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Un martello. Ecco cosa c'era nella testa di Peter, quella mattina.
Dio, fa malissimo...
Come se non bastasse, aveva anche dormito prono, perciò gli faceva un gran male il collo.
Che cavolo aveva combinato la sera prima da ridurlo in questo modo? Da quant' era che non beveva? E dov' era finito? Perché quella, di certo, non era la morbidezza del suo letto.
Palesò la sua presenza con un grugnito infastidito e Steve, appena sceso dalle scale assieme al compagno, guardò quest' ultimo palesemente. -Non essere troppo severo, ha i postumi della sbornia.-
-Stevey caro, per chi mi hai preso?- la domanda retorica, nonché presa in giro, venne posta con una finta faccia innocente.
Facendo un balzo a piedi pari e pesante, si avvicinò col collo alla figura distesa sul divano. -Buooooongiorno, Peter Parker!- gridò con voce allegra. Gli diede qualche strizzatina veloce e scherzosa al sedere, facendolo agitare e mugugnare nel dormiveglia. -Sorgi e splendi, raggio di sole, è una splendida giornata per metterti in punizione!- pareva un telecronista alla radio e quasi trotterellò fino alla cucina.
Il biondo sospirò e si diresse al bagno per farsi una doccia, decidendo che dovevano vedersela loro due.
Peter tolse le mani che si era messo alle orecchie per proteggersi dalla voce del suo mentore e tenne a fatica gli occhi aperti. -Che... cosa... sono in ritardo?-
-No, per niente!- continuò a tenere la voce alzata Tony, -Sono la bellezza delle quattro del mattino!-
-Ah!- il ragazzo strinse le palpebre e si tenne la testa, mettendosi seduto. -Perché sta urlando? E perché mi ha svegliato così presto?-
-Non sto urlando!- mentì e preparò la colazione, -È la sbronza, Spiderino, sono le sue conseguenze. E in gran parte, anche le mie. Adesso hai tutto il tempo che ti serve per riprenderti e andare a scuola con le tue gambette. Accendo il frullatore, non ti dispiace, vero?- non attese risposta e mise in moto l' aggeggio da cucina.
Peter strinse i denti e si proteggè di nuovo l' udito. Merda, i suoi poteri stavano rendendo tutto peggiore.
-Porta le chiappe su questo sgabello, ragnetto.-
-Arrivo, arrivo...- brontolò e si mise in piedi, cosa che gli procurò un aumento sproporzionato delle vertigini. Tony lo prese per un braccio aiutandolo a sedersi e il frullatore ripartì. -Basta, la prego, basta!-
-"Basta"? Ah, non credo proprio, ho appena iniziato con te.- sorrise malefico e versò il liquido verde che aveva frullato in un bicchiere, passandolo poi al figlio. -À toi.-
Il giovane fece una smorfia disgustata alla vista e all' odore di quella... quella... sbobba. -Che diavolo è?-
-Questa, mia piccola canaglia, è la tua colazione da oggi all' avvenire. Si chiama "Frullato Energia Verde". Un concentrato di kiwi, banana, cavolo nero, spinaci, arancia, latte di soia e acqua di cocco. Ho scelto di evitare il ghiaccio, mi pareva eccessivo.- disse il tutto con un sorriso di compiacimento e vittoria, tornando col tono a un volume normale.
-Ah, il ghiacchio era eccessivo!- gli fece il verso e allontanò il bicchiere, -Io questa roba non la bevo.-
-Te l' avevo detto che ci avrei pensato personalmente alla tua nutrizione, dovevi aspettartelo dopo ieri sera. Che ti serva da lezione, coi tuoi poteri la sbronza è letale il doppio. Ora coraggio, bevi. Hai la mia parola che non avrai altro fino a pranzo.-
Peter deglutì la saliva in eccesso e sentì lo stomaco brontolare. Non aveva mangiato questo granché dal pomeriggio precedente e stava effettivamente morendo di fame. Si morsicò il labbro e passò le pupille dalla sua "colazione" a Stark, il quale lo fissava in attesa e con le braccia incrociate.
Lo detesto.
-Che schifezza...- imprecò, -... ma non ho altra scelta.- e si arrese. Fu costretto a non lasciarne neache un po', ciò lo portò ad aumentare la nausea. Dio Santo se faceva schifo.
-Bene, ora bevi questa.- Tony gli passò dell' acqua che accettò ben volentieri. -Quanto ricordi di ieri sera?-
-Ehm... poco o niente... ho detto o fatto qualcosa di imbarazzante?-
-Mmh, fammi ricordare...- si grattò il pizzetto corto con una finta aria pensierosa, -Ti sei strusciato su una biondina, mi hai risposto a tono di fronte ai tuoi amici, siamo finiti in rete e hai fatto pipì in pubblico su un palo della luce al ritorno.-
-Cosa?! Oh!- si pentì del suo scatto e si massaggiò il capo dolorante.
L' uomo ridacchiò e si versò il caffè fatto per sé stesso. -Va bene, scusa, l'ultima parte me la sono inventata. Ti ha portato a casa una delle mie armature e ti ho lasciato dormire sul divano perché ho pensato fosse meglio se vomitavi in salone piuttosto che nella tua stanza.-
-Grazie... Aspetti! Siamo finiti dove?- si risvegliò, sgranando gli occhi.
Tony prese il proprio telefono, ci digitò sopra e glielo passò. Come reazione, l' adolescente sbiancò: su Youtube c' erano molti video di loro due che discutevano la notte prima e quasi tutti avevano titoli come "Who's The Iron Man Now?", "Stark Struck, Stark Colpito" e "You're Not My Daddy!".
Avevano fatto persino la versione remix!
Qui qualcuno non ha niente da fare.
-Sono. Un vero. Idiota.-
-L' ho notato. Da' un' occhiata a Instagram.- gli suggerì, sorseggiando l'amaro del caffè nero.
Peter entrò nell' applicazione e nella pagina "Home" c' erano ancora solo loro due. Foto, video e hashtag. Molti hashtag.
-"Hashtag Iron Dad", "Hashtag Le Origini di Peter Parker", "Hashtag Come Far Arrabbiare Tony Stark", "Hashtag Muoio Dal Ridere", "Hashtag Papà Incacchiato Due Punto Zero", "Hashtag Avenger Prendi E Porta A Casa"? Ma che diamine!-
-Sì, in poche ore siamo diventati virali.- si appoggiò alla penisola col busto e sospirò, -Se non sbaglio, hanno messo qualcosa anche di te e di quella tua amichetta. Com' è che si chiama?- decise di sedersi, erano le quattro anche per lui dopotutto.
Il sedicenne strozzò un sospiro acuto. -M.J.!-
-Da quando la tua amica si è tinta e si è ristretta in lavatrice?-
-No, no, lei non capisce! Se siamo già così famosi in web, allora anche lei avrà visto me e Quinn ballare e baciarci!-
-Ah, Quinn, bel nome... ma, ti dirò, non mi ispira fiducia.-
-Oddio, adesso dovrò trasferirmi in Canada. Ma che Canada, in Nigeria...-
-Ti avverto, non ti seguirò; ti legherò al letto, perché tu resti qui con me.-
Lui sembrava non averlo sentito. -Devo chiamarla e spiegarle tutto, non voglio morire!- gli venne il panico e tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il telefono, ci aveva persino dormito, e fece per cercare il numero dell' amica, ma Stark lo fermò: -Che pensi di fare? È troppo presto, starà ancora dormendo, e se c'è una cosa che ho imparato nel corso della mia vita è che svegliare una femmina è più pericoloso dello sfidare dei chitauri. Mi sono spiegato?-
-Sì.- sospirò e mise via il cellulare.
Tony gli versò altra acqua. -Tieni, bevine ancora. Un altro metodo per far passare i postumi è sudare. Perciò vai in camera tua e prendi una tuta, andiamo a correre.-
Per poco non si strozzò. -Come?! Correre?-
-Già, sai, correre, muoversi, jogging, corrida, lo fanno tutte le persone atletiche e che amano sé stesse.-
Peter starnazzò una risata: -Divertente, pensa che io mi ami. Ahio!- saltò sul posto e si massaggiò la fronte, dove il suo tutore legale gli aveva dato una schicchera.
-Piantala di dire stupidaggini... e se non ti ami tu, ti amerò io.- l' ultima frase fece scalpitare il cuore del ragazzino, però lui fece finta di non aver detto chissà che. -Su, va' a vestirti.-
-Non pensa che sia inappropriato farci vedere insieme dopo ieri?- si alzò e si diresse alle scale.
-Sono le quattro del mattino, dormono tutti.-
Una volta che il figlio sparì al piano di sopra, Steve lo raggiunse con un asciugamano intorno alla vita e un altro a tamponarsi i capelli. -Lo hai spaventato?-
-No. Ma aspetta che vada a guardare nel suo armadio.- mise a lavare ciò c'era sulla penisola e aprì delle uova su una padellina per il biondo. Le mise a cuocere e sentì la porta di Peter chiudersi.
-Che vuoi dire?-
-Dato che ha dormito qui, potrei aver... fatto un salto in camera sua stanotte.-
-Tony... che hai combinato?-
Prima che potesse rispondere, un urlo li raggiunse. -Questo.-
Piedi scaltri e veloci, accompagnati da un rimprovero diretto al miliardario, perforarono i loro timpani: -Stark! Dove cazzo sono i miei vestiti?! E cos'è questa roba?!- proruppe, lasciando cadere sullo schienale del divano due abiti con grucce. Per la verità erano delle camice a maniche lunghe costose, entrambe con un accessorio.
-Sta' attento a come parli. E quello è il tuo nuovo look.-
-Dove. Sono. I miei. Vestiti?- riformulò la domanda a dentri stretti, i pugni serrati contro i fianchi.
Tony si asciugò con un panno di stoffa le mani bagnate e fece spallucce. -Un terzo nell' immondizia, un terzo in beneficenza e il restante è stato ridotto in cenere. Ti avevo avvertito anche su questa faccenda.-
-Erano i miei vestiti!- insisté, -Li avevo comprati con i miei soldi, erano una mia scelta di stile!-
-Tutto il tuo denaro ti è stato rimborsato e messo nel risparmio per il college.-
-Ah!- fece sconcertato, -Peccato che io non ci voglia andare, al college!-
Steve fischiò e mangiò in silenzio, evitando commenti.
Le ciglia di Tony sfarfallarono. -Scusa, penso di aver appena avuto un'illusione uditiva; hai per caso detto che non vai al college?-
-Tony...- lo richiamò come suo solito Captain America, sapendo benissimo cosa stava per accadere.
Alzò le mani e si morse le labbra. -Ok, ok, per stavolta passo, ne parliamo dopo. E per quanto riguarda il tuo abbigliamento scolastico...- fece il giro dell' isola e si mise di fronte al ragazzo, prendendo in mano gli "accessori" delle due camice. -... oggi che metti, papillon o cravatta?-
Per quale motivo uno dei suoi poteri non era dare l' elettroshock? Piuttosto che mettersi quei cosi per la scuola, avrebbe preferito farsi strappare denti e capelli con delle pinze!
-Rivoglio indietro la mia roba, Stark, non scherzo. Non uscirò da questa torre del cavolo vestito come un chierichetto della domenica in chiesa!-
-Allora, per quanto mi riguarda, puoi anche andare a scuola nudo. Non ti ricompro niente di quello scempio.-
-Vorrà dire che indosserò tutti i giorni una tuta o magari il costume da Spider-Man!-
-Fallo, voglio proprio vedere poi che cosa succede!- lo sfidò apertamente, -Per colpa tua, ho già rischiato un infarto quando ieri sera non ti ho visto in casa. Ho dovuto fare i salti mortali per trovarti e sì, sei arrabbiato perché non ti ho detto niente dei tuoi genitori, lo capisco, però non giustifica il fatto che sei scappato. Lo vuoi capire che tu sei una mia responsabilità? Che ci tengo e che ti voglio bene? Te lo vuoi ficcare in quella testaccia dura che ti ritrovi? Eri ubriaco, fatto, in un quartiere malfamato e in mezzo a degli individui che avrebbero potuto farti di tutto. Se non fossi stato abbastanza lucido e avessi usato i tuoi poteri di fronte a loro? C'è un motivo se ti voglio sempre a casa, non è per farti un torto, ma perché qui ci sono io, gli Avengers, e possiamo proteggerti. Andando lì, a quella festa e da solo, hai messo in pericolo tutti quanti; Toomes, Octavius, Amaranta, tutti coloro che ti danno la caccia stanno solo aspettando il momento migliore per attaccare. E se fosse morto qualcuno? Tutt' altra storia, no? Sarebbe stata colpa tua. E se fossi morto tu...- gemette di dolore al solo pensiero, -... mi sarei sentito in colpa io. Lo so che sono severo con te, devo esserlo e hai ragione sul fatto che non sono... non sono tuo padre... ma è come se lo fossi, ok?-
Steve si morse una guancia. Sapeva quant' era stato difficile per Tony dire quelle parole.
-Sono pienamente cosciente di averti ferito, lo so, mi dispiace e mi spiace che continuo a farlo. Ti sto proteggendo dal mondo e da te stesso, dalle tue scelte sbagliate, e se l' unico modo che ho per farlo è farmi odiare da te, accomodati. Ma io non mi fermo. Mi farei ridurre in pezzetti da te pur di salvarti e lo sai il perché? Perché sei la mia Terra, Peter. Ogni notte faccio degli incubi su di te, incubi dove ti portano via come ha fatto Toomes più di un decennio fa, e l'unica cosa che mi calma è andare a vedere se sei ancora nel tuo letto e respiri. Questo mi aiuta a tirare avanti! Non mi aiuti se fuggi, menti o non ascolti, capito? Questo è un mondo di pazzi, la maggior parte di noi fa schifo, e devo proteggere l' unica cosa senza la quale non vivrei. Sei tu.-
Peter, per l' ennesima volta, si ritrovò con la propria realtà catapultata da un'altra parte. Il giorno prima aveva agito per istinto, voleva dimostrare di potersi ancora ribellare, ed era finito nuovamente con le gambe all' aria e il culo a terra.
Ecco, aveva perso la fiducia di Stark. E addio a quei pochi attimi di respiro che si era guadagnato.
-Perciò... papillon o cravatta?- richiese, mostrandogli entrambi gli oggetti.
No, non ne sarebbe uscito vivo. -Cravatta.-
-Bene. Prima di scuola, chiedo a Jarvis di farteli stirare. Adesso trova una tuta comoda, la sbronza non se ne andrà da sola.-

The Hero's SecretWhere stories live. Discover now