La stagione preferita

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« Smettila Gabriel, basta.. »

Una voce esile alle mie spalle.
Girai la testa verso di lei e senza dire una parola sentendo gli occhi lucidi gli lanciai il maglione.

Aveva gli occhi quasi impauriti, la conoscevo, potevo riconoscerla benissimo.. si affrettava ad infilarsi il maglione e guardava fisso me e poi Bryan sanguinante sul pavimento.

« Muoviti. » continuai a guardarla.

Lei annuì subito e non mise nemmeno le scarpe che afferrò con le mani e i pantaloncini, lasciai scendere prima lei e girai lo sguardo a lui sul pavimento, mi abbassai sussurrando a bassa voce:

« Vendile altra roba e ti giuro che segni la tua morte. »

Lui non ripose, annuì semplicemente, mi tirai su scendendo le scalinate e quando la vidi allontanarsi afferrai subito il suo braccio tirandola fino alla mia auto dove lei entrò senza fiatare e io mi misi alla guida.

• POV NICOLE •

Non che ci capivo molto in quel momento, ma Gabriel come faceva ad essere lì? Aveva ridotto Bryan in un modo allucinante e.. non si era accorto nemmeno che avevo provato dolore mentre mi tirava fino all'auto.
Avevo paura. Si, ne avevo e la colpa era mia.

Girai leggermente la testa verso di lui, era serio, troppo, deluso e arrabbiato. Socchiusi le labbra per poter parlare ma non sarei riuscita nemmeno a formulare una frase, infatti mentre lui guidava allungai l'indice ad accendere le stereo, odiavo quel silenzio, ma lui lo spense subito e accostò piano.

« Gab.. »
« Perché cazzo?? Perché?? »

Mi urlò contro come non aveva mai fatto prima, lo guardai sbattere le mani contro il volante e poi rivolgermi gli occhi cubi e pieni di rabbia.
Restai a guardarlo e mi tirai appena con i piedi sul sedile, feci per parlare ma le sue urla aumentarono così tanto che forse si sentivano da fuori anche con i finestrini chiusi:

« Nicole!! Perché?? Sono stato un grandissimo coglione ma tu non devi rovinarti così.. sto cercando in tutti i modi di tirarti fuori dai guai e tu me ne combini una ogni secondo, Dimmi solo.. perché?? »

Urlava come un dannato, aveva il viso quasi contro al mio. Eppure io forse stavo rimanendo impassibile ma dentro volevo morire..
Guardai i suoi occhi riempirsi di lacrime e sussurrai a bassa voce:

« perché e' sempre colpa mia.. »
« non è una motivazione valida » urlò ancora
« Si invece! Si che lo è, mia madre non capisce un cazzo, Marcus quasi non mi rivolge la parola, Matilde e Robert da quando esco con Hero a stento mi parlano.. quest'ultimo che continua a dirmi di far pace col mio passato.. la sorella che cerca di infilarsi nel letto con te e tu.. tu mi hai voltato le spalle. »

Gli urlai contro a mia volta mentre i nostri voci erano vici e in quell'istante capi perché due persone si urlavano contro nel momento del litigio, perché avevano bisogno di urlare più forte dei sentimenti da arrivare fino ad entrambi i cuori..

« Io non ti ho voltato le spalle.. » sussurrò
« Si.. io avrò pure sbagliato ma avevo bisogno di te e tu sei andato via.. sarei morta per te, avrei fatto l'impossibile e guardaci.. »

Mi accorsi di piangere soltanto quando sentii i singhiozzi prevalere ogni cosa e sentì la sua mano calda sul mio viso, accarezzarmi la guancia col pollice e fissarmi negli occhi.. notai le lacrime sulla sua guancia e lo sentii:

« Non è vero che sei un problema, non è vero che non riesco a starti dietro e non è vero che i miei sentimenti sono cambiati.. ho cercato di farli cambiare, ho cercato di odiarti, ho cercato di amare un'altra che non eri tu ma non c'è la faccio, vivo con la costante paura che uno dei tuoi guai possa portarti via da me, che tu possa dimenticarti di ogni cosa e possa far vincere qualsiasi cosa che non siamo noi.. ti prego Nicole, smettila.. »

Sapevo a cosa si riferiva, al fumo, alle canne, all'alcol e alla droga. Scossi subito la testa in un no e girai lo sguardo al finestrino.

« Nicole devi smetterla.. »
« Perché? Cosa farai? Lo dirai a mia madre? »
« PERCHÉ SE TU MUORI DI OVERDOSE IO NON POTRÒ MAI PERDONARMELO. »

Abbassai subito lo sguardo sentendolo di nuovo urlare e girai gli occhi leggermente guardandolo mettersi le mani sul viso e piangere, Gabriel.. piangeva.

Lasciai che lo facesse per qualche istante e poi mi allungai a lui salendo sulle sue gambe e l'abbracciai subito stringendo i suoi capelli tra le mie dita e il suo viso finii nel suo maglione che io indossavo.

« Non potrei mai perdonarmelo.. Nicole moriremmo un po' tutti, tua madre non lo sopporterebbe, Marcus ne patirebbe.. mia madre, Mati e Robert.. ti amano così tanto.. non sei sola, lo capisci o no? Io non posso lasciare che tu ti ammazzi così.. ti prego smettila, fallo per me, per favore.. »

Lo guardai alzare gli occhi rossi e annuì subito guardandolo cercando di smetterla anch'io di piangere ma era impossibile.

Avevo bisogno di pace, stabilità, tranquillità, e se Gabriel non voleva darmela allora dovevo starmene tranquilla e guardare al mio futuro.

Sentii le sue braccia avvolgermi e la sua fronte sulle mie labbra umide dalle lacrime.

« Ho chiesto a Marcus di far sì che tu mi dimenticassi, di farti andare al college, e soprattutto di starti affianco.. ma tutte quelle cose non deve farle Marcus.. ma io.. »
« io.. so badare a me stessa.. »
« lo so Nicole, ma.. non siamo pronti per dirci addio, non ancora. »
« io non voglio dirti addio.. »

Sussurrai tra i singhiozzi stringendomi a lui.

« E allora se quest'estate non è andata bene, godiamoci l'inverno.. magari diventerà la nostra stagione preferita.. »

Il cuore delle persone non è qualcosa che puoi comprendere solo perché dici di volerlo fare. Troppo facile... Ci vuole molto altro. Ci vuole coraggio. Ci vuole paura. Ci vuole follia.
Se non hai paura significa che non sei davvero consapevole di quello in cui ti stai cacciando, e se non sei abbastanza folle, il coraggio per superarla, la paura, non lo troverai mai. Poi serve poesia, tanta poesia. Ché la vita di quelli che amiamo ha bisogno di musica e carezze. E quando va in mille pezzi, la loro vita, serve pazienza per recuperarli tutti, per cercarli negli angoli nascosti, in quelli più bui, sporchi e dimenticati, con cura, dolcezza, attenzione, per rimetterli al loro posto, uno per uno.
E poi ci vogliono abbracci, di quelli che ti scaldano il cuore quando fa freddo dentro, che spengono la paura del futuro, che ti fanno sentire meno solo, quegli abbracci in cui ti perdi e ti ritrovi, in cui ti nascondi dal mondo e forse un po' anche da. te stesso, che ti permettono di piangere senza vergognartene o dare spiegazioni, che ti spingono a pensare che ce la farai, che andrà tutto bene. Andrà tutto bene...
E forse pure la nostra, pure la nostra vita ha bisogno di musica e carezze, e di abbracci, sì, anche quando pensiamo di non meritarlo, anche quando ci attribuiamo la colpa di ogni errore, anche quando ci diciamo che avremmo potuto fare di meglio, che avremmo potuto dare di più, ecco, anche noi abbiamo bisogno di musica e carezze. E un abbraccio sincero.

Solo un'estate. Where stories live. Discover now