Parte 35

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Mi faccio portare da un taxi il più velocemente possibile all'ospedale di Coventry dove si trova Charles.
Imploro il tassista di superare i limiti di velocità, giurandogli che avrei pagato tutte le multe!
Pago e lo ringrazio, poi mi precipito all'ingresso dell'ospedale dove ad aspettarmi c'è Kate.
"Come sta?" Chiedo non appena la vedo
"Ci hanno detto che è incosciente ma stabile, tra poco dovrebbero dirci altro" risponde abbracciandomi
"Andiamo" dice afferrandomi la mano e dirigendosi verso gli ascensori.
La paura degli ascensori in questo momento è l'ultima cosa a cui penso, desidero solo che Charles stia bene.
Quando arriviamo in sala d'attesa trovo Joris, Arthur, Lorenzo, la madre Pascale, Andrea e Mia.
Non dico nulla, mi siedo su una delle sedie libere che trovo e poggio i gomiti sulle ginocchia, portandomi le mani al viso. Scoppio in un pianto di disperazione, ansia e paura.
"Char..." dice Kate accucciandosi verso di me, accarezzandomi la schiena.
"Mi sento tremendamente in colpa" sussurro tra un singhiozzo e l'altro.
Lo so di non centrare nell'incidente, ma sento che è responsabilità mia. Se non fossero andate così le cose tra noi magari lui sarebbe stato più concentrato, magari avrebbe fatto più attenzione e sarebbe riuscito ad evitare il contatto.
"Ehi Charlotte, guardami" sento dire da Arthur.
Tolgo le mani dal volto e guardo il ragazzo
"Non dirlo mai più, non è assolutamente colpa tua" risponde.
Mi abbraccia e dopo pochi minuti esce il medico dalla porta a vetri che ci separava dal reparto.
Ci alziamo in piedi e aspettiamo che il dottore inizi il discorso:
"Il ragazzo ha subito un colpo molto forte durante l'incidente. Presenta un ematoma intracranico che stiamo tenendo sotto osservazione. Ma a parte questo non presenta lesioni alle vertebre. Abbiamo deciso di indurgli il coma farmacologico in modo che l'ematoma possa riassorbirsi" ci spiega
"E se non dovesse riassorbirsi?" Domanda la madre
"Se l'ematoma non si riassorbirà da solo saremo costretti ad opererarlo. Al momento non è possibile stabilire se e quali danni abbia riportato a livello neurologico. Vi farò sapere di più quando avrò delle novità" continua il medico
"Possiamo vederlo?" Domanda Lorenzo
"No al momento no, sarà mia premura domani venirvi ad avvertire personalmente quando sarà possibile"  conclude prima di ritornare in reparto.
Il clima è tesissimo e Pascale inizia a piangere, non oso immaginare il dolore di questa donna: perdere suo marito per colpa di una malattia e adesso suo figlio è in coma in un letto d'ospedale. Troppo dolore per una sola famiglia.
Trascorriamo il resto della giornata in ospedale, dove veniamo raggiunti anche da Pierre e da alcuni membri del team Ferrari tra cui Mattia Binotto.
È inutile dire che non ho cenato, penso che il mio stomaco rigetterebbe qualsiasi cosa sia commestibile.
Verso le 23:00 iniziano ad andarsene: tutti tranne Pascale ed io.
Hanno cercato di convincermi ad andare in hotel con loro e dormire qualche ora ma non ho intenzione di allontanarmi da qui. Lo stesso ha deciso Pascale, d'altronde è il figlio, ogni mamma sarebbe rimasta.
Mi siedo vicino a lei e le afferro la mano:
"Charles è forte, ce la farà" dico guardandola negli occhi
"Non lascerebbe mai la sua mamma" continuo accennando un sorriso.
La donna appoggia la testa sulla mia spalla e sospira profondamente.
Dopo qualche ora Pascale si è addormentata, mentre io cammino avanti e indietro per il corridoio quando esce di nuovo il medico.
"Ci sono novità?" Chiedo avvicinandomi a lui
"No, la situazione per ora è stabile, però se volete potete passare la notte con lui. I parametri vitali sono migliorati e stiamo diminuendo il dosaggio dei medicinali, quindi non vedo il perché non possiate entrare" dice
"Grazie mille" rispondo
Sveglio delicatamente Pascale e le do la notizia.
Così entriamo nella stanza di Charles e lo vedo inerme steso sul letto: è intubato e ha una flebo al braccio sinistro attraverso cui somministrano i farmaci di cui ha bisogno.
Nessuna delle due parla: la donna scoppia a piangere e io non so come consolarla, il mio cervello in questo momento non riesce a creare una frase di senso compiuto...non che servirebbe d'altro canto.
Prendiamo due poltrone e le avviciniamo ai lati opposti del letto, passando l'intera notte con lui. A farci compagnia è il monitor che emette suoni costanti per misurare i parametri di Charles.
La mattina dopo Pascale si sveglia verso le 6, mentre io non ho chiuso occhio.
"Signora Pascale vada in hotel, si faccia un bagno caldo e mangi qualcosa per colazione, le farà bene" dico
"Rimango io qui con lui, non mi allontanerò neanche un secondo" le prometto.
Con titubanza la donna accetta, non prima di avermi lasciato il suo numero per avvertirla riguardo qualsiasi cambiamento.

"Non posso rischiare di perderti" dico afferrando la mano di Charles per avvicinarla al mio viso.
"Ti prego Charles non lasciarmi" continuo mentre copiose lacrime scorrono sulle mie guance.
"Ho bisogno di te nella mia vita"concludo.
Passa un'oretta circa in cui crollo dalla stanchezza e mi addormento con la testa appoggiata al letto.

Sono al bar dell'ospedale con Joris, mi ci ha portata di forza quando ha saputo che non mangio nulla da ieri a pranzo. È stato il primo ad arrivare stamattina, sono le 7:00 circa e ammetto che si sta prendendo molta cura di me, non era tenuto a farlo.
Mi siedo al tavolo e aspetto che Joris prenda la colazione.
"Quale vuoi?" Chiede sedendosi davanti a me e mostrandomi un sacchetto con cornetti di vari gusti
"Non ho fame" rispondo
"Per favore Charlotte" dice invitandomi a mangiare il cornetto vuoto che ha tirato fuori dalla busta
"Fallo per me, mi accontento anche se ne mangi solo metà" replica supplicando.
"Non sei tenuto a prenderti cura di me, il tuo migliore amico sta male e.." dico
"Ehi" continua interrompendomi e stringendo la mia mano sopra il tavolino.
"Va tutto bene, Charles non vorrebbe vederti così" aggiunge
"Gli manchi molto sai" spiega il ragazzo
"Manca anche a me" rispondo asciugandomi velocemente le lacrime che stavano rigando le mie guance.
"Ora mangia qualcosa ti prego" dice
Strappo metà cornetto e mi sforzo di mangiarlo, il mio stomaco sicuramente ringrazierà.
"Grazie" dice sorridendomi
"So che non ti saresti allontanata da qui neanche sotto tortura, quindi ti ho portato un cambio e uno spazzolino per lavarti i denti. I pantaloni sono di Mia, dovrebbero andarti mentre la felpa è la mia, ti starà un po' grande ma almeno ti terrà calda" dice
Lo ringrazio e dopo essermi finita la metà del cornetto come pattuito, passo in bagno a darmi una rinfrescata e per cambiarmi, poi torniamo al reparto.

È solo quando apro gli occhi che mi accorgo di essermi addormentata: sono sdraiata sulle sedie con la testa appoggiata sulle gambe di Joris.
"Ci sono novità?" Chiedo mettendomi in posizione eretta
"Poco fa il medico ha detto che gli hanno sospeso i farmaci e che l'ematoma si sta riassorbendo. Le cose stanno andando bene Charlotte" risponde il ragazzo.
Dopo qualche secondo mi rendo conto che sono arrivati anche gli altri, così mi alzo e vado a sedermi accanto a Kate che mi abbraccia stretta a se.
"Le cose andranno bene, stai tranquilla" mi dice.
L'unica cosa che posso fare è annuire e sperare che tutto vada per il verso giusto, non voglio pensare diversamente.

Ciao lettori, non odiatemi per questo capitolo🥹

Montecarlo: city of dreamsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora