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<<Ho saputo che il prossimo ritiro della Nazionale sarà in Argentina. Sarai a casa tua per il tuo compleanno. Che culo hai!>>, le parole con cui esordì Claudio nella telefonata che decise di fargli in quella fredda sera di novembre.

Era stanco dei soliti messaggi veloci post-partita, e poi non sentiva il suo amico da un po', e voleva commentare per bene quella vittoria appena portata a casa da Milano, sul Milan di Gattuso.

A San Pietroburgo era già notte.

In Italia, mentre Paulo metteva piede nel suo appartamento dopo essere rientrati subito a Torino, era quasi mezzanotte, ma Claudio non si sarebbe mai perso alcun match importante.

E poi, il giorno dopo sarebbe stato un giorno libero anche per lui.

<<Ciao, si sto bene. Una favola, gracias>>, scherzò Paulo, mentre inseriva la chiave nella serratura, per poi spingere dentro il piccolo trolley da trasferta, come ogni volta.

Accese le luci all'ingresso, poi si fiondò in salotto.

Non vedeva l'ora di spogliarsi e godersi l'esagerato calore della sua casa.

In quei giorni faceva davvero freddo, e non vedeva l'ora di partire, pochi giorni dopo, perché In Argentina avrebbe trovato un clima quasi estivo, e questa cosa l'avrebbe fatto impazzire.

<<Scusa, amico – rise – però pensavo a te che torni proprio a casa tua e noi che, invece per il compleanno di Roberta siamo bloccati qui, da soli>>, continuò poi.

Un po' di rammarico nella voce.

A volte Paulo si chiedeva se non si fosse già pentito della scelta fatta pochi mesi prima.

Per quanto potesse essere contento per il fatto che il suo ex compagno si fosse rimesso in gioco, era triste pensare di non averlo più in quell'ambiente che per così tanti anni aveva chiamato casa.

Non aveva mai visto nessun giocatore a cui, quando si parlava di Juventus, brillassero così tanto gli occhi, ad eccezione di Claudio.

Si ricordò velocemente della promessa fatta a lui e ai suoi bambini, quando si salutarono alla fine dell'estate.

"Sei il presente e il futuro. Non ci lasciare", erano state le loro parole da tifosi innamorati del proprio numero dieci e ancora di più della loro squadra.

Difficilmente avrebbe rotto quella promessa fatta ai bambini che adorava di più da quando era in quella città.

<<Non riuscite a tornare qualche giorno? Festeggiamo juntos anche con un po' di ritardo, quando torno da Cordoba>>, tentò Paulo.

Con Bea era cominciato tutto da quella sera del loro compleanno.

Tutto quanto.

Per un attimo immaginò di poter rivivere di nuovo quelle sere insieme a conoscersi, solo per il piacere di vederla ancora, bella come lo era la prima volta che la osservò in quel locale.

<<Non credo, forse a Natale. Tu e Bea invece? Parte con te?>>


Silenzio.

Paulo rimase in silenzio, interdetto per qualche attimo.

Non si aspettava una domanda del genere.

Così come non si aspettava che Claudio e Roberta non sapessero.


<<Paulo, ci sei?>>, chiese ancora il suo compagno.

<<Sì, sì – balbettò – ci sono. Scusa, pensavo lo sapessi...>>, cominciò, passandosi nervoso una mano sul viso.

<<Sapessi cosa?>>, chiese ancora.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora