Confessioni

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« Smettila.. »
« No.. ti piace Marcus.. »
« La finisci Gabriel? »
« Ammettilo, dillo dai.. »
« No! Non mi piace Marcus cazzo. »

Alzai la voce subito guardandolo malissimo.

Avevamo passato una giornata al mare davvero bellissima, stranamente io e Gabriel non avevamo litigato e le nostre mamme erano andate via poco dopo.
Mentre adesso ci ritrovavamo nel giardino di casa Guevara: Marcus in doccia, io e Gabriel nel giardino già lavati e mamma e Marlene fuori a cena.

Guardai il sorriso di Gabriel quasi come per cercare di capire che ciò che stavo dicendo era vero e sospirai appena mostrandogli il dito medio sussurrando a bassa voce.

« Hai finito? »
« Secondo me ti piace.. sei stato tutta la giornata con lui e poi.. »
« E poi niente, il problema è che io e te litighiamo in continuazione quindi più di un ora insieme non possiamo starci.. »

Lo guardai smettere di sorridere e annuire appena toccandosi i capelli scombinati e sistemandosi il maglione che indossava siccome faceva leggermente freddo la sera vicino al mare.

Eravamo seduti sul divano che c'era in giardino e sospirai appena alzando lo sguardo restando a guardarlo.

« Nicole.. »
« Mh?.. »
« Sono felice che hai trovato il coraggio.. »

Lo guardai mordendomi leggermente le labbra e notai il suo sorriso, abbassai lo sguardo e feci la stessa cosa annuendo appena intrecciando le braccia al petto sentendo leggermente freddo.

« E.. mi dispiace per quella sera, non volevo sminuire ciò che.. che c'è stato tra me e te.. »
« Perché? Cosa c'è stato tra di noi? »

Quasi volevo fingere che non m'importasse,
Ma era inutile, poteva capirlo benissimo che c'ero rimasta male e che il mio problema era che davo troppa importanza a tutto.

« Lo sai meglio di me, quindi per favore.. »
« Gabriel, possiamo cambiare discorso? »
« No, no che non dobbiamo.. »
« È stata solo una delle nostre solite bravate! »
« È così che lo chiami? Una bravata? »

Girai subito la testa guardandolo avvicinarsi di più e rimasi in silenzio guardando il prato che c'era al posto del pavimento e rimasi in silenzioso ascoltandolo ancora.

« Ogni.. volta che ti sto vicino ho una voglia pazza di baciarti, di toccarti o soltanto di restare a guardare i tuoi occhi e non è da me perché a me non mi importa di nessuna. Poi mi allontano e torna alla realtà, alla mia realtà.. quindi.. »
« Quindi è meglio che torni alla tua realtà! »
« Vuoi questo? »

Mi chiese allungando la mano all'altro divano prendendo la coperta che c'era visto i brividi evidenti sulle mie braccia, era questo che mi piaceva di Gabriel.. era attento ai dettagli, lo era sempre stato.
Appoggiò la coperta sul mio corpo e fece la stessa cosa col suo ma con la stessa coperta e lo guardai come per ringraziarlo.

« mi rispondi? Vuoi questo? »

Socchiusi le labbra per rispondere ma dalla porta scorrevole uscii Marcus preparato e mormorò;

« Hey ! Voi due, siete soli a casa io ho un appuntamento, non scannatevi mi raccomando. »

Gli sorrisi leggermente e suo fratello Gabriel gli fece cenno di un "ciao" con la mano tornando a guardare me, e poi la tv accesa che c'era fuori al giardino sotto al gazebo in cui eravamo, mentre la tv ci regalava Peter Pan a film che avevo messo da 15 minuti.

In realtà non gli diedi nessuna risposta, infatti restammo a guardare il film mentre lui era seduto e io leggermente distesa ma con le gambe sul l'erba guardando il film, ma come mio solito mi addormentai.

E comunque tornando al discorso di prima che era nella mia testa e che stavo formando da sola; Li riconosci subito, quelli che hanno avuto un dolore eh.. Un dolore vero, grande, qualcosa che segna un prima e un dopo.
Qualcosa che ti ha portato a un centimetro dalla morte ma poi non sei morta.
Qualcosa che un secondo prima eri bambina e uno dopo ti sei svegliata già grande.
Qualcosa che, anche se passano gli anni, non se ne va e si mostra ogni tanto nei dettagli, in certi sguardi, nella grafia, piccolino ma c'è, è lì e parla con te.
Li riconosci subito quelli che hanno avuto un vero dolore e non perché sono più stronzi, non perché hanno la scorza più dura.
lo non li sopporto quelli che con la scusa del dolore diventano più cattivi.
No, il vero tratto distintivo di chi ha sofferto per davvero è che in fondo è gentile.
C'è come un velo di clemenza sopra tutti i gesti.
Chi ha sofferto davvero non infierisce mai, non calpesta, sta attento a tutto, osserva.
Se può evita di ferire e se non può, preferisce ferire sé stesso. Più forte di ogni addio

Sentii qualcosa stringere il mio corpo e aprii gli occhi poggiandoci le dita sopra e capii che era il braccio di Gabriel che avvolgeva il mio corpo disteso al mio fianco mentre le mie gambe erano intrecciate con le sue..

Feci una smorfia girando la testa e lo guardai per qualche istante.. era così bello, Dio.
Aveva il viso spiaccicato sul cuscino che stavamo condividendo e il mento sulla mia spalla destra, abbassai lo sguardo alla mano sinistra e lui aveva la sua mano poggiata sulla mia..
Mi girai leggermente verso di lui senza svegliarlo e rimasi a guardarlo, aveva le labbra chiuse e carnose.. i capelli scombinati.. e gli occhi leggermente chiusi ma non del tutto.

Allungai la mano libera al suo viso e con le dita gli spostai il ciuffo che aveva avanti agli occhi, scesi piano con l'indice fino alla sua guancia e poi al suo collo.. qualcosa afferrò la mia attenzione..
Deglutii appena guardando il tatuaggio che aveva appena leggermente dietro al collo..
Una corda a doppio nodo, uguale al mio..

« Ti piace guardarmi..? »

Si accorse che lo stavo guardando, deglutì ancora togliendo le dita dal suo viso e tornai dov'ero prima che si svegliasse.

« Si.. abbiamo lo stesso tatuaggio.. »
« Quando l'hai fatto? »
« Due anni fa, dopo l'incidente che ebbi in moto.. noi qui spesso facciamo le gare di moto, ma quell'estate Enzo, uno dei miei più grandi nemici se possiamo chiamarli così.. ha meno messo la mia moto.. i freni non andavano e io non avevo più controllo della mia moto..  così per non morire avanti a tutti sono andati contro un albero e la marmitta bollente della mia moto si staccò del tutto procurandomi la cicatrice che ho all'inguine.. »

Restai ad ascoltarlo mentre i miei occhi guardavano le sue labbra muoversi e poi i suoi occhi.. sentii la gola secca e appoggiai le dita istintivamente sulle sue ancora appoggiate sul mio fianco.

Solo un'estate. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora