Momenti con lei.

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Presi dell'acqua ossigenata e dell'ovatta, mi avvicinai piano a lui e abbassai gli occhi sulla sua camicia sbottonata.. rialzai piano lo sguardo e poggiai piano l'ovatta bagnata dall'acqua ossigenata sotto al naso e sopra per disinfettarlo.

Guardai il suo viso fare una leggera smorfia di dolore e cercai di fare il più piano possibile rimanendo tra le sue gambe aperte.. cambiai l'ovatta e deglutì sentendo le sue dita toccare i miei fianchi e stringerli siccome sentiva dolore.

Spostai le mie mani e gli feci cenno che non doveva toccarmi, lui tolse subito le mani e le appoggio' sulle proprie gambe..

Dovrà capitare prima o poi che due anime selvatiche, che non vogliono sentirsi strette da nessuno né chiuse agli angoli del mondo e che si amano abbastanza da non scappare né inseguire, si fermino a comprendere che completarsi è questo. È chiudersi all'aperto sapendo che a nessuno dall'esterno sarà permesso entrare dentro. Si può rischiare di restare insieme tutta la vita così, senza che sia una minaccia ma solo un sublime stato di grazia e di strafottente e imbarazzante felicità.

Mi allontanai appena da lui e apri il frigo prendendo del ghiaccio tornando da lui e l'appoggiai piano sul suo naso mentre i suoi occhi caddero nei miei, e ciò che avevo fatto tutta la sera non era servito a niente, evitare il suo sguardo.. e poi finire qui.. aveva gli occhi lucidi e Rossi, e anch'io.

Guardai la sua mano toccare la mia dove reggevo il ghiaccio e la tolsi subito mentre le sue dita rimasero ferme a reggere il ghiaccio sul suo naso.
Abbassai lo sguardo chiudendo la casetta del pronto soccorso e la riposi al suo posto mentre buttai l'ovatta sporca di sangue e mi accorsi di avere leggermente le dita sporche del suo sangue, deglutì leggermente toccandosi le dita e indietreggiai appena girando la testa verso il salone, al divano.. cercai di trattenere le la lacrime e mi voltai subito facendo per andare in camera ma sentii la sua voce quasi strozzata:

« Piccola Nicole.. »

Girai la testa verso di lui guardandolo e gli mostrai i miei occhi pieni di lacrime che cercano gelosamente di non far cadere nemmeno una lacrima sul mio viso.

« Grazie.. »

Lo sentì sussurrare, annuì semplicemente e feci ancora una volta per risalire ma lo sentii ancora:

« Sarò l'unico per sempre, vero?.. »

Mi fermai appena sorridendo leggermente ironicamente e alzai le spalle restando a guardarlo per qualche istante sentendolo ancora parlare.

« Vero? »

Scossi la testa in un no guardandolo e salii le scale lasciandolo in cucina andandomene in camera mia.

• POV GABRIEL •

Sorrisi leggermente chiudendo gli occhi poggiando il ghiaccio sul tavolo e poi ci poggiai i gomiti nascondendo il viso nelle mie mani.

No, non ero più il suo unico.
Allungai la mano libera sul mio petto alla parte destra e chiusi gli occhi pensando a quando avevamo fatto l'amore per la prima volta in spiaggia, a quando mi aveva promesso che sarei rimasto l'unico e solo per sempre, a quando noi eravamo noi: Gabriel e Nicole. Solo noi due.

Voy mirándote a escondidas
Por si me notas que te quiero de más
Y ahora que siento más deprisa
Y que mi' palabra' se han quedado atrás
Te confieso que me duele estar así
A ti te escribo esta canción, amor
Para decirte que me marcho
Aunque no era mi intención
Que, sin querer, me acostumbré a tu piel
Después, amarte sin medida
Y, aun así, me equivoqué
Nunca fuiste mío, ¿y para qué?
Realmente amaba sola y no a la vez.

Sorrisi leggermente canticchiando a bassa voce la canzone che gli avevo dedicato in auto dopo aver guardato l'alba insieme mentre lei non aveva voglia di tornare a casa per paura di non poter più baciarmi per poterci nascondere dai nostri genitori.

Amarla era stata una delle cose migliori della mia vita, ma sapere che le mie scelte non erano quelle giuste mi lacerava immensamente l'anima e io non potevo tornare indietro. Era proprio vero: se ami qualcuno devi lasciarlo libero.
Ma non avrei mai accettato che altre mani non mie avessero toccato in qualche modo la sua pelle o soltanto il suo cuore, quello che conoscevo soltanto io e che adesso avevo distrutto.

Mi alzai piano dallo sgabello vicino alla penisola e salii piano le scale togliendomi la giacca e la camicia reggendola nella mano, slacciai piano la cintura e camminai verso la mia stanza passando per la sua.. mi fermai appena poggiando la mano sulla porta, era socchiusa..

Poggiai piano la spalla alla soglia e dal poco di spiraglio aperto restai a guardarla..

Si stava spogliando, aveva sciolgo i capelli che gli coprivano la schiena nuda e si guardava allo speccchio, la guardai mentre la sua mano finii piano sul suo fianco destro, dove aveva quell'enorme cicatrice a forma di cuore che amavo così tanto.. la sua mano salii piano al suo collo che scoprii e le sue dita accarezzarono piano il nodo tatuato che aveva, istintivamente feci la stessa cosa toccandosi il mio di tatuaggio uguale al suo e la guardai sedersi sul letto.. girare lo sguardo alla finestra e notai le sue spalla muoversi, stava piangendo..

« Non credi che adesso dovresti smetterla di farla soffrire? »

Mi girai di scatto chiudendo piano la porta in modo geloso di Nicole e guardai Marcus per qualche istante sentendolo poi continuare.

« Un tempo.. avrei preferito lei ti odiasse, e non perché io sia innamorato di lei, ma perché di sicuro sarei riuscito ad amarla più di quanto sai farlo tu.. ma lei non riuscirà mai ad odiarti e io non l'amero' mai la metà di quanto tu ami lei.. ma sei così stronzo che spesso confondi la libertà con l'amore senza considerare che è quello che devi trovare.. la libertà nell'amore.. »

Forse era vero, se magari sarebbe stata lui ad amarla tutta questa sofferenza non l'avrebbe avuta, Marcus sarebbe stato più bravo in tutto..
Lo guardai sentendo gli occhi umidi e girai la testa sussurrando a bassa voce:

« Allora.. te lo chiedo con tutto il mio cuore Marcus.. aiutarla a superare questo momento prima che io possa tornare sui miei passi e non voglio farle di nuovo del male.. »

Solo un'estate. Where stories live. Discover now