28. Grayson

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Entrato nella stanza vidi immediatamente Alexandra distesa per terra e circondata dal sangue... Non guardai neanche se Robin o Kora avessero avuto una qualche reazione, so solo che mi precipitai immediatamente al fianco della ragazza che avevo ferito poche ore prima per vedere se respirasse ancora... Poco prima di inginocchiarmi al suo fianco, Robin corse verso di me preoccupato per la situazione. Non sapevo neanche se toccarla o meno, era talmente pallida che ebbi il terrore che fosse morta... Avevo il terrore che tutto ciò fosse successo per causa mia e che non ero riuscito ad arrivare in tempo per salvarla. Così, mentre io continuavo ad agitare le mani come un idiota cercando di decidere cosa fare, Robin le toccò il polso, quello da cui non usciva tutto quel sangue, e tirò un sospiro di sollievo nel constatare che era ancora viva. <<Kora va a chiamare gli altri... Ha bisogno di cure urgenti>> disse il mio migliore amico rivolto alla sua ragazza che schizzò subito nel corridoio alla ricerca degli altri dominatori. <<Respira ancora per fortuna, ma ha perso troppo sangue... Se non si sbrigano potrebbe morire>> disse alla fine guardando me. <<Portiamola in infermeria, potranno aiutarla>> dissi disperato, non sapendo ancora cosa fare. <<Pensavo che crescendo avresti ragionato di più... Evidentemente mi sono sbagliato... Ricordi che da piccolo non facevi altro che chiedere aiuto ad altri quando avevi problemi? Adesso siamo cresciuti e tu continui a fare gli stessi errori... Invece di risolverli da solo i problemi,  continui a fuggire>> mi accusò lui. <<Non possiamo portarla in infermeria perché  farebbero troppe domande e farebbero tornare indietro la nave... A quel punto tutti i suoi sforzi sarebbero stati vani>> aggiunse dopo prendendo Alexandra in braccio e cercando di distenderla sul letto senza farle male.

Pochi minuti dopo arrivarono anche gli altri, che iniziarono subito a tempestarci di domande su cosa fosse successo. <<Non abbiamo tempo di discutere adesso, dobbiamo curarla e poi pulire tutto questo casino... Ci spiegheranno dopo>> disse Tamara avvicinandosi al corpo sempre più pallido della ragazza che amo. <<Ti prego Lexi... Resisti>> bisbigliò Kora avvicinandosi alla gemella... Era evidente che stava trattenendo le lacrime mentre dalla sua mano uscivano delle piccole fiamme che andavano a posarsi sulla ferita della sorella che, a contatto con il fuoco, fece delle piccole smorfie dovute al dolore, attenuate solo dalla stanchezza del suo volto. Max ha cercato come meglio poteva a richiudere la ferita, ma troppe vene erano state recise e il potere del dominatore faticava a funzionare. <<Adesso cosa facciamo? Non si chiude e lei sta per->> dissi io ma venni subito bloccato da un ceffone datomi da Kora. <<Non osare più aprire bocca... Se è in queste condizioni è solo colpa tua... Adesso trovati qualcosa da fare e smettila di rompere le palle>> mi disse massaggiandosi la mano dolorante. <<Che caratterino>> commentò Rebeka avvicinandosi alla pozza di sangue per terra. <<Io posso provare a pulire... In fondo il sangue è un liquido e io posso controllare l'acqua>> disse la ragazza sentendosi evidentemente in imbarazzo. <<Non credo funzioni esattamente così... Prendi dell'acqua dal lavandino, ti sarà più facile... Adesso pensiamo a salvarle la vita... Tu, amico, devi stare fuori dai piedi... La furia rossa ha ragione>> disse Dylan preoccupato per Alexandra. <<Spostatevi, fate provare me... Non so se funzionerà ma devo fare un tentativo>> disse Jodi avvicinandosi al corpo dell'amica. Mise le mani sopra la ferita e iniziò a dire parole in una lingua mai sentita... Piano piano il sangue che usciva dalla ferita della mia ragazza iniziò a diminuire e Max ne approfittò per ricucire le ferite. E così, mentre Rebeka puliva la stanza, mentre Jodi e Max guarivano la sua ferita, mentre Aron usava il suo potere per aiutarla a respirare, mentre Kora pregava un qualche strano Dio e mentre i miei amici cercavano di aiutare in qualche modo, io ero fermo, immobile a guardare la scena... Impotente e consapevole di essere la causa di tutto quel casino... Iniziai a vagare per la stanza finché non vidi sul letto, dal lato opposto a dove era stata distesa Alexandra, un quaderno... Il mio quaderno... Lo presi e lessi ciò che c'era scritto... Una scrittura che non mi apparteneva ci preparava a ciò che ci aspettava una volta arrivati in Europa... Ci diceva cosa avremmo dovuto fare per la prima parte della lettera... Ma la seconda pare erano tutti piani grossolani, come se non fossero ancora stati studiati nei minimi dettagli... Leggendo e rileggendo quella lettera, mi resi conto di aver fatto un grosso sbaglio ad urlarle in quel modo... Ad accusarla che non le importava niente di condividere i suoi pensieri con me... Non lo aveva fatto solo perché neanche lei sapeva cosa fare... Stava ancora pianificando quando ha scritto questa lettera e chissà quante di queste cose si è inventata sul momento solo per darci una base da cui partire... Solo per farci avere la sicurezza di poter raggiungere un posto sicuro il prima possibile... Io invece non ho fatto altro che irritarmi del fatto che non mi rendesse partecipe dei suoi piani, le ho fatto capire cose che non pensavo con quella sfuriata... Il senso di colpa mi sta divorando e non so neanche se avrò l'opportunità di potermi scusare con lei per averle detto quelle cose, per averla fatta piangere, per averla portata a pensare di uccidersi. <<Mi auguro che tu adesso capisca quanto lei tenga a te... Dopo che le hai detto quelle cose l'hai lasciata distrutta... Le hai fatto capire che non la ami e che non ti interessa di lei... Mi auguro che almeno ti scuserai per questo>> mi disse Kora piangendo prima che gli altri due cacciatori mi togliessero il quaderno dalle mani e mi spingessero fuori dalla stanza. <<Noi non possiamo fare niente qui... Andiamo fuori e lasciamo loro lo spazio necessario per agire>> disse Dylan spingendomi fuori dalla stanza.

La Dominatrice del GhiaccioWhere stories live. Discover now