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Peter camminò a testa bassa e con le mani nelle tasche della felpa nera, il cappuccio sollevato. Seguì il colore sgargante a terra creato dai vari fumogeni e la musica divenne sempre più forte.
Era pericoloso il South Bronx a quell'ora, ma non gliene importava. Sapeva dove stava andando e intendeva proseguire.
Giunto a una vecchia casa grande con pochi piani e colma di graffiti, entrò in uno dei vicoli e bussò a una porta di metallo. La finestrella si aprì e un paio di occhi lo puntarono. -Parola d'ordine.- richiese il ragazzo. Era chiaro che non volessero estranei lì dentro, in troppi li avevano traditi chiamando la polizia.
Peter si limitò a mostrargli il viso. -Mi ha invitato Quinn Kenny.-
La finestrella si chiuse, una serratura scattò e la porta si aprì, rivelando un giovane dalla pelle mulatta. -Parker! Sei tornato sano di mente, hermano? Forza, entra!-
-Grazie, Gonzalo.- gli diede una pacca sulla spalla e abbassò il cappuccio. Il pavimento tremava talmente la musica era alta. Attraversò la sala d'ingresso, colma di sedie, tavoli di legno e di ben due postazioni di cucina - forse una volta quel posto era un ristorante -, fino a giungere alla grande porta a tenda. Da dietro essa proveniva tutto il baccano, il fumo colorato e le luci fluorescenti, nonché una gran puzza di alcol e tabacco.
Si torna in pista.
Con entrambe le mani, spostò le tende stile anni settanta e si immise nella festa. La canzone che stavano mandando dalle casse al momento era Broken Sunday dei My Darkest Days, c'erano tantissimi ragazzi e ragazze vestiti in modo provocatorio con in mano un bicchiere pieno, una sigaretta o il telefono, ma la maggior parte di loro era troppo presa a ballare.
Era uno spazio largo, forse un ex magazzino, e non avevano badato a spese nel riempirlo di pali per le "lap-dance" o di cubi su cui potersi scatenare. Il meglio erano il bar e i materassini con poltrone a sacco attaccati ai muri.
Fu lì che il giovane Spider-Man si diresse, trovando chi stava cercando. I fratelli Kenny, presi dal dividersi uno spinello, parvero per un secondo tornare lucidi quando lo notarono: -Parker!- urlarono in coro, felici.
Peter faticò a capire se fossero davvero vestiti come un cavolo di arcobaleno o se fossero solo le luci in giro per il party. No, erano le luci. I fratelli erano sul nero e la biondina che interessava a lui portava sempre in testa lo stesso cappello scuro con la scritta bianca "Fuck All The World".
-Ve la state godendo, eh?-
-E tu? Sei scappato dalla prigione di ghiaccio?- lo pressò a sua volta Owen.
-Captain America ne sa qualcosa.-
-Oooh, questa brucia come l' inferno!- Quinn batté il pugno a Ray, ridendo chiassosamente.
Peter sghignazzò. -Quanto è fatta?-
-Ti correggo: da quanto è fatta.- Ray bevve dalla propria bottiglia di birra, mentre la sorella continuava a ridere. -Dai, siediti, divertiamoci.-
-Solo se mi fai finire quello che è tuo.- lo provocò, sedendosi sul pouf davanti a loro e facendosi passare la birra. Finì ciò che c'era nella bottiglia e, nel frattempo, i Kenny ridevano della battuta.
-Ci sei mancato, chico!- li raggiunse Gonzalo, o magari era già lì? C'era troppo fastidio per i suoi sensi, dannazione. Se ci fosse stato un pericolo, lui non l' avrebbe percepito...
No, no, non pensare al peggio, non farlo. È una festa, divertiti e lasciati andare.
-Muchacho, porta un' altra birra para este hombre.- l' ispanico parlò a un suo coetaneo e diede dei colpi amichevoli alla schiena e alle spalle di Peter. -El rey Parker è tornato, gente!- annunciò alla folla vicino a loro, ricevendo delle urla folli in risposta.
Il ragazzo rise, era quasi certo che nessuno lì dentro lo conoscesse veramente e ogni scusa era buona per gridare.
-Ehi, Peter...- Quinn allungò il suo nome e si avvicinò, mettendosi poi a cavalcioni su di lui. I suoi fratelli non fecero una piega. -Ti sono piaciute le sigarette che ti ho regalato?-
Lui fece schioccare la lingua contro il palato. -Mi spiace, le ho dovute dare via.- mentì a metà, -Hai tagliato i capelli?-
Rise di nuovo e si tolse per poco il cappello, passandosi una mano tra la chioma selvaggia. -Grazie, l' hai notato.- e gli fece l' occhiolino. In effetti ce li aveva più scalati, le arrivavano alle spalle e un ciuffo sexy le ricadeva sul viso a cuore.
Quinn era bassa almeno dieci centimetri in meno rispetto a lui. Era carina, con un bel seno e un culo degno di questo nome. Quegli occhi azzurri erano sempre luminosi e i capelli biondi, ora più corti, la facevano sembrare più adulta.
Sì, era una bambolina. E Peter voleva giocarci.
Una parte di lui gli urlò il nome di M.J., ma lei aveva detto categoricamente che la loro non era una storia seria al momento, che non erano legati. Solo amici che tentavano di uscire insieme.
Ahi.
Quella frase faceva... male. Come se lei non lo volesse.
M.J. non mi vuole.
Possibile?
-Se lo vuoi, puoi averne un' altra delle mie.- lo risvegliò la voce calda della biondina tra le sue braccia e allungò una mano verso Gonzalo, il quale le porse delle Marlboro. Ne prese una e, con un sorriso di sfida, se la mise in mezzo alle tette, incastrandola nel reggiseno. Intorno a loro si udirono degli "ooooh" divertiti.
La canzone cambiò, ora ovunque risuonava Bite Your Kiss di Diamante.
Già, non c'è che dire; la canzone adatta a Quinn Kenny.
Accettando la prova, la prese per i fianchi stretti in modo possessivo e affondò la bocca sul suo petto, assaggiandola prima di prendere la stecca coi denti. Lei, ansimante, gli prese il volto tra le mani e lo baciò, con tanto di lingua. Il ragazzo rispose volentieri, si sentiva bene dopo giorni di dolore e menzogne da parte degli altri. Quinn lo ammirò attratta. -Mi piaci un sacco, Parker.-
-Ehi, risparmiatevi per la camera da letto, dove io e Owen non potremo vedervi!- li sgridò fintamente Ray, battendo il cinque col fratello.
La ragazza tornò al suo posto, intanto a Peter venne accesa la sigaretta e portata la birra. -Ehi, che roba è?-
-Cannabe; birra alla canapa. Provala, hermano, non te ne penti.- Gonzalo spinse via i piedi di Ray per farsi spazio sul divanetto dove si erano incastrati.
Ne bevve un sorso. -Bleah! Fa schifo, sul serio.-
-Fanno tutte schifo al primo assaggio.- gli ricordò Owen, passandosi una mano sulla fronte accaldata e passandogli la loro sigaretta. -Tieni, questa manderà via il sapore.-
-Che c'è dentro?-
-Quello che vuoi che ci sia dentro, noi non diremo niente.- disse ovvia Quinn, poggiando la schiena contro il bracciolo di una poltroncina e mettendo le ginocchia sull' altro. Pareva un mini salotto, notò Peter.
Quest' ultimo fece un tiro della Marlboro. -Ve l' ho detto, non mi spingo fino a tanto.-
-Non eri tu quello che diceva che bisogna provare tutto almeno una volta nella vita?- Ray si massaggiò il collo e si tolse il giacchino di pelle, mettendo in mostra le braccia muscolose.
-No, quello l' hai detto tu a me quando ci siamo ritrovati per sbaglio nello stesso letto.-
E giù altri strilli eccitati e tentatori.
-Stanotte rischi di prenderle, Parker.-
-No, grazie, Ray, preferisco prenderla da tua sorella.-
-El chico oggi fa faville!- rise Gonzalo tenendo sulle sue gambe il corpo scosso dalle risate di Owen, i ricci scuri dell' ispanico si agitarono talmente stava singhiozzando.
Ray agitò la mano come a scacciare un insetto fastidioso e voltò lo sguardo.
-Seriamente, Parker, solo un tiro.- insistette il più grande dei Kenny, tornando a porgergli l' erba.
-Non lo farà.- Quinn dava l' aria di essere tornata improvvisamente in sé. -E sapete il perché? Ha paura di Stark.-
-Non è vero.- si mise subito sulla difensiva.
-Quinn.- la richiamò Ray, -Guarda che l' abbiamo già appurato che Peter è il suo animaletto da compagnia.-
-Non sono l' animaletto di nessuno!-
-Oh, no, peggio. Io credo che il nostro Peter sia... molto di più alla mercé di Stark.- disse civettuola, mordicchiandosi il labbro.
Un ghigno perfido quanto pervertito nacque sulle labbra dei ragazzi. Peter fu l' unico a non capire e finì la sigaretta. -Cosa intendi?-
Owen incastrò la parola con un colpo di tosse: -Puttana.-
-Scusami?!-
-Sei la nuova puttana di Stark, ovvio. Si dev' essere stancato di Rogers, degli uomini in generale, delle femmine... ora vorrà provare la merce giovane.-
Bene, se prima non c'era riuscita la birra alla canapa a fargli venire il vomito, ora ce l' avevano fatta le parole di Ray. -Stark è uno stronzo bugiardo maniaco del controllo, questa è la pura verità, ma non abuserebbe mai di un minorenne.-
-Allora spiegami, come cazzo ha fatto a farti il lavaggio del cervello?- Quinn si sporse dalla poltrona, adesso era passata dalla fase scema alla fase arrabbiata dovuta a qualunque cosa si era messa in corpo.
-Non mi ha fatto un bel niente, decido io per me.-
-Cosa ti ha offerto? Soldi? Una borsa di studio? Ti ha raccomandato per un college degno di figli di papà col bastone in cu...- Owen non finì la sua domanda, perché Peter gli aveva rubato lo spinello e ne aveva preso un tiro.
Bruciava, cazzo, e faceva schifo.
Ma ogni preoccupazione, stress e male era andato a farsi benedire.
I suoi "amici" gli applaudirono.
-Merda, era ora!-
-Buona, eh, amigo?-
-Dai, andiamo a ballare!- Quinn lo prese per un braccio, facendogli cadere tutto ciò che aveva tra le mani. Vennero seguiti subito e la loro festa proseguì in pista.
Il ragazzino sovrumano si abbassò la zip della felpa, si scatenò assieme agli altri ragazzi, più o meno tutti minorenni, e si strusciò senza vergogna sul bel corpo di Quinn. Quella notte voleva perdersi in lei, dimenticare tutte la cazzate che aveva passato e visto, vivere per davvero.
Forse voleva solo dimenticare e basta, dimenticare la montagna di spazzatura che era la sua vita... o forse fumare per la prima volta l' erba quella sera non era stata questa grande idea. Respirò il fumo passivo che si diffondeva nell' aria.
Niente scuola, niente regole.
Niente domande a vuoto e niente passati tormentati.
Niente mamma o papà. Niente zio Ben o zia May.
Niente Avengers.
Niente Tony Stark.
Libertà.
Porca puttana, sì!
La sua tentatrice di quell' istante gli mise le braccia intorno al collo e gli morse il labbro. -Sei il ragazzo più attraente che io abbia mai conosciuto, Peter Benjamin Parker.- gli sussurrò all'orecchio e lui la sentì per miracolo.
Le leccò il collo morbido. -E tu la più focosa. Però mi spiace, non posso dire il tuo nome completo.-
-Perché no?-
-Mi fa ridere.-
Quinn ridacchiò, -Scemo.- e lo baciò sulla mascella. -Dillo.-
Peter le accarezzò la nuca, sfiorando la visiera del cappello che lei aveva messo al contrario. Le soffiò sulle stuzzicanti labbra e l' assaggiò con le proprie. -Tu mi fai perdere la testa, Quinn Gwen Stacy Kenny.- ringhiò contro di lei, palpandole il culo sodo e accarezzandole poi la schiena dove sapeva per esperienza esserci un tatuaggio. Ne aveva uno lì, sotto al seno e... be', un' altro molto intimo.
Selvaggia. Ribelle.
La voleva, adesso. Voleva baciarla in ogni punto, voleva sentirla gridare il suo nome, lui voleva... voleva... voleva filarsela perché sentiva il familiare suoni dei propulsori avvicinarsi.
Oh oh.
-Tutti a terra!- gridò di colpo e portò Quinn giù con sé.
Le urla da party divennero urla di spavento non appena Iron Man entrò dal soffitto e puntò le mani cariche contro di loro. La maschera d'oro pareva quasi incazzata più del solito. -Non voglio far del male a nessuno di voi, ma vi avverto: la polizia sta già arrivando, do la possibilità a chi è minorenne di smammare subito.-
L' ordine non venne di certo ignorato.
-Bene, allora me ne posso anche andare.- abbassò il guanto e cambiò posa in una più rilassata, -Dimentico qualcosa? Ah, sì. Parker?- si voltò nella direzione giusta e lo fissò con uno sguardo bollente attraverso l'armatura. -Vieni un po' qui. Devo darti una lezione una volta per tutte.-
Ok, dire che non aveva paura di quella minaccia era un enorme boiata, tuttavia fu più forte l'imbarazzo che giunse assieme ai fischi di provocazione. Assunse un'aria da sbruffone, -Mmh, no, grazie, sto bene dove sto.- e nascose le mani sudate nelle tasche dei pantaloni.
Tony piegò il capo incredulo, ignorando i versi divertiti. -Lo sai bene quanto odio ripetermi.-
-E lei sa bene quanto odi essere interrotto proprio sul più bello, eppure lei è qui.- e si attirò contro il fianco Quinn, la quale lo baciò sulla guancia. Già, mai più erba e alcol se la sua lingua si scioglieva così tanto. O forse no?
Nuove risate e qualche applauso convinsero Tony a uscire dall'armatura e ad avvicinarsi a lui con passo pesante. La rabbia nel suo petto crebbe quando sentì su di lui il familiare odore dell' alcol e... merda, erba?!
Adesso. Lo. Ammazzo.
-Sei maledettamente fortunato che siamo in un luogo pubblico, sennò ti avrei già... anzi no, sai che c'è?- la domanda fu naturalmente retorica dato che non aspettò risposta e lo prese per un orecchio, facendogli male e portandolo verso l' Iron Man privo di padrone.
L' ilarità generale arrivò alle stelle dopo questo e in molti non persero tempo a filmare tutto coi loro telefoni. Per sollievo di Peter, erano quasi tutti mezzi andati col cervello, quindi era improbabile che il mattino dopo si sarebbero ricordati qualcosa.
Il ragazzino si agitò e si liberò, -Mi tolga le mani di dosso, Stark!- non ebbe timore a guardarlo in cagnesco.
-Fidati se ti dico che mi sto trattenendo, piccolo moccioso lagnoso.- gli puntò un dito contro, tremante dal disappunto. -Ci eravamo sfidati riguardo a questa festa, ricordi? E ricordi anche com' è finita? Ho vinto io! Tu, come perdente, avevi l'obbligo di non muovere il culo da casa per venire qua. Mi addormento un secondo perché sono stanco di tutta una giornata di lavoro e impegni e al mio risveglio, puff, tu sei sparito!- la voce si alzò inconsapevolmente ad ogni frase e permise ai presenti di ascoltare. Mostrò le dita nel contare: -Mi hai mentito, mi hai raggirato, hai fatto cose che ti avevo esplicitamente ordinato di non fare, mi hai deliberatamente disobbedito e sei scappato. Indovina quanto sei in castigo da uno a dieci? Fino alla morte! E ora forza, andiamo a casa.- lo prese per il polso e provò a trascinarselo dietro, eppure fu inutile perché il figlio puntò i piedi a terra.
Per la seconda volta, gli sfuggì. -No, io resto qui!-
-Tu vai dove dico io.-
-Sì, Parker, segui Stark da bravo cagnolino...- lo sfottè Ray dietro di lui e con Owen finse di abbaiare.
Peter arrossì, un po' per la birra di poco prima e un po' per le prese in giro che sentì. Di nuovo, percepì la pressione intorno al polso. -Cammina, Peter.-
Provando a tenere a bada i giramenti nella sua mente, gli schiaffeggiò la mano, infastidito e in collera. -Smettila! Tu non sei mio padre!-
Per la sala si riprodusse un eco di "ooooh!".
-Ahia, hombre!-
-Questa brucia!-
-Diglielo, Parker!-
Gli applaudirono in molti e risero, per la verità parecchi di loro non stavano capendo fino in fondo cosa stesse accadendo.
Tony sapeva che avrebbe sentito meno male se gli avessero strappato un braccio e dovette sforzarsi per ricordare a sé stesso che Peter non sapeva ancora nulla.
Comprese dai suoi occhi rossi che non avrebbe retto per molto tutta quella serata. Lo prese con la forza per le spalle e lo fece entrare nella tuta. -Parleremo quando sarai tornato in te. Friday, portalo a casa e non ascoltarlo se ti chiede di lasciarlo andare, tenta di farlo addormentare durante il viaggio. Quando arrivate, lascialo sul divano in salone.-
L' Iron Man si chiuse e volò via. Tony, invece, uscì all' aperto e lasciò entrare i poliziotti, dirigendosi poi all' auto dove sapeva aspettarlo Happy.
-Com' è andata?- gli chiese, guardandolo dallo specchietto retrovisore. Non si era aspettato una chiamata a quell' ora di notte, ma non avrebbe mai avuto il cuore di dire di no a Tony.
Questi si lasciò andare a pezzi sui sedili posteriori, la testa piegata all'indietro sullo schienale e le palpebre chiuse. -Ho finalmente capito perché, da sedici anni a questa parte, mi stanno spuntando sempre più capelli bianchi che scuri.-
-Cavolo, ci sei arrivato adesso?-
-Sulla mia lapide fai scrivere "causa decesso: figlio".-
-Ora stai esagerando.-
Sospirò per rilassarsi e si mise una mano sugli occhi. -Beato te, Happy, che ancora non hai figli. Goditela. Goditela finché puoi, amico mio. Perché poi è solo una lunga discesa fino alle profonde e desolate lacune dell' inferno...-

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Commentate, grazie! :)

-Kitta♡

The Hero's SecretDonde viven las historias. Descúbrelo ahora