Capitolo 27

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Vedere Paulo entrare e muoversi per le stanze della mia casa universitaria faceva un effetto stranissimo.

E' stato strano vederlo camminare lungo un salotto piccolo, corridoi stretti e stanze da letto che in confronto alla sua camera sono grandi quanto un angolo della sua cabina armadio.

Anche lui si è sentito strano, sembrava un cane abituato a vivere fuori in giardino, che però viene improvvisamente chiuso in casa, e la cosa mi faceva sorridere.


<<La persona, la tua persona, arriva quando meno te lo aspetti>> leggo ad alta voce sul biglietto venuto fuori dal bacio perugina, mentre lo mordo per metà.

Poggio il biglietto sul comodino e torno con la mano tra i suoi capelli ad accarezzarli piano.

Sembra una frase scritta apposta per me, per questo momento, per la mia storia, e alzo lo sguardo davanti a me, avvicinando il cioccolatino alla bocca di Paulo, sdraiato a pancia in giù, con la testa sulla mia pancia e il braccio destro ad avvolgermi le gambe, coperte per metà dalla sua solita felpa e da dei calzettoni grigi ai piedi.

Lui allontana le labbra, scuotendo piano la testa, così io ricordo la sua dieta ferrea e capisco che non può mangiarlo, anche se vorrebbe.

"Dai, è metà cioccolatino..." gli dico con voce dolce, e facendolo ridere piano, mentre mi osserva.

"Mangialo tu per me", mi risponde, alzandosi un po' e avvicinandosi a me.

"E' un po' inquietante, lo ammetto" lo sento dire, poi.

Lo osservo guardarsi intorno, posando occhiate nelle varie zone della stanza.

Mi muovo come lui, guardando i vari poster e le foto della Juve.

Foto di abbracci di gruppo, esultanze, prime pagine di giornale ritagliate e attaccate al muro.

Proprio di fronte al letto, una foto con la sua Dybala Mask, accompagnato da Claudio, che lo abbraccia, imitandolo.

"Perché? Sono così belle!" affermo, orgogliosa.

"Lo so che sono bello- ammette fiero- Io, però non ho nemmeno un poster con la tua foto, nella mia stanza, ad esempio".

Scoppio a ridere, spintonandolo con le gambe e costringendolo ad alzarsi da me.

Lo fa all'istante, affiancandomi con la schiena sulla testiera del letto, mezzi sdraiati e senza alcuna voglia di alzarci, poi lui poggia il viso nell'incavo del mio collo, inspirando forte.

"Prometto che te ne regalerò uno al compleanno", scherzo, chiudendo gli occhi e godendomi la sua vicinanza.

Il contatto con la sua pelle e le sue labbra, mischiate al suo profumo su di me mi fanno sempre lo stesso effetto, mi mandano in estasi. Poi i baci sul collo, come me li da lui, mi fanno impazzire, così gli lascio via libera, inclinando la testa di lato e chiudendo gli occhi.

Lo sento sorridere sulla mia pelle, mentre si accorge della mia pelle d'oca e mi avvolge piano con le braccia, salendo con le mani dalle gambe ai fianchi, al busto.

Sale con le labbra dal collo alla mascella, al mento, per poi girarmi il viso verso di lui e lasciarmi piccoli baci sulle guance, sulle palpebre, sul naso.

Quando arriva alle labbra ricambio immediatamente, infilando le mani tra i suoi capelli, mentre lui si sistema meglio su di me, incastrandosi tra le mie gambe, che io avvolgo attorno ai suoi fianchi.

"Questo è il posto più bello che ho visitato fin ora in questa città, e anche quello che mi piace sempre rivisitare", mi dice sorridendo beffardo e facendomi scoppiare a ridere.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora