Parte 26

2.2K 60 2
                                    

"Allora che mi racconti? Come sono andate queste settimane?" Chiedo mentre finiamo la pasta
"Stancanti ma bellissime. Faccio il lavoro più bello del mondo" risponde
"Per quanto possa essere faticoso e stressante mi sento ogni giorno grato, non desidero fare altro nella vita" conclude
"La vedo nei tuoi occhi la passione che ci metti nel fare il tuo lavoro" dico sorridendogli
"E sentiamo un po'...circuito preferito?" Chiedo
"Beh facile...Monaco" risponde facendo spallucce
"Beh si effettivamente" dico ridendo
"Quello che ti piace di meno?" Continuo
"Suzuka" risponde serio
Il tono della voce è cambiato, lo vedo in difficoltà nel continuare il discorso
"Non devi per forza parlarmene, possiamo parlare di altro" gli dico dolcemente
"Ti avevo già spiegato quanto importante fosse Jules per me, mi ha aiutato nel momento più difficile della mia carriera. Nel 2010 i costi altissimi del kart erano diventati insostenibili per mio padre. Jules aveva Nicolas Todt come manager, che attualmente è anche il mio, e gli ha parlato di me. Dopo avermi osservato a lungo, Nicolas ha deciso di sostenermi. Mi ha messo subito nel team giusto, in poco tempo ho vinto molto e sono passato velocemente dai kart alle macchine di Formula. Tutto è accaduto avendo sempre Jules accanto a me" mi spiega
"Poi c'è stata quella maledetta gara a Suzuka nel 2015. È stato davvero difficile, e lo è ancora oggi. Anche io ero impegnato in un weekend di gara e la domenica mattina guardavamo distrattamente il gran premio di Suzuka. Io ero ai meeting, non guardavo la gara, l'ha vista mio papà, e quando sono tornato non voleva farmi vedere. Mi disse che c'era bandiera rossa e capii che qualcosa non andava.
Dopo, un'ora prima della mia gara, vidi che era Jules ad avere avuto l'incidente. Non sapevo la gravità della situazione. Quando ho capito è stato durissimo, un'esperienza terribile" dice triste
"Nei nove mesi in cui è stato in coma sono andato spesso da lui in ospedale, gli sono stato vicino. È stata una sofferenza grandissima, le nostre famiglie erano davvero molto unite, e lo sono ancora oggi. Separarmi da lui è stato davvero tanto difficile" continua con lo sguardo triste
"È molto difficile constatare che persone che amavi non ci sono più a causa dello sport che adori, ma non posso farne a meno. Sono stato programmato per correre fin da quando ero giovane, non posso fare altro, sono bravo soltanto a guidare." Conclude con un sorriso amaro
"Charles tu sei una delle persone più belle che abbia mai conosciuto, sei una di quelle persone che si incontrano quando la vita decide di farti un regalo. E mi fa male pensare che ti sottovaluti così tanto, perchè non sei bravo solo a guidare" rispondo sorridendogli
"Ora capisco quanto Suzuka possa essere difficile da affrontare a livello psicologico, ma sappi che per qualunque cosa puoi contare su di me, se vuoi anche solo parlare e sfogarti con qualcuno puoi farlo a qualsiasi ora, anche in piena notte" dico
"Grazie Char, davvero" risponde stringendomi la mano
"Vado un attimo in bagno" dice alzandosi;
io nel frattempo metto i piatti sporchi in lavastoviglie e vado a sedermi sul divano.
"Charles mi dispiace non volevo farti rivivere quei tremendi momenti, la mia voleva solo essere una domanda per conoscerti meglio" dico una volta tornato
"Tranquilla non devi scusarti, Jules sarà sempre un capitolo doloroso della mia vita, così come Anthoine e mio padre" mi spiega sedendosi accanto a me sul divano
"Sono sempre con me, ogni mattina appena mi sveglio, ad ogni gara il pensiero va a loro. È una cosa con la quale devo fare i conti tutti i giorni, l'averne parlato con te non ha peggiorato la situazione" dice sorridendomi
Lo abbraccio istintivamente e rimaniamo così per qualche minuto, entrambi in un silenzio che in realtà dice tutto: ha capito che su di me può contare, che può fidarsi.
Sciogliamo l'abbraccio e mi ravvia una ciocca di capelli dietro l'orecchio, i nostri volti sono vicini e  lo diventano sempre di più ad ogni respiro fino a far toccare le punte dei nostri nasi
"Stavolta non mi allontani? Non mi dici che è sbagliato?" Chiede guardandomi negli occhi
"No, non stavolta" rispondo abbozzando un sorriso.
Le sue labbra incontrano le mie fino a fondersi insieme: la sua lingua calda scorre sulla mia e mi sento avvampare dentro, una sensazione così intensa che è impossibile da spiegare. La sua mano destra finisce tra la mia guancia e il collo, mentre con l'altra mi stringe a sé; io porto le mie braccia attorno al suo collo e continuiamo a baciarci ancora per un po'.
Quando ci stacchiamo abbiamo entrambi le labbra arrossate, ci guardiamo negli occhi e ci sorridiamo
"È stato decisamente meglio dell'altra volta" dice scoppiando a ridere
"Non c'è paragone" rispondo ridendo e ripensando a quella sera in discoteca.
"Che significa tutto questo?" Domanda
Eh bella domanda, che significa tutto questo Charlotte?

Ciao a tutti! Spero il capitolo vi piaccia☺️

Montecarlo: city of dreamsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora