Parte 2

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"Siamo solo al primo giorno e già mi sono rotta le palle" mi dice Kate uscendo dall'aula, provocandomi una risata
"Ti fermi con me a pranzo o vai di fretta?" Domanda
"Si certo, non ho assolutamente nulla da fare" rispondo sorridendole
"Vieni allora, ti porto nel mio ristorante preferito" dice prendendomi per mano per poi uscire dal cancello dell'Università.
Tira fuori dalla tasca un telecomando di una Mercedes e subito dopo vedo lampeggiare una macchina nera. Wow, è bellissima.
Posiamo le nostre borse nei sedili dietro ed entriamo in macchina
"Non pensare sia mia, magari! È del mio ragazzo" dice chiarendomi ogni dubbio
"Ad ogni modo è bellissima" replico allacciandomi la cintura

"Ciao Guillerme, un tavolo per due cortesemente"  dice ad un signore dietro la cassa, che presumo sia il proprietario.
"Ciao Kate, quello va bene?" Le chiede indicandole un tavolo.
Kate annuisce e ci sediamo
"Qui fanno cucina francese e ti assicuro che è tutto buonissimo ed è super economico" mi informa facendomi l'occhiolino.
Menomale, non è del tutto scontato in questa città.
"Ma raccontami un po' di te ora" aggiunge subito dopo
"Hai ragione, non sappiamo nulla l'una dell'altra. Mi chiamo Charlotte Siné, ho 19 anni e vengo da Milano. Mia madre è italiana, mentre mio padre è di Nizza, ecco perché ho un cognome francese. Si sono conosciuti nel ristorante dove mia madre lavorava ed è stato amore a prima vista. Ho due fratelli, Leon che ha 24 anni e Daniel che ne ha 17. Vivono entrambi a Milano, Daniel con i miei genitori e Leon con la ragazza. Tra qualche mese diventerò zia perché è incinta e non vedo l'ora di conoscere questo piccolo umano. Che altro dire...sono single da parecchi mesi, la storia con il mio ex non andava bene, litigavamo sempre e quindi abbiamo deciso di separarci. Tanto poi con la partenza per Montecarlo le nostre strade si sarebbero comunque divise. Evidentemente doveva andar così" dico facendo spallucce e bevendo un sorso d'acqua.
"Ah congratulazioni zia!" Mi dice sorridendo.
Subito dopo il cameriere ci viene a prendere l'ordine e nell'attesa continuiamo a parlare.
"Katerina Berezhna, ucraina di nascita ma cresciuta praticamente a Montecarlo. I miei si sono trasferiti qui quando avevo circa 7 anni, quindi ricordo poco del mio paese, anche perché non ci siamo mai ritornati. Ho 20 anni e sono figlia unica. I miei più cari amici non frequentano la mia stessa università: alcuni sono all'estero, altri in università private sparse nel principato. Ma io non sentivo il bisogno di spostarmi dai miei né tantomeno da questa città. Anche perché il mio ragazzo, fa un lavoro che gli consente di stare a casa pochi mesi l'anno, quindi se mi fossi spostata sarebbe diventato tutto più complesso. Stiamo insieme da parecchi anni e lo amo davvero" conclude sorridendo
"Se questa università ti offriva il corso di studi che volevi fare tu perché spostarsi?" Domando retoricamente
"Infatti, va benissimo così. Sono in un momento veramente felice della mia vita, l'università dei miei sogni, il ragazzo dei miei sogni, viviamo insieme. Anche nei giorni in cui è via per lavoro non mi sento distante da lui, è come se fosse sempre con me. Ora come ora lo è davvero, riparte tra qualche giorno, quindi posso godermelo. Va tutto per il verso giusto"
riesco a leggere la felicità nei suoi occhi, è sincera
"Sono contenta per voi, davvero. Che lavoro fa il tuo ragazzo?" Chiedo incuriosita
"È un pilota di formula 1, Pierre Gasly, per questo è sempre in giro per il mondo" mi spiega
"Beh non deve essere facile guardare il proprio ragazzo correre a 300 km/h" replico, io non riuscirei mai, starei in ansia per tutta la gara
"No non lo è, però con tutte le misure di sicurezza che hanno preso gli incidenti gravi sono rari. Questo mi rassicura" dice
Arriva il nostro cibo ed iniziamo a mangiare.

"Senti stasera Pierre ed io diamo una cena a casa per goderci gli ultimi giorni di pausa estiva prima della ripresa del campionato, ti va di venire? Tanto le lezioni domani non ci sono. Non puoi rifiutare, conoscerai nuove persone e ti farai nuovi amici" mi supplica
"Certo, non mancherò, inviami l'indirizzo poi" le dico sorridendo
"Perfetto! Già so che mi chiederai come vestirti, mettiti ciò che vuoi, io avrò un tubino nero con dei tacchi. Ma se preferisci puoi anche non metterli i tacchi. Vedi tu insomma" mi spiega
"Vuoi un passaggio a casa?" Chiede aprendo la macchina
"No tranquilla abito qui vicino grazie. A dopo Kate" ci salutiamo e mi incammino verso casa.
Che mi metto? Ho solo poche cose qui, il resto dei vestiti sono in viaggio. Vabbè qualcosa mi inventerò, creerò un outfit con quel che ho.
Dopo pochi minuti arrivo a casa e appena varcato il portone d'ingresso il portiere mi ferma.
"Signorina, il resto delle valigie è arrivato, ho fatto portare tutto nel suo appartamento" mi informa. Oh mio Dio un sogno, è tutto così perfetto, sincronizzato.
Lo ringrazio ed entro in ascensore, questa paura sta piano piano scomparendo.
Apro la porta di casa e sono sommersa da valige. Poso la borsa sull'attaccapanni e inizio ad aprire i bagagli cercando qualcosa da mettermi stasera.
Dopo vari minuti di ricerca opto per un abito rosa satinato di Zara e un sandalo col tacco nero, non molto alto.
Perfetto! Questo abito è perfetto per stasera.
Inizio a sistemare nell'armadio tutti i vestiti sparsi nelle valige. Dopo un'oretta ho finalmente finito di appendere tutto e vado a farmi una doccia.

Montecarlo: city of dreamsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora