Sessantanove

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*Lili's pov*

Sono tentata di fargli una foto, la sua espressione è fantastica davvero. E io non so cosa mi stia succedendo ma mi sento improvvisamente bene. Un secondo fa stavo piangendo e ora...
Beh credo che la definizione corretta sia "bipolarismo".
Lo so, vi sto riempiendo di definizioni, mi sento come un dizionario.

«Quanto tempo è passato esattamente? L'ultima volta che ti ho parlato dal vivo sarà stata... la sera dell'incidente. Ma tu non te la ricordi, giusto.»

Dico tornando più seria di prima. Sento improvvisamente l'euforia di poco prima sparire lentamente e non voglio che questo accada.

«non parliamo di questo però. I miei pensieri non sono tutti così tristi. Ho anche pensieri belli, come per esempio te.
Qualunque cosa io abbia preso deve essere davvero forte perché sembri davvero qui.
Riesco a vedere ogni tuo particolare.  Ad esempio riesco a vedere quanto disordinati siano i tuoi capelli.»
Scherzo.

«Così disordinati che quasi mi piacciono, mi hanno sempre ricordato il mare in tempesta.

Le onde di notte, nere e mosse che sbattono una contro l'altra. Un mare in cui non vorresti mai trovarti.»
Di colpo la mia descrizione inizia a diventare sempre più seria e... buia.

«La tua barca verrebbe sbattuta di qua e di là e sentiresti solo le urla delle persone a bordo consapevoli che stanno per morire. Sentiresti i tuoni e vedresti i lampi illuminare il cielo nero e le onde sempre più grandi che ti vengono addosso. Il rumore di quel mare ti fa venire voglia di morire.»

*Cole's pov*

Non so bene come reagire. Ascolto quello che dice. E il modo in cui lo dice.
Continua a guardarmi negli occhi in modo lontano, come se si fosse persa in questo piccolo spazio che c'è tra di noi.
Anche se sono pochi centimetri a dividerci la sento così lontana.
Non so cosa fare, ho paura di avvicinarmi, ho paura di parlare.

Ascolto quello che dice e mi sento in colpa, sembra "sfinita" e mi sento il responsabile.

«Poi arriva un'onda e scompari.»
Continua. Le sue parole mi fanno venire la pelle d'oca ma non voglio fermarla.
«Sott'acqua. E li non senti più nulla.
Sembrano i pensieri che crescono fuori dalla tua testa.
E quel mare di pensieri che per quanto possa sembrare disastroso ti emana un senso di tranquillità. Il caos non è tranquillo ma per qualche motivo il tuo mare lo è. Per qualche motivo sotto quel mare di capelli o pensieri o onde c'è il silenzio. La tranquillità. La pace.»

Il modo in cui lo dice mi fa venire i brividi. Mi sento come in una realtà parallela, dove cose come queste accadono regolarmente. Dove è normale pensare di parlare, con qualcuno frutto della tua immaginazione, di capelli che sembrano onde e cose del genere.
È buffo, ma in questo momento non mi viene per niente da ridere. Forse perché questa non è una realtà parallela, e il suo modo di parlare di me mi fa tornare nostalgia dei vecchi tempi. Tempi che non ricordo, allora perché ne sento la mancanza?

*Lili's pov*

La sua faccia ha cambiato leggermente espressione. Si, è ancora confuso, ma questa volta sembra rimasto colpito dalle mie parole. Sembra aver capito il loro significato. Sembra aver capito me.

L'euforia è decisamente sparita.
Non so descrivervi l'emozione che provo. Mi sento vuota e allo stesso tempo piena. La mia testa è piena.
Il mio corpo è stanco. I miei occhi sono l'unica parte di me che non lo sono. Hanno voglia di restare aperti a guardarlo.

«sto cercando di capire come ti senti, a cosa stai pensando. A te basta guardarmi negli occhi, dicevi che i miei occhi parlavano più della mia bocca. Mentre i tuoi sono sempre stati un muro. Freddo e chiuso. Allora perché di te mi fidavo? Che c'è in te di così speciale da farmi sentire al sicuro?»
Fa un passo avanti. Io non indietreggio, rimango immobile. Il suo sguardo è serio tanto quanto il mio.

«non voglio che tu sparisca.»
Dico all'improvviso. La mia voce è bassa e un po' tremolante. Qualche lacrima mi scorre lungo il viso ma non ci faccio caso. Nemmeno me ne accorgo.

«Non voglio che questo sia l'effetto di qualche droga o della mia mente esaurita e mentalmente instabile. Io voglio che tu sia qui e che mi dica che sto parlando troppo. Voglio che tu mi dica che sto esagerando. Mi servono i tuoi commenti sarcastici. Mi servono le tue parole che mi fanno tornare alla realtà. Mi servi tu.»
Le lacrime iniziano a scorrere più del previsto.

«Lili io sono qui»
Mi interrompe finalmente. Mi mancava così tanto la sua voce.
«ho paura che se ora chiuderò gli occhi quando li riaprirò tu non ci sarai più»
«fallo.» dice in tono convincente. Come se fosse un ordine.
«no io...»
«Lili... stai parlando troppo.»
Sorride. Sorrido anche io.
«fallo. Io sarò qui. Non me ne vado più»
Mi accorgo che sto tremando. La mia voce trema, le mie mani tremano.
«te lo prometto»

Chiudo gli occhi. Non sento più niente. Non voglio aprirli. Non voglio ancora lasciarlo andare.
È incredibile cosa si provi quando si è innamorati. Pensavo fossero tutte stronzate, che non avrei mai provato una cosa simile.

Dopotutto l'amore è solo una sensazione provocata dal nostro cervello. Qualcosa che stimola in noi tutte le sostanze che ci fanno star bene.
Come una droga, solo che non fa male.
O forse si. Forse fa più male della droga in alcuni casi. Ed io sinceramente, pensavo che non avrei mai provato questo sentimento in modo così forte.

Come le persone nei film, sinceramente ho sempre odiato vedere come siano felici insieme come se la loro vita dipendesse solo da quello. Vedere la ragazzina innamorata che piange ogni giorno per il dolore, mi faceva venire da vomitare. Finché non sono diventata io quella ragazzina.

Qualcosa mi distrae, la mia pelle rabbrividisce. Mi lascio tranquillizzare dal suo tocco. Dalle sue dita tra le mie.
Non apro ancora gli occhi.
La sua mano scorre lungo il mio braccio sfiorandolo a pena facendomi venire la pelle d'oca. Sento che avanza verso di me. Sento il suo profumo. Sento il suo respiro sul mio collo e la sua mano, ora arrivata sulla mia guancia che accarezza leggermente come se fossi di vetro.

Mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e poi mette la sua mano dietro la mia testa facendola avvicinare delicatamente al suo petto.
Inizio a piangere e ridere nello stesso momento. Non sono pazza, davvero. Rido di felicità. Stringo la sua maglietta tra le mie mani.

Apro gli occhi e respiro profondamente cercando di prendere aria. Mi sento soffocare.
«sei qui»
«Si. Sono qui.»

Continua...

GO AHEAD~ Cole & LiliWhere stories live. Discover now