Ventinove

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*flashback*

«Fabian, esci subito da qui!»
Rabbrividisco quando il vento entra nella stanza attraverso la finestra spalancata.
«Mi dispiace, mi dispiace tanto torna con me»
Sbiascica lui bevendo un altro sorso dalla bottiglia ormai quasi vuota che ha in mano.
«sei ubriaco. Se non te ne vai io chiamo la polizia.»
«shh, me ne vado piccola, solo che prima voglio che tu risponda ad una domanda. Poi ti lascerò in pace»

Sento il suo alito che puzza di alcol da qui, fatica a reggersi in piedi, non so come abbia fatto ad entrare dalla finestra.
«niente più inseguimenti, niente più telefonate niente più regali. Tu però devi rispondermi.»
«tu sei pazzo. Io chiamo la polizia.»
Faccio per prendere il telefono ma lui lancia la bottiglia sul muro sfiorandomi di poco. Questa va in mille pezzi e io rimango immobilizzata. 

«ho detto che devi rispondermi cazzo!»
«ok. Ok.» dico evitando il suo sguardo. Vorrei uscire dalla stanza e andarmene ma ho paura di quello che mi farà se solo provassi a scappare.
Lui si passa una mano tra i capelli e l'altra sotto il naso rotto. Probabilmente deve aver fatto a botte con qualcuno, di nuovo.

«tu mi ami?!»
Dice continuando a fare avanti e indietro aspettando la mia risposta.
«allora mi ami o no!» inizia a urlarmi contro e a sbraitare.
Rimango a testa bassa con le lacrime agli occhi.
«no.» sussurro.
«cosa?!»
«NO!» urlo alla fine scoppiando a piangere.
Lui tira un pugno all'armadio facendomi sobbalzare.

«altra domanda. Mi hai mai mentito?» dice in tono più calmo avvicinandosi a me. Non va bene quando è cosi calmo.
Continuo a piangere e a guardare in basso anche se il suo viso praticamente è attaccato al mio. Riesco a sentire l'odore del sangue mischiato a quello dell'alcol.
«no.» dico chiudendo gli occhi.

«no? NO?! Tu avevi detto di amarmi, Lili cazzo lo avevi detto!»
si stacca da me e la sua voce si fa più debole sembra stia... piangendo.
«tu mi hai detto che mi amavi e allora perché cazzo mi hai lasciato? Perché non mi ami più?»
«perché sei pazzo! Tu sei... sei completamente pazzo. Mi tradivi di continuo ed eri perennemente ubriaco! Ora vattene, o giuro che chiamo la polizia. Hai l'ordine restrittivo ricordi?»
«ah si? Fanculo all'ordine restrittivo.
Fanculo alla polizia, fanculo a te.»

Sto per prendere il telefono ma lui me lo toglie dalle mani e lo lancia poi continua a pistarlo fino a distruggerlo.
«tu mi ami!» continua a urlare mentre lo raccoglie e lo tira contro il muro.
«dillo cazzo dillo!» urla infine verso di me.
«ti... ti amo»
Il suo sguardo si addolcisce e fa per baciarmi ma io mi scanzo.
«che c'è? Hai detto che mi ami, allora facciamo come hai vecchi tempi»
Subito dopo le sue labbra sono di nuovo sulle mie.

Cerco di staccarmi ma lui mi tiene la testa contro la sua e non riesco più a oppormi. Non riesco a muovermi o a urlare, mi ritrovo sul letto mentre mi tiene ferma per i polsi stringendo sempre di più lasciandomi i segni.
«non dirai niente alla polizia, perché tu lo volevi, hai detto di amarmi e non ti stai opponendo, in più non finisce mai bene chi fa la spia, vero? Amore?»


  ***

Mi sento come immobilizzata, mi manca il fiato e inizio a tremare.
«Lili, stai bene? Sei così pallida, Sembra tu abbia visto un fantasma.»
No, peggio.
Ignoro mio padre e tutti in quella stanza che mi stanno guardando compreso Fabian, che non sembra per niente sorpreso di vedermi.

Certo, lui sapeva che i miei abitavano qui ma i miei non hanno la minima idea di chi possa essere lui. Non glielo ho mai presentato, ne parlato di lui.
Al solo pensiero che lui sia venuto fin qui per me mi viene la pelle d'oca, vorrei alzarmi e andare via ma le mie gambe non mi obbediscono.

