Ti amo.

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A volte certe cose devono andare in pezzi per potersi ricomporre in una nuova forma.
A volte il cuore ha bisogno di rompersi per far entrare la luce da quelle piccole fessure. A volte certe ferite devono sanguinare per cominciare il lungo processo di guarigione. A volte un dolore arriva all'improvviso per ricordarti che esisti, che forse la strada che stai seguendo non è quella che desidera la tua anima.
A volte il dolore ti investe per spingerti verso un cambiamento che ancora non vedi, ma che ti attende al di là della paura. Dal dolore fioriscono doti e talenti che neanche immaginavi di possedere. Quando un dolore ti travolge guardalo in faccia e accoglilo senza resistenze.
Ricorda: anche nel dolore puoi sempre scegliere di amare la vita anziché odiarla.

« Guarda che ti prendo eh.. »
« No amo, ti prego mi fai male.. »
« Quanto sei delicata.. »

Gli mostrai il dito medio sorridendogli e tornai a sedermi sul telo.

Ormai era inverno, le cose andavano bene, o almeno speravamo, tutto sembrava essere al suo posto, io e Gabri, Robert e Matilde al quale quest'ultimo una settimana fa gli aveva chiesto di diventare sua moglie.. strano da R ma vero.
E Marcus era abbastanza tranquillo, stava frequentando una ragazza e le cose sembravano andare meglio anche per lui.

Per essere inverno c'era un sole abbastanza carino, non quello caldo ma tanto da far sì che Gabriel decidesse di farci un picnic al parco di Madrid.

« E quindi domani non lavori? » chiesi
« Ti dispiace tanto piccola N? » sorrise
« Un sacco.. al ritorno andrò a casa! »
« Ma dai, avevi detto che questo fine settimana restavi da me.. »
« Lo so ma non voglio sopportarti. »
« Che simpatica.. »

Lo guardai trattenendo la risata e morsi il labbro inferiore guardandolo sedersi al mio fianco, appoggiai la testa sulle sue gambe quando mi fece segno di farlo e la sua mano accarezzò piano i miei capelli, chiusi gli occhi alle sue carezze e lo sentì:

« Ci credi che quei due si sposano..? » sussurrai
« Robert è un tipo apposto e anche Matilde.. »
« Ma hanno 20'anni, possono cambiare idea. »
« Nic.. i sentimenti non finiscono da un momento all'altro, tu smetteresti di amarmi? »

Scossi subito la testa in un no sentendo le sue dita accarezzare piano il mio naso e sorrisi leggermente aprendo appena gli occhi:

« Sono sempre stato contro al matrimonio, una carta non definisce l'amore che proviamo un l'altra.. ma adesso crescendo ho capito che essere sposati vuol dire unire ancora di più ciò che potremmo e siamo.. »

Era strano sentirlo parlare così, era cresciuto così tanto. Ricordo ancora il mio primo giorno a Madrid, lui limonava ogni essere vivente di intimità femminile, feste, alcool.. droghe, Dio mio.. quasi non sembrava lui.

« Quindi adesso ti sposeresti? » sussurrai
« Si, vorrò farlo.. magari un giorno.. »

Annuì sorridendogli appena e girai la testa verso di lui restando a guardarlo sentendo le sue dita accarezzare piano il mio collo e finire sulla clavicola, accarezzare la scollatura della maglia nera che indossavo a maniche lunghe e finire sulla mia pancia piatta.

« Tu? Ti sposeresti? » mi chiese
« Si.. » sussurrai senza pensarci

Guardai il suo sorriso e le sue labbra finirono sulle mie, ricambiai subito il suo bacio e allungai la mano sulla sua guancia staccandomi dalle sue labbra solo pochi minuti dopo sentendolo.

« Ti amo.. »
« Ti amo.. » sussurrai

Mi lascio' un ennesimo bacio sulle labbra, forse più di uno, sorrisi leggermente contro le sue labbra ricambiando ogni piccolo bacio a stampo che mi regalava e sentii la sua mano stringere piano il mio fianco e poi toccare di nuovo la mia pancia.

« Facciamo un bambino..? »

socchiusi subito le labbra, lui smise di sorridere e io feci la stessa cosa guardandolo negli occhi.

« Cosa? »

sorrisi ironica pensando di non aver capito. Ma lui annuì e restai a guardarlo mentre le sue labbra continuarono:

« Facciamo un bambino? Tutto nostro.. un miscuglio mio e tuo.. così possiamo dare un senso ancora di più al nostro amore.. »
« Tu sei pazzo.. Guevara.. »
« Perché..? »
« Abbiamo appena 20'anni.. »
« Non c'è un eta' per amare un bambino.. Nicole, guarda mio padre e il tuo.. padri a 30'anni e non esistono.. perché non possiamo permettercelo noi? Possiamo essere migliori di loro.. »

Accarezzai piano il suo braccio.. deglutì leggermente mordendomi il labbro inferiore.
Non ero pronta, non lo ero per niente, stavo per iniziare un college che avevo lasciato, Gabriel lavorava così tanto e ogni tanto non c'era per la moda.. girai piano lo sguardo, e chiusi leggermente gli occhi sussurrando:

« Non.. »
« No okay, ho detto una stronzata.. non avrei nemmeno dovuto chiedertelo.. solo c.. »

Mi alzai piano dal busto e allungai la mano sul suo collo, mi avvicinai piano baciandolo subito per zittirlo e lui ricambio' subito..
infondo era l'unica cosa che volevo, Gabriel mi aveva dato un motivo per continuare a credere a tutto ciò che mi circondava e sapere che era l'unico da quasi tre anni ad amarmi incondizionatamente mi rendeva così felice.

« Mamma mi dice sempre che se uno ci prova non arrivano.. ma arrivano quando meno te lo aspetti.. »
« Allora seguiremo il suo consiglio.. »

Lo guardai sorridere e feci la stessa cosa accarezzandogli piano la guancia e smisi di farlo sentendo il mio cellulare squillare. Sbuffai leggermente allungando la mano a prenderlo dalla borsetta e notai "mamma", sospirai leggermente portandolo all'orecchio:

« Mamma..? »
« Nicole, dove sei? »
« Con Gabri, perché? »
« Sono in ospedale con Marlene, si è sentita male. »
« Cosa? Perché?? »
« dillo a Gabriel e non farlo allarmare, Tranquillizzatevi e venite qui okay? Sta arrivando anche Marcus. »
« Va bene, okay.. »

Staccai la chiamata spostando lo sguardo verso di lui che aveva uno sguardo come per chiedere spiegazioni e sussurrai a bassa voce:

« Dobbiamo andare in ospedale.. »
« Perché?? »
« Stai tranquillo.. niente di che ma la tua mamma non si è sentita bene.. »

Gabriel si alzò subito e mi aiutò a togliere le cose dall'erba, afferrai lo zainetto dopo aver posato le cose e lo seguì fino all'auto correndo siccome lui aveva il passo più veloce del mio.

Doveva andare tutto bene, dovevamo stare tranquilli, non era niente che, l'aveva detto anche mia mamma.

Solo un'estate. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora