Sessantasei

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*Cole's pov*

Cerco un panno da avvolgere intorno alla mano per fermare il sangue e nascondere le ferite anche se so che Dylan noterà lo stesso lo specchio rotto.
Cerco quindi di togliere le schegge dal pavimento il più velocemente possibile come se lui stesse per arrivare da un momento all'altro e io avessi paura di lui.

So che non gli importerà dello specchio, ma gli importerà il perché è successo. Ho paura che inizierà a farmi delle domande a cui io non so dare risposta. Ho paura che mi chiederà se "sto bene" o se "ho bisogno di aiuto" e io non saprò che fare. Cosa rispondere. Come reagire.

Non so...Non so... l'unico pensiero fisso nella mia testa. Più cose mi chiedo più mi accorgo che non so rispondermi e tutto questo mi spaventa.

La mia mente passa da un pensiero all'altro in continuazione cercandone uno con un minimo di senso e le mie mani non smettono di tremare finché non mi ferisco maggiormente con una scheggia di vetro.

«cazzo!»

Dico lanciando quest'ultima.
Mi mordo il labbro inferiore e mi tengo la mano per il polso mentre la guardo gocciolare sangue sul pavimento. Cerco di calmarmi e di non agitarmi maggiormente poiché il mio mal di testa cresce insieme al mio stress e nervosismo.

Dopo circa un minuto di silenzio e imprecazioni mentali tiro un bel respiro e appoggio la schiena alla porta del bagno. I miei occhi si fanno lucidi e alzo la testa verso il soffitto come se potesse impedirmi di piangere. Non voglio farlo, non posso. Questo è solo l'inizio della parte complicata e se mi trovo così debole ora sarà peggio più avanti.

Sento come la mancanza di qualcosa, qualcosa da chiedermi, qualcosa a cui pensare. O semplicemente qualcuno.

Chiudo gli occhi e cerco di smettere di pensare.
Da quando mi sono svegliato dal coma non ho mai ammesso una cosa:
Non ricordo nulla di concreto, ma ricordo le emozioni. Tutto ciò che provavo prima di questo. Ricordo delle voci confuse. Ricordo delle immagini sbiadite.

Prima pensavo che era solo la mia immaginazione, o semplicemente ricordi recenti ma poi ho iniziato ad associare le cose e a collegarla tra loro. Ricordo il fruscio di fogli tra le mie mani e i miei occhi attenti a studiarli. Probabilmente tutti i copioni letti in vita mia.

Ricordo l'imbarazzo, l'ansia e il disagio quando tutta l'attenzione è su di me... ma poi chiudo ancora di più gli occhi e ricordo gli applausi, l'ammirazione, la soddisfazione.
Ricordo la passione.

All'inizio lo davo per scontato perché non sapevo a cosa associarlo ma ora che so qual'è il mio lavoro... ora so che sono ricordi. So che è la mia passione e che mi manca.

"So che sono ricordi."
Questa frase mi tranquillizza. È come se ci sia ancora un po' di speranza.
Continuo a pensare e sento le voci nella mia testa e mi vengono i brividi.

Delle immagini mi passano velocemente in testa mentre in me risuona una voce femminile.
La riconosco subito e sorrido.
Ora che so che recitare è la mia passione capisco perché sono finito con un'attrice. Ho unito l'amore per la recitazione con quello per questa ragazza a cui mi sento ancora collegato.

Anche se non ricordo molto, sento ancora il tocco della sua mano sulla mia pelle e una figura nella mia testa sfuocata. Ricordo le emozioni che provavo quando penso a lei.

Non ce n'è una determinata, ma solo tante mischiate insieme. Penso ancora a lei e un secondo dopo l'immagine sfuocata che mi ballava davanti diventa sempre più nitida e definita e riconosco in lei la ragazza che al momento si trova sdraiata sul letto oltre questa porta.

Decido di alzarmi e finalmente uscire dal bagno. Cammino lentamente lungo il corridoio e controllo che stia ancora dormendo. Quando mi accorgo che fortunatamente non si è ancora svegliata mi avvicino cercando di non far rumore.

Mi siedo sul letto molto lentamente e cerco di osservarla il più vicino possibile. Guardo prima le sue mani piccole quasi "eleganti" e poi le sue braccia scoperte. Proseguo con lo sguardo fino alle spalle su cui ricadono i suoi biondi capelli mossi naturali.

Mi sdraio accanto a lei e appoggio la testa sul cuscino continuando a fissarla. Scruto ogni dettaglio del suo viso partendo dalle lunghe ciglia che caratterizzano i suoi occhi innocenti.
Il cuore inizia a battermi forte.
Guardo le labbra ben delineate prive di rossetto facendomi venire la pelle d'oca. Il viso chiaro da cui si intravedono un po' di lentiggini.

Noto che non è truccata e le scarpe da tennis e i suoi jeans mi ricordano tutto tranne che l'outfit ideale da pub.
Non aveva decisamente voglia di uscire, forse se ne frega di tutto come me in questo momento e voleva solo bere qualcosa per dimenticare.
Lo farei, berrei anche io ora se solo potessi. Darei tutto per Smettere di pensare anche solo per poche ore.

Vorrei che fosse lei la figura sfuocata dei miei ricordi. Sarebbe tutto più facile e avrebbe tutto più senso.
Ma allo stesso tempo vorrei il contrario.

Vorrei che Lili fosse da un'altra parte e vorrei potermi ricordare di lei in tempo per poter tornare da lei. O forse vorrei che smettesse di pensare a me, sarebbe meglio per lei. Per entrambi.

Ricominciare da capo e andare avanti. Ho paura che il Cole di cui lei era innamorata, il ragazzo con cui stava insieme non sia più questo e una volta riuniti ho paura di vedere la delusione nei suoi quando mi guarda. La mancanza e tutto tranne che amore. Ho paura che possa soffrire ancora di più. Per questo ho smesso di chiamarla.

In realtà non so quello che voglio.
Vorrei solo un segno. Prima che sia troppo tardi.
Smetto improvvisamente di pensare quando sento dei lamenti e vedo riccioli d'oro accanto a me muoversi.
Si sta svegliando.

Continua...

GO AHEAD~ Cole & LiliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora