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[Paulo]

"Hai davvero un aspetto orribile", è il modo in cui Simona mi accoglie davanti la porta di casa sua, in piena notte.

"Grazie Simo, ti voglio bene anch'io", le rispondo ironico, entrando nell'ingresso nel momento in cui si sposta di lato per lasciarmi passare.

"Non fare lo spiritoso con me, Paulo", mi avverte poi, chiudendosi la porta alle spalle e mettendosi sull'attenti.

Indossa un pigiama rosa barbie con un fenicottero fucsia disegnato sulla parte bassa della maglietta. Una scritta in nero con "I'm not a morning person" risalta sul petto e il suo viso corrucciato ne è la prova.

In un altro contesto, l'avrei presa in giro per ore, per i suoi gusti discutibili, e Bea sarebbe stata d'accordo con me, mentre cercava di non ridere alle mie battute per non offendere la sua migliore amica.

Lei, di nero, portava anche i pigiami, a volte.

Quando le permettevo di indossarli, e non accadeva spesso.

"Perché ce l'avete tutti con me? Posso saperlo?", le chiedo aprendo le braccia esasperato.

Mi fa segno di abbassare la voce, ed io sbuffo, muovendomi verso il divano del suo salotto.

"Lei dov'è?", le chiedo sottovoce.

"Dorme. In camera mia", mi informa, muovendo la testa verso la porta in fondo al corridoio.

Mi muovo in quella direzione, ma lei mi ferma per un braccio, impedendomelo.

Mi fa un semplice dissenso con la testa, allontanandosi per chiudere la porta scorrevole del corridoio.

"Stai bene?", mi chiede poi, avvicinandosi a me per osservarmi bene in viso.

La mia ragazza crede che possa tradirla con un'altra, non si fida di me e di quello che le dico e per ripicca lascia casa nostra per dormire fuori.

No che non sto bene.

Alzo lo sguardo verso di lei, incapace di rispondere, e lei mi si avvicina ulteriormente

"Quando ti ho detto che hai un aspetto orribile non era per prenderti in giro. Lo penso davvero. Quanto hai bevuto? Ti prendo qualcosa", mi dice poi, allontanandosi dal salotto per raggiungere la cucina.

Apre un'anta piena di medicinali, poi ne apre un'altra per prendere un bicchiere e un paio di tazze.

Afferra un bollilatte e lo riempie di acqua, poi si siede su uno sgabello della sua mini penisola.

"Beh, vuoi che continuiamo a parlare per telefono? Vieni qui", mi ordina, facendomi alzare per raggiungerla.

Il movimento veloce mi provoca un dolore alla testa, tant'è che arrivo al mio sgabello barcollando leggermente.

Mi siedo malamente sotto lo sguardo attento di Simona, che rimane fisso su di me anche quando mi metto composto e la guardo.

"Hai smesso di fissarmi? Sei inquietante"

Strizza gli occhi in un gesto di nervosismo, per poi alzarsi per spegnere il fornello.

Versa l'acqua calda in due tazze da latte, poi ci versa due buste di camomilla. Un minuto dopo me la posa davanti, per poi risedersi di fronte.

"Grazie – le dico – Come sta? Che ti ha detto?", le chiedo, impaziente.

Voglio solo vederla.

Toccarla.

"Che sei stronzo – mi dice subito, incrociando le braccia dopo aver bevuto un sorso di camomilla bollente.

Más que nunca - Paulo DybalaWhere stories live. Discover now