Gelosia.

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Il cuore delle persone non è qualcosa che puoi comprendere solo perché dici di volerlo fare. Troppo facile... Ci vuole molto altro. Ci vuole coraggio. Ci vuole paura. Ci vuole follia.
Se non hai paura significa che non sei davvero consapevole di quello in cui ti stai cacciando, e se non sei abbastanza folle, il coraggio per superarla, la paura, non lo troverai mai. Poi serve poesia, tanta poesia. Ché la vita di quelli che amiamo ha bisogno di musica e carezze. E quando va in mille pezzi, la loro vita, serve pazienza per recuperarli tutti, per cercarli negli angoli nascosti, in quelli più bui, sporchi e dimenticati, con cura, dolcezza, attenzione, per rimetterli al loro posto, uno per uno.
E poi ci vogliono abbracci, di quelli che ti scaldano il cuore quando fa freddo dentro, che spengono la paura del futuro, che ti fanno sentire meno solo, quegli abbracci in cui ti perdi e ti ritrovi, in cui ti nascondi dal mondo e forse un po' anche da. te stesso, che ti permettono di piangere senza vergognartene o dare spiegazioni, che ti spingono a pensare che ce la farai, che andrà tutto bene. Andrà tutto bene...
E forse pure la nostra, pure la nostra vita ha bisogno di musica e carezze, e di abbracci, sì, anche quando pensiamo di non meritarlo, anche quando ci attribuiamo la colpa di ogni errore, anche quando ci diciamo che avremmo potuto fare di meglio, che avremmo potuto dare di più, ecco, anche noi abbiamo bisogno di musica e carezze. E un abbraccio sincero.

Sospirai appena sentendo il rumore delle nocche di qualcuno sbattere contro alla porta della mia stanza, alzai leggermente la testa e sussurrai con voce ovattata dal sonno;

« Chi è?? »
« Nicole, sono Marlene.. tra un quarto d'ora dovresti scendere a cena, abbiamo ospiti. »

Sbuffai appena poggiando la mano sul petto di Gabriel che dormiva ancora e la sentì ancora:

« Hai capito? »
« Ho capito.. »
« E se hai visto quel cretino del tuo fidanzato non che' mio figlio, digli che scende giù.. se non è già con te. »
« Va bene, okay.. »

Mormorai guardando Gabriel muovendo appena la mano sul suo petto sussurrando a bassa voce.

« Amo.. Gabri.. svegliati dai.. »

Odiavo svegliarlo ma allo stesso tempo era un vero controsenso, mi piaceva vederlo con i capelli spettinati, la bocca chiusa e le labbra secche, quel sorrisetto che mi mostrava ogni volta che dormiva al mio fianco e la voce più roca del solito sussurrarmi un "buongiorno piccola Nicole" .
Avevamo dormito tutta la giornata grazie alla notte di San Lorenzo ovviamente, però in compenso avevamo visto l'alba.

« Hey dai.. abbiamo ospiti, svegliati.. »

Lo guardai girarsi di lato e aprire leggermente gli occhi rivolgendomi lo sguardo e allungando la mano sul mio fianco nudo, visto che ovviamente in piscina non c'era bastato e chiusi in camera mia avevamo cercato in tutti i modi di nascondere goffamente il piacere.

« Sono sveglio.. »
« Si come no.. »

Mi allungai verso di lui spostandogli i capelli dal viso e gli lasciai un bacio sulla guancia e poi sulla tempia alzandomi dal busto prendendo l'intimo pulito infilandolo e girai la testa notando che mi stava guardando dallo specchio.

« Vuoi una foto Guevara? »
« Magari.. così quando non ci s.. »

Afferrai il cuscino lanciandoglielo e lo sentii ridere scuotendo la testa mordendomi il labbro inferiore. Legai i capelli in una coda alta e infilai il primo vestitino rosso semplice e lo sentì ancora.

« Oh amo ma metti il mio maglione.. »
« Gabriel ma non fa caldo stasera.. »
« Lo so, ma non sai nemmeno chi ospiti abbiamo. »
« Dai non fare sempre storie. »

Era così geloso, e non provava nemmeno a non esserlo. Lo sentii sbuffare e alzarsi dal busto infilandosi i boxer e poi i pantaloni della tuta con una t-shirt grigia dello stesso colore del pantalone.

« Esci prima tu o io..? » lo guardai
« Insieme.. »
« Cosa? »
« Nicole.. l'hai sentita mamma? »
« Si ma possiamo dar fastidio e.. »
« Fastidio che due ragazzi che vogliono bene si amano? Dai amo.. »

Era più una questione di rispetto ma era vero anche quello che diceva lui.
Lo guardai per qualche istante e quando mi mostrò un sorriso feci la stessa cosa indicandolo appena.

« Hey tu,'prima di scendere mi aiuti nel togliere questo disastro. »
« Cosa? Ma ti pare? C'è Lola! »
« No.. Lola non c'è. »

Lola era la governate. Lo guardai sbuffare e guardarsi attorno, perché si.. nella mia camera c'erano più cose sue che mie.
Cercai di non sorridere e lo guardai alzare il suo maglione con i suoi calzini da terra e feci la stessa cosa iniziando a sistemare la mia camera.

« Contenta adesso? »
« Guarda che non sono l'unica disordinata.. »

Lo guardai farmi una finta risata e mi avvicinai alla porta girando la chiave per aprire la porta e sentii le sue mani sui miei fianchi da dietro baciarmi la testa, sorrisi girando lo sguardo a lui e poi uscii prima di lui scendendo giù.

« Dovevano essere 15 minuti ragazzi non un ora.. »

Mormorò Marlene mentre ci indicò con lo sguardo che gli ospiti stavano entrando mentre mia madre gli aveva aperto la porta e Marcus si avvicinò ad entrambi mormorando:

« Ragazzi, voi due.. avete una vita sessuale troppo attiva, dovreste smetterla.. »
« Sei solo geloso perché tu non scop.. »
« Gabriel! Marcus! »

Si intromise sua mamma nello scherzo dei due figli mentre mi sentii sprofondare girando la testa a mia madre che entrò nel salone con un uomo e una donna e dopo dietro loro entrarono un ragazzo e una ragazza.

« Teresah, oddio da quanto tempo.. » Marlene
« Abbastanza! Sembra tornare al liceo »

Rispose la donna mentre girai lo sguardo verso i ragazzi che sembravano non conoscerli nemmeno loro, mentre Marlene è mia madre salutarono loro.

« Venite, vi presentiamo i nostri ragazzi. » mia mamma.

La donna sull'età delle nostre mamme sorrise porgendoci la mano a tutti e tre stringendola.

« Teresah, lui e' mio figlio maggiore Marcus, lui è il minore Gabriel e infine c'è la figlia di Rosita: la piccola Nicole. »

Solo un'estate. Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz