Cinquantasette

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*Cole's pov*

Staccare la spina. Ho sempre avuto paura di questo termine, come ho sempre avuto paura della morte.
Forse semplicemente perché ho paura di rimanere solo.

"Staccare la spina"
Cosa vi fa venire in mente? Provate a immaginare. Sicuramente molti penseranno ad un povero anziano in fin di vita su un letto d'ospedale con i suoi nipotini accanto, o semplicemente il suono continuo di un elettrocardiogramma. O semplicemente lo schermo nero della televisione quando si stacca la spina.

Un secondo prima c'era qualcuno in quella televisione e un secondo dopo è tutto nero. È cosi che vedo la morte;
Un secondo prima vivi la tua vita in quello schermo, che sia una vita a colori allegra e felice o triste in bianco a nero poco cambia. Alla fine qualcuno staccherà quella spina e nessuno saprà che fine farai.

Nessuno ti vedrà più. Molti direbbero che quello di cui ho paura è la morte, o semplicemente il non sapere cosa ci sia dopo la morte. La realtà è che questa è solo una parte di ciò che mi terrorizza davvero. E se invece vi dicessi che ho paura di restare solo?

Non riesco a immaginare una vita da solo. Sono una persona che ama circondarsi di persone, che si innamora facilmente, che soffre molto quando queste persone se ne vanno. Tutto questo per dire che ho paura di rimanere solo, che si tratti di amici o di familiari. Di animali o di amori speciali.

Eppure malgrado io mi circondi costantemente di persone in questo mondo non è facile non sentirsi soli.
Le persone che entrano nella tua vita, quelle che non ti fanno sentir solo sono poche e sono le stesse che ti fanno stare bene. In questo caso non posso non nominare la mia famiglia e una persona in particolare.
Lo so, sembrerà un cliché sdolcinato quello di sentirsi soli quando la persona che sia ama non c'è più.

Eppure forse è proprio questo l'amore, sentirsi soli tra un mucchio di persone perché te ne manca solo una. Però questa è la mia di paura e considerando il fatto che non sia qualcuno che io ami ad andarsene dalla mia vita ma io stesso, allora come dovrei sentirmi?
Le realtà è che mi sento come prima. Spaventato. Come l'esempio del "staccare la spina".
Se dovessi morire, se dovessi staccare la spina, se dovessi smettere di sentire il rumore dell'elettrocardiogramma allora sarei definitivamente solo.

È come essere imprigionati qui nella mia mente essendo consapevole di essere in coma. Nei film direbbero che questo è il momento giusto di lottare, per poter aprire gli occhi e tornare tra le persone che si amano. In questo momento voglio aprire gli occhi voglio lottare ma mi sento stanco.

Morire equivale a niente amici. Niente famiglia. Niente Lili. Niente Lili...
Perché riesco a pensare solo a lei in questo momento? Forse è per ciò che mi ha detto prima di andarsene e non mi riferisco a prima dell'incidente.
L'ho sentita, mentre parlava io l'ho sentita. Sentivo le sue parole mischiate alle sue lacrime e sentivo la sua mano nella mia.

Poi la sua mano è scivolata via insieme a lei e sono tornato solo.
Per questo sono ancora qui? Perché anche se mi sveglierò so che lei non ci sarà. È una specie di autodifesa la mia? Come quella di Lili? Impedirmi di svegliarmi per non provare dolore.

Mi concentro sul "bip" dell'elettrocardiogramma che piano piano sento sempre meno. Inizio a sentirmi ancora più stanco. Visualizzo l'incidente nella mia mente. Tutto sfocato e veloce, poi mi ripassa davanti il primo momento in cui ho incontrato Lili. La vedo correre e venirmi addosso, la vedo sorridere, la vedo piangere, la vedo arrabbiata, triste e... Spaventata.
Ripenso alla sua mano nella mia poco fa, al modo in cui l'ha lasciata andare e mi torna in mente quel giorno in quella piscina in cui la tenevo stretta.

Sapevo già le sue paure. Come quella di affogare e quella di soffrire. Ma quel giorno mi ha confessato un'altra sua paura, una che si è formata grazie a me ossia quella di lasciarla andare. Se ci pensate abbiamo entrambi paura di rimanere soli. L'uno senza l'altro e in quel momento mi viene in mente la promessa che gli avevo fatto.
Non l'avrei mai lasciata andare, l'avrei sempre tenuta stretta.
Solo allora realizzo che se affogo io, affoga anche lei.

Apro gli occhi improvvisamente. La prima cosa che sento è un mal di testa fortissimo e un senso di nausea.
Mi guardo intorno velocemente e il mio respiro accelera insieme al battito del mio cuore.
In quel momento riconosco una voce familiare in lontananza e subito dopo la porta si apre e mi tranquillizzo nel  riconoscere quei lunghi capelli rossi.

Madelaine mi guarda, si accorge che ho gli occhi aperti e rimane immobile.
Riesco a pronunciare un "ciao" soffocato dal mio respiro stanco a dalla mia voce rauca.
Subito dopo dietro di lei intravedo Allison e un infermiera che mi guardano a loro volta come se avessero appena visto un fantasma.

L'infermiera è la prima a tornare in se e a rivolgermi un sorriso a 32 denti. Si avvicina e mi stringe la mano:
«ben tornato tra noi.»
Subito dopo le ragazze si guardano e scoppiano a ridere.
Rivolgo loro un sorriso veloce subito spento dalla prima domanda che mi passa in mente alla quale, come risposta, mi rivolgono uno sguardo tutt'altro che rassicurante.
«dov'è Lili?»

*Lili's pov*

Arrivo in aeroporto, l'aereo parte tra venti minuti. Devo sbrigarmi. Inizio a camminare tra la gente cercando il punto di partenza del mio aereo. Il telefono inizia a suonare, è Mads... ma ora non ho tempo di rispondere.
Ignoro la chiamata e accellero il passo. Decido di mandare invece un messaggio a Allison per dirle di non preoccuparsi, che sto andando dai miei genitori.

*Cole's pov*

«lei... Non mi risponde»
Dice Mads abbassando il telefono per poi sedersi accanto a me.
«sapete dove sia il mio telefono?»
Mads si alza e lo prende da dentro la giacca appoggiata all'attaccapanni.

Digito in fretta il suo numero e provo a chiamarla. Il bip del telefono che squilla in attesa di una sua risposta mi ricorda quello dell'elettrocardigramma e nella mia testa risento la sua voce. Ricordo le sue parole, i miei pensieri. Tutto mentre ero in coma.

Abbasso il telefono.
«non risponde»
«forse ha la suoneria bassa, ma non preoccuparti appena vedrà il tuo nome tra le chiamate perse correrà qui»
«non lo farà.» la interrompo.
«come?»
«non tornerà più, Mads... lei... lei mi ha lasciato.»
Dico abbassando lo sguardo come se mi fossi rotto. Vorrei non aver potuto ricordare.
«no questo è imposs...»
«Mads...»
La interrompe Allison facendo il suo ingresso nella stanza con lo sguardo perso e il telefono in mano.
«Lili è partita. Se ne è andata.»

Continua...

GO AHEAD~ Cole & LiliWhere stories live. Discover now