Capitolo 8

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Chi ha detto che al nord mangiano di meno del sud?

Sto letteralmente scoppiando.

Dovevo aspettarmelo che Roby, oltre a essere bella e buona, è anche un'ottima, ottimissima cuoca.
Ha cucinato tanti piatti tipici torinesi e calabresi, viste le origini terrone dei suoi genitori, e ci ha viziati tutti e in ogni modo.

Allontano il piatto dal tavolo, rifiutando l'ennesimo pezzo di dolce che Roby mi offre, ma davvero non ce la faccio più.

"Dovete venire più spesso, perché quando siamo solo noi non mi vizia mai in questo modo", dice Claudio, prima di riempirsi la bocca con la sua amata torta di fragole.

Ridiamo tutti, anche se dopo una cena del genere, anche ridere ci viene pesante.

Siamo nella loro bellissima sala da pranzo, al tavolo dei "grandi", se così si può dire.
Perché poco più in fondo alla stanza, vi è un tavolo in cui hanno mangiato i bambini di Claudio e i suoi nipoti, anche se sono convinta che la sua nipotina Alice abbia davvero pochi anni in meno di me.

A volte mi manca stare al "tavolo dei bimbi", dovermi preoccupare solo di finire il piatto di cotoletta e patatine, per non essere sgridata dalla mamma, e poi correre a giocare, senza nemmeno sparecchiare o finire di ingoiare l'ultimo boccone.

Invece sono cresciuta, e in un niente mi ritrovo a vivere senza più mia mamma che viene a svegliarmi la mattina, ma con perfette sconosciute, imparando a cucinare, fare spesa, bucato, pagare bollette, organizzarmi la giornata per cercare di fare tutto.

A volte mi piace da morire, mi fa sentire grande; altre, invece, la mancanza della mia famiglia mi toglie il fiato, e vorrei tornare bambina, proprio come quelli davanti a me ora.

E chi anche ci starebbe bene a quel tavolo questa sera è Paulo, che più volte è andato a rubare patatine dal piatto di Davide e Leonardo, scatenando le loro urla.

Come sempre, quando hanno sere libere da altri amici e tempo di stare insieme, la maggior parte delle volte Paulo è con Roby e Claudio che, a detta di Roby sono visti un po' come dei genitori dal giovane Paulo.

Prima che quella sera ci raggiungesse per cena, lei ci ha parlato un po' di quanto siano uniti Paulo e Claudio e, quanto di conseguenza, anche lei tenga a lui.

***

"Dopo la prima vacanza alle Maldive, non ci siamo staccati più", raccontava Roberta, mentre metteva le ultime cose in forno prima di cena e prima che tutti arrivassero, e io e Simona la ascoltavamo, sedute sugli sgabelli della penisola della cucina, curiose di conoscere altri particolari della vita del ragazzo che, in questa settimana, mi aveva fin troppe volte scombussolato la testa.

"Dopo la rottura con Antonella si è un po' bevuto il cervello, però. I primi tempi ci sembrava una cosa normale. Dopo tanti anni passati a privarti di certe cose perché fidanzato, una volta libero ti sbizzarrisci, soprattutto se sei così giovane", diceva, e lei lo sapeva bene, avendo sposato Claudio che erano entrambi giovanissimi, quando avrebbero potuto godersi di più la loro giovinezza, insieme.

"Locali, festini e ragazze. All'inizio ci ridevamo su, poi però non smetteva, e pian piano Claudio ha cominciato a fargli capire che così non può continuare, soprattutto se è sulla bocca di tutti", continuava a raccontare, mentre poneva gli stuzzicadenti su un infinito numero di olive ascolane sparse su un piatto bianco.

In fondo aveva ragione. Due rigori sbagliati in poche settimane, in partite in cui proprio il suo rigore poteva cambiare le carte in tavola. Sbagliava passaggi facili, o a volte gli andava di strafare, senza averne davvero la forza. Così, più spesso, si era beccato la panchina, anche in partite abbastanza importanti. Di certo non era un periodo d'oro ma, nonostante tutto, cercava sempre di apparire sereno agli occhi degli altri, anche di chi lo conosce bene e che sa che, in realtà, non stava per niente bene.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora