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Lukas sbatté Quinn sul cemento, tenendola per la gola. La ragazza gli strinse con forza gli artigli scuri coi propri e lo guardò negli occhi. -Fossi in te, mi lascerei andare subito, Whiter.-
-Ah, sì? E perché mai dovrei farlo?-
Lei guardò alle sue spalle e ghignò. -Perché il mio ragazzo sta per farti il culo.-
Toxin si girò per seguire il suo sguardo e un pugno ben assestato gli fece girare la testa con violenza, facendolo cadere a terra.
-Adesso basta, Lukas. Sul serio la tua rabbia e il tuo rancore valgono il prezzo che dobbiamo pagare tutti noi? Stai mettendo in pericolo tutta New York, te ne rendi conto?-
-Sai bene quanto me che significa non avere un padre! Non posso perdere anche Norman!-
-Con tutto ciò che avete fatto fin'ora, centinaia di persone hanno perso il padre e la famiglia! Tanti poliziotti sono morti per proteggere la gente comune da voi, te ne sei accorto?-
Lukas parve esitare, ragionare, come se avesse aperto gli occhi per la prima volta dopo tanto tempo. Finalmente era lui al controllo, non Toxin o Amaranta.
-Peter!- Tony scese a terra e si levò la maschera, seguendo con lo sguardo la scia di ragnatele lasciate dal figlio. -Ma come...?-
La battaglia si fermò, nessuno riuscì ad attaccare per lo stupore. Peter aveva di nuovo i suoi poteri. Spider-Man era tornato.
-Cosa cazzo... No!- Electro scatenò qualche scintilla dal proprio corpo per la frustrazione e guardò Amaranta. La strega aveva un volto inespressivo. -Cos' è successo? Come fa ad avere ancora i poteri?-
Mysterio fece un ghigno. -Non li ha mai persi.-
-Cosa?!-
-La sfera blu che tu hai usato.- Amaranta si rivolse a Quinn, la quale aveva ritratto la melma aliena dentro di sé dai pori della pelle. -Era un' illusione per davvero. Ma non serviva per togliere i poteri a Peter, serviva per far credere che non fosse più un mutante.-
-Il cancro ce l' ha avuto veramente, ho visto il suo sangue.- Anya fece dei passi avanti in direzione della sorella, -Lo hai guarito tu, non è così? Perché hai fatto tutto questo? I Sinistri Sei, la caccia a Peter, il farci credere che non si sia mai ammalato... che scopo avevi?-
Amaranta fece un mezzo sorriso soddisfatto e puntò le iridi argentate su Peter. -La fiducia in sé stessi. Gli mancava solo questo. Ora non devo fare altro che prendere Venom dai due ragazzini e unirli con lui nella culla.-
-Non puoi unire Peter a Venom contro la sua volontà.- Loki tremò nel vedere lo sguardo furbo di lei, -Ecco... è a questo che serve la culla, vero? Non è solo per riunire le parti di Venom, ma per unire lui direttamente con Peter anche senza la sua volontà!-
-Dovrai. Passare. Sul mio. Cadavere!- scandì bene Tony, gli occhi di Iron Man si illuminarono e volò contro la Magissa Nera.
Rhodey finì a terra a causa degli artigli di Lizard e gemette dolorante. Prima che il mostro potesse finirlo, Iron Heart lo colpì e gli sparò un laser contro, bruciandolo. L'uomo la guardò adorante. -Hailey...-
Lei fece un piccolo sorriso. -Ciao, James.-
-Tutto molto commovente, ma vi dispiace?- si sentì dire da Clint, che si liberò dalle mani di Camaleonte mentre veniva strangolato.
Anya volò addosso ad Amaranta e le diede una ginocchiata, lei la prese per la gamba e la buttò a terra. La Magissa Bianca scatenò un fascio di luce dai palmi, contrastato da quello di oscurità della Magissa Nera. Finite entrambe le loro energie, caddero in ginocchio; avevano lasciato dei segni scuri sul cemento sotto di loro.
-Capisco bene le tue intenzioni, sorella. Vuoi proteggere l'universo da Thanos, ma una volta che Venom avrà portato a termine il compito per cui lo hai creato perderai ogni controllo su di lui e allora sarà il simbionte stesso a sterminarci.-
-Posso controllarlo. Anche dopo Thanos.-
-No, non potrai più! L' hai reso troppo forte, deve essere eliminato!-
-Lui resta con me!- tuonò, -Thanos non si limiterà alle gemme, Anyesse. Non è una battaglia, è una guerra.-
Anya impallidì e il fiato le si bloccò in gola. -Che cosa stai dicendo?-
Amaranta si morse il labbro, si era fatta sfuggire troppo.
-Il suo obbiettivo non è eliminare la metà della popolazione universale? Ce l' ha detto lui stesso, tantissimi anni fa. Ricordi che ce le chiese in prestito? Che dopo aver esaudito il suo desiderio ce le avrebbe restituite? Quando ci siamo rifiutate, ci ha attaccate.-
Amaranta sorrise amara e scosse la testa per l' ingenuità di sua sorella. -Davvero credevi che non se le sarebbe tenute?-
-Lo sai come funzionano le gemme. Una volta usate, se non vengono restituite a noi di spontanea volontà, spariscono e si dividono tra spazio e tempo.-
-Thanos non lo sapeva e non lo sa neanche ora. Le vuole tenere e usare più di una volta, Anyesse. Si crede un messia, se riuscirà ad usare le gemme una prima volta tenterà di farlo anche una seconda per sottomettere a sé le persone rimaste dallo schiocco. Vuole farsi Dio. Venom non potrà perdere la testa dopo la prima battaglia se non ne esce vincente, perché se perde e Thanos userà quel suo guanto lui dovrà combatterlo ancora.-
-Hai parlato al presente.- Anya aveva sgranato gli occhi dalla paura, il suo cuore e la sua mente le avevano fatto capire qualcosa.
Amaranta si rese conto di quel secondo errore, però fece finta di niente. -Come?-
-Hai detto che Thanos non lo sapeva e non lo sa neanche ora. Tu come lo sai? Non lo vediamo da più di vent'anni.-
Amaranta serrò la mascella e guardò verso il basso.
-Sorella? Circa un anno prima della nascita di Peter, dopo che ce ne siamo andate da casa Parker e ci siamo divise... dove sei stata per sedici anni?-
La strega puntò sulla sorella un' occhiata gelida, distrutta, colma di lacrime e segreti.
Anya comprese l' orrenda verità.
No...
-Sei sua figlia.- sospirò, la testa era vuota da ogni pensiero per lo shock. Si sentiva tradita, raggirata, non pensava che lei potesse arrivare a tanto. -Sei una figlia di Thanos, non è così?-
La vena sul collo di Amaranta pulsò per il ribrezzo e l' agitazione, confermando quel titolo da soldato. -L' ho sempre detto che Richard non era mio padre.-
Anya si portò le mani alla bocca e pianse disperata, non volendo crederci. -No, non può essere. Ha ucciso così tante persone del nostro passato, ha sterminato intere famiglie, compresa quella di Beck, e tu mi dici che stai dalla sua?-
-Non hai capito niente, sorella.- la schernì, -Si possono fare le cose più schifose e viscide per sopravvivere. Anche tradire il proprio sangue.-
-Confermo.- Mysterio apparve all' improvviso e per un attimo Anya vide tanti suoi amici dei secoli scorsi venir uccisi dalle mani di Thanos. Venne poi scaraventata lontano sul tetto ed evitò per un soffio una scossa di Electro. Tremante, vide l' uomo avvicinarsi a lei e il suo fumo verde colmo di pianti isterici e grida si espanse dai suoi palmi. -Si può dire che adesso ti ho superata.-
Luce magica passò da tutte le vene di Anya, fino a catalizzarsi sui palmi delle mani. -Non credo proprio. Ci sono molte cose che non ti ho mai insegnato!- lo attaccò e gli mostrò dei ricordi di lui con la sua famiglia, per fargli ricordare cos'era davvero importante.
Il vento si alzò sempre più in fretta di punto in bianco e gli Avengers alzarono la testa. Natasha fece un ghigno quando vide uno dei jet dello S.H.I.E.L.D.
-Ragazzi, il piano è questo!- Hailey coprì le spalle a Rhodes e rilanciò a Cap il suo scudo, -Tra le altre cose, ho dato indicazioni a Scott per distruggere la culla dell' interno. Se i miei calcoli sono esatti, esploderà tra pochi minuti, basta abbassare la leva di accensione. Catturiamoli e portiamoli via!-
-Bene, sappiamo che dobbiamo stare lontani da quel laboratorio adesso! Te in particolare, ragnetto.- fece sarcastico Stark, anche se era serissimo sulla questione.
-Non riusciamo neanche a metterli a tappeto, come ti aspetti che li ammanettiamo?!- Falcon distrusse metà di una delle ali di Toomes e si beccò un calcio allo stomaco.
Peter vide uno sportello del jet aprirsi e degli agenti fecero loro segno di salire. Se la culla sarebbe esplosa così avrebbe fatto la Stark Tower e sarebbero morti tutti quanti.
Non posso permetterlo.
Si guardò attorno e sentì il cuore nelle orecchie. Quella era la sua squadra e stavano combattendo principalmente per lui.
È la mia battaglia. Tocca a me.
Prima di poterci ragionare nuovamente sopra, Spider-Man fermò un pugno di Iron Man a mezz'aria e lo mise con poche mosse a terra.
-Peter, che stai facendo?!- Tony tentò di liberarsi dalla presa del figlio, invano. Col ritorno dei poteri, sembrava più forte di prima.
Con uno scattò fulmineo, Peter lo lanciò verso il jet e sparò una regnatela per tenerlo bloccato all' interno. Fece lo stesso anche col resto degli Avengers e li lanciò uno ad uno allo S.H.I.E.L.D., andando anche a recuperare Bruce.
Quando toccò a Quinn, lei si dimenò ostinatamente. -No, lasciami andare! Che stai facendo?-
Peter la ignorò e anche le grida di protesta dalla squadra che si liberava a fatica dalle sue ragnatele. Le prese il viso tra le mani e la baciò, tutt' e due sull' orlo del tetto. -Ti ho promesso che ti avrei protetta e lo farò. Ti amo.-
-Peter, non ci prova...!- non riuscì a finire che urlò e venne lanciata. Maria Hill la prese al volo, mentre il ragazzo usava la sua forza per chiudere lo sportello. -Peter!-
Lui deglutì e fece dei passi indietro. -Mi dispiace.- sussurrò e si voltò per affrontare i suoi nemici. Aveva già combattuto contro di loro in passato, poteva farlo di nuovo.
Nel frattempo, Steve fronteggiò Nick Fury. -Fermi questo coso, dobbiamo scendere!-
-Miss Marshall mi ha detto che, una volta tutti dentro, avrei dovuto portarvi lontano da qui e la cosa onestamente non mi dispiace.- disse senza sentimento.
-Peccato che non siamo tutti dentro, Fury!-
-Spider-Man ha fatto la sua scelta. La città è già stata avvisata, nessuno sarà nei paraggi della torre quando esploderà.-
Tony si avventò contro il capo e lo prese per il colletto. -Ascoltami bene, c'è mio figlio lì dentro, quindi ora tu mi farai scendere così posso andare a salvarlo!-
-Ragazzi.- Natasha si portò una mano all' orecchio, mentre teneva una mano a Bruce che veniva visitato da alcuni agenti esperti in medicina. -Peter non ha spento il microfono, posso ancora sentirlo.-
-È vero, anch'io.- Anya imitò il gesto della russa e così tutti gli altri.
-Peter?- parlò Iron Man, con l' affanno per il terrore. Dai finestrini del jet, riuscì a vedere l' adolescente che combatteva contro quei mutanti fino ad entrare nel foro che portava al piano di sotto. -Peter, dove accidenti stai andando?-
-A distruggere la culla!-
-La culla rigenerativa di Helen Cho? Quella che è appena diventata una bomba a orologeria? Quella che sicuramente esploderà e ti ucciderà se tenterai di farla a pezzi? Quella a cui ti avevo specificatamente proibito di avvicinarti?!-
-No, l' altra culla.- rispose sarcastico.
-Non sono in vena per il tuo sarcasmo, ragazzino. Lasciala stare, chiaro? Se ti trovano vicino a quella, Amaranta potrà metterti lì dentro più facilmente. Vieni via, subito!-
-Non posso fermarmi proprio ora! È il mio dovere, tocca a me stavolta.- e riattaccò.
-Peter, no!- strillò e un' esplosione fece tremare la terra e spaccare ancora di più la Stark Tower.
In mezzo al fumo, Peter tossì e si accorse di essere ancora vivo. Miracolosamente era ancora vivo! Tentò di mettersi in piedi, ma sbatté la testa contro qualcosa: uno scudo verde. Sentì qualcuno alle sue spalle e rimase sorpreso.
Mysterio.
-Tutto bene, Pete?- gli porse una mano e fece sparire la sua magia. Intorno a loro, quel che restava dei Sinistri Sei era svenuto e Amaranta, Toomes e Octavius erano scomparsi.
Peter accettò l' aiuto, non capendo. -Mi hai salvato?-
-Sarò anche dalla parte sbagliata, a detta tua, ma una volta ero un padre.- lo guardò in un modo tutto nuovo, con una gentilezza quasi umana. -Assomigli molto al mio piccolo Alaika, era d'animo puro come te e non avrebbe voluto tutto questo.-
-Alaika?-
-Significa "dono di Dio". Nel vostro mondo viene usato solo dalle femmine. Non posso fargli una cosa del genere. Volevo che riposasse in pace e questo non lo avrebbe aiutato.-
Peter sentì una grande confusione accompagnata dal mal di testa. -Pensavo volessi uccidermi.-
-Sto con Amaranta, questo sì, ma il nostro scopo non era ucciderti. Bensì farti credere di nuovo in te stesso. Solo così Spider-Man sarebbe tornato vivo in te.-
Prendendo dei respiri profondi, Peter si sentì più orgoglioso di sé stesso e guardò la culla. Era completamente distrutta, irreparabile.
Beck gli mise una mano sulla spalla. -Ci incontreremo ancora e, nonostante i nostri trascorsi, mi piaci. Spero che tu sopravviva a ciò che Amaranta ha in serbo per te.- gli sorrise con onore e sparì di fronte ai suoi occhi.
-Pedine...-
Peter si voltò e vide Electro, ancora sveglio su ginocchia tremanti. -Eravamo solo... delle pedine, per quella strega. Puttana!- si lanciò impazzito contro di lui e svenne a terra per via di una sedia in testa, dataglia da Lukas.
Oh, mamma!
Peter guardò prima l' uomo blu a terra e poi il coetaneo. Lukas alzò le mani al cielo. -Amaranta mi ha tolto Toxin, tranquillo. A quanto pare, il simbionte non mi voleva come vuole Quinn. Sono di nuovo io. Ma... penso che questo non basti per chiederti scusa, giusto?-
Peter sbatté le ciglia un paio di volte in silenzio e poi... scoppiò a ridere. -Vieni qui, Whiter!- gli andò incontro e lo strinse in un abbraccio fraterno.
Finito. Era tutto finito, finalmente.
Be', quasi almeno.

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-Kitta♡

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