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Quando Tony uscì dal palazzo dove aveva avuto uno dei suoi tanti colloqui, era ormai quasi buio. Era stato noioso e faticoso, tra poco anche il suo assistente si addormentava. Jeremy era un giovane uomo con degli ideali e serio nel suo lavoro, ma non avrebbe mai preso il posto di Pepper.
Pepper.
Gli mancava così tanto. Col suo atteggiamento sempre così solare e maturo, rendeva bella ogni sua giornata. Man mano che i giorni passavano, si innamorava sempre un po' di più di lei. Se non fosse successo quello che era successo, probabilmente l' avrebbe sposata. E se non fosse stato per Steve e Peter, di sicuro sarebbe caduto di nuovo nel tunnel del bere.
-Com'è andata?- gli chiese Happy, aprendogli la portiera della macchina.
Tony alzò le braccia come a dire "niente di che". -Ho incassato altri trentacinque mila.- sorrise felice e si accomodò nei sedili posteriori.
L' auto partì e si immise nelle strade, Happy teneva lo sguardo fisso davanti a sé mentre guidava e Tony fissava assorto il cellulare.
-Se posso chiedere, che ci farai con tutti quei soldi?- domandò dopo secondi di silenzio Happy, tanto per parlare un po'. Tony ci pensò seriamente e decise: -Penso che rifarò la stanza di Peter e gli comprerò dei nuovi vestiti. Poi devo anche ottimizzare la sua tuta... È stato bravo oggi mentre non c'ero?-
L' autista grugnì, non sapendo bene come rispondere a quella domanda. -Dipende da cosa intendi con "bravo".- Tony alzò un sopracciglio. -Che stai dicendo? Che ha fatto?-
-Era arrabbiato con te, Jarvis mi ha detto che ha distrutto metà palestra e anche il suo stesso telefono.-
Il miliardario sospirò e si massaggiò la fronte. -Ti pareva. A casa lo sistemo io.-
-Inoltre, se devo essere sincero... Tony?- lo richiamò, -Il tuo ragazzo non profuma di rose.-
Eh?
-Voglio dire che si sente che non si fa la doccia da chissà quanto tempo.- rispose al suo sguardo confuso, -Gli hai mostrato dove si trova il bagno, sì?-
Tony serrò gli occhi, capendo dov'era il problema. Si era completamente scordato che suo figlio avesse paura dell' acqua dopo la morte dello zio. E adesso? Doveva riuscire ad aiutarlo in questo, forse facendogli superare la paura. Una giornata al mare? In piscina? Di sicuro non sarebbe stato facile convincerlo a togliersi i vestiti in una casa che non conosceva. -Me ne occupo io.-
-Per il resto, come sta andando tra voi due?- Happy lo guardò dallo specchietto retrovisore, -Quando gli darai la verità? Ti ricordo che c'ero anch'io quando quella piccola peste è venuta al mondo nel modo peggiore.-
-Ti prego, non me lo ricordare.- scuote il capo, -Pensi che non me lo ricorda? Quasi tutte le notti sogno quel giorno, anzi quei giorni.-
-Merita di sapere.-
-Dio, mi sembra di parlare con Steve... Aspetta.- tirò su di colpo gli occhi sul suo amico, -Gli Avengers sono alla torre?-
-No.- negò Happy, sapendo perfettamente come sarebbe andata a finire.
-E dove sono?-
-Natasha è dovuta scappare in Russia, motivi "top secret", Clint è andato dalla sua famiglia, Thor è tornato ad Asgard e Steve e Bruce hanno ricevuto una richiesta d'aiuto da Wanda a Vision.-
-Dimmi che almeno Rhodey...-
-Richiamato da un suo superiore per una missione in Iraq.-
Tony sentì la terra tremargli sotto i piedi. -Tutti? Sono spariti tutti?! E nessuno ha chiesto l' aiuto di Iron Man?-
L' uomo si schiarì la gola, stringendo il volante. Tony si stava avvicinando alla conclusione decisiva e che gli avrebbe fatto venire senz' altro un infarto. -Si vede che non avevano bisogno del tuo aiuto, sanno quanto sei occupato qui in città.-
Stark alzò gli occhi al cielo e lasciò cadere la testa sullo schienale. -Quando sono partiti senza degnarmi di un minimo saluto? Soprattutto Rogers, non mi ha dato neanche un bacio oggi! Che maleducato...-
-L' ultimo di loro è partito stamattina alle sette. Per questo quando hai svegliato Peter non c'era nessun altro in casa.-
-E io che pensavo che fossero andati a fare shopping, tutti insieme appassionatamente.- disse sarcastico e sorridendo di poco. Gran begli amici, sparire senza avvisare e lasciare casa vuo... oh oh.
