Parte 6

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Tra 10 minuti inizieranno le qualifiche e mi sto dirigendo al box Ferrari. Appena entro vedo moltissime persone che lavorano sulla monoposto n 16.
Charles sta parlando con alcuni ingegneri che gli stanno mostrando dei grafici al computer. Lui si accorge del mio arrivo e mi fa segno di aspettarlo un attimo.
Dopo pochissimo mi raggiunge:
"Eccomi scusa, stavo guardando un attimo dei dati con gli ingegneri" mi spiega il ragazzo
"Tranquillo Charles, non c'è alcun problema" gli rispondo sorridendo
"Stai tranquilla..." dice stringendomi la mano sinistra. Ha notato che stavo giocherellando con l'anello che porto al dito e ha percepito la mia agitazione. Non se ne era mai accorto nessuno prima, era il mio modo segreto per scaricare la tensione. Ho iniziato a farlo da quando a mia madre fu diagnosticato un tumore. Da quel giorno la mia vita e quella dei miei familiari è cambiata totalmente: è stato un continuo muoversi tra casa e ospedale per fare cure su cure. Non volevo trasmetterle la mia ansia quando l'accompagnavo in ospedale e così iniziai a scaricare la tensione giocando con l'anello che indossavo, facendolo ruotare intorno al dito. Col tempo mia madre è guarita ed ora sta benissimo fortunatamente, ma quel "vizio" di giocare con l'anello me lo sono portato appresso e continuo a farlo nei momenti in cui sono agitata.
"Non mi piace molto la velocità" gli rispondo sorridendo
"Scusami, non dovrei trasmetterti la mia ansia in questo momento" aggiungo subito dopo e togliendo la mia mano dalla sua
"Stai tranquilla, è normale essere agitata la prima volta. Può spaventare sapere di correre a 300 km/h, ma ti assicuro che abbiamo ogni tipo di protezione" mi spiega facendomi un sorriso. Annuisco sorridendogli a mia volta

"Buona fortuna" gli dico quando ormai mancano pochi minuti all'orario di inizio, le 15:00
"Grazie Charlotte" mi risponde incrociando le dita
"Solo Char, non Charlotte" gli spiego invitandolo ad abbreviare il mio nome
"D'accordo solo Char, portami fortuna" dice per poi entrare nella monoposto.

Mi sono informata e le qualifiche sono strutturate in tre sessioni diverse e ognuna di esse porta con se 5 eliminati, quelli che risultano avere i tempi peggiori.
La prima vettura a partire è la Williams di George Russell. Dopo solo 5 minuti annunciano bandiera rossa: il motore Mercedes di Kubica va in fumo; Charles, insieme a tutti gli piloti, è costretto a rientrare ai box. Moltissimi meccanici si radunano attorno all'auto n 16 e dagli sguardi che si lanciano tra loro qualcosa non è andato nel verso giusto. Fortunatamente non era una di grave e, un minuto dopo la ripresa della sessione, l'auto sfreccia via dal box e si dirige in pista. La Q1 si conclude ahimè con Pierre tra gli eliminati, che domani partirà in settima fila.
La Q2 termina abbastanza velocemente e tra gli eliminati leggo il nome di Lando Norris e di Alex Albon. Charles continua a migliorarsi giro dopo giro e riesce ad accedere alla Q3: il primo a scendere in pista è Kimi Raikkonen. Si conclude il primo giro e Charles è in pole position provvisoria, tutto il suo team è contentissimo e incrocia le dita affinché si porti a casa la pole.
A meno di tre minuti dal termine inizia il secondo giro: Charles continua a migliorarsi sempre di più rispetto all'altra Ferrari di Vettel che ha fatto un giro con dei piccoli errori, andando così ad aumentare il distacco dal suo compagno di squadra.
1:42.519: Charles Leclerc è in pole position!
Tutto il suo team esulta e salta di gioia.
"Charlotte vieni più spesso se questo è il risultato" mi dice un ingegnere suscitando la mia risata e quella di tutto il box.
Il pilota parcheggia l'auto ed esce esultando: gli viene consegnato il suo terzo premio Pirelli per essere il poleman. Finisce di svolgere i suoi ultimi doveri da pilota e poi raggiunge tutto il suo team.
"Grandissimo Charles, sei un campione!" Gli urla uno dei suoi meccanici
"Sei stato bravissimo Charles" gli dico una volta che il pilota mi ha raggiunto.
Rimane immobile davanti a me per qualche secondo, poi sorride e mi abbraccia.
Rimango spiazzata, non mi aspettavo questo gesto, infatti ci metto un po' prima di allacciare le mie braccia attorno alla sua schiena.
"Mi hai portato fortuna Char" mi dice ancora abbracciandomi
"Non è merito mio, sei tu che sei un fuoriclasse" gli rispondo ridendo.
Scioglie l'abbraccio e mi guarda ridendo.

È quasi ora di cena quando Kate ed io facciamo ritorno in hotel: sapevamo che i due piloti sarebbero stati impegnati per tutto il pomeriggio post-qualifiche con i rispettivi team; così siamo andate a fare un po' shopping per le vie del centro della città.
Appena saliamo al nostro piano ci accorgiamo subito che qualcosa non va: parecchie persone sono radunate sul corridoio.
Che diamine sta succedendo? È qualcosa di grave, lo percepisco.
Ci spiegano che una mezz'ora fa un pilota di F2, Anthoine Hubert, è morto in seguito ad un incidente avvenuto in pista. Pierre e Charles sono sconvolti dalla notizia perché lo conoscevano molto bene, erano cresciuti insieme, dai kart fino alla GP3, dove le loro carriere si sono separate.
"Si sono chiusi in camera e non vogliono uscire" ci spiega un ragazzo.
Kate posa le buste sul pavimento accanto alla porta della propria stanza: "Pierre amore sono io, aprimi per favore. Entro solo io, nessun altro" dice la ragazza.
Dopo pochi secondi la porta si apre di pochi centimetri, quelli necessari per far entrare la ragazza nella loro stanza. Prima di chiudere la porta Pierre richiama la mia attenzione: "per favore, vedi come sta Charles, era distrutto quando l'ha saputo" mi dice, restando nascosto dietro la porta per non farsi vedere da nessuno. Lo rassicuro e gli dico che gli farò sapere.
Ma cosa posso fare io? Non ci conosciamo neanche...non saprei minimamente come aiutarlo
"Charles ti prego, esci. Andiamo a cena, devi essere in forze per domani. È quello che avrebbe voluto Anthoine, lo sai" gli dice Andrea, il suo preparatore atletico
"Non esco, lasciatemi solo per favore" dice il ragazzo dall'altra parte della porta.
Di tutta risposta Andrea e altri ragazzi del team discutono sottovoce per cercare un modo per risolvere questa situazione.
"Ragazzi voi andate a cena, ci penserò io a lui" dico richiamando l'attenzione dei ragazzi
"Charlotte ti prego fallo ragionare" mi risponde Andrea.
Annuisco e tutto il team se ne va al ristorante, lasciandomi da sola davanti alla porta della camera di Charles.

Montecarlo: city of dreamsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora