Capitolo 47

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Una delle mie stanze preferite in casa di Paulo è uno studio, in una stanza in fondo al corridoio.

Mi ha detto una volta che lo utilizza solo quando discute con il fratello di alcuni contratti e robe di lavoro, poi gli ricorda il padre, quando si chiudeva a lavorare nello studio della sua vecchia casa in Argentina, e poi "è perfetta per studiare, quando starai da me", mi aveva detto, una volta.

Ed è quello che sto facendo, nella speranza di passare questo esame, al quale non ho dedicato tutte le attenzioni che meritava.

Sorrido nella lettura di un'e-mail dall'università, che mi informa che la mia richiesta è stata presa in considerazione, e incrocio le dita.

Dai, ti prego.

Oggi è una perfetta giornata di primavera a Torino, il sole splende sereno nel cielo, le temperature superano i 15 gradi e c'è profumo di fiori sbocciati da poco.

Le strade del centro sono colme di gente, in un perfetto sabato di shopping.

Sarei più felice solo se con me oggi ci fosse anche Paulo, e se uscissimo insieme, come non facciamo davvero da tanto.

Ma lui è con la squadra a Benevento, pronto a riscattare l'orrida partita di Champions e regalare gioie ad una città che li ha accolti in una maniera indescrivibile.

E io sono fiera, fiera di questo sud, innamorato dei miei stessi colori.

Prima di pranzo, che avrei condiviso a casa di Paulo con sua madre, accolgo alla porta un immenso mazzo di rose rosse, per la precisione 59, che Paulo ha fatto arrivare per il compleanno della sua mamma, visto che non l'avrebbe vista, né avrebbe festeggiato con lei prima del suo rientro, la stessa sera dopo la partita del pomeriggio.

"Para la primera mujer màs importante de mi vida, con todo mi amor, Paulo."

aveva scritto nel biglietto dello stesso colore delle rose, che Alicia aveva baciato, emozionata e sorridente come non mai.

Quando l'uno parla dell'altra, brillano gli occhi ad entrambi, di un amore incondizionato ed indescrivibile, e tutte le volte a me trema il cuore.

Per la partita da vedere in tv, veniamo raggiunti a casa da Nahuel, Federico, i due migliori amici di Paulo, suo fratello Mariano ed io invito Simona che, euforica, non si lascia chiedere due volte di guardare una partita a casa di Paulo Dybala.

Esultiamo felici, alzandoci dal divano, al primo gol segnato da Paulo, pochi minuti dopo l'inizio della partita, e corro ad abbracciare Alicia, mentre ci godiamo il sorriso e la dolcezza del suo bambino nel correre a bordo campo per afferrare una maglietta, con su scritto "Feliz Cumple Ma"

Si asciuga una lacrima, per poi mandare un bacio volante, diretto alla tv e alzare anche lei un dito e gli occhi al cielo, come Paulo, qualche secondo dopo aver lasciato la maglia.

"Vamos, mi hermano" sento sussurrare a Mariano, e io mi scambio un sorriso complice con la mia amica.

Nonostante la gioia iniziale, la partita si fa difficile, ma la Juve riesce comunque a portare a casa tre punti, con un Paulo Dybala rinato, che torna a segnare anche su rigore, per ben due volte.

Mi copro gli occhi con entrambe le mani per il secondo rigore, senza però fare a meno di vederlo, anche se con mezzo occhio aperto.

Esulto, quasi urlando e abbracciando Mariano che mi alza di qualche centimetro dal pavimento, mentre Paulo finalmente sorride dopo il gol, regalando la terza Dybala Mask della giornata, per poi avvicinarsi alla telecamera e fare segno del numero 3 con le dita, battere una mano sul cuore, e mandare un altro bacio, proprio come aveva fatto prima per sua madre.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora