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Tony osservò con un sorriso felice la fede che aveva in mano mentre svoltava l' angolo e andò a sbattere contro Steve. Nascose in fretta l' anello dietro la schiena, mentre il suo compagno faceva la stessa identica cosa senza che lo sapesse. Si fecero cenno entrambi con la testa per salutarsi. -Steve.-
-Tony.-
Il miliardario si leccò nervoso le labbra. -Come... come ti va?-
-Bene. E a te?-
-Bene.-
-Bene.- annuì il capitano e cercò di oltrepassarlo.
Evitando di farsi beccare a vicenda, girarono l' uno intorno all' altro per andare ognuno dalla propria parte opposta, senza smettere di guardarsi negli occhi.
Il bruno notò che l' atteggiamento dell' uomo era circospetto. -C'è qualcosa che vuoi dirmi?-
-Mmh, no.- tentò di mantenere un tono calmo di voce, -Tu devi dirmi qualcosa?-
-No.-
-Bene.-
-Bene.- annuì Tony e si morse l' interno di una guancia, non sapendo che dire. -Allora...-
Il biondo, d' altro canto, era messo nelle stesse condizioni. -Quindi...-
Tutti e due strinsero tra le mani i loro anelli, sentendo i palmi che stavano cominciando a diventare sudati per l' agitazione, e si guardarono negli occhi per secondi interminabili.
Già, imbarazzante.
Tony fece schioccare la lingua. -Sì, bella chiacchierata.-
-Altrettanto.- ricambiò il saluto veloce Steve e si diedero le spalle.
Stark emise un sospiro sollevato di sollievo, scese le scale e nascose la fede nel portafogli. Giunse in salone, dove c'erano alcuni componenti della squadra, come Peter e Joen che erano appena usciti dall' ascensore e stavano facendo una videochiamata con Quinn. -Ehi, ragazzini, che state facendo?-
-Io e Peter abbiamo fatto vedere a Joen le parti della torre che ancora non aveva visto.- spiegò Quinn attraverso lo schermo del cellulare del suo ragazzo. Aveva le cuffie e una maglietta bianca, sembrava stare bene. -Mi manca stare lì con voi, ragazzi. Pete, ricordi quando quest' estate passavamo il tempo a gettare gavettoni giù dal tetto?-
Il ragazzo rise al ricordo. -Oh, sì, ed era sempre un trionfo quando sentivamo qualcuno urlare perché l' avevamo colpito.-
Tony fece un sorriso tirato. -Già. Peccato che più di una volta avete beccato me per sbaglio, nel bel mezzo di alcuni miei voli di prova.-
Peter fece una smorfia. -Mmh, non è stato proprio "per sbaglio".- ammise e le ragazze risero alla finta espressione offesa dell' uomo.
-Facciamo una partita a carte fuori?- chiese Joen, prendendo il mazzo dalla borsetta a tracolla.
Quinn ne fece vedere uno identico. -Perché no? Ne ho giusto uno per le emergenze.-
Peter aprì la porta di vetro che portava al balcone e seguì Joen, venendo investiti dalla lieve luce autunnale e sedendosi sulle piccole poltrone scure con basso tavolino. Il telefono con Quinn venne posizionato su una delle poltroncine in modo che avesse ben visibile il tavolo e i ragazzi. Bastarono pochi secondi perché iniziassero a ridere tra di loro.
-Sembrano così normali in tutto questo caos. È un bene.- sorrise Natasha, appoggiandosi alla spalla di Bruce con la testa. Lui gliela baciò e si tennero stretti sul divano, mezzi andati nel mondo dei sogni.
Iron Man sentì una presenza vicino a sé e guardò alla propria destra. Non molto lontano da lui e, fermo anch' egli di fronte alla vetrata, War Machine osservava intenerito sua figlia. Titubante, lo affiancò, continuando a tener d' occhio gli adolescenti.
Mentre Natasha e Bruce capirono che fosse il caso di levar le tende per qualunque cosa stesse per accadere, Hailey rimase nella cucina open-space, intenta a preparare uno spuntino per sé e Joen.
-Chi l' avrebbe mai detto? Mio figlio e tua figlia.- intavolò un discorso Tony, solo per poter di nuovo parlare col suo migliore amico. Non si dicevano nulla seriamente da giorni. -Insieme. Amici. Ci vedessero tutte le persone con le quali abbiamo fatto baldoria negli anni novanta, eh?-
Il colonnello non aprì bocca, non si mosse. Zero assoluto.
-E chissà, potrebbe anche darsi che ci scatta la scintilla e noi diventiamo parenti.- disse scherzando, avrebbe persino ammesso che il cielo fosse rose se significasse riavere il loro rapporto stretto. -Pensavi di mandarla alla N.Y.U.? So che è piuttosto brava con i numeri. Anche Peter, ma per lui ho in mente l' M.I.T. come me, tutto suo padre. Certo, prima voglio mostrargli di persona uno dei loro fantasmagorici Open Day dove...-
-Che cosa. Stai. Facendo?- Rhodey espresse lentamente la domanda, girandosi in direzione dell' uomo che non aveva alcuna intenzione di lasciarlo in pace.
Come risposta ricevette un' alzata di spalle. -Conversazione?-
-Non mi compri con qualche moina e delle scuse sottintese, Tony.-
-Tony? Pensavo di essere Thones per te.-
-No, non lo sei più.- lasciò perdere e fece per andarsene, ma una mano lo trattenne. -Non mi devi toccare.-
-Vuoi avercela con me per tutta la vita?- sbottò, stanco di quella storia che aveva il presentimento non sarebbe finita tanto presto.
L' uomo di colore sgranò gli occhi neri e le sopracciglia si alzarono con uno scatto. -Ti pare che questa sia una delle tue solite cazzate che ti posso perdonare, come al solito, solo perché sei tu? Ho sempre saputo che eri egoista, ma dopo il tuo rapimento da parte di quei terroristi e la nascita di Iron Man pensavo fossi cambiato. Evidentemente mi sbagliavo. Tu stesso sei stato costretto a stare lontano da Peter, a non poterlo crescere, per via di tutti i pericoli che sapevi ti avrebbero circondato. Obadiah, Vanko, il Mandarino, Loki, Ultron... tutta gente che ti voleva morto. E tu hai costretto me a vivere la stessa agonia senza che ne sapessi niente. Ho perso la sua prima parola, i suoi primi passi, il suo primo giorno di scuola, tutte esperienze dove dovevo esserci anch'io! Dovevo essere lì per lei e tu non me l' hai permesso.-
-Non volevo farti soffrire, non sapevo neanche io di Joen prima di un anno fa, non sentivo Hailey da anni.-
-Sta di fatto che sapevi dove fossero entrambe e non me l' hai mai detto. Tu non vuoi mai fare la cosa sbagliata, però continui a farla e il perdono, prima o poi, finisce. Arriva un punto nella vita in cui chiedere scusa non basta più. Tu sei il mio migliore amico e mi hai tenuto lontano dall' amore della mia vita! Da mia figlia! Chi farebbe una cosa del genere?! Pensi che solo perché sei Tony Stark tutto ti sia concesso e puoi fare tutto quello che vuoi? Balle. D'ora in avanti hai smesso di giocare con me. Avvicinati a me o alla mia famiglia in qualche altro modo, prova a dividerci ancora, e ti assicuro che War Machine ti farà il culo.- disse freddo, con tono distaccato, e lo lasciò per andare al piano di sotto.
Tony, finalmente, riprese a respirare. Gli aveva fatto male, molto male, ma sapeva di meritarsi tutto l' odio di Rhodey. Non era stato lui a mandare via Hailey senza sapere che fosse incinta, tuttavia l' aveva messa nelle condizioni di non poter prendere altra scelta se non andarsene.
-Lei non lo sa.- Hailey lo raggiunse dalla cucina e gli strinse una spalla. -Joen non sa niente, se è questo quello che ti preoccupa. Sa chi sei per Peter, non quello che hai fatto; non potevo permettere che anche lei portasse questo peso. Non dirà nulla a suo padre.-
Stark si voltò verso la donna, una donna così gentile con lui, e le mostrò il suo paio di occhi diventati lucidi. -Perché mi stai proteggendo? Non mi odi?-
-Non ti ho mai odiato. Lo confesso, sapendo ciò che hai fatto la sola vista di te mi provoca disgusto, ma sei un brav'uomo e un buon padre. Non mi hai cacciata via, ho scelto io di abbandonare James e la nostra vita insieme.-
-Per causa mia. Ti ho ricattata, ricordi?-
-Per rimanere zitta su di te. La scelta di lasciare New York fu mia, non potevo vivere per sempre vicino all' uomo che amo nascondendogli una cosa del genere sul suo migliore amico.-
Tony non ce la fece più e la strinse in un abbraccio disperato. -Potrai mai perdonarmi?-
Hailey sospirò e perse una lacrima, sorridendo. -L' ho già fatto.-

-Hailey?-
Si gira e sorride. -Mary! Che ci fai qui?- saluta la donna, appena salita dalle scale che conducevano ai laboratori della torre.
Mary fa spallucce. -Sono venuta a parlare con Tony sull' adozione, non vuole cedere.- tira su col naso nel parlare e prende uno dei suoi integratori con vitamine, mandandolo giù con un sorso dalla bottiglietta d'acqua.
Hailey si morde un labbro. Lei è nei paraggi costantemente, quindi è una delle poche persone al mondo a sapere che Tony Stark sta per diventare padre. Non sa come la prenderà, probabilmente gli verrà un infarto. -Vuoi che ci parli io? Lo conosco da più tempo, forse so come convincerlo.-
-Lo faresti?-
-Certo. Senti, gli voglio un bene dell' anima, ma non ce lo vedo a fare il padre. Il suo lavoro lo prende troppo, non può farcela da solo. E ancora non ha chiesto a Pepper che ne pensa sull' allevare un bambino insieme.-
Mary sorride grata. -Ti ringrazio, mi servirebbe proprio un aiuto in più.- la stringe gioiosa e la saluta, dirigendosi verso l' uscita della Stark Tower.
Hailey mette via la cartella che stava compilando e si sistema il camice bianco da laboratorio, scendendo le scale. -Tony?- chiama il suo amico, voltando la testa da tutte le parti per cercarlo.
Quel posto è enorme, durante i primi giorni si era persa di continuo.
-Tony, sei qui? Voglio parlarti dei Parker, ti conviene lasciare a loro il bambino.- tenta nuovamente, ma non giunge alcuna risposta. Si acciglia quando vede il monitor di un computer acceso, con varie finestre web aperte. Si avvicina e scruta ciò che c'è scritto. Sul lungo tavolo lì vicino, vi sono elementi chimici particolari che sa perfettamente non appartengono al miliardario.
Ma cosa...?
Scruta con attenzione tutto il materiale e le ricerche, non capendone la connessione. Quando comprende la cruda verità, si porta una mano alla bocca e inizia a piangere. -Oh, mio Dio...-
-Che cosa ci fai qui?-
Hailey guarda alle sue spalle Tony, il quale è sbiancato. -Che cos'è tutta questa roba? Dove l' hai presa?-
Evitando di mentire, tanto non serve a niente, confessa: -L' ho rubata a Strange e Cho.-
-Cosa?- soffia fuori, senza più ossigeno nei polmoni per lo shock. -Tony, cosa stai facendo? Perché hai cercato delle simili informazioni su internet? Cosa credi di fare?-
-Non è affar tuo, Hails.- la liquida.
Lei gli si avvicina. -No, non m' inganni. Tony, cosa sta succedendo?-
L' uomo si morde il labbro e sente la vena del collo pulsare, nessuno doveva scoprire la sua ultima invenzione. -Non ti riguarda, ok? Esci da qui o chiamo Happy per dirgli di buttarti fuori.-
-Tu fallo e io dirò a tutti, compreso Richard Parker, che Mary è incinta di te. La stampa tartasserà lei e il vostro piccolo fino allo sfinimento.-
-Non ti facevo così subdola. Rhodey lo sa chi ha sposato?-
-Non cambiare argomento, ho il timore che quello che stai programmando tu sia ben peggiore di me che faccio la spia. Non me ne vado finché non mi racconti tutto.-
Lui stringe i pugni e ingoia un grumo amaro di paura. L' ultima cosa che vuole è dire a qualcuno quello che sta per fare, coinvolgere un' altra persona in questo suo atto illegale che sicuramente lo manderà in prigione. Ma non vuole che Mary perda suo marito, non se lo merita dopo che le porterà via suo figlio.
-D'accordo, seguimi.- si arrende e la prende per una mano. La porta fuori dal balcone lì vicino e ordina a Jarvis di insonorizzare il vetro per precauzione. Con un' immensa ripugnanza nei suoi stessi confronti, dice alla sua amica tutto.
Hailey, man mano che i secondi passano, sgrana gli occhi che si riempiono di lacrime. Perde il colore in faccia e le si contrae lo stomaco. A fine spiegazione dell' uomo, gli dà una sberla talmente forte da fargli girare la testa. Rientra nel laboratorio singhiozzando, si avvicina al cestino dei rifiuti e vomita.
Tony si massaggia la guancia rossa e respira appena, le ginocchia gli stanno tremando. -Non puoi dirlo a nessuno, Hails.-
-Come... come puoi chiedermi di restare in silenzio... su questo schifo?- ansima e si appoggia tremante al muro. Tira su col naso e si contorce su sé stessa, distrutta. -Sei un mostro, non puoi fare una cosa del genere! Ti odierò per sempre se lo farai e anche James!-
-Quale altra scelta ho?! Mary non vuole darmelo, morirà non appena nascerà, è malato! Non avrei creato nulla di tutto questo se lei e Richard avessero accettato l' opzione del siero di ragno.-
-Non è la strada giusta da prendere, non importa quanto sia alto il prezzo. Non posso stare zitta, Thones, non chiedermelo. Farai a pezzi quella famiglia se lo farai.-
Tony serra la mascella, serio e col cuore pompante a farsi sentire in ogni angolo del suo corpo. -Non sono più una famiglia da quando quel bambino nel corpo di Mary si è creato, perché è mio. E tu non dirai niente, né a Rhodey né ad altri.-
-Non te lo posso lasciar fare.-
-Un segreto per un segreto. Il mio per il tuo. Se non lo dici a tuo marito, io non gli dirò nulla su di te.-
-Non ho nessun segreto. Non ho niente da nascondere a mio marito.-
Non vuole veramente arrivare a questo, ma non ha altre opzioni. Per il bene di suo figlio. -Due parole: Hail Hydra.-

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-Kitta♡

The Hero's SecretWhere stories live. Discover now