Due pizze e una verità.

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22:45.

Ero rimasta tutta la giornata da sola a casa, tutti alla festa, e tutti avevano pranzato fuori.
Non vedevo l'ora che sarebbero arrivate mamma e Marlene, almeno sarei rimasta con loro.
Seppur Gabriel non aveva intenzione di cambiare le cose io lo stesso non sarei andata alla Juilliard, sapere di essere lontana un miglio.

Sentii il mio cellulare illuminarsi e sospirai appena leggendo il messaggio di Charlotte:
" Ancora niente? "
" Niente ancora.. "
Mi dispiaceva mentirle, ma se sapeva che ero stata presa e non volevo andarci di sicuro lei non sarebbe andata senza di me.
" Non ci vado senza te. "
" Tu devi, per entrambe. Promesso? "

Non mi rispose, mi alzai dal bordo della piscina mentre stavo guardando il cielo al quale non avevo visto ancora nessuna stella e entrai dentro in cucina aprendo il frigo prendendo delle fragole, non avevo pranzato e per questo avevo una leggera fame.

• POV GABRIEL •

Era tutto così strano, essere a questa festa stupida e saperla da sola a casa.. persino Matilde non si stava divertendo, Robert era seduto accanto a lei e Marcus sembrava davvero un'altra persona dall'arrivo di questa pseudo amica di Nicole.

« Marcus, dovremmo tornare a casa.. »

Gli sussurrai all'orecchio guardandolo sorridere.

« Perché? » chiese
« Non mi piace questa festa e poi c'è Nicole da sola a casa, non è mai rimasta da sola di notte. »
« E da quando ti importa? Non eri quello che non voleva più sentirla da giovedì? »
« Marcus cazzo.. per favore! »

Alzai la voce guardandolo mentre sentii la voce di Matilde intromettersi in mezzo a noi è guardarci.

« Siete così stupidi che non capite un cazzo. Marcus la tua stupida fidanzata l'ha massacrata fino alle ossa a Nicole.. lei credeva che fossero amiche e per questo ha iniziato lei.. e tu, grand coglione.. »

Mi rivolse lo sguardo guardandomi.

« Sei qui! Quando dovresti essere lì con lei visto che ha rifiutato l'unica opportunità della sua vita, per voi.. per te! »

Urlò quasi guardando Marcus e poi me.
Alzai un sopracciglio cercando di capire.

« Cosa intendi? »
« La Juilliard l'ha accettata ma non ci andrà, e mi ha chiesto di non dirti niente perché conoscendoti sapeva che ti saresti sentito in colpa per il resto dei tuoi giorni, invece siete così coglioni e stupidi.. sei così coglione e stupido che la state evitando per nulla.. tutti diciamo bugie, siamo ragazzi di 20 anni cazzo e non potete crocifiggerla per questo. E tu.. »

Si rivolse a Jolanda indicandola.

« Sei davvero una puttana e con questo chiudo. »

Aveva fatto un enorme sfuriata, ma io ero rimasto al fatto che Nicole aveva rifiutato la scuola per stare con noi, con me.. aveva rifiutato un opportunità incredibile.
Girai lo sguardo a Marcus che aveva lo sguardo basso e deglutì appena uscendo subito dal giardino del locale e entrai in auto andando via.

• POV NICOLE •

« Buongiorno, vita che mi stai aspettando
Ho tutto pronto, passi per di qua?
Su, dai, non vedi che mi sto perdendo?
Non è normale pure alla mia età
Voglio sentirti, dammi una risposta
Che poi la sento e arriva dentro me
Per te che, vita, io sto resistendo
Perché non credo, eppure Dio qui c'è.. »

Canticchiai a bassa voce allungando l'indice al cielo blu e chiusi gli occhi stringendo poi tra la mano destra una birra che avevo recuperato dal frigo pochi istanti prima.

Sentii il rumore della chiave aprire la porta di casa e smettendo di cantare girai la testa verso l'entrata del giardino:
Era Gabriel.. aveva due cartoni delle pizze tra le mani e lo guardai appoggiare le chiavi sul tavolo in giardino, avvicinarsi piano al lettino dov'ero seduta appena e lo guardai rivolgermi la parola;

« Posso farti compagnia? »

Annuì subito guardandolo e poggiai le mani sul lettino facendogli spazio sentendolo ancora:

« Sono passato in pizzeria e ho comprato delle pizze e due birre, magari possiamo mangiarle insieme e mi racconti tutto..»

Lo guardai ancora mentre si sedeva di fronte porgendomi uno dei cartoni e annuì semplicemente ancora.

Infatti iniziammo a mangiare e gli spiegai tutto nei minimi dettagli, e quando lo guardai aprire bocca mormorò:

« Non mi devi dire più niente..? »
« Te l'ho detto, non sapevo lei fosse qui.. »
« Non sto parlando di questo.. »

Restai a guardarlo cercando di capire ma lui continuo':

« Ti hanno ammessa.. la Juilliard ti ha ammessa.. »
« Chi te l'ha detto? »
« Non e' impronte, ma tu non puoi rinunciare al tuo sogno per... »
« Per te? No.. lo faccio anche per me, non voglio lasciare casa Gabriel. »
« È il tuo sogno Nicole, diventare una professionista.. »
« Non.. non è più importante.. »
« Lo è invece.. »

Sentii il mio cellulare vibrare e girai subito la testa notando, Charlotte; „ Te lo prometto, lo farò per noi due. „ sorrisi subito alzando la testa sentendolo:

« Perché sorridi? »
« Perché spesso le cose non vengono fatte invano.. Charlotte ci andrà, me l'ha promesso. »
« Lei sa che tu sei stata ammessa? »
« No, e non deve saperlo.. per favore Gabri.. »
« Non mi piace tutto ciò, io sfilerò per Armani e tu non potrai andare a NY.. »
« Continuerò a ballare qui.. »
« Cosa vuol dire? »

Già, avevo parlato anche con mia madre e lei stava cercando casa qui, ci saremmo trasferite e sapevo che lei lo faceva solo per il mio bene e per stare al mio fianco.

« Io e mamma veniamo a vivere qui a Madrid. »
« Davvero.. cioè.. cosa? »
« Ci trasferiamo qui.. Marlene lo sa da quando tu sei tornato qui da Roma.. »

Sentii la sua mano calda toccare la mia guancia sotto i miei capelli e sorrisi leggermente guardandolo:

« Te lo prometto, sarai la donna più felice del mondo Piccola Nicole.. »
« Non m'importa essere la più felice.. ma essere al tuo fianco.. »

Lo guardai avvicinarsi subito e baciarmi, bacio che ricambiai subito sentendo le sue mani fare in modo che le mie gambe finissero sulle sue.
Ci baciammo per un bel po' in realtà.
Alzai appena la testa staccandomi da lui sentendo una tosse familiare.
Entrambi guardammo dietro noi, c'era Matilde.. Robert e Marcus..
Deglutì appena e sentì la prima parlare:

« Non potevamo guardare le stelle senza voi.. »

Girai subito la testa verso Gabriel guardandolo sorridere e poi guardai di nuovo lo stendersi sui rispettivi lettini che erano in giardino.

Solo un'estate. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora