Capitolo 42

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A volte mi meraviglio di come le cose possano ribaltarsi completamente nel giro di così poco tempo.

Di come periodi bui possano di colpo trasformarsi in momenti meravigliosi.

Di come l'amore possa andare via, strappandoti il cuore dal petto per portarselo con sé, e poi tornare a fartelo battere, più forte di prima.

Questa mattina cercavo di essere serena, adeguando il mio umore alla bella giornata che era venuta fuori con l'inizio della primavera, ma non lo ero realmente, come da tempo.

Ora sono qui, sotto le coperte del mio caldo letto, con le farfalle nello stomaco, il cuore pieno di battiti e gli occhi pieni del ragazzo che amo, adesso al mio fianco, di nuovo con me.

Mi muovo piano, girandomi verso di lui e lo guardo.

Mi era mancato osservare incantata la sua espressione rilassata e gli occhi chiusi, ascoltare i suoi sospiri leggeri e lenti, il battito regolare del suo cuore.

Ha un espressione serena, le sopracciglia folte e al loro posto, il ciuffo corto che gli ricade dolce sul lato destro della fronte, le labbra socchiuse che ricordano un sorriso.

È di nuovo con me, è di nuovo al mio fianco.

Ha scelto me, e potrebbe scoppiarmi il cuore, per quanto ne posso essere felice.

Mi sei mancato così tanto.

Sospesa nei miei pensieri felici, non mi accorgo che ha strizzato un po' gli occhi, senza aprirli, ma accorgendosi del mio sguardo su di lui.

"Mi consumi, così", mi dice con tono impastato e timido.

Sorrido.

"E da quando sei così timido?" chiedo, avvicinandomi di più.

"Da quando mi guardi tu" è la sua risposta, in modo smielato.

Scoppio a ridere, mettendomi a pancia in su e spostando lo sguardo al soffitto.

"Blaeh, troppo dolce, Dybala!" dico ridendo, facendo per allontanarmi.

Si avvicina a me, tirandomi a lui con un semplice movimento del braccio, con cui mi avvolge i fianchi.

"Mi era mancata la tua risata" confessa dolce, nascondendo il viso nel mio collo a lasciare un piccolo bacio.

Torno sdraiata su un lato, verso di lui, e continuiamo a fissarci.

Il suo sorriso nel mio. Il suo viso sereno, finalmente rilassato.

"Che c'è?" mi chiede, con un sorriso dolce.

"Sei davvero tornato da me?" mi viene fuori, prima di poter collegare bocca e cervello.

Dio, sei così patetica.

Devo sembrargli una stupida, incredula alla vista che il ragazzo famoso la ritenga importante.

"Sono davvero tornato da te - mi ripete, posando una mano sul mio viso.

"E mi dispiace, mi dispiace così tanto per averti fatta stare così" continua lentamente, con voce rotta e mi scoppia il cuore, quando vedo il suo mento tremare, le labbra serrate per trattenersi ancora.

Mi spingo su di lui, poggiando le mani sul suo petto e baciandogli una spalla, prima di posare la mia testa su di essa.

"So che ti dispiace, dispiace anche a me, scusa per come mi sono comportata".

"Ne avevi tutte le ragioni - mi dice, facendo un lungo sospiro.

"Se tornassi a Torino senza di te, credo che chiederebbero di mandarmi via - ammette poi, - Erano tutti arrabbiati con me, perché sono tutti innamorati di te, ormai", aggiunge dolcemente, riprendendo ad accarezzare la mia pelle nuda.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora