Parte 62

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"Grazie mille del passaggio Pierre" dico abbracciandolo
"Sei sicura di non voler stare da noi?" Chiede lui.
Durante il viaggio di ritorno in aereo Kate mi messaggiava per sapere come stessi e Pierre ha cercato di consolarmi in ogni modo possibile, mi ha persino detto di essersi sentito in colpa per non avermi detto niente, ma del resto Charles è uno dei suoi più cari amici, mi sarei comportata anche io come lui.
Insistevano a farmi stare a casa loro, almeno per questa notte, ma ho spiegato loro che quello che mi serve in questo momento è di rimanere da sola e riflettere.
"Preferisco stare in hotel, ho bisogno di stare un po' da sola" spiego
"Come preferisci, mi dispiace tanto Char" risponde accarezzandomi il braccio
"Non è colpa tua" replico sorridendogli
"Torna a casa da Kate e Camille, io me la cavo" dico
"Per qualunque cosa non farti problemi a chiamarci" conclude.
Lo ringrazio, ci salutiamo ed entro in hotel.
"Buonasera" dice la receptionist
"Buonasera, ho prenotato poco fa una camera a nome Charlotte Siné" rispondo
Fornisco i documenti e la ragazza controlla un paio di minuti sul computer per poi rilasciarmi la chiave elettronica.
"Stanza 274, secondo piano" mi informa
Salgo con l'ascensore e una volta arrivata al piano entro nella mia camera.
Mi sdraio di peso sul letto, ma subito dopo il mio iPhone squilla; se è di nuovo Charles giuro che blocco il suo numero.
Estraggo l'iPhone dalla tasca e noto che è Valentina, così rispondo.
"Pronto" sentenzio
"Ehi Char sono con Alice, che dici? Sei arrivata a Monaco?" Chiede Valentina mentre sento l'altra ragazza salutarmi in sottofondo
"Si sono arrivata poco fa" rispondo
"Ragazze devo parlarvi" continuo con la voce spezzata
"Che succede?" Domanda preoccupata
"Charles mi ha tradita" spiego ormai piangendo
"Che cazzo dici..." risponde a voce bassa
"Domenica scorsa...all'after party. Ha baciato un'altra e si è fatto fare un pompino" replico
"Prendiamo il primo volo e siamo da te" continua lei
"No, non ce ne è bisogno" rispondo io
"Char stai piangendo tesoro...fammi venire" ribatte lei dolcemente
"Ragazze veramente, concentratevi sullo studio. Io mi riprenderò, ci sono già passata" dico.
I primi giorni di settembre hanno entrambe un esame e non voglio che perdano, per colpa mia, giorni preziosi da dedicare allo studio.
"Tesoro chiamaci per qualunque cosa" risponde
"Lo farò" replico
"Ci sentiamo domani va bene? Ora vorrei riposarmi un po" spiego
"Certo a domani" conclude.
Ci salutiamo e agganciamo.
Aveva ragione Nicolò: l'amore fa schifo.

Il giorno dopo mi sveglio con ancora addosso i vestiti della sera prima, ho pianto talmente tanto che mi sono addormentata senza nemmeno mettermi il pigiama...
Però ora basta: oggi è un nuovo giorno e nelle ultime ventiquattro ore ho pianto abbastanza; è ora di tirarsi su le maniche e riprendere in mano la mia vita, basta piangermi addosso.
Vado in bagno, mi faccio una doccia e poi mi cambio; provo a coprire le mie occhiaie ma lo faccio con scarsi risultati, sembro uno zombie.
Scendo a fare colazione, o almeno quello era l'intento, ma non ho fame e mangio solo una fetta biscottata senza null'altro, mentre chiamo mia madre per dirle che io e Charles ci siamo lasciati.
Faccio le pratiche per il check out ed esco dall'hotel: direzione agenzia immobiliare.
Spero che il mio vecchio appartamento sia ancora disponibile, mi piaceva molto, era piccolo ma accogliente e il prezzo dell'affitto piuttosto basso per essere nel principato.
"Buongiorno" dico entrando nell'agenzia
"Buongiorno, come posso esserle utile?" Domanda una donna dietro la scrivania
"Sto cercando un appartamento in affitto" spiego.
Do anche l'indirizzo dell'appartamento dove ho alloggiato i primi mesi di permanenza a Montecarlo, nella speranza sia libero.
Fortunatamente è ancora sul mercato, così mi affretto a firmare il contratto di affitto e tutti i moduli necessari.
La signora si è gentilmente offerta di accompagnarmi, ma le ho detto di non preoccuparsi perché conoscevo già la strada.

"Signorina Charlotte, è tornata?" Domanda il portinaio vedendomi entrare
"Buongiorno Adrien, si sono tornata" rispondo abbozzando un sorriso
"Va tutto bene signorina? La vedo un po'... provata" dice lui cercando di non risultare invadente
"Potrebbe andare meglio Adrien, ma mi riprenderò" spiego sorridendo
"Ne sono sicuro, la aiuto con il bagaglio" risponde afferrando la mia valigia e chiamando l'ascensore.
Saliamo al settimo piano e finalmente posso dire di essere a casa.
È ancora come l'ho lasciata prima di andare via, dovrò giusto rimettere qualche foto sui vari mobili e risulterà subito più accogliente.
Svuoto la valigia e metto subito a fare una lavatrice: con con questo caldo i panni si asciugheranno in un batter d'occhio.
Dovrei andare a prendere la mia macchina e il resto dei vestiti a casa di Charles, ma non ho intenzione di incontrarlo, non per il momento.
Sono conscia del fatto che il principato sia piccolo e che ci incontreremo inevitabilmente, anche perché abbiamo degli amici in comune.
Ho metabolizzato il fatto che mi abbia tradita, ma non l'ho ancora accettato del tutto e non so se riuscirò mai a farlo; ma ad ogni modo ora se lo incontrassi probabilmente gli direi le peggio cose, non che non se lo meriterebbe... ma non è di certo insultandolo che le cose cambieranno o tantomeno miglioreranno: questo potrà farlo solo il tempo.
Realizzo che tornerà solo domani da Maranello, quindi ne approfitto per andare a recuperare le mie cose.
Vado a piedi fino a casa sua, salgo al piano e apro la porta: entro e una sensazione di tristezza mi assale.
Ho sempre amato questa casa, ogni dettaglio, il pianoforte, gli spartiti appesi al soffitto...
Non permetto alle emozioni di prendere il sopravvento, così mi dirigo in camera: apro l'armadio, prendo le due grandi valigie con le quali avevo portato qua i miei vestiti e inizio a riempirle; prendo tutte le mie cose, lasciando ben piegata nell'armadio solo la sciarpa di Dior che Charles mi aveva regalato per Natale.
Prendo le chiavi della mia macchina dalla cesta porta oggetti sul mobiletto dell'ingresso e metto al suo interno la copia delle chiavi di casa che Charles aveva fatto duplicare per me.
Scendo poi nel parcheggio, carico le valige in auto e torno a casa mia.
Dopo l'ennesima chiamata da parte di Charles rispondo, chiarendo una volta per tutte la situazione.
"Cosa non ti è ancora chiaro? Devi smetterla di chiamarmi, non voglio parlare con te" rispondo secca
"Per favore non attaccare" dice velocemente
"Possiamo vederci? Ti prego Charlotte ho bisogno di spieg..." continua, ma non lo faccio finire perché lo interrompo prima
"Ci siamo già detti quello che dovevamo dirci, non chiamarmi più" rispondo per poi attaccare.
Ha persino la faccia tosta di volermi incontrare e parlare? Incredibile!

Il resto della giornata lo passo con Kate, la quale si è presentata a casa mia con una scatola di biscotti fatti in casa per tirarmi su il morale e una caraffa di limonata fatta rigorosamente con i limoni di Mentone portati dalla mamma di Pierre.
Mangiamo qualche biscotto e poi mi aiuta a riordinare i vestiti nell'armadio e nella cassettiera, a stendere la lavatrice e infine, mentre do una pulita a casa, la mia amica si offre di andarmi a fare la spesa, perché in casa mia l'unica cosa commestibile sono i biscotti.
La ringrazio enormemente, lei sa perfettamente quanto io odi fare le spesa, motivo per cui cerco di farla il meno possibile.
Dopo una mezz'ora eccola fare il suo ritorno con due buste più grandi di lei; mi aiuta a riordinare tutto, mi abbraccia per circa un minuto buono e poi la costringo a tornarsene a casa: Camille non apprezzerà che la sua mamma stia fuori per così tante ore.
Dopo cinque minuti il campanello di casa suona: cosa si sarà dimenticata Kate?
"Ehi... che ci fai qui?" Chiedo sorpresa vedendo il ragazzo davanti a me
"Volevo vedere come stavi, posso entrare?" Domanda Joris.
Faccio cenno di entrare e mi chiudo la porta alle spalle.
"Non dovresti essere a Maranello ora?" Chiedo  dal momento che sarebbero dovuti tornare domani.
"Siamo tornati prima, diciamo che non c'era molto l'atteggiamento per lavorare" spiega
"Ti ha chiesto il tuo amico di venire?" Domando sedendomi sul divano
"No, Charles non sa che sono qui" risponde rimanendo in piedi
"Scusami... sono stata un po' sgarbata. Ti vanno dei biscotti e della limonata? Me li ha portati Katerina" dico alzandomi e aprendo il frigo per tirare fuori la caraffa con la bibita; il ragazzo annuisce, così ne verso un po' in due bicchieri, afferro la scatola dei biscotti e torno al mio posto, dove accanto si è seduto il ragazzo.
"Come hai fatto a trovarmi?" Domando porgendogli il bicchiere e posando la scatola sul tavolino davanti al divano.
"Ero da Charles e passando per la via ho visto la tua macchina parcheggiata, così ho collegato che sei tornata nel tuo vecchio appartamento" spiega bevendo un sorso.
"Io Char...io non so davvero che dire, mi dispiace tanto" aggiunge subito dopo
"Non è stata colpa tua, non dispiacerti" rispondo accennando un sorriso
"Hai già preparato la cena? Potrei portarti della pizza o del sushi" dice Joris.
Lo guardo per qualche secondo e vedo solo tanta compassione nei suoi occhi, faccio davvero così pena?
"Ti ringrazio ma non credo cenerò, non ho molta fame" rispondo sincera
"Ora ceneremo insieme e non me ne andrò finché non avrai finito" dice serio
"Joris non credo sia..." tento di dire
"Charlotte...non puoi ridurti così per un ragazzo, non puoi annullarti per nessuna persona al mondo" dice interrompendomi.
Annuisco consapevole che abbia ragione, ma nonostante questo sento gli occhi pungermi.
"Vieni qua" aggiunge aprendo le braccia; io mi lascio circondare dalle sue braccia e inizio a piangere, nonostante avessi promesso a me stessa di non farlo. Ci ho provato davvero ma, per quanto mi costi ammetterlo, Charles mi ha devastata.

Alla fine abbiamo optato per la pizza, che mangiamo rigorosamente sul divano guardando The Big Bang Theory.
"Lui come sta?" Chiedo di getto, spostando la sua attenzione dalla televisione a me.
Non si aspettava questa domanda, glielo leggo in faccia.
"Vuoi la verità?" Domanda e io annuisco decisa
"Una merda, a Maranello aveva la testa completamente da un'altra parte: in tutti i momenti in cui non doveva lavorare era in hotel sdraiato sul letto.
Per il viaggio di ritorno ha fatto guidare me e avrà aperto bocca si e no un paio di volte. Appena arrivati a Monaco è salito su casa, ha aperto l'armadio e ha visto che avevi preso tutte le tue cose tranne la sciarpa. Così, l'ha presa e si è buttato sul letto; per tutto il tempo che sono rimasto io non si è alzato" spiega
"Gli dispiace davvero Charlotte...non lo voglio difendere solo perché è il mio migliore amico, ma è sinceramente pentito, ha capito di aver sbagliato" aggiunge
"Doveva pensarci prima di baciarsi un'altra e di farsi fare un pompino" rispondo con la voce spezzata, giocherellando con una ciocca di capelli.
"È stato un coglione e su questo non ci piove, ma non l'ho mai visto stare così male per una ragazza" dice
"Non fai quelle cose se ami una persona" rispondo.
"Ah... Joris potresti farmi un favore?"
Domando poco dopo
"Certo" risponde annuendo
Mi alzo e vado in camera: prendo la collana sul comò e torno di là.
La collana, il suo regalo di compleanno, mi sono dimenticata di lasciargliela a casa prima.
"Mi sono dimenticata di lasciargli una cosa"
Spiego
"Potresti dargliela la prossima volta che lo vedi?" Domando porgendo la collana con l'orsetto viola tra le sue mani.
Il ragazzo annuisce amareggiato e finiamo di cenare.

Spazio autrice
Ciao lettori, ecco come promesso il capitolo, spero vi piaccia!
Vi anticipo che parte del prossimo capitolo sarà scritto dal punto di vista di Charles 👀
Vi aspetto settimana prossima con il nuovo capitolo e, nel frattempo, fatemi sapere nei commenti che ne pensate🥰
Oggi è anche quali day!
Speriamo che questo weekend sia clemente con i due ferraristi 🥹.

Montecarlo: city of dreamsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora