel tuo letto.-
-È assurdo, quali prove avete contro di me?-
-Oh, intendi a parte queste?- dice sarcastico Tony, spostando dalla mensola al tavolo delle foto prese da una videocamera di sicurezza.
Sì, quello è senz'altro Peter, in felpa scura e con delle bombolette spray in mano. Sul fianco della torre, si vede perfettamente che sta scrivendo la parola "assassino".
-Merda...-
-Esatto, e aggiungiamoci anche il fatto che stamattina, quando ti sono venuta a svegliare per scuola, avevi le mani sporche di vernice. Lo sai che hai rischiato una multa? Forse anche il carcere minorile. Ringrazia Mr. Stark perché ci evita una cosa del genere, sai bene come siamo messi economicamente da quando tuo zio è morto.-
-Non ho scritto niente che non fosse vero su quella sua stupida torre.- sibila arrabbiato, incenerendo coi suoi occhi scuri la figura del miliardario.
Tony, a dispetto dell' odio che il figlio gli mostra, non fa una piega.
-Peter. Ehi, Peter, guarda me.- lo richiama May, -Guardami.-
Infastidito, decide di obbedire.
-Sei in castigo. Chiaro? Uno; sei scappato nel cuore della notte senza avvisare nessuno, poteva capitarti qualunque cosa. Due; hai vandalizzato la Stark Tower di Mr. Stark e tre; hai ancora le bombolette che ti avevo categoricamente ordinato di buttare.-
-E quindi?-
-E quindi...- continua irritata, -Mr. Stark ci ha offerto una scappatoia, dato che gli ho spiegato la nostra situazione. Per ripagarlo di quello che hai fatto, gli farai da assistente personale per un mese intero e i soldi che guadagnerai andranno a Mr. Stark così che possa far ridipingere la torre.-
-Che cosa?!- sbotta, muovendosi sul posto e guardando prima uno e poi l' altro, il tavolo è l' unica cosa che divide lui da loro. -Non esiste, io non faccio proprio un bel niente!-
-O lo fai o chiamo la polizia. Potresti finire in manette, in libertà vigilata o a fare lavori ricostruttivi.- lo avverte l' uomo.
-Preferisco farmi arrestare e pulire le strade, piuttosto che passare del tempo con lei!- gli urla contro il ragazzino.
-Basta!- lo zittisce May, -Lavorerai gratis per Mr. Stark, così è stato deciso e così sarà.-
-Non è giusto, non è giusto!- impazzisce Peter, spingendo la sedia di fronte a sé in avanti e facendo muovere di conseguenza tutto il tavolo. La sedia dalla parte di May e Tony cade e il più piccolo corre a chiudersi in camera propria.
In un secondo, Tony si sgonfia e torna al suo vero stato d' animo. -Abbiamo esagerato?-
-No, quello che ha fatto è sbagliato e deve capirlo. Che sarebbe successo se l' avesse fatto a un altro, qualcuno ricco e potente quanto te?-
-Già, fortuna che odia me, eh?-
-Non intendevo questo.-
-Lo so, scusa. Vado a parlargli.-
Lei gli mette una mano sul petto per fermarlo. -Che dici, sei matto? Non mi pare il momento.-
-È scosso e turbato, ha bisogno di me.-
-Tony... il fatto dell' ospedale in Thailandia, quando ti ha lasciato abbracciarlo, è stato solo un caso, te ne rendi conto? Aveva appena perso Ben e gli serviva una figura paterna, ma adesso è passato quasi un anno e lui non vuole averti vicino. So benissimo quanto faccia male, ma se cominci ad avvicinarti a lui partendo da adesso, inizierà ad insospettirsi e noi non possiamo permetterlo, capito?-
Stark si tortura da solo nel doversi ricordare che questo è uno di quei momenti dove deve fare l' adulto. Dove deve fare il padre. -Sì, ho capito, e hai ragione. Tenterò di tenere le distanze, anche quando starà con me questo mese.-

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-Kitta♡

The Hero's SecretWhere stories live. Discover now