«Allora, ragazze, lei è la mia nuova collega nonché cara amica Lisienne. Mentre lui è suo figlio Fabian. Sono francesi come avrete dedotto dal nome, e il marito di Lisienne è un avvocato quindi non ci sarà questa sera perché aveva un impegno»
Ce li presenta mia madre.
In quel momento lo sguardo di Fabian che finora non mi ha staccato di dosso diventa cupo ma allo stesso tempo divertito.

«io e sua figlia ci conosciamo.»
Dice accennando un sorriso da psicopatico. In quel momento mi sale il panico.
«davvero? E come fate a...»
«Lili non vi ha mai parlato di me? Ero il suo ragazzo. Si prima che mi piantasse in asso.»
Nella sala cala il silenzio.
A che gioco sta giocando?

Mia madre mi guarda confusa.
«non ci hai mai parlato di lui, quanto tempo fa vi siete lasciati?»
Non parlo, continuo a tenere lo sguardo fisso su di lui cercando di capire le sue intenzioni.
«non ha importanza, quello che conta è che ora vada tutto per il meglio e che le cose tra di noi siano apposto. Giusto Lili?»
Il suo tono è spaventosamente calmo.
Non volendo creare troppo scompiglio decido di annuire e restare calma.

Questa serata finirà, basta solo che io rimanga insieme agli altri e che non rivolga la parola a lui.
Fabian si siede accanto, a me.
La serata procede tranquilla, non alzo mai gli occhi dal piatto e non partecipo a nessuna conversazione. Percepisco Il suo sguardo costantemente fisso su di me ma faccio finta di niente. Fino a quando sento che si avvicina e mi sussurra all'orecchio.

«volevo chiederti scusa, per quella volta al mare. Ero ubriaco, lo sai vero? Che da sobrio non oserei mai»
Appoggia la sua mano sulla mia coscia e rabbrividisco.
«certo, oserei eccome ma con il tuo permesso. Anche dpo tutto quello che è successo non rinuncerei mai a te, al tuo corpo.»
Avanza con la mano.
Dovrei tirargli uno schiaffo in faccia davanti a tutti e andarmene ma non ci riesco. Perché non ci riesco?!

*flashback*

Suono il campanello ma nessuno viene ad aprirmi. Cosi inizio a bussare insistentemente finche mia madre in camicia da notte apre la porta con un'espressione confusa.

«sono le 7 del mattino Lili, perché mai dovresti venire a quest'ora?»
Non si è nemmeno accorta che ho gli occhi rossi, per non aver dormito o per aver pianto tutta la notte.
Sto letteralmente tremando e la mia espressione è sconvolta ma a mia madre sembra non interessare.

«mamma.» dico avanzando.
«ferma. Che diavolo ti è successo? Ci sono degli ospiti di là, guarda come sei messa non puoi farti vedere cosi»
«perché?! Che cazzo me ne frega degli ospiti. No, perché frega a te, perché ti farei fare una brutta figura. Tua figlia viene qui in lacrime perché ha un problema con un ragazzo psicopatico e a te non frega un cazzo! Ti frega solo di fare bella figura con il tuo club del libro perfetto.»
So che sto urlando e che i passanti ci stanno guardando male ma non mi importa.
«Lili Pauline Reinhart! Non mancarmi di rispetto. Se hai avuto dei problemi con il tuo ragazzo ormai sei grande e devi imparare a risolverteli da sola.
Non hai più diciassette anni e continuare a venire a piangere da me ogni volta che ti lasci!»

Wow. Non so più che dire, voglio solo sprofondare. Faccio un respiro profondo e non dico nient'altro.
Mi giro e me ne vado lasciando mia madre li sulla porta a guardarmi e una parte di me spera che corra da me e mi abbracci, che si scusi, che mi accolga dentro casa e mi aiuti.
Ma lei non lo fa, lasciando cosi che quella parte di me, la parte che amava e si fidava di lei si spenga e che al suo posto nasca una parte molto più protettiva. Uno scudo, che non lascia più passare emozioni, che non accetta più delusioni o cuori spezzati.

Continua...

GO AHEAD~ Cole & LiliWhere stories live. Discover now