Porca puttana. Porca puttana e porco Loki.
Si mise dritto sugli attenti e l'ossigeno uscì quasi completamente dai suoi polmoni. -Frena i cavalli. Avevo chiesto se uno di loro poteva restare alla torre oggi per controllare il ragazzo. Ciò significa che è rimasto a casa da solo tutto il giorno!- per poco non si strozzò con la sua stessa saliva, -E che...-
-Oh, no.-
-... nei prossimi giorni...-
-Non farlo.-
-... sarà di nuovo da solo.-
-Non dirlo.-
-Rimarrò da solo con lui, me l' hanno fatto apposta!-
-E l'ha detto.- chiuse le palpebre Happy, -Tony, è tuo figlio, non devi avere paura di lui.-
-Non ho paura!- protestò, -Non mi provoca paura quel ribelle, mi fa solo incazzare. Devo trovare un modo per farmi ascoltare.-
La sua guardia del corpo rise di poco. -Non lo farà mai.-
Il bruno non riuscì a trattenere un ghigno. -Staremo a vedere. Chi riesce a dire di "no" a Tony Stark?-
-Peter Parker.-
-Ehi.- gli puntò un dito contro per avvertirlo, -Non per molto. E non appena sarà tutto finito, gli cambio cognome.-
La suoneria del milionario interruppe la loro conversazione, una canzone dei Black Sabbath si diffuse nell' auto. Stark sorrise vedendo chi fosse: -Hai deciso di prenotare la gita turistica che ti ho offerto?-
-Solo se tu accetti una birra da me.- rispose sfrontato Negan, -Come va col tuo ragazzino?-
-Mi sta facendo ammattire, non so più cosa fare con lui. Le sto provando tutte.-
-Ne sei sicuro?-
Iron Man sentì il dubbio mettere radici nella sua mente. -Cosa stai insinuando?-
-Quando Carl è arrivato per la prima volta a casa mia, non sapevo come comportarmi. Ero stato insegnante di tanti ragazzi, ma quel ragazzino era diverso. Mi sfidava, non aveva paura della mia autorità, mi teneva testa e distruggeva tutto quello che era mio. Continuava a urlarmi che voleva tornare a casa.-
-E tu che hai fatto?-
-Pugno di ferro, pazienza e ricompense. Ho dovuto fargli capire che il suo nemico non ero io. Certo, ancora oggi abbiamo dei furiosi litigi, però ti assicuro che va molto meglio rispetto a sei anni fa. Tuo figlio, Peter, mi ricorda molto il mio Carl. Non importa quanto ci vorrà o quanto allo stremo ti porterà, tu non arrenderti mai con lui e provale veramente tutte. È come tentare di domare un cavallo selvaggio che non è mai stato legato. Ricordatelo.-
Tony si morse il labbro. Quindi doveva considerare quello con suo figlio una specie di gioco? Va bene, se c'erano delle regole le avrebbe dettate lui però. Conosceva quel ragazzo sin da quando era nato, ci doveva pur essere un modo per comandarlo, fargli capire chi comandava. Ma era davvero disposto a questo? Usare le debolezze di suo figlio contro di lui?
Non appena aveva messo piede a casa sua lo aveva sfidato, lo aveva trattato male e lui aveva cercato di incontrarlo a metà strada. Cos'altro poteva fare? C'erano degli altri metodi? C'era una scappatoia a tutto questo?
Mentre ci pensava, gli venne in mente un' idea: -Ehi, senti... stai ancora cercando una scuola per il tuo ragazzino?-
-Sì, perché?-
-Se è amante della scienza, so esattamente dove potresti mandarlo.-

The Hero's SecretDove le storie prendono vita. Scoprilo ora