Scelte.

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Quando ami una persona c'è sempre una piccola parte di tè terrorizzata dall'idea di perderla, ma devi lasciare che le persone che tu ami sappiano quanto le ami, anche se questo vuol dire soffrire, perché tu sei vivo.

« È stato bello stare con te in questi giorni.. »
« Sembrava quasi una delle nostre estate.. „
« Sei sicura di non voler venire? » sussurrò
« Finirò l'ultimo anno qui e magari dopo l'esame ci penserò.. promesso.. »

Erano stati tre giorni davvero perfetti, quasi nessuno esisteva per me se non lui.. era un po' come tornare ai vecchi tempi solo con un po' più di libertà e soprattutto spensieratezza.
Avevo saltato la scuola tutti e tre i giorni e infatti ero rimasta in dietro con l'ultimo capitolo delle lezioni per questo avrei studiato così tanto da dare per prima sicuramente gli esami.. e poi avrei pensato cosa fare, soprattutto avrei pensato al fatto di aver inviato domanda alla Juilliard School, L'accademia di danza a New York, ma non ne avevo ancora parlato con Gabriel, l'avrei fatto sicuramente quest'estate.

Fiumicino, aeroporto di Roma. 18:35 di sera.

« ti chiamo appena arrivo.. »
« Va bene, mi raccomando.. »

Non era felice, potevo notarlo, era convinto che sarei andata con lui ma non l'avevo fatto.
Lo guardai sorridere appena e annuire, sì spostò e Marcus mi avvolse subito in un abbraccio.
Lo strinsi sentendo la sua voce al mio orecchio:

« Mi raccomando.. non fare guai.. »

Sorrisi annuendo appena e dopo poco li guardai allontanarsi sperando con tutta me stessa che Gabriel non si fosse girato come suo solito. Infatti per questo motivo mi allontanai subito uscendo dall'edificio entrando nell'auto che avevo parcheggiato prima che entrassimo e quando fui sistemata del tutto dentro iniziai a guidare notando il mio cellulare squillare.

« Pronto? »
« Nicole, dove sei? »
« Hey mamma, ho accompagnato i ragazzi in aeroporto.. sto tornando a casa! »
« Sono appena tornata, mi dispiace non sono riuscita a salutarli.. »
« Tranquilla, lo sanno! »
« Hai parlato ai ragazzi della Juilliard? .. »
« No.. e questo non credo ti importi.. »
« Hey! Smettila con questi toni. »
« Ci vediamo tra un po'. »

Prima che potesse parlare staccai la chiamata notando il semaforo verde e presi a guidare poggiando appena la testa sul sedile mordendomi il labbro inferiore.

Da una parte avevo il sogno della mia vita, dall'altra parte l'amore della mia vita.

Nemmeno ci pensai più sapevo che non avrebbero mai accettato una ragazza di Roma, anche perché c'erano miliardi di ragazzi a voler far parte di quella scuola e sicuramente io non ero una di quelle, quindi non era poi così tanto imporrate dirglielo ai ragazzi, a Gabriel..

Mi fermai avanti al club dove spesso andavo con i ragazzi siccome era l'ora che erano usciti da scuola e mi guardai attorno.
Infatti, c'era Charlotte insieme a Bryan e un'altro ragazzo della nostra classe, Tommaso, al quale non avevamo molta confidenza per questo era strano che fosse lì.

« Heey, ma guarda chi si vede! »
« Hey ragazzi. »

Baciai la guancia di Charlotte sedendomi accanto a Tommaso dove c'era il posto libero e sospirai appena guardandoli.

« Pensavo venissi a scuola stamattina.. »
« No, Gabriel e' andato via stamattina e credo di dare l'esame per prima quindi inizierò a studiare come una matta.. »
« Quindi andrai a Madrid? E la Juilliard? »

Eccola, ne erano ormai quasi al corrente tutti, anche perché io e Charlotte andavamo a danza da 13 anni insieme e quindi avevamo fatto domanda entrambe. Sospirai appena guardandola e scossi la testa in un no.

« Charlotte, ma ti pare che tra miliardi di gente accetteranno me? »
« Ma è sempre stato il nostro sogno.. »
« Lo spero per te, davvero. »
« Devi essere sempre pessimista? » alzò la voce
« Hey. Non sto dicendo che non ti prenderanno okay? Sto parlando di me. »
« Se tu non ci vieni io non ci andrò. »
« Ma è il tuo sogno! »
« Il nostro. »

Charlotte non mi fece neanche aprire bocca, la guardai alzarsi e senza nemmeno salutare uscii dal Club mentre Bryan la segui.
Serrai la mascella girando lo sguardo notando che Tommaso era al mio fianco e lo sentii.

« Un po' ragione c'è l'ha.. »
« Ma dai? Davvero? »
« Senti.. secondo me dovresti fare meno la stronza, non ti si addice. »

Lo guardai tirarsi su e rimasi da sola seduta al tavolo.
Ma che ne sapevano tutti?
Sospirai appena girando lo sguardo al cameriere e scossi la testa in un "no" come per fargli capire "non voglio niente"  mostrandogli un finto sorriso e mi alzai dal tavolo camminando fino a fuori dove tornai in auto guidando fino casa.

Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vengono a cercare.
Non le hai scelte e nemmeno le vorresti, ma arrivano e dopo non sei più uguale.
A quel punto le soluzioni sono due: o scappi cercando di lasciartele alle spalle o ti fermi e le affronti. Qualsiasi soluzione tu scelga ti cambia, e tu hai solo la possibilità di scegliere se in bene o in male.

-

« Mamma, sono a casa. »
« Hey, sono in cucina.. »

Sospirai appena poggiando la borsa sul divano avvicinandomi piano all'entrata della cucina guardandola girata di spalle mentre tagliava qualcosa, c'era un buon profumo, poggiai la mano sul tavolo e mi sedetti alla prima sedia.

« Cos'è questo silenzio? Di solito mi chiedi cos'è questo profumino.. »

Alzai leggermente lo sguardo verso di lei e sorrisi alzando le spalle guardandomi le dita toccare il tavolo.

« Oi, che ti succede? »
« Cosa devo fare mamma?.. »

Lei capì subito, quasi sembrava tornare a tempo fa, quando non mi toccava nemmeno aprire bocca e i suoi consigli erano acqua per un assetato.  Adesso che sapeva di me e Gabri, di tutto.. era così strano, ma allo stesso tempo avevo bisogno di mia madre di un tempo, anche se era stata il motivo di quel casino dell'estate precedente.
La guardai sedersi al mio fianco e poi sussurrò a bassa voce:

« Segui il tuo cuore, parlane con Gabriel.. lui capirà e magari sarà tutto più facile. »
« È tutto sbagliato.. »
« No, sei solo una ragazza con tanti sogni e un amore che è in preda al panico per paura di fare del male alle persone che ama.. ma tu sei più forte di chiunque altro, più forte di me anche, quindi per favore.. stai tranquilla e fa ciò che ti senti di fare. »

Annuì leggermente guardandola e abbassai lo sguardo sentendo la sua mano dietro la mia testa, alzai leggermente lo sguardo verso di lei e sussurrai:

« Cos'è quest'odore? »
« Torta alla fragola. »

Solo un'estate. Where stories live. Discover now