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-Quinn, rispondi, ti prego, rispondi.- parlò agitato Peter, una mano a sfregare i capelli.
-Ciao! Al momento non posso rispondere o non mi interessa, lascia un messaggio!-
-Quinn, sono io. Se riesci ad usare il cellulare, per favore, richiamami e dimmi dove sei. Piccola, ti scongiuro, sto morendo di paura. Ti amo, ok? Richiamami.- chiuse la comunicazione e strizzò gli occhi. Il fatto che il cellulare le squillasse era di già un buon segno, giusto?
-Peter.- Natasha gli poggiò una mano sulla spalla, -Vieni, siamo in diretta con Hill.-
Decise di mettere da parte il telefono e rientrò in salone dal balcone. Distesi sui due divani, Thor e Loki erano ancora mezzi incoscienti. Anya stava curando loro come poteva le bruciature, con poco successo. Gli Avengers, seduti intorno al tavolo, guardavano l' ologramma di Maria Hill provenire dal telefono di Tony.
-Ha iniziato ad urlare ed è diventata completamente nera, coperta da una strana forma di catrame. I suoi occhi erano diventati di uno strano colore, sul viola.-
Steve serrò la mascella. -Amaranta.-
-Com'è possibile? Non ha potere su Venom solo quando è completo?- chiese Bucky, seduto al suo fianco.
Anya si unì a loro. -Se riesce ad avere potere su di lui anche quando è diviso in più parti, vuol dire che la sua magia sta aumentando. E noi siamo in grossi guai.- il timore che trapelava dalla sua voce cercava di nascondersi. Se sua sorella era davvero diventata più potente, nonostante l' arrivo imminente di Thanos, presto avrebbe reagito a Stark.
-C'è l' ha possibilità che sia ancora a New York?- interferì Peter, in piedi tra Tony e Steve. -Octavius sta dalla parte di Amaranta, saranno nascosti in qualche quartiere con Hulk e Venom. Avvisiamo la polizia, chiediamo di far controllare le strade.-
-Non pensiamo sia il caso di coinvolgere le autorità, Fury è del mio stesso parere. Dopo quello che è successo con i Sinistri Sei, dobbiamo evitare che altra gente muoia. Inoltre, non possiamo dire che è scomparsa se prima non passano quarantotto ore.-
Il ragazzo sgranò lo sguardo. -Quarantotto... cosa?! Che legge del cazzo è mai questa? Lo sa che per uccidere una persona bastano pochi minuti, se non secondi? E lei vuole dirmi che dovete aspettare due fottuti giorni per cercarla? Andate all' inferno!-
-Peter, calmati adesso.- lo riprese Stark, ma il ragazzo non volle saperne nulla. Li mandò al diavolo e si ritirò nella sua stanza.
-Come ha fatto ad entrare nel vostro server?- Bruce si rivolse all' agente.
-Non siamo riusciti a comprenderlo neanche noi. Sembrava più di abilità da hacker, quasi magia. La sua strega può averlo aiutato?-
-Mi ci gioco l' arco.- fece velenoso Clint. -È tornata e pare voglia la rivincita.-
-Sì, ma perché Quinn?- non comprese Sam.
-Per Venom.- Steve si girò in direzione di Banner, -Tu e Cho non siete riusciti a liberarla da lui, non ci è riuscito nemmeno lo S.H.I.E.L.D., si deve essere stancata di aspettare e lo rivuole indietro.-
-E come potrebbe farlo?-
-Come ha fatto con Richard Parker, quando aveva lui i resti di Venom su di sé.- Tony strinse le dita fra loro sul tavolo, mentre il fiato aumentava di potenza. -Vuole ucciderla. Ora che la culla di Cho è distrutta, non ha altra scelta.-
E ucciderà anche mio nipote.
-Troviamoli. Immediatamente.-
-Come?- Rhodes saltò sul posto assieme agli altri quando udirono il rumore di vetro infranto.
-Signore, Mr. Parker è appena scappato dalla finestra della sua camera.-
La squadra si alzò e corse verso le scale. Nel frattempo, Loki e Thor avevano ripreso i sensi. Tony aprì la porta e ciò che vide sul letto lo pietrificò. Un cappello nero, con una scritta bianca volgare, giaceva lì sporco di sangue.
Quinn.
-Maledizione.- grugnì Clint, portandosi una mano alla bocca. -Lo stanno sfidando. È andato da loro per riprenderla.-
-Confermo. Assieme al cappello, vi era un foglietto che Mr. Parker ha portato via con sé.-
-Devono avergli detto dove si trovano.- Sam sorrise amaro, -Che vermi. Sapevano che si sarebbe arrabbiato, che sarebbe andato a cercarli senza dirci nulla!-
-Aspettate.- Tony ebbe un colpo di genio, -Jarvis, Peter porta ancora il braccialetto con GPS e tuta, rintraccialo e manda l' indirizzo sul mio telefono. Muoviamoci.-
Arrivati in salone, vennero raggiunti dagli asgardiani, assistiti da Hailey e Joen. -Ragazzi, fermi. Non c'è tempo per Amaranta. Thanos sta per avere le gemme al completo, dobbiamo andare da lui.- gemette Thor, tenendosi con un braccio alle spalle di Hailey.
Il fratello lo guardò come se avesse due teste. -Sei matto? Ne siamo usciti vivi per miracolo l' ultima volta! È più forte di noi già adesso, tentare fermarlo ci porterà solo ossa rotte. Io ho un protetto da difendere. Vado con loro.-
Mentre i due discutevano, gli altri si attrezzavano per lo scontro con la strega e ascoltavano ciò che Thor stava dicendo sul loro prossimo nemico. -Metà Asgard è morta per mano sua. Siamo dovuti fuggire per avvertirvi.-
-E l' avete fatto. Adesso però dovete riposare. Siete ancora deboli, non sopravvivreste a mia sorella.- Anya si cambiò d' abito e sentì un principio di mal di testa.
Con passo spedito, si diressero al loro jet privato. Hailey diede un bacio a Rhodey. -Io e Joen baderemo a loro, staremo bene. Riportaci indietro mio nipote.-
-Lo farò.- la salutò e unì le loro fronti.
Chiuse le porte del jet, Steve si mise ai comandi assieme a Natasha e partirono. Tony, grazie alle informazioni di Jarvis, mise in schermata il punto esatto dove fosse diretto suo figlio.
Anya ringhiò dolorante e si massaggiò le tempie. Cadde seduta e serrò gli occhi dal dolore. Bruce le si inginocchiò di fronte. -Cosa ti sta capitando?-
-Thanos... o almeno credo... mia sorella...- gemette e perse delle lacrime. -È troppo forte.-
-Me ne occupo io.- Stark mise una mano sulla spalla del suo amico e prese il suo posto. Con delicatezza, le spostò i capelli scuri dal viso e le asciugò le guance. -Shh, respira. Lo salveremo, va bene? Non avere paura.-
-Tony...- lo avvertì, -Vuole svelargli il segreto. Sa che Thanos sta per compiere il suo piano e vuole farlo ora. Quando arriveremo lì... io non potrò più fingere per te.-
Lui sorrise tristemente, il cuore pulsante e pronto per essere sfracellato. Se doveva succedere, se stava per capitare, era solo colpa sua. Doveva parlare quando poteva parlare. Doveva dire la verità a Peter.
E adesso era troppo tardi.
-Non te lo chiederò più. Non devi più mentire per me e mi dispiace di averti chiesto di fare tutto quello che hai fatto.-
La Magissa Bianca singhiozzò e scosse la testa. -Tony, le mie illusioni...-
-Lo so. Tutto ciò che hai fatto per me, ogni tuo sforzo per proteggermi, non lo dimenticherò mai. Non dovrai più sforzarti per me. Torna ad essere forte. Concentra la tua magia su altro. Sconfiggi tua sorella e salva mio figlio. Fallo per lui, non per me.-
La ragazza prese un sospiro tremolante e un sorriso malinconico le nacque sulle labbra.
-Non sappiamo cosa aspettarci laggiù, ci servirà tutto l' aiuto possibile. Bucky, chiedi a T'Challa se può venire a darci una mano.- Steve preparò il jet per l' atterraggio e il suo migliore amico prese il proprio telefono.
Tony percepì la voglia di nascondersi, di non affrontare quello che stava per succedere. Suo figlio, il suo piccolo, stava per essere spaccato sentimentalmente da quella strega e tutto per causa sua.
Non poteva più rimandarlo, per quanto lo volesse. Sperava solo che non fosse Amaranta a dirglielo. E se stava veramente per superare i poteri di Anya, ogni cosa sarebbe stata scoperta. Doveva pensare a proteggere il suo ragazzo, a salvarlo.
Qualcuno dovrà amarlo per me quando non mi vorrà più.
-Chiamo un attimo Jeremy, gli dico di annullare tutti i miei colloqui di oggi e domani.- comunicò ai suoi amici e si mise in disparte. Con un sasso in gola, cercò in rubrica un numero che non usava da mesi. -Sono io. Devi tornare a New York. Peter ha bisogno di te.-

Otto Octavius si alzò la maschera di metallo e spense la fiamma con cui stava lavorando, alzando un sopracciglio in direzione di Toomes. Era chino in un angolo e fissava ossessivamente una foto di sua moglie e sua figlia. -Piantala di fare la vittima e dammi una mano! Sistema l' altro tentacolo, forza.-
-Non voglio più farlo.-
Octopus si pietrificò. Levando gli occhialini, lo scrutò incredulo. -Che hai detto? Vuoi mollare tutto proprio adesso? Ehi, il ragazzo sta arrivando, è la nostra occasione per vedere Stark morire, ricordi?-
-Non voglio la morte di nessuno!- sbraitò e si mise in piedi, stringeva la foto in modo forte nella mano. -Non voglio vendetta. La verità è che... non l' ho mai voluta. Mi rendo conto solo ora di quanto tutto questo sia stato stupido e inutile. Dovevo fare come Whiter e andarmene, voltare le spalle a tutto questo. Quel ragazzino ha avuto più coraggio di me. Rivoglio solo mia figlia. La mia Liz. Porterò Peter lontano da qui, se dovrò farlo. È solo un ragazzo, era amico di Liz. Lei non avrebbe mai voluto tutto questo. Mi dispiace. È stato tempo sprecato. Io lascio. E me ne torno a casa.- così dicendo, lasciò cadere ai piedi dell' oramai ex collega il casco dell' Avvoltoio con gli occhi verdi.
Otto ringhiò, frustrato, furioso, al culmine, e indossò svelto la sua armatura. -Traditore!- urlò e uno dei tentacoli circondò la gola di Adrian, -Abbiamo pianificato tutto per più di un quindicennio e tu mi molli ora?! Sei un codardo!-
Toomes batté i pugni sul tentacolo e parlò senza fiato: -Tu non hai... più nessuno... non puoi capire... Io posso ancora... tornare da loro...-
Doctor Octopus sorrise malato. -No, non tornerai.- mormorò e gli spezzò il collo, uccidendolo.
-Cos' hai fatto?!- Amaranta, seguita da Quentin Beck, raggiunse il suo servo. -Chi ti ha dato l' ordine?-
-Voleva lasciarci, mia signora, e distruggere tutto il nostro duro lavoro.-
La Magissa Nera fece illuminare gli occhi violacei in avvertimento. -La prossima volta che ti viene in mente di uccidere uno dei nostri senza un mio comando, lo seguirai a tua volta. Sono stata chiara, inutile mortale?-
-Assolutamente, mia regina.- finse una sottomissione malcelata e si sporse verso Beck, -Avete finito il vostro classico incontro tra stregoni? Stiamo per avere un ospite e non voglio essere l' unico pronto per riceverlo.-
-Se proprio ti interessa tanto, caro Otto, Quentin per tutte queste settimane ha cercato di aiutarmi, non è mica rimasto con noi perché è l'unico oltre a me ad avere un look decente. Mia sorella ha messo un' illusione nei miei ricordi tempo fa e non posso toglierla senza l' aiuto di qualcuno con le sue stesse doti.-
-Mettere un' illusione nei ricordi di qualcuno è un atto magico molto potente. Se conosco bene Anya e di che cosa è capace, Amaranta non sarà l' unica con un' illusione in mente.-
-Capisco... quindi questa "illusione" non vi permette di ricordare qualcosa di importante?-
-E scommetto che riguarda Stark. Non capisco cosa mia sorella ci veda in quel mortale.- Amaranta alzò gli occhi al cielo e guardò determinata Beck, -Riprova. Più forte. Anche se mi riduci allo stremo, fallo! Unirò i miei poteri stavolta e mi costringerò a vedere la verità.-
Per nulla convinto, Mysterio creò una nuova nube verde e la sparò verso la ragazza. Le invase la testa e si mischiò al viola. La potenza crebbe a dismisura, rompendo vetri e inclinando tubature. Amaranta gridò a pieni polmoni e aprì le braccia, sprigionando luce ed energia. Al dolore si unì la sorpresa, lo sconvolgimento e lo stravolgimento. Tornata normale, si dovette tenere su con mani e ginocchia. Era a corto di fiato.
No...
Sua sorella le aveva fatto questo? Le aveva fatto dimenticare una cosa del genere? Aveva illuso tutti allora.
Poi... una visione. Si era fatta venire una visione del futuro senza accorgersene. Di solito le venivano senza controllo, facendola impazzire.
E quello che aveva visto non andava bene per gli avvenimenti che ci sarebbero stati con Thanos.
Devo intervenire.
Avendo lei i poteri della gemma del tempo, poteva modificare qualche cosa senza distruggere lo spaziotempo. Adesso doveva fare ciò che riteneva più giusto e fare un salto nel passato.
-Sarò di ritorno prima del ragazzino. Vado a fare un paio di commissioni.- non diede altre spiegazioni e si smaterializzò nell' aria.

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Commentate, grazie! :)

-Kitta♡

The Hero's SecretWhere stories live. Discover now