Tornare a casa.

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• POV: GABRIEL •

2 Luglio. 18:35.

L'amore è una specie di forza di gravità: invisibile e universale, come quella fisica. Inevitabilmente il nostro cuore, i nostri occhi, le nostre parole, senza che ce ne rendiamo conto vanno a finire li, su ciò che amiamo.

Lei era qui da più o meno tre giorni: aveva mantenuto la promessa, aveva dato gli esami come avevo fatto io e adesso senza alcun pensiero eravamo qui, entrambi, a goderci quest'estate sperando che sarebbe stata abbastanza diversa da quella precedente.
Era così cambiata ma non troppo, era sempre la stessa bambina ma un po' più donna, quegli occhi che avrei amato fino alla fine dei miei giorni e la convinzione di aver sbagliato a non dirle tutto ciò che provavo dall'inizio.

« Gabriel, mi passi o no quel telefono? »

Tornai subito alla realtà girando lo sguardo alla voce di mio fratello che forse mi aveva chiesto più o meno 3 volte la stessa cosa.

« Oh, ma a cosa stai pensando? »
« Eh? A niente! »

Gli lanciai il cellulare siccome era a due lettini più in là e girai subito la testa notando Nicole e Matilde scendere in spiaggia dal chioschetto.
Sembrava davvero come la prima volta, sorrisi leggermente restando a guardarla e spostai lo sguardo sulla risata di Matilde, non era così felice da quando Nicole era andata via, aveva lasciato un po' di vuoto in ognuno di noi portando con se anche me.. ma adesso era qui con noi e speravo con tutto me stesso non fosse andata via.

« Tieni.. »
« Grazie amore.. »

Sussurrai prendendo la birra che aveva tra le mani, guardai la sua espressione quasi sorpresa per come l'avessi chiamata e soffiai una leggera risata guardandola sedersi sul mio stesso lettino accanto a me.

« Che c'è? »
« È strano che tu mi chiama così.. »
« Piccola Nicole, come dovrei chiamarti? »
« Come vuoi.. Guevara. »

La guardai sorridendo e portai la bottiglia di vetro alle mie labbra bevendo la birra spostando poi lo sguardo ai ragazzi, Marcus era al telefono, Matilde si era appena seduta accanto al suo ormai fidanzato Robert e proprio quest'ultimo apri bocca:

« Che facciamo stasera raga? È la prima ufficiale serata che stiamo insieme. Festeggiamo? »
« In realtà avrei in mente un'altra cosa.. »

Mormoro' Matilde mentre afferrò la nostra attenzione.

« Un falò, mandiamo un messaggio nel gruppo e riusciremo a far venire tutti no? Che ne pensate? »

chiese lei mentre noi tre semplicemente annuimmo e girai la testa verso Nicole guardandola appoggiando la testa sul lettino.

« Che c'è? » mi chiese.
« Niente, non posso guardarti? » sussurrai

Mi piaceva imbarazzarla, ogni volta che succedeva riuscivo a capire che fossi importante per qualcuno, per lei, e allora restavo a guardare il suo sorriso mentre le sue guancia si coloravano di rosso e allungai il braccio attorno al suo corpo mentre se ne stava seduta.
Amavo il fatto che cercava in tutti i costi di amarsi, amavo sapere che non si facesse problemi nel mostrare la sua cicatrice, e poi aveva un corpo così perfetto che quasi ero geloso di ogni persona le si avvicinasse, ma quest'ultima cosa la tenevo per me.

« La smetti di guardarmi o no? »

Sentii ancora il suo imbarazzo e Risi guardandola.

Sentii ancora il suo imbarazzo e Risi guardandola

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« Ti odio.. » mi sussurrò
« Impossibile.. » sussurrai
« Impossibile? »
« Tu mi ami, sei pazza di me. »
« Guevara, sei così convinto..? »
« Te lo si legge negli occhi. »
« Dovrò comprarmi altre paia di occhiali allora. »

Sorrisi scuotendo la testa accarezzandogli la gamba e stavolta la guardai avvicinarsi col viso, appoggiare le labbra sulle mie e non esitai a ricambiare abbassando appena il tettuccio del lettino allungando la mano sulla sua guancia continuando a baciarla sentendo il sapore del The alla pesca mischiato con la birra che stavo bevendo.

Amarla mi era così facile, e non mi era mai successo con nessuna.


• POV NICOLE •


Essere di nuovo qui a Madrid era davvero bellissimo, ritrovare tutti loro pronti ad riavermi tra di loro,  i loro sorrisi.. Matilde che davvero era quell'amica.. era tutto così perfetto.
Baciare Gabriel avanti a tutti senza nessun problema, sentirlo ad ogni volta che riusciva a mettermi in imbarazzo.

« Okay! Fatto, già due di loro ci saranno. »

Mi staccai appena dal bacio che avevo dato a Gabriel accarezzandogli appena il petto girando poi la testa verso la voce di Matilde che organizzava il falò.

« Me ne occupo io di tutto, solo.. voi due potete portare da bere? »
« Ci pensiamo noi.. »

Mormoro' Gabriel sorridendogli.
Annuì leggermente e girai la testa verso il tramonto, avevamo passato la giornata al mare come avevamo fatto tutti quei tre giorni dal mio arrivo, solo il primo giorno ero rimasta a casa con Gabriel, avevamo ognuno le nostre camere ma ormai sapevano tutti tutto, anche se con l'esattezza non sapevo ancora se eravamo fidanzati o meno.. ma non si usa più chiederlo o mi sbaglio!? Tornando a noi.

« Ma mi spiegate con chi parla? Che mi sono persa? » sussurrai riferendomi a Marcus e al fatto che non aveva mollato un attimo il telefono.

« In realtà noi eravamo rimasti alla ragazza di l'anno scorso che non abbiamo mai conosciuto, ma adesso da un paio di settimane si sente con un'altra, ci ha detto solo che è italiana e che arriverà stasera, sembra.. » Mi spiego' Gabriel.

Italiana? Alzai un sopracciglio poggiando le mani sul lettino e annuì appena tornando poi a guardare Marcus alzandomi piano e mi avvicinai al suo lettino:

« Marcus Guevara, mi dai un po' ti attenzioni? »
« Cosa c'è signorina Santos, ha lasciato un attimo il suo fidanzatino stortico? »
« Fanculo.. »

Lo guardai ridere e sorrisi leggermente mormorando:

« Mi fai vedere questa ragazza o no? »
« Mh? La vedrai stasera.. »
« Ma dai.. »
« Stasera!! »
« Non vedo l'ora! »

Mormorai ironica guardandolo mostrarmi un dito medio e feci la stessa cosa tornando da Gabriel che era intento ad infilarsi la maglia da sopra al costume come Robert e Matilde e facci la stessa cosa seguita da Marcus.

Era un po' come.. tornare a casa, tornare da chi davvero ti voleva bene.

Solo un'estate. Where stories live. Discover now